Henri Cartier-Bresson

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Henri Cartier-Bresson

Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, Francia, 22 agosto 1908 – L'Isle-sur-la-Sorgue, Francia, 3 agosto 2004) è stato un anarchico e fotografo francese considerato un pioniere del foto-giornalismo. Nel 1947 fondò con Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert l'agenzia Magnum.

Biografia

Nato in una famiglia benestante francese, il giovane Henri frequenta prima la scuola Fénelon, poi il liceo Condorcet.

Gli anni della formazione

Da ragazzo, s'interessa alla pittura e alla fotografia subito dopo aver ricevuto in regalo una Brownie Kodak. Terminati gli studi a Condorcet, a diciotto anni entra in conflitto con il padre che avrebbe voluto indirizzarlo nell'attività  famigliare. Henri vorrebbe fare l'artista, il pittore, e nonostante la reticenza padre la sua ostinazione avrà  alla fine ragione.

Dalla pittura alla fotografia

Inizialmente, Cartier-Bresson apprende i fondamenti della pittura dal pittore cubista André Lhote nel biennio 1927-1928. Durante il servizio militare, incontra Max Ernst, André Breton e i surrealisti, movimento a cui si sentirà  legato per tutta la vita, scoprendo inoltre la magia della fotografia grazie alla coppia Gretchen e Peter Powell. A ventritre anni, in Costa D'Avorio, scatta le sue prime foto con una Krauss d'occasione. Il suo reportage fotografico sarà  pubblicato l'anno seguente.

Dopo aver acquistato la sua prima Leica[1] a Marsiglia nel 1932, prende la decisione infinitiva di consacrarsi alla fotografia e parte per un lungo viaggio in Italia con André Pieyre de Mandiargues e Leonor Fini. Poi fotografa in Spagna, di nuovo in Italia, in Messico e in Marocco.

Impegno politico

Il periodo pre-bellico è caratterizzato dal suo impegno antifascista, che, quantunque sia legato in amicizia prevalentemente con dei comunisti e le sue foto trovino spazio soprattutto nei giornali francesi legati al Partito Comunista Francese, è di matrice prevalentemente libertaria.

Il 2 marzo 1937, il nuovo quotidiano comunista Ce soir[2] (diretto da Louis Aragon) pubblica in prima pagina, ogni giorno a partire da l suo primo numero, 31 foto di ragazzi poverissimi fotografati da Henri Cartier.

L'anarchia a cui fa riferimento Cartier-Bresson è l'anarchia in senso proprio, nobile e pura come semplicemente può essere lo stato naturale di un essere umano in armonia con la natura e che va in cerca di se stesso anche a costo di andare contro le norme sociali e legali. In questo senso, la fotografia, nella sua essenza più pura e vera, secondo Cartier-Bresson ed altri fotografi, non può che spingere chi si cimenta in quest'arte a diventare anarchici se non lo si è già .

«Mi prese il surrealismo, fondamentalmente per il suo carattere sovversivo, che coincideva con le mie idee libertarie»[3]

Nel 1937 si sposa con la ballerina di Giava Ratna Mohini e sostiene apertamente per l'indipendenza dall'Indonesia. Durante la seconda guerra mondiale guerra, viene arruolato dall'esercito ma viene fatto prigioniero dai nazisti. Riuscito a fuggire, entra a far parte della resistenza francese operando principalmente a Lione. Nel 1944 fotograferà  la Liberazione di Parigi.[4]

Con i suoi amici comunisti Robert Capa e Chim, Henri fonda nel 1947 Magnum: una cooperativa in autogestione, controllata in autonomia dai fotografi, proprietari esclusivi ed unici dei loro negativi, dove tutte le decisioni vengono prese in comune e i profitti vengono redistribuiti.

Su consiglio di Robert Capa, Cartier-Bresson lascia la fotografia surrealista per consacrarsi al fotogiornalismo e al reportage.

Il ritorno alla pittura

Nel 1968, Henri Cartier-Bresson inizia gradualmente a ridurre la sua attività  fotografica per dedicarsi alla pittura, dichiarando: «In realtà  la fotografia di per sé non mi interessa proprio; l'unica cosa che voglio è fissare una frazione di secondo di realtà ». [5] Continuerà  ad usare la macchina fotografica esclusivamente per i ritratti fotografici almeno fin al 1980, anno in cui fotograferà  Hortense Cartier-Bresson.

L'ultimo periodo

Nel 1970, Henri Cartier-Bresson sposa in seconde nozze la fotografa Martine Franck, una donna di trent'anni più giovane. Insieme hanno una figlia di nome Melanie. Sempre attivo nel campo dei diritti umani, Cartier-Bresson si avvicina al buddismo e comincia a sostenere con grande impegno la causa tibetana. Con la sua compagna, nel 2000 crea la Fondazione Henri Cartier-Bresson, che riceve l'incarico di raggruppare le sue migliori opere.

In una delle sue ultime interviste, Cartier-Bresson riafferma orgogliosamente di « essere sempre anarchico», chiarendo di non concordare con chi utilizza il termine «anarchia come sinonimo di caos» e rivendicando inoltre «un'anarchia con un sentimento etico di fronte alla vita, di fronte al potere».[3]

Nel 2003, Heinz Bütler dirige la pellicola svizzera Henri Cartier-Bresson - Biographie eines Blicks, documentario biografico interpretato proprio da Cartier-Bresson.

Henri Cartier-Bresson muore il 2 agosto 2004.

Dalla morte di Cartier-Bresson, la Fondazione ha vietato qualsiasi autorizzazione alla stampa di sue fotografie per evitare sfruttamenti commerciali slegati dal valore artistico delle opere. La Fondazione però offre un servizio di autenticazione di eventuali stampe in circolazione in gallerie o antiquari. Tutto questo per rispettare la sua volontà , stigmatizzata in una lettera datata 30 ottobre 2000:

«Io sottoscritto Henri Cartier-Bresson, domiciliato al 198 di rue de Rivoli, Parigi, dichiaro quanto segue. Ho sempre firmato e dedicato le stampe di mie fotografie a coloro ai quali intendevo donarle; tutte le altre stampe che recano solamente timbri o etichette Magnum Photos o il mio nome, Henri Cartier-Bresson, sono di mia proprietà . Tutti coloro che detenessero queste stampe non potranno invocare la buona fede».

Note

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Voci correlate