Enrico Baj

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Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 - Vergiate, Varese, 16 giugno 2003) è stato un pittore, scultore e saggista anarchico italiano.

Biografia

Enrico Baj
I funerali dell'anarchico Pinelli (1972). La natura anarchica di Baj non poteva escludere temi del sociale, letti in chiave farsesca e mostrificante: tra il 1971 e il 1972 l'artista, ricollegandosi idealmente a I funerali dell'anarchico Galli di Carlo Carrà, dedicò una grande opera all'anarchico Giuseppe Pinelli, defenestrato nel dicembre del 1969 dal quarto piano della questura di Milano. La lezione picassiana e il gusto patafisico per la denuncia della bestialità si fondono in questa opera, che ebbe anche problemi extraestetici: il 17 maggio 1972, giorno della presentazione presso la Sala delle Cariati di Palazzo Reale, a Milano, venne ucciso il commissario Calabresi. Arte e vita reale in quel momento si fusero in un abbraccio medianico e l'opera, per molti anni, fu esposta solo in musei stranieri, non in Italia.

Fra i più importanti artisti italiani degli anni Cinquanta e Sessanta, nasce a Milano nel 1924. Dopo il diploma al Liceo Classico inizia gli studi di Medicina presso l'Università degli Studi di Milano, per abbandonarli dopo la Seconda guerra mondiale a favore della Facoltà di Giurisprudenza (che completa diventando avvocato) e dell'Accademia di Belle Arti di Brera, che frequenta parallelamente.

Nel 1951 tiene la prima mostra personale alla Galleria San Fedele di Milano, dove espone opere informali. Nel 1952, insieme a Sergio Dangelo, firma il Manifesto della Pittura Nucleare e, nel 1954, insieme ad Asger Jorn, fonda il Mouvement international pour un Bauhaus Imaginiste, schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte. Nel 1957 firma il Manifesto Contro lo Stile, che vuole affermare l'irripetibilità dell’opera d'arte. Per Baj sono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein.

Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica [1], in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica [1], contrassegnata da un forte impegno civile, che si esprime nei «generali» (individui appena abbozzati, volgari, tronfi, che rappresentano l'arroganza, la tracotanza, la grossolanità del potere e dell'autoritarismo) e nelle «parate militari» degli anni Sessanta e ancor più nelle opere degli anni Settanta: come I funerali dell'anarchico Pinelli (1972), Nixon Parade (1974) e l'Apocalisse (1979). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nella serie Metamorfosi Metafore (1988) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna. Degli anni Novanta sono i cicli delle "maschere tribali", dei "feltri" e dei "totem", che vogliono esprimere il primitivismo moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano.

Numerosi furono i rapporti dell'artista con poeti e letterati italiani e stranieri, che portarono a varie collaborazioni e alla realizzazione di diversi libri d'artista, corredati di stampe o multipli originali.

Baj muore a Vergiate (Varese) il 16 giugno 2003. L'archivio dell'artista è conservato presso l'Archivio del '900 del MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto).

Le opere di denuncia sociale

Note

  1. 1,0 1,1 Baj considerava l'ironia, la satira e la denuncia di costume l'arma intellettuale più corrosiva e duratura.