Luigi Bertoni: differenze tra le versioni

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=== La scoperta dell'anarchia===
=== La scoperta dell'anarchia===


Respinto il [[liberalismo]] radicale e oramai divenuto anarchico, è redattore dal [[1896]] de «L'Emigrante Ticinese Illustrato», pubblicato a Berna e poi a Ginevra, in cui afferma che i sindacati devono opporsi decisamente alla produzione e alla mediazione dello [[Stato]], «un'istituzione barbara che deve cadere per essere sostituita dalle associazioni costituite dal libero accordo». Vi sono due partiti in contrapposizione «il partito di coloro che vogliono lo sviluppo progressivo e il partito di quanti ne chiedono invece la soppressione e l'adattamento dell'individuo a una società  senza autorità ». Bisogna rompere completamente con il passato «non dobbiamo più partecipare a nessuna festa, a nessuna commemorazione della classe dominante, dividerci completamente da lei per schierarci contro». Coerentemente, nel [[1895]] rifiuterà  il posto di direttore della tipografia cantonale ticinese, offerta dai liberali oramai al potere. Nel [[1898]] è segnalato per la prima volta dalla Polizia politica al Pubblico ministero della Confederazione per aver proposto, nel Sindacato tipografi ginevrino, la partecipazione al [[1 maggio|1° Maggio]]. L'anno dopo è corresponsabile con altri due cittadini elvetici [[Emile Held]] e [[Carlo Frigerio]], di una pubblicazione «L'Almanacco socialista anarchico», in cui tra l'altro, sono invitate tutte le forse repubblicane italiane a unirsi per abbattere la monarchia (articolo di [[Errico Malatesta]]). Il Governo elevetico, su pressioni di quello italiano, invia i tre autori davanti al tribunale, poi è costretto ad assolverli. Gli anarchici – in particolare gli immigrati italiani in [[Svizzera]] – esultano: finalmente sarà  loro possibile agire alla luce del sole con il sostegno dei compagni svizzeri.  
Respinto il [[liberalismo]] radicale e oramai divenuto anarchico, è redattore dal [[1896]] de «L'Emigrante Ticinese Illustrato», pubblicato a Berna e poi a Ginevra, in cui afferma che i sindacati devono opporsi decisamente alla produzione e alla mediazione dello [[Stato]], «un'istituzione barbara che deve cadere per essere sostituita dalle associazioni costituite dal libero accordo». Vi sono due partiti in contrapposizione «il partito di coloro che vogliono lo sviluppo progressivo e il partito di quanti ne chiedono invece la soppressione e l'adattamento dell'individuo a una società  senza autorità». Bisogna rompere completamente con il passato «non dobbiamo più partecipare a nessuna festa, a nessuna commemorazione della classe dominante, dividerci completamente da lei per schierarci contro». Coerentemente, nel [[1895]] rifiuterà  il posto di direttore della tipografia cantonale ticinese, offerta dai liberali oramai al potere. Nel [[1898]] è segnalato per la prima volta dalla Polizia politica al Pubblico ministero della Confederazione per aver proposto, nel Sindacato tipografi ginevrino, la partecipazione al [[1 maggio|1° Maggio]]. L'anno dopo è corresponsabile con altri due cittadini elvetici [[Emile Held]] e [[Carlo Frigerio]], di una pubblicazione «L'Almanacco socialista anarchico», in cui tra l'altro, sono invitate tutte le forse repubblicane italiane a unirsi per abbattere la monarchia (articolo di [[Errico Malatesta]]). Il Governo elevetico, su pressioni di quello italiano, invia i tre autori davanti al tribunale, poi è costretto ad assolverli. Gli anarchici – in particolare gli immigrati italiani in [[Svizzera]] – esultano: finalmente sarà  loro possibile agire alla luce del sole con il sostegno dei compagni svizzeri.  


=== L'attività  propagandistica ===
=== L'attività  propagandistica ===


Nel luglio [[1900]] nasce a Ginevra il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]», redatto inizialmente da esuli, poi da immigrati, che si rivolge alla numerosa immigrazione italiana, e «Le Réveil socialiste anarchiste», con la collaborazione di alcuni anziani di anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici, veri e propri organi ufficiali dell'[[anarchismo]] in [[Svizzera]], è proprio Bertoni, che inizialmente si avvale della collaborazione di varie personalità : Barchiesi, [[Mario Bassadinna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samara]], [[Felice Mezzani]] (dalla [[Francia]]), ecc. Il [[stampa anarchica|periodico bilingue]], inizialmente quindicinale, dal [[1905]] al [[1908]] diviene settimanale, poi ancora bisettimanale fino al [[1910]], anno in cui si trasforma poi in due quindicinali distinti (4000 copie di tiratura). Nel tempo assumerà  varie denominazioni, fino al 1925 quando diviene definitivamente [[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio anarchico\ Le Révéil anarchiste]] (dal [[1940]] al [[1946]] usciranno clandestinamente in formato opuscolo). All'attività  editoriale dei due periodici, Bertoni affianca una casa editrice, le ''edizioni Risveglio/éditions du Réveil'', che pubblicheranno una cinquantina di libri e opuscoli. Infine, negli anni Venti e Trenta, per il [[1 maggio|1° maggio]], esce sempre da Bertoni «[[Il Ticino Libertario]]», con la collaborazione degli anarchici ticinesi.  
Nel luglio [[1900]] nasce a Ginevra il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]», redatto inizialmente da esuli, poi da immigrati, che si rivolge alla numerosa immigrazione italiana, e «Le Réveil socialiste anarchiste», con la collaborazione di alcuni anziani di anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici, veri e propri organi ufficiali dell'[[anarchismo]] in [[Svizzera]], è proprio Bertoni, che inizialmente si avvale della collaborazione di varie personalità: Barchiesi, [[Mario Bassadinna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samara]], [[Felice Mezzani]] (dalla [[Francia]]), ecc. Il [[stampa anarchica|periodico bilingue]], inizialmente quindicinale, dal [[1905]] al [[1908]] diviene settimanale, poi ancora bisettimanale fino al [[1910]], anno in cui si trasforma poi in due quindicinali distinti (4000 copie di tiratura). Nel tempo assumerà  varie denominazioni, fino al 1925 quando diviene definitivamente [[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio anarchico\ Le Révéil anarchiste]] (dal [[1940]] al [[1946]] usciranno clandestinamente in formato opuscolo). All'attività  editoriale dei due periodici, Bertoni affianca una casa editrice, le ''edizioni Risveglio/éditions du Réveil'', che pubblicheranno una cinquantina di libri e opuscoli. Infine, negli anni Venti e Trenta, per il [[1 maggio|1° maggio]], esce sempre da Bertoni «[[Il Ticino Libertario]]», con la collaborazione degli anarchici ticinesi.  
[[File:Le revéil anarchiste-il riveglio anarchico.jpg|thumb|300 px|Testata di «Le Revéil Anarchiste», giornale bilingue (francese e italiano) che usciva anche come «Il Risveglio Anarchico»]]
[[File:Le revéil anarchiste-il riveglio anarchico.jpg|thumb|300 px|Testata di «Le Revéil Anarchiste», giornale bilingue (francese e italiano) che usciva anche come «Il Risveglio Anarchico»]]
Il periodico dà  un forte impulso al movimento in [[Svizzera]], all'inizio del secolo in fase embrionale, e fin dal suo primo numero esplicita una vita dichiaratamente associazionista: «L'associazione è un fatto biologico, una necessità  sociale», e nel contempo sindacalista «per spingere anche il sindacato sulla via rivoluzionaria, dobbiamo tutti entrare nei sindacati». Bertoni esercita una considerevole propaganda in tutta la Svizzera, grazie anche a numerose conferenze: un centinaio all'anno (con punte di 130-140) per circa 40 anni. Perciò vi sarà  un notevole sviluppo dei gruppi anarchici: quelli di lingua italiana da una decina nel 1902 diventano una trentina nel [[1915]], mentre la [[Fédération communiste anarchiste de la Suisse romande]] annuncia dieci gruppi nel [[1907]]. Nel [[1901]] Bertoni si fa promotore del [[Groupe pour la défense de la liberté d'opinion]], costituito in un'assemblea alla presenza di 250 anarchici socialisti, [[Sindacalismo|sindacalisti]], che si preoccupa di raccogliere fondi e di informare il movimento operaio e l'opinione pubblica sui metodi antisociali e liberticidi della polizia svizzera, soprattutto nei confronti degli operai sia stranieri sia confederati. In quest'ambito si occupa pure dell'espulsione dal Canton Ticino dell'allora socialista [[Benito Mussolini]], in [[Svizzera]] dal [[1902]] al [[1904]], il quale, grato dell'aiuto, tradurrà  gratuitamente dal francese un'opera importante di [[Kropotkin]], ''Le parole di un ribelle'', che verrà  pubblicato dalle edizioni del Risveglio. Nel [[1912]] Mussolini ricorderà  così Bertoni: «È la bestia nera della borghesia elvetica. L'ho conosciuto a Berna nel 1903. Alto, secco, naso prominente, lineamenti angolosi, sbarbato. Ha dell'asceta. Scrive e parla, con grande correttezza, l'italiano e il francese. La sua coltura storica e sociologica è vastissima. È una delle prime teste pensanti dell'anarchismo internazionale. Operaio. Lavora da tipografo otto ore al giorno e gli rimane il tempo necessario per scrivere un giornale e tenere tournées di propaganda. La sua attività  è prodigiosa. Il gruppo editoriale le Réveil è opera sua [...]. Odiatore del funzionalismo operaio, dei permanents, dei professionali, egli non ha mai voluto abbandonare la cassa del compositore. È uno spirito disinteressato».  
Il periodico dà  un forte impulso al movimento in [[Svizzera]], all'inizio del secolo in fase embrionale, e fin dal suo primo numero esplicita una vita dichiaratamente associazionista: «L'associazione è un fatto biologico, una necessità  sociale», e nel contempo sindacalista «per spingere anche il sindacato sulla via rivoluzionaria, dobbiamo tutti entrare nei sindacati». Bertoni esercita una considerevole propaganda in tutta la Svizzera, grazie anche a numerose conferenze: un centinaio all'anno (con punte di 130-140) per circa 40 anni. Perciò vi sarà  un notevole sviluppo dei gruppi anarchici: quelli di lingua italiana da una decina nel 1902 diventano una trentina nel [[1915]], mentre la [[Fédération communiste anarchiste de la Suisse romande]] annuncia dieci gruppi nel [[1907]]. Nel [[1901]] Bertoni si fa promotore del [[Groupe pour la défense de la liberté d'opinion]], costituito in un'assemblea alla presenza di 250 anarchici socialisti, [[Sindacalismo|sindacalisti]], che si preoccupa di raccogliere fondi e di informare il movimento operaio e l'opinione pubblica sui metodi antisociali e liberticidi della polizia svizzera, soprattutto nei confronti degli operai sia stranieri sia confederati. In quest'ambito si occupa pure dell'espulsione dal Canton Ticino dell'allora socialista [[Benito Mussolini]], in [[Svizzera]] dal [[1902]] al [[1904]], il quale, grato dell'aiuto, tradurrà  gratuitamente dal francese un'opera importante di [[Kropotkin]], ''Le parole di un ribelle'', che verrà  pubblicato dalle edizioni del Risveglio. Nel [[1912]] Mussolini ricorderà  così Bertoni: «È la bestia nera della borghesia elvetica. L'ho conosciuto a Berna nel 1903. Alto, secco, naso prominente, lineamenti angolosi, sbarbato. Ha dell'asceta. Scrive e parla, con grande correttezza, l'italiano e il francese. La sua coltura storica e sociologica è vastissima. È una delle prime teste pensanti dell'anarchismo internazionale. Operaio. Lavora da tipografo otto ore al giorno e gli rimane il tempo necessario per scrivere un giornale e tenere tournées di propaganda. La sua attività  è prodigiosa. Il gruppo editoriale le Réveil è opera sua [...]. Odiatore del funzionalismo operaio, dei permanents, dei professionali, egli non ha mai voluto abbandonare la cassa del compositore. È uno spirito disinteressato».  
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=== L'antimilitarismo ===
=== L'antimilitarismo ===


Intensa è l'attività  di Bertoni in [[antimilitarismo|ambito antimilitarista]]. È sua la proposta per un congresso antimilitarista, quello di Bienne del [[1909]], al quale partecipano i gruppi più radicali del movimento operaio in Svizzera: i sindacati romandi della Federazione delle Unioni Operaie, l'Unione Operaia di Zurigo che rappresenta 15.000 operai, la Lega Rivoluzionaria di Zurigo, una trentina di gruppi anarchici, due gruppi tolstojani e la sezione ticinese del Partito Socialista Svizzero. Si tratta di un congresso contrastato aspramente dalle [[autorità ]] (ma il consiglio federale in una seduta straordinaria non riesce a trovare motivi validi per impedirlo), ma anche dall'Unione Sindacale Svizzera e dal Partito Socialista che accusano i promotori di essere agenti provocatori. In questo congresso, intenzionato a ricostruire la [[Lega Antimilitarista]] svizzera, si riscontrano due posizioni: Bertoni, gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari romandi leggono l'[[antimilitarismo]] come rifiuto individuale e collettivo di prestare servizio militare, mentre per gli svizzero tedeschi – vedi [[Fritz Brupbacher]] – significa propaganda disfattista nell'esercito borghese, apprendimento delle tecniche e delle armi, per poi riutilizzare la struttura militare come esercito militare, opponendosi quindi al rifiuto individuale.
Intensa è l'attività  di Bertoni in [[antimilitarismo|ambito antimilitarista]]. È sua la proposta per un congresso antimilitarista, quello di Bienne del [[1909]], al quale partecipano i gruppi più radicali del movimento operaio in Svizzera: i sindacati romandi della Federazione delle Unioni Operaie, l'Unione Operaia di Zurigo che rappresenta 15.000 operai, la Lega Rivoluzionaria di Zurigo, una trentina di gruppi anarchici, due gruppi tolstojani e la sezione ticinese del Partito Socialista Svizzero. Si tratta di un congresso contrastato aspramente dalle [[autorità]] (ma il consiglio federale in una seduta straordinaria non riesce a trovare motivi validi per impedirlo), ma anche dall'Unione Sindacale Svizzera e dal Partito Socialista che accusano i promotori di essere agenti provocatori. In questo congresso, intenzionato a ricostruire la [[Lega Antimilitarista]] svizzera, si riscontrano due posizioni: Bertoni, gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari romandi leggono l'[[antimilitarismo]] come rifiuto individuale e collettivo di prestare servizio militare, mentre per gli svizzero tedeschi – vedi [[Fritz Brupbacher]] – significa propaganda disfattista nell'esercito borghese, apprendimento delle tecniche e delle armi, per poi riutilizzare la struttura militare come esercito militare, opponendosi quindi al rifiuto individuale.


L'opposizione dei [[Sindacalismo|sindacalisti]] svizzero-tedeschi, che rinviano il progetto a causa del contrasto tra il sindacalismo romando è l'Unione Sindacale, alla quale vogliono rimanere vincolati, impedisce la ricostituzione della Lega. Lo scoppio della guerra vede Bertoni impegnato nel tentativo di sostenere la posizione interventista degli anarchici italiani:
L'opposizione dei [[Sindacalismo|sindacalisti]] svizzero-tedeschi, che rinviano il progetto a causa del contrasto tra il sindacalismo romando è l'Unione Sindacale, alla quale vogliono rimanere vincolati, impedisce la ricostituzione della Lega. Lo scoppio della guerra vede Bertoni impegnato nel tentativo di sostenere la posizione interventista degli anarchici italiani:
: «Mi sono recato in Italia nel mese di settembre 1914 ed ho parlato a Caccivio, provincia di Como, in un comizio di operai e contadini contro la guerra. A Milano ho cercato pure di prendere la parola contraddittoriamente in un comizio del sindacalista Corridoni, appena uscito di prigione, e convertito alla guerra di rivoluzione agli ordini di sua Maestà ! Ma la riunione terminò in un tumulto tra partigiani e avversari della guerra. In tutto il periodo di neutralità  italiana ho collaborato con articoli settimanali a Volontà  di Ancona, in risposta ai fautori di guerra, con il pretesto che avrebbe portato alla rivoluzione...fascista! In Svizzera nel mese di maggio 1915, quando l'entrata in guerra d'Italia divenne evidente, l'abbiamo distribuito in tutte le località  della Svizzera in cui avevamo dei compagni, un volantino intitolato “Non partite!”. E in tutto il periodo della guerra, salvo il periodo da maggio 1918 a giugno 1919 trascorso in prigione, non ho cessato di preconizzare la fine della guerra tramite la rivoluzione, con centinaia di articoli e conferenze».  
: «Mi sono recato in Italia nel mese di settembre 1914 ed ho parlato a Caccivio, provincia di Como, in un comizio di operai e contadini contro la guerra. A Milano ho cercato pure di prendere la parola contraddittoriamente in un comizio del sindacalista Corridoni, appena uscito di prigione, e convertito alla guerra di rivoluzione agli ordini di sua Maestà! Ma la riunione terminò in un tumulto tra partigiani e avversari della guerra. In tutto il periodo di neutralità  italiana ho collaborato con articoli settimanali a Volontà  di Ancona, in risposta ai fautori di guerra, con il pretesto che avrebbe portato alla rivoluzione...fascista! In Svizzera nel mese di maggio 1915, quando l'entrata in guerra d'Italia divenne evidente, l'abbiamo distribuito in tutte le località  della Svizzera in cui avevamo dei compagni, un volantino intitolato “Non partite!”. E in tutto il periodo della guerra, salvo il periodo da maggio 1918 a giugno 1919 trascorso in prigione, non ho cessato di preconizzare la fine della guerra tramite la rivoluzione, con centinaia di articoli e conferenze».  


Nel frattempo, due importanti animatori del [[movimento anarchico]] e sindacale romando – G. Herzig e J. Wintsch -, su posizoni “interventiste” abbandonano «[[Il Risveglio Anarchico]]».
Nel frattempo, due importanti animatori del [[movimento anarchico]] e sindacale romando – G. Herzig e J. Wintsch -, su posizoni “interventiste” abbandonano «[[Il Risveglio Anarchico]]».
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=== Il primo dopo guerra ===
=== Il primo dopo guerra ===


Nel maggio [[1918]], in un periodo di grandi manifestazioni di piazza – poi culminate nel primo e ultimo [[sciopero generale]] svizzero del novembre – Bertoni è arrestato a Zurigo con un centinaia di anarchici, in gran parte di origine italiani (fra gli altri, [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]]). Per alcuni mesi non potrà  aver contatti con l'esterno, nemmeno con il suo avvocato. Processato nel [[1919]], dopo 13 mesi di detenzione, sarà  assolto completamente con una decina di anarchici – dall'accusa di aver favorito il trasferimento di un carico di armi dalla [[Germania]] all'[[Italia]]. Al suo rientro alla stazione ferroviaria di Ginevra Bertoni viene accolto da 15.000 persone festanti. Fin dall'ottobre [[1917]] Bertoni condanna – pur simpatizzando per la [[rivoluzione]] – i metodi autoritari e centralizzatori bolscevichi. In seguito, oramai certo dell'eliminazione di qualsiasi opposizione interna di sinistra, dagli anarchici ai socialisti rivoluzionari, organizza a Bienne nel settembre [[1922]] un congresso “chiarificatore” in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Internazionale antiautoritaria. Il convegno internazionale anarchico, al quale partecipa anche Malatesta, riafferma uno dei principi espressi nel [[1872]] e cioè che «ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario non può essere che un inganno in più e sarebbe così pericoloso al proletariato quanto tutti i governi esistenti oggidì!». Nessuna meraviglia se alla morte di Lenin «[[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio Anarchico]]» scriverà :  
Nel maggio [[1918]], in un periodo di grandi manifestazioni di piazza – poi culminate nel primo e ultimo [[sciopero generale]] svizzero del novembre – Bertoni è arrestato a Zurigo con un centinaia di anarchici, in gran parte di origine italiani (fra gli altri, [[Francesco Ghezzi]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Bruno Misefari]] e [[Giuseppe Monnanni]]). Per alcuni mesi non potrà  aver contatti con l'esterno, nemmeno con il suo avvocato. Processato nel [[1919]], dopo 13 mesi di detenzione, sarà  assolto completamente con una decina di anarchici – dall'accusa di aver favorito il trasferimento di un carico di armi dalla [[Germania]] all'[[Italia]]. Al suo rientro alla stazione ferroviaria di Ginevra Bertoni viene accolto da 15.000 persone festanti. Fin dall'ottobre [[1917]] Bertoni condanna – pur simpatizzando per la [[rivoluzione]] – i metodi autoritari e centralizzatori bolscevichi. In seguito, oramai certo dell'eliminazione di qualsiasi opposizione interna di sinistra, dagli anarchici ai socialisti rivoluzionari, organizza a Bienne nel settembre [[1922]] un congresso “chiarificatore” in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Internazionale antiautoritaria. Il convegno internazionale anarchico, al quale partecipa anche Malatesta, riafferma uno dei principi espressi nel [[1872]] e cioè che «ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario non può essere che un inganno in più e sarebbe così pericoloso al proletariato quanto tutti i governi esistenti oggidì!». Nessuna meraviglia se alla morte di Lenin «[[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio Anarchico]]» scriverà:  
: «È appena morto un uomo di Stato, non un uomo del Popolo».
: «È appena morto un uomo di Stato, non un uomo del Popolo».


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Negli anni '20 e '30 l'[[anarchismo]], di cui Bertoni è la figura di maggior spicco, rimane assai attivo nel movimento operaio, soprattutto nei Cantoni di Ginevra e di Vaud, dove i libertari riescono a promuovere delle federazioni sindacali edili combattive – “le bande à  Tronchet" (dall'anarchico [[Lucien Tronchet]], segretario del sindacato edile ginevrino) – benché affiliate all'Unione Sindacale Svizzera. D'altra parte, ben organizzati, i gruppi romandi (con la loro [[Fédération Anarchiste Romande]]) in collaborazione con quelli italiani in [[Svizzera]], riescono a tessere un efficiente rete di [[Antifascismo|propaganda antifascista]], di aiuto finanziario e di espatrio per i profughi, per le loro famiglie e per i compagni rimasti in [[Italia]] (ricordiamo [[Antonio Gagliardi]], [[Giuseppe Bonaria]], [[Giuseppe Peretti]], [[Carlo Vanza]] nel Ticino, [[Ferdinando Balboni]] a Basilea, [[Giuseppe Spotti]] a Zurigo, Bertoni e [[Carlo Frigerio]] a Ginevra). Per la sua vivace [[Antifascismo|campagna antifascista]], propagandata in ogni angolo della Confederazione elvetica, in particolare nelle colonie italiane, «La Squillica italica», settimanale dei fascisti italiani in Svizzera – chiamato da Bertoni “Squilla vandalica” –trabocca di insulti nei suoi confronti: «Questa vescica d'aria, questo straniero, gira la Svizzera tenendo conferenze sull'infamia fascista, invitando al contraddittorio, come se fosse possibile ad un italiano qualsiasi di vincere la nausea per accostarsi all'alito graveolente del signor Bertoni [...] Ebbene diciamo chiaramente che il giorno in cui Bertoni ci avrà  stomacato a sufficienza, mobiliteremo le colonie a questi comizi, per dire, con esse, una parola inequivocabile: cioè BASTA!».  
Negli anni '20 e '30 l'[[anarchismo]], di cui Bertoni è la figura di maggior spicco, rimane assai attivo nel movimento operaio, soprattutto nei Cantoni di Ginevra e di Vaud, dove i libertari riescono a promuovere delle federazioni sindacali edili combattive – “le bande à  Tronchet" (dall'anarchico [[Lucien Tronchet]], segretario del sindacato edile ginevrino) – benché affiliate all'Unione Sindacale Svizzera. D'altra parte, ben organizzati, i gruppi romandi (con la loro [[Fédération Anarchiste Romande]]) in collaborazione con quelli italiani in [[Svizzera]], riescono a tessere un efficiente rete di [[Antifascismo|propaganda antifascista]], di aiuto finanziario e di espatrio per i profughi, per le loro famiglie e per i compagni rimasti in [[Italia]] (ricordiamo [[Antonio Gagliardi]], [[Giuseppe Bonaria]], [[Giuseppe Peretti]], [[Carlo Vanza]] nel Ticino, [[Ferdinando Balboni]] a Basilea, [[Giuseppe Spotti]] a Zurigo, Bertoni e [[Carlo Frigerio]] a Ginevra). Per la sua vivace [[Antifascismo|campagna antifascista]], propagandata in ogni angolo della Confederazione elvetica, in particolare nelle colonie italiane, «La Squillica italica», settimanale dei fascisti italiani in Svizzera – chiamato da Bertoni “Squilla vandalica” –trabocca di insulti nei suoi confronti: «Questa vescica d'aria, questo straniero, gira la Svizzera tenendo conferenze sull'infamia fascista, invitando al contraddittorio, come se fosse possibile ad un italiano qualsiasi di vincere la nausea per accostarsi all'alito graveolente del signor Bertoni [...] Ebbene diciamo chiaramente che il giorno in cui Bertoni ci avrà  stomacato a sufficienza, mobiliteremo le colonie a questi comizi, per dire, con esse, una parola inequivocabile: cioè BASTA!».  


La minaccia cerca di realizzarsi in occasione di un nuovo comizio promosso da anarchici e socialisti a Ginevra, quando un [[Fascismo|gruppo fascista]] armato di randelli tenta di impedirgli di parlare, ma l'immediata reazione dei presenti mette in figura la squadraccia. Il Governo svizzero è costretto, forse per la prima e unica volta, a esternare davanti alle Camere la sua disapprovazione nei confronti dei [[Fascismo|fascisti]], mentre «La Squilla italica» cerca di consolarsi pubblicando il telegramma di Mussolini: «Esprimo il mio compiacimento ai fascisti di Ginevra per il contegno tenuto nella giornata di venerdì 11 giugno». Quando scoppia la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra Civile Spagnola]] Bertoni e compagni promuovono imponenti manifestazioni in favore dei rivoluzionari, tengono comizi, raccolgono collette, fondano il gruppo clandestino «L'Atlante», che organizza il passaggio di volontari e le spedizioni di armi destinate ufficialmente al [[Messico]]. Sessantaquattrenne, nell'ottobre del [[1936]], accompagnato da Troncher, Bertoni si reca a Barcellona, e, inviato da [[Federica Montseny]], è oratore al Convegno della gioventù anarchica spagnola, partecipa al Congresso internazionale anarchico, si reca in visita ai compagni svizzeri e italiani volontari nelle colonie anarchiche spagnole al fronte di Aragona. Chiarisce immediatamente la situazione nei seguenti termini: «'''Guerra e rivoluzione non vanno disgiunte'''», infatti «la Spagna si è alzata in armi non solo per custodire al popolo un dominio nazionale, ma per realizzare una di queste grandi trasformazioni della struttura economica». Progetto rivoluzionario non gradito ai comunisti: «In Spagna gli stalinisti erano inizialmente un minuscolo partita, ma l'aiuto russo così esagerato e sfruttato li aggrandì in numero, in influenza, in potenza, talmente che il loro dominio nelle sfere ufficiali divenne ben presto totale [...] L'intervento stalinista fu chiaramente diretto contro ogni realizzazione collettivisti per il ritorno all'economia borghese o statalizzata. Distruggeremo tutto quello che l'iniziativa popolare aveva creato, fu il ruolo del partito sedicente comunista e di tutta l'immonda banda di poliziotti inviati da Mosca». Sempre fervente sostenitore della [[libertà ]] di opinione, di parola e di organizzazione, Bertoni era intervenuto nel [[1928]] quando, di fronte alle celebrazioni del Natale di Roma dei [[Fascismo|fascisti]] italiani in [[Svizzera]], i deputati comunisti al Gran Consiglio avevano chiesto al governo di impedire la manifestazione fascista:  
La minaccia cerca di realizzarsi in occasione di un nuovo comizio promosso da anarchici e socialisti a Ginevra, quando un [[Fascismo|gruppo fascista]] armato di randelli tenta di impedirgli di parlare, ma l'immediata reazione dei presenti mette in figura la squadraccia. Il Governo svizzero è costretto, forse per la prima e unica volta, a esternare davanti alle Camere la sua disapprovazione nei confronti dei [[Fascismo|fascisti]], mentre «La Squilla italica» cerca di consolarsi pubblicando il telegramma di Mussolini: «Esprimo il mio compiacimento ai fascisti di Ginevra per il contegno tenuto nella giornata di venerdì 11 giugno». Quando scoppia la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra Civile Spagnola]] Bertoni e compagni promuovono imponenti manifestazioni in favore dei rivoluzionari, tengono comizi, raccolgono collette, fondano il gruppo clandestino «L'Atlante», che organizza il passaggio di volontari e le spedizioni di armi destinate ufficialmente al [[Messico]]. Sessantaquattrenne, nell'ottobre del [[1936]], accompagnato da Troncher, Bertoni si reca a Barcellona, e, inviato da [[Federica Montseny]], è oratore al Convegno della gioventù anarchica spagnola, partecipa al Congresso internazionale anarchico, si reca in visita ai compagni svizzeri e italiani volontari nelle colonie anarchiche spagnole al fronte di Aragona. Chiarisce immediatamente la situazione nei seguenti termini: «'''Guerra e rivoluzione non vanno disgiunte'''», infatti «la Spagna si è alzata in armi non solo per custodire al popolo un dominio nazionale, ma per realizzare una di queste grandi trasformazioni della struttura economica». Progetto rivoluzionario non gradito ai comunisti: «In Spagna gli stalinisti erano inizialmente un minuscolo partita, ma l'aiuto russo così esagerato e sfruttato li aggrandì in numero, in influenza, in potenza, talmente che il loro dominio nelle sfere ufficiali divenne ben presto totale [...] L'intervento stalinista fu chiaramente diretto contro ogni realizzazione collettivisti per il ritorno all'economia borghese o statalizzata. Distruggeremo tutto quello che l'iniziativa popolare aveva creato, fu il ruolo del partito sedicente comunista e di tutta l'immonda banda di poliziotti inviati da Mosca». Sempre fervente sostenitore della [[libertà]] di opinione, di parola e di organizzazione, Bertoni era intervenuto nel [[1928]] quando, di fronte alle celebrazioni del Natale di Roma dei [[Fascismo|fascisti]] italiani in [[Svizzera]], i deputati comunisti al Gran Consiglio avevano chiesto al governo di impedire la manifestazione fascista:  


: «Non si può essere più ridicoli di così. Si insorge contro il fascismo per aver soppresso le libertà  pubbliche e poi si chiede altrettanto! [...] Comunisti e socialisti parlamentari paiono proprio perdere la bussola. Si ostinano a chiedere alle autorità  borghesi la proibizione di manifestazioni e pubblicazioni fasciste. Evviva! Libertà  per tutti. Che meschina contraddizione è mai quella di implorare restrizione ai diritti costituzionali stessi, invece di opporre manifestazione a manifestazione, stampa a stampa e botte da orbo ad ogni tentativo di sopraffazione».  
: «Non si può essere più ridicoli di così. Si insorge contro il fascismo per aver soppresso le libertà  pubbliche e poi si chiede altrettanto! [...] Comunisti e socialisti parlamentari paiono proprio perdere la bussola. Si ostinano a chiedere alle autorità  borghesi la proibizione di manifestazioni e pubblicazioni fasciste. Evviva! Libertà  per tutti. Che meschina contraddizione è mai quella di implorare restrizione ai diritti costituzionali stessi, invece di opporre manifestazione a manifestazione, stampa a stampa e botte da orbo ad ogni tentativo di sopraffazione».  
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=== Il sindacalismo nel secondo dopo guerra ===
=== Il sindacalismo nel secondo dopo guerra ===


Per quanto riguarda il [[socialismo]] e il [[sindacalismo]] svizzeri nel corso della guerra e nell'immediato dopoguerra Bertoni rileva come essi abbiano rinunciato alla loro essenza, cioè all'aspirazione e al progetto universali di eliminare il [[capitalismo]] e lo [[Stato]] e di creare una nuova società  senza sfruttamento: essi «praticamente considerano il capitalismo come eterno». Il sindacalismo «si confonde con la filantropia, con la carità  [...] in favore di esseri inferiori che hanno definitivamente accettato la loro inferiorità ». Mentre il progetto del sindacalismo anarchico era quello di «togliere allo Stato le sue funzioni utili per affidarle al sindacato», per Bertoni è ormai lo [[Stato]] a togliere ai sindacati.  
Per quanto riguarda il [[socialismo]] e il [[sindacalismo]] svizzeri nel corso della guerra e nell'immediato dopoguerra Bertoni rileva come essi abbiano rinunciato alla loro essenza, cioè all'aspirazione e al progetto universali di eliminare il [[capitalismo]] e lo [[Stato]] e di creare una nuova società  senza sfruttamento: essi «praticamente considerano il capitalismo come eterno». Il sindacalismo «si confonde con la filantropia, con la carità  [...] in favore di esseri inferiori che hanno definitivamente accettato la loro inferiorità». Mentre il progetto del sindacalismo anarchico era quello di «togliere allo Stato le sue funzioni utili per affidarle al sindacato», per Bertoni è ormai lo [[Stato]] a togliere ai sindacati.  


Colpito da emorragia cerebrale, Luigi Bertoni muore a Ginevra il [[19 gennaio]] [[1947]].
Colpito da emorragia cerebrale, Luigi Bertoni muore a Ginevra il [[19 gennaio]] [[1947]].
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