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'''Oberdan | '''Oberdank Gigli''', detto '''Oberdan''' (Gallarate, Varese [[4 dicembre]] [[1883]] - Milano, marzo [[1949]]), è stato un [[anarchico individualista]] milanese. | ||
== Biografia == | == Biografia == | ||
Diplomato in ragioneria, collaborerà a numerosi periodici anarchici tra i quali «[[Il Grido della Folla]]», «Vir», «[[La Protesta Umana]]», «[[Il Pensiero]]» e «Sciarpa Nera» e con la maggior parte degli [[anarco-individualismo|individualisti]] più attivi dell'epoca: [[Giovanni Gavilli]], [[Libero Tancredi]], [[Gennaro D'Andrea]], [[Giuseppe Monnanni]], [[Leda Rafanelli]], [[Ettore Molinari]], [[Attilio Paolinelli]] ecc. | |||
Si trasferisce da Genova a Milano nel [[1903]], dove instaura un rapporto d'amicizia con [[Nella Giacomelli]], e poi a Finale Emilia nel [[1904]], dove risiederà per molti anni assumendo anche la carica di segretario della locale Camera dei lavoro. Il [[1907]] è l'anno di fondazione della rivista [[anarco-individualista|individualista]] di idee e d'arte ''[[Vir]]'', redatta da [[Leda Rafanelli]] e [[Giuseppe Monnanni]]. Nel primo numero è proprio Gigli a scrivere l'editoriale che esplica il modo di intendere l'[[anarchismo]] da parte della redazione: | |||
:«Anarchismo è la negazione di ogni idea-fissa: di Patria, di Stato, di Religione, di Morale, di Proprietà, di Diritto... Nella morale è la risultante del sano mutualismo di Kropotkin col serio individualismo di Stirner.» | |||
La sua posizione individualistica lo porta a conciliare diverse posizioni anarchiche, concedendo condivisioni anche rispetto a certe posizioni dell'[[anarchismo sociale]] poiché al centro del suo pensiero c'era l'individuo e solo l'individuo, concepito non come categoria sociale ma, [[Stirner|stirnerianamente]] parlando, come Unico. | |||
A causa del suo interventismo nella Prima guerra mondiale (insieme a [[Libero Tancredi]] e [[Attilio Paolinelli]]) l'amica [[Nella Giacomelli]] gli scriverà una polemica lettera: | |||
: «C'è un abisso tra noi, Oberdan; tu hai rinnegato il tuo sogno giovanile, ed io lo sogno più ardentemente che mai; [...] Come possiamo ancora comprenderci? Meglio dimenticarci». | |||
A causa del suo interventismo nella | Sempre più distante dai suoi ex-compagni, abbandonerà l'[[anarchismo]] finendo per ritirarsi dalla vita politica attiva. Ritornato a Milano nel [[1923]], nel [[1928]] interviene in aiuto dell'amica [[Nella Giacomelli]] - con cui Oberdan aveva mantenuto buoni rapporti d'amicizia nonostante le sostanziali divisioni sul modo di intendere l'[[anarchia]] - rivolgendosi ad [[Ada Negri]], ex-socialista convertita al [[fascismo]], con l'intento che ella chieda [[giustizia]] «a chi solo può superare le difficoltà delle leggi», cioè allo stesso Mussolini ([[Nella Giacomelli]] sarà alla fine liberata). | ||
: «C'è un abisso tra noi, Oberdan; tu hai rinnegato il tuo sogno giovanile, ed io lo sogno più ardentemente che mai; [ | |||
Sempre più distante dai suoi ex-compagni, | |||
Nel [[1929]] è radiato dallo schedario dei sovversivi per il totale disimpegno politico, unito ad un'apparente «simpatia per il regime». | Nel [[1929]] è radiato dallo schedario dei sovversivi per il totale disimpegno politico, unito ad un'apparente «simpatia per il regime». |