Stefano Vatteroni: differenze tra le versioni

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Non trascurabile è anche la sua attività all'interno della neonata [[FAI]]. È delegato della Federazione Comunista Libertaria di Massa Carrara al congresso costitutivo della federazione a Carrara nel settembre [[1945]] e ancora come delegato della stessa federazione partecipa a Firenze al convegno nazionale [[FAI]] nel marzo [[1946]], a quello di Canosa nel febbraio [[1948]] e infine a quello di Livorno nel maggio [[1954]]. È presente al VI congresso della federazione che si svolge a Senigallia nel novembre [[1957]], come delegato dei gruppi anarchici di Carrara.  
Non trascurabile è anche la sua attività all'interno della neonata [[FAI]]. È delegato della Federazione Comunista Libertaria di Massa Carrara al congresso costitutivo della federazione a Carrara nel settembre [[1945]] e ancora come delegato della stessa federazione partecipa a Firenze al convegno nazionale [[FAI]] nel marzo [[1946]], a quello di Canosa nel febbraio [[1948]] e infine a quello di Livorno nel maggio [[1954]]. È presente al VI congresso della federazione che si svolge a Senigallia nel novembre [[1957]], come delegato dei gruppi anarchici di Carrara.  


Vatteroni muore a Carrara il [[3 gennaio]] [[1965]]. Alcune pubblicazioni anarchiche ricordarono la sua morte. <ref> La redazione de ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' così scrisse nel [https://archivesautonomies.org/IMG/pdf/nonfrenchpublications/italian/adunata-dei-refrattari/adunata-1965/adunata-dei-refrattari-maquis-1965-n03.pdf numero 3] del [[6 febbraio]] [[1965]]: «Era venuto giovane al [[movimento anarchico]] del quale fu sempre militante consapevole ed attivo. Riuscitagli impossibile la vita nel carrarese in seguito alle lotte per la resistenza al [[fascismo]], si trasferì a Roma dove si trovava al momento dell'attentato di [[Gino Lucetti]] contro Mussolini, l'[[11 settembre]] [[1926]], nel processo del quale fu implicato come conterraneo, compagno di idee e complice. Il processo si svolse l'[[11 giugno]] [[1927]]. [[Gino Lucetti|Lucetti]] fu condannato a 30 anni, Leandro Sorio a 20 e Vatteroni a 18. Undici anni dopo, scontato il cellulare, abbreviata la condanna da decreti di amnistia e indulto, fu ricondotto al carcere giudiziario di Roma e di qui internato al confino a Tursi nell'estate del [[1937]]. Al confino conobbe la sua compagna ed ebbero una figlia. Ma causa le provocazioni di un bullo [[fascista]] che pretendeva dai confinati il saluto "alla romana" ebbe a subire un nuovo processo ed ebbe a scontare un altro anno di prigione. Tornò dal confino dopo la caduta del [[fascismo]] e riprese con ardore immutato la sua vita di militante; e nelle sue attività di militante lo ha colto, ovviamente precipitata dalle passate sofferenze e persecuzioni, la morte. Conformemente alle sue disposizioni, i funerali si sono svolti senza pubblicità con la partecipazione di alcuni compagni e famigliari. Avrà definitiva sepoltura al cimitero di Carrara, vicino alle tombe di [[Gino Lucetti]] e [[Alberto Meschi]]».</ref> <ref>''Commemorando insieme Vatteroni e Lucetti'', «[[Umanità Nova]]», [[25 gennaio]] [[1965]]. L'articolo completo è presente nel libro, curato da [[Paolo Finzi]], ''[https://lemaquis.noblogs.org/post/2020/07/20/a-cura-di-finzi-paolo-insuscettibile-di-ravvedimento-lanarchico-alfonso-failla-1906-1986-carte-di-polizia-scritti-testimonianze/ Insuscettibile di ravvedimento. L'anarchico Alfonso Failla 1906-1986. Carte di Polizia, Scritti, Testimonianze]'', pag. 228.</ref>
Vatteroni muore a Carrara il [[3 gennaio]] [[1965]]. Alcune pubblicazioni anarchiche ricordarono la sua morte. <ref> La redazione de ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' così scrisse nel [https://archivesautonomies.org/IMG/pdf/nonfrenchpublications/italian/adunata-dei-refrattari/adunata-1965/adunata-dei-refrattari-maquis-1965-n03.pdf numero 3] del [[6 febbraio]] [[1965]]: «Era venuto giovane al [[movimento anarchico]] del quale fu sempre militante consapevole ed attivo. Riuscitagli impossibile la vita nel carrarese in seguito alle lotte per la resistenza al [[fascismo]], si trasferì a Roma dove si trovava al momento dell'attentato di [[Gino Lucetti]] contro Mussolini, l'[[11 settembre]] [[1926]], nel processo del quale fu implicato come conterraneo, compagno di idee e complice. Il processo si svolse l'[[11 giugno]] [[1927]]. [[Gino Lucetti|Lucetti]] fu condannato a 30 anni, Leandro Sorio a 20 e Vatteroni a 18. Undici anni dopo, scontato il cellulare, abbreviata la condanna da decreti di amnistia e indulto, fu ricondotto al carcere giudiziario di Roma e di qui internato al confino a Tursi nell'estate del [[1937]]. Al confino conobbe la sua compagna ed ebbero una figlia. Ma causa le provocazioni di un bullo [[fascista]] che pretendeva dai confinati il saluto "alla romana" ebbe a subire un nuovo processo ed ebbe a scontare un altro anno di prigione. Tornò dal confino dopo la caduta del [[fascismo]] e riprese con ardore immutato la sua vita di militante; e nelle sue attività di militante lo ha colto, ovviamente precipitata dalle passate sofferenze e persecuzioni, la morte. Conformemente alle sue disposizioni, i funerali si sono svolti senza pubblicità con la partecipazione di alcuni compagni e famigliari. Avrà definitiva sepoltura al cimitero di Carrara, vicino alle tombe di [[Gino Lucetti]] e [[Alberto Meschi]]».</ref> <ref>''Commemorando insieme Vatteroni e Lucetti'', ''[[Umanità Nova]]'', [[25 gennaio]] [[1965]]. L'articolo completo è presente nel libro, curato da [[Paolo Finzi]], ''[https://lemaquis.noblogs.org/post/2020/07/20/a-cura-di-finzi-paolo-insuscettibile-di-ravvedimento-lanarchico-alfonso-failla-1906-1986-carte-di-polizia-scritti-testimonianze/ Insuscettibile di ravvedimento. L'anarchico Alfonso Failla 1906-1986. Carte di Polizia, Scritti, Testimonianze]'', pag. 228.</ref>
Conformemente alle sue disposizioni, i funerali si sono svolti senza pubblicità con la partecipazione di alcuni compagni e familiari. Avrà definitiva sepoltura al cimitero di Carrara, vicino alle tombe di [[Gino Lucetti]] e [[Alberto Meschi]]. La sua compagna Jolanda Setti muore a Carrara il [[5 marzo]] [[1989]].
Conformemente alle sue disposizioni, i funerali si sono svolti senza pubblicità con la partecipazione di alcuni compagni e familiari. Avrà definitiva sepoltura al cimitero di Carrara, vicino alle tombe di [[Gino Lucetti]] e [[Alberto Meschi]]. La sua compagna Jolanda Setti muore a Carrara il [[5 marzo]] [[1989]].


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