Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni
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Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860), è stato un filosofo tedesco.
La vita e gli scritti
Arthur Schopenhauer nacque a Danzica il 22 febbraio 1778 presso una facoltosa famiglia. Dopo un periodo di viaggi in Francia e Gran Bretagna, studiò a Gottinga. A Berlino ascoltò le lezioni di Fichte; a Weimar divenne amico di Goethe. Insegnò come libero docente a Berlino, ove sviluppò un profondo astio verso le allora "dominanti" idee hegeliane: Hegel è “sicario della verità ”, un “accademico mercenario” e la sua opera è una “buffonata filosofica” che «si riduce unicamente alla più vuota, insignificante chiacchierata di cui si sia mai contentata una testa di legno». Questo dice di Hegel colui che, insieme a Kierkegaard, fu uno dei suoi più accaniti contestatori. E alla filosofia di Hegel egli contrappose la sua opera maggiore: Il mondo come volontà e rappresentazione, scritto tra il 1814 e il 1818 durante il suo soggiorno a Dresda.
Dal 1832 fino alla sua morte (21 settembre 1860) risedette a Francoforte dove dette alle stampe molti scritti, tra cui La volontà della natura e I due problemi fondamentali dell’etica. Enorme comunque è stato il suo influsso sul mondo culturale che a lui succedette, su filosofi come Wittgenstein, Horkheimer; su scrittori come Franz Kafka e Thomas Mann.
Il mondo come volontà e rappresentazione
Così ci presenta il suo sistema filosofico Schopenhauer, come relazione stretta tra soggetto e oggetto, al punto di considerare la scomparsa dell'oggetto stesso allo svanire del soggetto che lo percepisce:
- «Il mondo è una mia rappresentazione: questa è una verità valida per ogni essere vivente e pensante. Nessuna verità è più certa, più assoluta e più lampante di questa. Che il mondo sia il "nostro" mondo, cioè il mondo come noi lo vediamo, è un concetto più volte ripreso dalla filosofia vedanta (sistema filosofico ortodosso dell'induismo), ed è anche la verità della filosofia moderna da Cartesio a Berkeley. Sbagliano i Materialisti a sostenere che tutto è materia, sopprimendo il soggetto e la sua attività conoscitiva; sono in errore i Realisti quando dicono che la realtà esterna si rispecchia nella nostra mente per quella che è; e sono fuori strada gli Idealisti, come per esempio Fichte, che riducono l'oggetto al soggetto. E tuttavia l'Idealismo, se si riesce a depurarlo dalle assurdità dei "Filosofi delle Università ", è la teoria vera e adeguata.»
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