Federazione Anarchica Informale: differenze tra le versioni

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=== La tendenza [[anarco-nichilista]] ===
=== La tendenza [[anarco-nichilista]] ===
[[File:Nichilisti.jpg|thumb|250px|I tre "[[nichilisti]]" del film ''Il grande Lebowski'' ([[1998]]).]]
[[File:Nichilisti.jpg|thumb|250px|I tre "[[nichilisti]]" del film ''Il grande Lebowski'' ([[1998]]).]]
Quanto a una certa tendenza [[nichilismo|nichilista]] (diversi membri di [[gruppi d'affinità|gruppi informali]] ed [[anarchismo insurrezionale|insurrezionali]], tra cui la FAInformale e la [[Cospirazione delle Cellule di Fuoco]] si sono definiti [[anarco-nichilisti]]), si riporta questa illuminante analisi di Jean Préposiet su ''[https://www.anarcotraffico.org/sites/default/files/2018-10/Il%20catechismo%20del%20rivoluzionario.%20Bakunin%20-%20Michael%20Confino.pdf Il catechismo del rivoluzionario]'' di [[Sergej Gennadjevič Nečaev|Nečaev]] (da egli scritto, secondo alcuni, insieme a [[Bakunin]]), che delinea l'atteggiamento [[rivoluzionario]] di tipo [[nichilista]]:
Quanto a una certa tendenza [[nichilismo|nichilista]] (diversi membri di [[gruppi d'affinità|gruppi informali]] ed [[anarchismo insurrezionale|insurrezionali]], tra cui la FAInformale e la [[Cospirazione delle Cellule di Fuoco]] si sono definiti [[anarco-nichilisti]] <ref>«Sono [[nichilista]] perché vivo la mia [[anarchia]] oggi e non nell'attesa di una [[rivoluzione]] che, se pure verrà, creerà solo nuova [[autorità]], nuova tecnologia, nuova civiltà» (Alfredo Cospito).</ref>), si riporta questa illuminante analisi di Jean Préposiet su ''[https://www.anarcotraffico.org/sites/default/files/2018-10/Il%20catechismo%20del%20rivoluzionario.%20Bakunin%20-%20Michael%20Confino.pdf Il catechismo del rivoluzionario]'' di [[Sergej Gennadjevič Nečaev|Nečaev]] (da egli scritto, secondo alcuni, insieme a [[Bakunin]]), che delinea l'atteggiamento [[rivoluzionario]] di tipo [[nichilista]]:


:«L'autore descrive la [[rivoluzione]] come un fine in sé, al quale tutto il resto è subordinato. Normalmente, il [[rivoluzionario]] cerca l'azione di massa; e poiché il suo scopo è di aiutare i lavoratori a organizzarsi, egli si sforza di mobilitarli e di inquadrarli, ideologicamente e praticamente, per aiutarli a prendere coscienza dei propri interessi e delle proprie forze, cosicché possano lottare efficacemente per gli obiettivi economici, sociali e politici da raggiungere. In questa prospettiva, il [[rivoluzionario]] è un uomo che si è schierato personalmente, impegnandosi nelle file del proletariato, uno che sceglie di partecipare '''direttamente''' alla lotta di classe. Il punto di vista dell'autore de ''Il catechismo'', invece, è completamente diverso. Per lui, il ruolo fondamentale di un [[rivoluzionario]] non è più quello di impegnarsi in un'azione di massa, né di aiutare con gli strumenti intellettuali della dottrina, dell'informazione o della propaganda, le classi sfruttate a prendere coscienza della loro condizione, e ancor meno di lottare a fianco dei lavoratori per la causa [[rivoluzionaria]]. È dall'esterno che il [[nichilista]] agirà sulla pratica [[rivoluzionaria]]: il suo metodo consisterà, dunque, nel provocare dall'esterno e '''indirettamente''' agitazioni irreversibili utili alla [[rivoluzione]]. Il [[nichilista]] dovrà imparare a manipolare passioni dall'impatto devastante. Dovrà creare situazioni insostenibili e provocare ovunque la [[repressione]]. Qui il popolo non è più il fine, bensì il mezzo della [[rivoluzione]]». <ref>Jean Préposiet, ''Storia dell'anarchismo'', pp. 400-401</ref>
:«L'autore descrive la [[rivoluzione]] come un fine in sé, al quale tutto il resto è subordinato. Normalmente, il [[rivoluzionario]] cerca l'azione di massa; e poiché il suo scopo è di aiutare i lavoratori a organizzarsi, egli si sforza di mobilitarli e di inquadrarli, ideologicamente e praticamente, per aiutarli a prendere coscienza dei propri interessi e delle proprie forze, cosicché possano lottare efficacemente per gli obiettivi economici, sociali e politici da raggiungere. In questa prospettiva, il [[rivoluzionario]] è un uomo che si è schierato personalmente, impegnandosi nelle file del proletariato, uno che sceglie di partecipare '''direttamente''' alla lotta di classe. Il punto di vista dell'autore de ''Il catechismo'', invece, è completamente diverso. Per lui, il ruolo fondamentale di un [[rivoluzionario]] non è più quello di impegnarsi in un'azione di massa, né di aiutare con gli strumenti intellettuali della dottrina, dell'informazione o della propaganda, le classi sfruttate a prendere coscienza della loro condizione, e ancor meno di lottare a fianco dei lavoratori per la causa [[rivoluzionaria]]. È dall'esterno che il [[nichilista]] agirà sulla pratica [[rivoluzionaria]]: il suo metodo consisterà, dunque, nel provocare dall'esterno e '''indirettamente''' agitazioni irreversibili utili alla [[rivoluzione]]. Il [[nichilista]] dovrà imparare a manipolare passioni dall'impatto devastante. Dovrà creare situazioni insostenibili e provocare ovunque la [[repressione]]. Qui il popolo non è più il fine, bensì il mezzo della [[rivoluzione]]». <ref>Jean Préposiet, ''Storia dell'anarchismo'', pp. 400-401</ref>
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