Domenico Zavattero: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "1500" con "1.500"
m (Sostituzione testo - "L'Alleanza Libertaria" con "L'Alleanza Libertaria")
m (Sostituzione testo - "1500" con "1.500")
 
(7 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 4: Riga 4:
== Biografia ==
== Biografia ==


'''Domenico Zavattero''' nasce a San Remo il [[29 luglio]] [[1875]] da Giovanni e Antonia Bruno. Terminati gli studi elementari, il giovane Zavattero inizia ad interessarsi alle questioni sociali e politiche leggendo, da autodidatta, molti classici dell'[[anarchismo]] ([[Kropotkin]], [[Bakunin]], ecc.). Inizalmente però aderisce al [[socialismo]].  
'''Domenico Zavattero''' nasce a San Remo il [[29 luglio]] [[1875]] da Giovanni e Antonia Bruno. Terminati gli studi elementari, il giovane Zavattero inizia ad interessarsi alle questioni sociali e politiche leggendo, da autodidatta, molti classici dell'[[anarchismo]] ([[Kropotkin]], [[Bakunin]] ecc.). Inizalmente però aderisce al [[socialismo]].  


=== Dal socialismo all'anarchismo ===
=== Dal socialismo all'anarchismo ===
Riga 13: Riga 13:
Instancabile propagandista, il [[4 marzo]] [[1899]] viene arrestato per aver incitato all'odio di classe durante un comizio tenutosi nella sede dell'Associazione generale degli operai. Difeso da [[Pietro Gori]], viene condannato a due mesi e 23 giorni di [[carcere]].
Instancabile propagandista, il [[4 marzo]] [[1899]] viene arrestato per aver incitato all'odio di classe durante un comizio tenutosi nella sede dell'Associazione generale degli operai. Difeso da [[Pietro Gori]], viene condannato a due mesi e 23 giorni di [[carcere]].


===In esilio: Svizzera, Inghilterra, ecc.===
===In esilio: Svizzera, Inghilterra ecc.===
L'ininterrotta serie di sequestri, arresti, condanne e la [[repressione]] seguita ai morti milanesi del [[moti del pane (1898)|maggio 1898]] lo spingono a lasciare Torino per dirigersi a Losanna. Nel luglio [[1898]], mentre si trova in compagnia di [[Pierre Gualducci]] (Galducci) e [[Giovanni Gino]] «al caffé [[socialista]] italiano, rue de la Madeleine» di Losanna, viene arrestato «per scandalo, minacce, ecc.» <ref>Rapporto della polizia locale del 24 luglio 1898</ref> ed espulso ad Evian due giorni dopo. Egli rimane comunque attivo nella [[Svizzera]] romanda. Infatti, a Neuchâtel, entra a far parte del gruppo di esuli che, con [[Giuseppe Ciancabilla]], [[Oreste Giuseppe Boffino]], [[Felice Vezzani]], [[Alfonso Donini]], [[Giuseppe Borello]] ed [[Ersilia Grandi Cavedagni]] (tipografia di Ferdinando Germani) danno nel luglio vita a «[[L'Agitatore]]», periodico comunista anarchico <ref>L'Agitatore, dal [[2 luglio]] [[1898]]-[[17 luglio]] [[1898]], 12 Numeri, 1500 copie</ref> rivolto ai rifugiati in [[Svizzera]]. Con [[Oreste Boffino]] (incisore) pubblica, sempre a Neuchâtel, il numero unico de «Il Profugo, scenette della vita d'esilio» (settembre [[1898]]).  
L'ininterrotta serie di sequestri, arresti, condanne e la [[repressione]] seguita ai morti milanesi del [[moti del pane (1898)|maggio 1898]] lo spingono a lasciare Torino per dirigersi a Losanna. Nel luglio [[1898]], mentre si trova in compagnia di [[Pierre Gualducci]] (Galducci) e [[Giovanni Gino]] «al caffé [[socialista]] italiano, rue de la Madeleine» di Losanna, viene arrestato «per scandalo, minacce ecc.» <ref>Rapporto della polizia locale del 24 luglio 1898</ref> ed espulso ad Evian due giorni dopo. Egli rimane comunque attivo nella [[Svizzera]] romanda. Infatti, a Neuchâtel, entra a far parte del gruppo di esuli che, con [[Giuseppe Ciancabilla]], [[Oreste Giuseppe Boffino]], [[Felice Vezzani]], [[Alfonso Donini]], [[Giuseppe Borello]] ed [[Ersilia Grandi Cavedagni]] (tipografia di Ferdinando Germani) danno nel luglio vita a «[[L'Agitatore]]», periodico comunista anarchico <ref>L'Agitatore, dal [[2 luglio]] [[1898]]-[[17 luglio]] [[1898]], 12 Numeri, 1.500 copie</ref> rivolto ai rifugiati in [[Svizzera]]. Con [[Oreste Boffino]] (incisore) pubblica, sempre a Neuchâtel, il numero unico de «Il Profugo, scenette della vita d'esilio» (settembre [[1898]]).  


Dopo essere stato espulso dalla [[Svizzera]] il [[27 luglio]] [[1898]], insieme ad altri italiani accusati impropriamente di complicità nell'uccisone di Elisabetta d'Austria da parte dell'anarchico [[Luigi Luccheni]], Zavattero ripara prima a Londra, poi Parigi (fino all'aprile del [[1899]] ospite di [[Ernesto Cantoni]]). Condannato altre due volte quando era assente dalla [[Svizzera]], invia a «[[La Questione Sociale (Paterson)|La Questione Sociale]]» di Paterson una lettera in cui invita gli anarchici a passare all'azione:
Dopo essere stato espulso dalla [[Svizzera]] il [[27 luglio]] [[1898]], insieme ad altri italiani accusati impropriamente di complicità nell'uccisone di Elisabetta d'Austria da parte dell'anarchico [[Luigi Luccheni]], Zavattero ripara prima a Londra, poi Parigi (fino all'aprile del [[1899]] ospite di [[Ernesto Cantoni]]). Condannato altre due volte quando era assente dalla [[Svizzera]], invia a «[[La Questione Sociale (Paterson)|La Questione Sociale]]» di Paterson una lettera in cui invita gli anarchici a passare all'azione:
Riga 43: Riga 43:


=== Gli ultimi anni ===
=== Gli ultimi anni ===
Allo scoppio della guerra si rifugia da una figlia, poi nel [[1943]] rientra in [[Italia]]. Arrestato, viene portato nelle [[carcere|carceri]] di Oneglia. Le carte della polizia lo accusano di agire per conto degli anarchici americani, in particolare di voler «ricostituire le fila degli anarchici italiani residenti in Francia» e di essere in contatto con tutte le realtà [[antifascismo|antifasciste]]. Zavattero è referente marsigliese degli anarchici italoamericani; nel [[1929]] aveva infatti collaborato con «[[Il Martello (New York)|Il Martello]]» di [[Carlo Tresca]] (spesso firmandosi con lo pseudonimo ''L'Olmo'' o ''Lolmo'') e con altre riviste anarchiche presenti in quegli anni («Lotta anarchica», «Vogliamo!», ecc.). Nel [[1935]] aveva fatto richiesta di rientrare in [[Italia]] per problemi di [[salute]], ma nonostante le rassicurazioni sul fatto che non l'avrebbero arrestato pare non averne approfittato sino al [[1943]].  
Allo scoppio della guerra si rifugia da una figlia, poi nel [[1943]] rientra in [[Italia]]. Arrestato, viene portato nelle [[carcere|carceri]] di Oneglia. Le carte della polizia lo accusano di agire per conto degli anarchici americani, in particolare di voler «ricostituire le fila degli anarchici italiani residenti in Francia» e di essere in contatto con tutte le realtà [[antifascismo|antifasciste]]. Zavattero è referente marsigliese degli anarchici italoamericani; nel [[1929]] aveva infatti collaborato con «[[Il Martello (New York)|Il Martello]]» di [[Carlo Tresca]] (spesso firmandosi con lo pseudonimo ''L'Olmo'' o ''Lolmo'') e con altre riviste anarchiche presenti in quegli anni («Lotta anarchica», «Vogliamo!»ecc.). Nel [[1935]] aveva fatto richiesta di rientrare in [[Italia]] per problemi di [[salute]], ma nonostante le rassicurazioni sul fatto che non l'avrebbero arrestato pare non averne approfittato sino al [[1943]].  


Dopo la liberazione di Ravenna ([[4 dicembre]] [[1944]]), entra in città come rappresentante del [[Movimento Comunista Libertario]] del CLN. In rappresentanza dello stesso, nel [[1945]] partecipa al Comitato interpartitico della CDL, embrione della segreteria camerale. È uno dei membri più attivi della [[Federazione Anarchica Italiana|Federazione Anarchica romagnola]] (settembre 1945). Si esprime per una volontà epuratoria dei [[fascismo|fascisti]], peraltro rimarcata nelle pagine de «La Lente» (settimanale dell'Unione Studenti Italiani di cui aveva assunto la direzione), in cui si esprime contro «il giornalismo fascista a Ravenna» (pubblicherà un elenco di 570 nomi facenti parte di un'organizzazione capillare [[fascista]]).
Dopo la liberazione di Ravenna ([[4 dicembre]] [[1944]]), entra in città come rappresentante del [[Movimento Comunista Libertario]] del CLN. In rappresentanza dello stesso, nel [[1945]] partecipa al Comitato interpartitico della CDL, embrione della segreteria camerale. È uno dei membri più attivi della [[Federazione Anarchica Italiana|Federazione Anarchica romagnola]] (settembre 1945). Si esprime per una volontà epuratoria dei [[fascismo|fascisti]], peraltro rimarcata nelle pagine de «La Lente» (settimanale dell'Unione Studenti Italiani di cui aveva assunto la direzione), in cui si esprime contro «il giornalismo fascista a Ravenna» (pubblicherà un elenco di 570 nomi facenti parte di un'organizzazione capillare [[fascista]]).
Riga 56: Riga 56:


== Bibliografia==
== Bibliografia==
*Maurizio Antonioli; Giampietro Berti, Santi Fedele, Pasquale Luso, ''Dizionario biografico degli anarchici italiani''
*M. Antonioli, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13292 ''Domenico Zavattero''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, 2004, pp. 712-718
*[[Giorgio Sacchetti]], ''Sovversivi in Toscana: 1900-1919'', Altre edizioni, Todi, 1983   
*Giorgio Sacchetti, ''Sovversivi in Toscana: 1900-1919'', Altre edizioni, Todi, 1983   
*Domenico Zvattero, ''Vent'anni sfioriti: considerazioni critiche sugli errori dottrinari e tattici dell'elemento anarchico in Italia'', Bologna, 1913
*Domenico Zavattero, ''Vent'anni sfioriti: considerazioni critiche sugli errori dottrinari e tattici dell'elemento anarchico in Italia'', Bologna, 1913
*Domenico Zavattero, ''La bancarotta di un attegiamento'', Edizioni di "Problemi", Bologna, 1913
*Domenico Zavattero, ''La bancarotta di un attegiamento'', Edizioni di "Problemi", Bologna, 1913
*Domenico Zavattero, ''L'analisi dell'ideale'', L'iniziativa, Rimini, 1907   
*Domenico Zavattero, ''L'analisi dell'ideale'', L'iniziativa, Rimini, 1907   
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione