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Nato in una famiglia povera a Wujin, nella provincia di Jiangsu, con il nome di '''Wu Tiao''', Wu Zhihui fu uno studente eccezionale, superando il difficile esame per il titolo di Juren nel [[1891]]. Prestò servizio presso la Nanyang College Preparatory School Hall (oggi la Shanghai Nanyang Model High School). | Nato in una famiglia povera a Wujin, nella provincia di Jiangsu, con il nome di '''Wu Tiao''', Wu Zhihui fu uno studente eccezionale, superando il difficile esame per il titolo di Juren nel [[1891]]. Prestò servizio presso la Nanyang College Preparatory School Hall (oggi la Shanghai Nanyang Model High School). | ||
Nel [[1903]], nel giornale ''Subao'', Wu criticò il governo Qing e derise l'allora reggente, l'imperatrice vedova Cixi, definendola una «vecchia strega avvizzita» e una «prostituta». <ref>Christopher Rea, ''The Age of Irreverence: A New History of Laughter in China'', | Nel [[1903]], nel giornale ''Subao'', Wu criticò il governo Qing e derise l'allora reggente, l'imperatrice vedova Cixi, definendola una «vecchia strega avvizzita» e una «prostituta». <ref>Christopher Rea, ''The Age of Irreverence: A New History of Laughter in China'', University of California Press, 2015, p. 99.</ref> Dopo questo incidente, Wu fuggì passando per Hong Kong e arrivò a Londra. Il suo status ufficiale gli permise di viaggiare e vivere in Scozia e in [[Francia]]. Frequentò lezioni universitarie a Edimburgo. Trasferitosi Parigi, rinnovò la sua amicizia con [[Li Shizeng]], figlio di un alto funzionario che aveva conosciuto a Pechino, e con Zhang Renjie, figlio benestante di un ricco mercante. Sebbene Wu fosse più anziano di oltre un decennio rispetto a loro, i tre giovani studiosi, pur profondamente radicati nella filosofia confuciana che dominava il pensiero cinese, rimasero affascinati dalle dottrine dell'[[anarchismo]], molto diffuse in [[Francia]]. Insieme a Li e Zhang, fondò la Shijie She (Società Mondiale), che divenne un centro di pensiero anarchico e di reclutamento per diversi decenni. <ref name="Zarrow">Peter Gue Zarrow, ''Anarchism and Chinese Political Culture'', New York, Columbia University Press, 1990, pp. 60-72.</ref> | ||
I tre si unirono alla Tongmenghui <ref>La Tongmenghui, conosciuta anche come Alleanza Cinese Unita o Alleanza Rivoluzionaria Cinese o Lega per l'Alleanza Giurata, fu una società segreta e un movimento della resistenza sotterranea organizzato da Sun Yat-sen e Song Jiaoren a Tokyo, in Giappone, il [[20 agosto]] [[1905]].</ref>, | I tre si unirono alla Tongmenghui <ref>La Tongmenghui, conosciuta anche come Alleanza Cinese Unita o Alleanza Rivoluzionaria Cinese o Lega per l'Alleanza Giurata, fu una società segreta e un movimento della resistenza sotterranea organizzato da Sun Yat-sen e Song Jiaoren a Tokyo, in Giappone, il [[20 agosto]] [[1905]].</ref>, precorritrice del Partito Nazionalista Cinese, nel [[1905]]. Wu si dichiarò anarchico l'anno seguente. Successivamente fondò organizzazioni [[rivoluzionarie]] influenti e supervisionò riviste radicali come ''New Era'' e ''Labor'', la prima rivista [[sindacalista]] della [[Cina]]. Promosse la scienza, il razionalismo, la riforma linguistica e l'abolizione del matrimonio. Sebbene le sue idee fossero [[rivoluzionarie]], stimava che ci sarebbero voluti 3.000 anni per realizzare la sua visione di una [[società]] [[utopica]]. Wu ebbe un ruolo cruciale nel Movimento per il Lavoro Diligente e lo Studio Frugale in [[Francia]]. Tra i suoi studenti vi era un gran numero di anarchici e di futuri [[comunisti]]. <ref name="Zarrow"></ref> | ||
Poco dopo il loro ritorno in [[Cina]] nel [[1912]], Wu, [[Li Shizeng]], Zhang Ji e Wang Jingwei organizzarono la Società per il Progresso della Moralità, nota anche come la Società degli Otto Divieti. Wu riteneva che la nuova repubblica dovesse essere protetta dalla decadenza sociale dell'ultimo periodo Qing, un insieme di mali che andavano dal mahjong e dalle feste esclusive per soli uomini fino alla pratica di prendere seconde mogli. Fedele ai principi anarchici, la società non aveva un presidente, ufficiali, regolamenti o mezzi per farli rispettare, né quote associative o multe. Tuttavia, ogni livello di adesione comportava requisiti sempre più rigorosi. I membri di base, chiamati "membri sostenitori", si impegnavano a non frequentare prostitute e a non giocare d'azzardo. I "membri generali" accettavano, oltre a ciò, di non prendere concubine. I livelli successivi prevedevano ulteriori impegni, come non diventare funzionari governativi, non aderire al parlamento e non fumare. Infine, i membri di livello più alto promettevano anche di astenersi dall'alcol e dalla carne. <ref>Robert A. Scalapino e T. Yu | Poco dopo il loro ritorno in [[Cina]] nel [[1912]], Wu, [[Li Shizeng]], Zhang Ji e Wang Jingwei organizzarono la Società per il Progresso della Moralità, nota anche come la Società degli Otto Divieti. Wu riteneva che la nuova repubblica dovesse essere protetta dalla decadenza sociale dell'ultimo periodo Qing, un insieme di mali che andavano dal mahjong e dalle feste esclusive per soli uomini fino alla pratica di prendere seconde mogli. Fedele ai principi anarchici, la società non aveva un presidente, ufficiali, regolamenti o mezzi per farli rispettare, né quote associative o multe. Tuttavia, ogni livello di adesione comportava requisiti sempre più rigorosi. I membri di base, chiamati "membri sostenitori", si impegnavano a non frequentare prostitute e a non giocare d'azzardo. I "membri generali" accettavano, oltre a ciò, di non prendere concubine. I livelli successivi prevedevano ulteriori impegni, come non diventare funzionari governativi, non aderire al parlamento e non fumare. Infine, i membri di livello più alto promettevano anche di astenersi dall'alcol e dalla carne. <ref>Robert A. Scalapino e George T. Yu, ''The Chinese Anarchist Movement'', Berkeley, Center for Chinese Studies, Institute of International Studies, University of California, 1961.</ref> <ref>Arif Dirlik, ''Anarchism in the Chinese Revolution'', Berkeley, University of California Press, 1991.</ref> | ||
Pur rifiutando incarichi ufficiali, Wu accettò l'offerta di Cai Yuanpei di entrare nella commissione per la riforma linguistica, iniziando a lavorare su un sistema fonetico per scrivere che potesse sostituire i dialetti regionali. Questo lavoro portò infine al sistema Guoyu Zhuyin Fuhao, ampiamente utilizzato oggi. <ref>Peter Gue Zarrow, ''Anarchism and Chinese Political Culture'', New York, Columbia University Press, 1990, pp. 61 e 64.</ref> | Pur rifiutando incarichi ufficiali, Wu accettò l'offerta di Cai Yuanpei di entrare nella commissione per la riforma linguistica, iniziando a lavorare su un sistema fonetico per scrivere che potesse sostituire i dialetti regionali. Questo lavoro portò infine al sistema Guoyu Zhuyin Fuhao, ampiamente utilizzato oggi. <ref>Peter Gue Zarrow, ''Anarchism and Chinese Political Culture'', New York, Columbia University Press, 1990, pp. 61 e 64.</ref> | ||
Nel giugno 1913, Wu fu tra i fondatori della rivista Public Opinion. Quando nel [[1913]] la Seconda Rivoluzione di Sun Yat-sen fallì, Wu e [[Li Shizeng]] tornarono in [[Francia]] per sicurezza. Qui Li e Wu fondarono l'Università di Lione-Francia e avviarono il | Nel giugno [[1913]], Wu fu tra i fondatori della rivista ''Public Opinion''. Quando nel [[1913]] la Seconda Rivoluzione di Sun Yat-sen fallì, Wu e [[Li Shizeng]] tornarono in [[Francia]] per sicurezza. Qui Li e Wu fondarono l'Università di Lione-Francia e avviarono il Movimento per il Lavoro e lo Studio. <ref name="Boorman">''Wu Chih-hui'', in Howard L. Boorman, ''Biographical Dictionary of Republican China Vol. III'', New York, Columbia University Press, 1970, pp. 418-419.</ref> | ||
Negli anni '20, insieme a [[Li Shizeng]], Zhan Renjie e Cai Yuanpei, Wu fu uno dei cosiddetti "Quattro Anziani" del Partito Nazionalista Cinese | Negli anni '20, insieme a [[Li Shizeng]], Zhan Renjie e Cai Yuanpei, Wu fu uno dei cosiddetti "Quattro Anziani" del Kuomintang, il Partito Nazionalista Cinese. Guidarono la campagna anticomunista che estromise i [[comunisti]] dal partito e sostennero Chiang Kai-shek. Fedele ai suoi principi anarchici, Wu Zhihui rifiutò ogni incarico governativo. <ref name="Boorman"></ref> | ||
Nel [[1943]], dopo la morte del presidente del governo nazionale Lin Sen nella capitale provvisoria di guerra Chongqing, Chiang Kai-shek invitò Wu a diventare il nuovo presidente. Wu declinò citando i suoi "tre no": | Nel [[1943]], dopo la morte del presidente del governo nazionale Lin Sen nella capitale provvisoria di guerra Chongqing, Chiang Kai-shek invitò Wu a diventare il nuovo presidente. Wu declinò citando i suoi "tre no": | ||
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==Bibliografia== | ==Bibliografia== | ||
* ''Mr. Wu Chih-hui'' in ''Wen, Yuan-ning'', ''Imperfect Understanding: Intimate Portraits of Modern Chinese Celebrities'', Amherst (Massachusetts), Cambria Press, 2018, pp. 185-186. | |||
* Christopher Rea, ''The Age of Irreverence: A New History of Laughter in China'', capitolo 4, ''Mockery'', Oakland, University of California Press, 2015. | |||
* ''Wu Zhihui. Education as Revolution (1908)'', in R. Graham, ''Anarchism: A Documentary History of Libertarian Ideas'', Montreal, Black Rose Books, 2005. | |||
* ''Wu Zhihui. A New Concept of the Universe and Life Based on a New Belief'', in W. T. De Bary, ''Sources of Chinese Tradition'', New York, Columbia University Press, 2000. | |||
* M. Chan e A. Dirlik, ''Schools into Fields and Factories: Anarchists, the Guomindang, and the Labor University in Shanghai, 1927-1932'', Durham (North Carolina), Duke University Press, 1992. | |||
* Arif Dirlik, ''Anarchism in the Chinese Revolution'', Berkeley, University of California Press, 1991. | * Arif Dirlik, ''Anarchism in the Chinese Revolution'', Berkeley, University of California Press, 1991. | ||
* | * Peter Gue Zarrow, ''Anarchism and Chinese Political Culture'', New York, Columbia University Press, 1990. | ||
* ''Wu Chih-hui'', in Howard L. Boorman, ''Biographical Dictionary of Republican China Vol. III'', New York, Columbia University Press, 1970, pp. 416-419. | * ''Wu Chih-hui'', in Howard L. Boorman, ''Biographical Dictionary of Republican China Vol. III'', New York, Columbia University Press, 1970, pp. 416-419. | ||
* | * M. Bernal, ''The Triumph of Anarchism over Marxism, 1906-1907'', in M. C. Wright, ''China in Revolution: The First Phase, 1900-1913'', New Haven (Connecticut), Yale University Press, 1968. | ||
* | * D. Kwok, ''Scientism in Chinese Thought, 1900-1950'', New Haven (Connecticut), Yale University Press, 1965. | ||
* | * Robert A. Scalapino e George T. Yu, ''The Chinese Anarchist Movement'', Berkeley, Center for Chinese Studies, Institute of International Studies, University of California, 1961. | ||
[[Categoria:Anarchici|Zhihui Wu]] | [[Categoria:Anarchici|Zhihui, Wu]] | ||
[[Categoria:Anarchici cinesi|Zhihui Wu]] | [[Categoria:Anarchici cinesi|Zhihui, Wu]] | ||
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