Pino Cacucci: differenze tra le versioni

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===Nel movimento anarchico===
===Nel movimento anarchico===
Cacucci cresce a Chiavari, dove ha i suoi primi contatti con il movimento anarchico. Nel [[1974]] partecipa alla fondazione del ''Gruppo Durruti'' del Tigullio e frequenta il Circolo Studi Sociali "''Pietro Gori''" di Genova. Distributore di "''[[A - Rivista Anarchica]]''", per la quale collabora ancora adesso come fotografo e occasionalmente autore, viene schedato per la sua attività di propaganda <ref>P. Cacucci, [http://www.arivista.org/?nr=358&pag=27.htm#1 La mia anarchia], da ''[[A - Rivista Anarchica]]'', anno 40 n.358</ref>.
Cacucci cresce a Chiavari, dove ha i suoi primi contatti con il movimento anarchico. Nel [[1974]] partecipa alla fondazione del ''Gruppo Durruti'' del Tigullio e frequenta il Circolo Studi Sociali "''Pietro Gori''" di Genova. Distributore di "''[[A - Rivista Anarchica]]''", per la quale collabora ancora adesso come fotografo e occasionalmente autore, viene schedato per la sua attività di propaganda <ref>P. Cacucci, ''[http://www.arivista.org/?nr=358&pag=27.htm#1 La mia anarchia]'', da ''[[A - Rivista Anarchica]]'', anno 40 n.358</ref>.


Nel [[1975]] si trasferisce a [[Bologna]] per frequentare il DAMS. Nel capoluogo emiliano frequenta il Cassero di Porta S. Stefano (oggi Circolo anarchico "[[Camillo Berneri]]"), dove incontra [[Libero Fantazzini]], padre di [[Horst Fantazzini|Horst]].
Nel [[1975]] si trasferisce a Bologna per frequentare il DAMS. Nel capoluogo emiliano frequenta il Cassero di Porta S. Stefano (oggi Circolo anarchico "[[Camillo Berneri]]"), dove incontra [[Libero Fantazzini]], padre di [[Horst Fantazzini|Horst]].


Negli anni '80 Cacucci comincia a spostarsi nel Sudamerica, spazio che assume ben presto un ruolo importante sia nella sua narrativa che nella sua vita. Cacucci passa infatti molto tempo in zone come il [[Nicaragua]], che frequenta con l'amico Stefano Tassinari (anch'egli scrittore, ma [[comunista]]) attratto dalla «''miscela rivoluzionaria di socialismo tropicale e cristianesimo di base''» <ref>P. Cacucci, "''Nicaragua, violentemente dolce''", da ''Nuova rivista letteraria'', n.6 ottobre 2012</ref>, e il [[Messico]]. Cacucci ha anche stretto amicizia con alcuni noti scrittori sudamericani, come [[Luis Sepúlveda]].  
Negli anni '80 Cacucci comincia a spostarsi nel Sudamerica, spazio che assume ben presto un ruolo importante sia nella sua narrativa che nella sua vita. Cacucci passa infatti molto tempo in zone come il [[Nicaragua]], che frequenta con l'amico Stefano Tassinari (anch'egli scrittore, ma [[comunista]]) attratto dalla «''miscela rivoluzionaria di socialismo tropicale e cristianesimo di base''» <ref>P. Cacucci, ''Nicaragua, violentemente dolce'', da ''Nuova rivista letteraria'', n.6 ottobre 2012</ref>, e il [[Messico]]. Cacucci ha anche stretto amicizia con alcuni noti scrittori sudamericani, come [[Luis Sepúlveda]].  


Col tempo Cacucci ha allargato i soi orizzonti politici, salutando favorevolmente il movimento [[no-global]] e, in virtù del suo interesse per le combinazioni politiche sudamericane, solidarizzando con i governi "progressisti" susseguitisi dagli anni '90 al primo decennio del XXI secolo, come quelli di Lula, della Kirchner <ref>L. Apicella, [http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/29/cacucci-nuovo-libro-racconto-anarchici-rapinavano-banche-perche-capitalismo-messo/213161/ ''Cacucci e il nuovo libro: “Metto in discussione il capitalismo con 7 storie di uomini liberi”''], ''Il Fatto Quotidiano''</ref> o di [[Evo Morales]].
Col tempo Cacucci ha allargato i soi orizzonti politici, salutando favorevolmente il movimento [[no-global]] e, in virtù del suo interesse per le combinazioni politiche sudamericane, solidarizzando con i governi "progressisti" susseguitisi dagli anni '90 al primo decennio del XXI secolo, come quelli di Lula, della Kirchner <ref>L. Apicella, [http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/29/cacucci-nuovo-libro-racconto-anarchici-rapinavano-banche-perche-capitalismo-messo/213161/ ''Cacucci e il nuovo libro: “Metto in discussione il capitalismo con 7 storie di uomini liberi”''], ''Il Fatto Quotidiano''</ref> o di [[Evo Morales]].
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Tuttavia, il libro è stato criticato dal [[settimanale anarchico]] "''[[Canenero]]''", che nella riscrittura della vicenda della Banda Bonnot ha visto un tentativo di depotenziare e rendere sostanzialmente innocuo l'esempio della rivolta degli anarchici [[Francia|francesi]]:
Tuttavia, il libro è stato criticato dal [[settimanale anarchico]] "''[[Canenero]]''", che nella riscrittura della vicenda della Banda Bonnot ha visto un tentativo di depotenziare e rendere sostanzialmente innocuo l'esempio della rivolta degli anarchici [[Francia|francesi]]:


:«''Ammettiamo che è la nostra malignità a bisbigliarci all'orecchio che tutto ciò mira essenzialmente a consolare la noia mortale che affligge la vita degli individui ormai mansuefatti. Per non parlare poi dell'impatto che possono avere queste opere all'interno del movimento, dove in un certo senso assolvono lo stesso compito svolto dalle vecchie canzoni anarchiche, quelle bellicose, piene di sangue e dinamite, che tutti conoscono a memoria e che è tanto bello cantare – possibilmente in coro – al fine di riscaldare i cuori intirizziti dalla glaciazione sociale del momento. I più speranzosi accarezzano l'ipotesi che questi libri didascalici possano incitare all'azione, ma a noi sembra più verosimile pensare che servono soprattutto a sollevare il morale dei compagni, fornendo loro una rappresentazione facile da consumare. [...] Ma, in fin dei conti, poco importa se l'attuale riscoperta di Bonnot e dei suoi compagni sia motivata da intenzioni buone oppure cattive. Per quel che ci riguarda, questa operazione non può che contribuire all'edificazione di quella formidabile contraffazione estetica che, al di là di ogni previsione, è sul punto di ricoprire la totalità dell'esistente''. <ref name="canenero">"''In ogni caso nessun rimorso''", da ''Canenero'', n. 43, 20 dicembre 1996,  [http://finimondo.org/node/427 consultabile su finimondo.org]</ref>»
:«''Ammettiamo che è la nostra malignità a bisbigliarci all'orecchio che tutto ciò mira essenzialmente a consolare la noia mortale che affligge la vita degli individui ormai mansuefatti. Per non parlare poi dell'impatto che possono avere queste opere all'interno del movimento, dove in un certo senso assolvono lo stesso compito svolto dalle vecchie canzoni anarchiche, quelle bellicose, piene di sangue e dinamite, che tutti conoscono a memoria e che è tanto bello cantare – possibilmente in coro – al fine di riscaldare i cuori intirizziti dalla glaciazione sociale del momento. I più speranzosi accarezzano l'ipotesi che questi libri didascalici possano incitare all'azione, ma a noi sembra più verosimile pensare che servono soprattutto a sollevare il morale dei compagni, fornendo loro una rappresentazione facile da consumare. [...] Ma, in fin dei conti, poco importa se l'attuale riscoperta di Bonnot e dei suoi compagni sia motivata da intenzioni buone oppure cattive. Per quel che ci riguarda, questa operazione non può che contribuire all'edificazione di quella formidabile contraffazione estetica che, al di là di ogni previsione, è sul punto di ricoprire la totalità dell'esistente''. <ref name="canenero">''In ogni caso nessun rimorso'', da ''Canenero'', n. 43, 20 dicembre 1996,  [http://finimondo.org/node/427 consultabile su finimondo.org]</ref>»


I compagni di "''Canenero''" hanno criticato lo stesso Cacucci, accusandolo di aver lucrato sulla storia del movimento anarchico, di cui egli stesso ha fatto parte:
I compagni di "''Canenero''" hanno criticato lo stesso Cacucci, accusandolo di aver lucrato sulla storia del movimento anarchico, di cui egli stesso ha fatto parte:


:«''Non possiamo esimerci dallo spendere alcune parole sul conto dello stesso Cacucci. Evidentemente la rivoluzione non paga, di certo non quanto avrà pagato la Longanesi per questo libro. Per chi un tempo è stato un “anarchico” – come Cacucci, per l'appunto – cosa c'è di meglio del capitalizzare quanto si è avuto modo di conoscere bene? Nulla di strano, dunque. Neanche ritrovarlo in mezzo ad altri prodotti in plastica sugli scaffali di un supermercato. Come tanti altri reduci, Cacucci ha compreso che in quest'epoca della depressione è molto più redditizio sbriciolare ogni idea e azione fino ad ottenerne un prodotto culturale, con una evidente predilezione per ciò che in partenza non lo era affatto, piuttosto che perdersi dietro alle utopie''. <ref>"''In ogni caso nessun rimorso''", da ''Canenero'', n. 43, 20 dicembre 1996, [http://finimondo.org/node/427 consultabile su finimondo.org]</ref>»
:«''Non possiamo esimerci dallo spendere alcune parole sul conto dello stesso Cacucci. Evidentemente la rivoluzione non paga, di certo non quanto avrà pagato la Longanesi per questo libro. Per chi un tempo è stato un “anarchico” – come Cacucci, per l'appunto – cosa c'è di meglio del capitalizzare quanto si è avuto modo di conoscere bene? Nulla di strano, dunque. Neanche ritrovarlo in mezzo ad altri prodotti in plastica sugli scaffali di un supermercato. Come tanti altri reduci, Cacucci ha compreso che in quest'epoca della depressione è molto più redditizio sbriciolare ogni idea e azione fino ad ottenerne un prodotto culturale, con una evidente predilezione per ciò che in partenza non lo era affatto, piuttosto che perdersi dietro alle utopie''. <ref>''In ogni caso nessun rimorso'', da ''Canenero'', n. 43, 20 dicembre 1996, [http://finimondo.org/node/427 consultabile su finimondo.org]</ref>»


==Note==
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