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L'[[insurrezionalismo]] "informale" si trova, dunque, sia da un punto di vista teorico che da un punto di vista pratico, a dover fare i conti con il periodo storico in cui si manifesta. Sotto il profilo teorico, [[insurrezionalismo]] "informale" e [[terrorismo]] non sono sinonimi (è lo [[Stato]] che tende, invece, a far coincidere i due termini). Lo stesso [[Alfredo Maria Bonanno]], che indubbiamente ha avuto un'infuenza importante nella teorizzazione dell'[[insurrezionalismo]] "informale" (si veda, ad esempio, [https://www.edizionianarchismo.net/library/alfredo-m-bonanno-teoria-e-pratica-dell-insurrezione ''Teoria e pratica dell'insurrezione'']), non si limita a parlare di «[[gruppi d'affinità]]» (composti da anarchici), ma affianca ad essi i «[[nuclei autonomi di base]]» <ref>[https://www.radioradicale.it/scheda/120628 Processo contro il gruppo terroristico "Anarchici insurrezionalisti", 30 novembre 1999, file 2/3, min. 20:33] «Lo scopo dei nuclei di base è quello di sostituire nelle lotte intermedie - lotta salariale, lotta per l'occupazione di una fabbrica, qualunque situazione di massa in cui si verifica una condizione di sofferenza sociale - le vecchie organizzazioni resistenziali di natura sindacale, anche quelle che insistono sull'ideologia anarco-sindacalista (i COBAS, le organizzazioni sindacaliste di base). L'ambito di azione dei nuclei di base è costituito, quindi, dalle fabbriche (per quel che di queste rimane), dai quartieri, dalle scuole, dai ghetti sociali e da tutte quelle situazioni in cui si materializza l'esclusione di classe, la separazione fra inclusi ed esclusi».</ref>, che rappresentano il mezzo attraverso il quale la massa (non composta soltanto da anarchici) sostiene l'attività insurrezionale attraverso la «conflittualità permanente» («non autorizzata dal dirigente sindacale»), l'«autogestione» («indipendenza assoluta da qualsiasi partito, sindacato o clientela»; «reperimento dei mezzi necessari all'organizzazione e alla lotta effettuato esclusivamente sulla base di sottoscrizioni spontanee») e l'«attacco» («rifiuto di ogni patteggiamento, mediazione, pacificazione e compromesso col nemico di classe»; «lotta di massa»; «sabotaggio») <ref>[https://www.radioradicale.it/scheda/120628 Processo contro il gruppo terroristico "Anarchici insurrezionalisti", 30 novembre 1999, file 2/3, min. 23:29] Bonanno illustra i principi della «conflittualità permanente», dell'«autogestione» e dell'«attacco».</ref>: si tratta, dunque, della continuazione di una variante dell'[[insurrezionalismo]] "classico", basata sul coinvolgimento della massa intorno a singoli temi (non si tratta più di compiere dei fatti che possano essere emulati dalla massa, ma di coinvolgere la massa nel compimento di fatti: il consenso della massa resta comunque un elemento imprescindibile). Sotto il profilo pratico, però, le azioni compiute dalla FAInformale non sembrano legate al consenso popolare, né il linguaggio da essa utilizzato sembra discostarsi da quello delle organizazzioni terroristiche. <ref>Anche Alfredo Cospito, autore della gambizzazione ai danni di Roberto Adinolfi e condannato a 20 anni di reclusione, sottolinea in una sua [https://bureburebure.info/lettera-di-alfredo-cospito-settimana-anticarceraria/ lettera aperta] l'importanza del sostegno popolare, ma al tempo stesso si definisce «terrorista anarchico», dimostrando piena consapevolezza della natura del fatto compiuto. Inoltre, [https://www.autistici.org/cna/2019/06/13/scritto-dellanarchico-alfredo-cospito-per-un-assemblea-svoltasi-il-9-giugno-2019-a-bologna/ in altro scritto] Cospito ribadisce: «Noi anarchici-e tendiamo sempre a complicarci la vita, lo stato è fatto da persone in carne ed ossa, queste “persone” cosa temono dagli anarchici-e? Temono che qualcuno di loro li aspetti sotto casa, temono che gli anni “bui” (per loro) ritornino, che la paura ed il terrore cambino di campo. Ce lo dicono loro in tutte le salse, almeno per una volta possiamo dargli credito... Temono il loro incubo peggiore (incubo incredibilmente anche di qualche anarchico-a), il tanto demonizzato “[[terrorismo]]”. Voi adesso (immagino) vi chiederete perché questo pazzoide dallo sprofondo di una galera continua ad usare a sproposito questa parola. Non gli entra nella testa bacata che il “[[terrorismo]]” è esclusivo appannaggio degli stati e che “terrorista è lo stato” (lo dicono tutti!). Perché continua a cadere nella solita trappola trascinando sé stesso (e magari anche una fetta di movimento) in uno stillicidio repressivo? Per un semplice e banale motivo, per la mia ferma convinzione che la “[[rivoluzione]]” (parola altisonante) la può fare solo chi ha il “diavolo in corpo”. E chi ha il “diavolo in corpo” non ha paura della parola “[[terrorismo]]” perché desidera con tutte le sue forze che i potenti vivano nel terrore almeno quanto le loro vittime, i “dannati della terra”».</ref> | L'[[insurrezionalismo]] "informale" si trova, dunque, sia da un punto di vista teorico che da un punto di vista pratico, a dover fare i conti con il periodo storico in cui si manifesta. Sotto il profilo teorico, [[insurrezionalismo]] "informale" e [[terrorismo]] non sono sinonimi (è lo [[Stato]] che tende, invece, a far coincidere i due termini). Lo stesso [[Alfredo Maria Bonanno]], che indubbiamente ha avuto un'infuenza importante nella teorizzazione dell'[[insurrezionalismo]] "informale" (si veda, ad esempio, [https://www.edizionianarchismo.net/library/alfredo-m-bonanno-teoria-e-pratica-dell-insurrezione ''Teoria e pratica dell'insurrezione'']), non si limita a parlare di «[[gruppi d'affinità]]» (composti da anarchici), ma affianca ad essi i «[[nuclei autonomi di base]]» <ref>[https://www.radioradicale.it/scheda/120628 Processo contro il gruppo terroristico "Anarchici insurrezionalisti", 30 novembre 1999, file 2/3, min. 20:33] «Lo scopo dei nuclei di base è quello di sostituire nelle lotte intermedie - lotta salariale, lotta per l'occupazione di una fabbrica, qualunque situazione di massa in cui si verifica una condizione di sofferenza sociale - le vecchie organizzazioni resistenziali di natura sindacale, anche quelle che insistono sull'ideologia anarco-sindacalista (i COBAS, le organizzazioni sindacaliste di base). L'ambito di azione dei nuclei di base è costituito, quindi, dalle fabbriche (per quel che di queste rimane), dai quartieri, dalle scuole, dai ghetti sociali e da tutte quelle situazioni in cui si materializza l'esclusione di classe, la separazione fra inclusi ed esclusi».</ref>, che rappresentano il mezzo attraverso il quale la massa (non composta soltanto da anarchici) sostiene l'attività insurrezionale attraverso la «conflittualità permanente» («non autorizzata dal dirigente sindacale»), l'«autogestione» («indipendenza assoluta da qualsiasi partito, sindacato o clientela»; «reperimento dei mezzi necessari all'organizzazione e alla lotta effettuato esclusivamente sulla base di sottoscrizioni spontanee») e l'«attacco» («rifiuto di ogni patteggiamento, mediazione, pacificazione e compromesso col nemico di classe»; «lotta di massa»; «sabotaggio») <ref>[https://www.radioradicale.it/scheda/120628 Processo contro il gruppo terroristico "Anarchici insurrezionalisti", 30 novembre 1999, file 2/3, min. 23:29] Bonanno illustra i principi della «conflittualità permanente», dell'«autogestione» e dell'«attacco».</ref>: si tratta, dunque, della continuazione di una variante dell'[[insurrezionalismo]] "classico", basata sul coinvolgimento della massa intorno a singoli temi (non si tratta più di compiere dei fatti che possano essere emulati dalla massa, ma di coinvolgere la massa nel compimento di fatti: il consenso della massa resta comunque un elemento imprescindibile). Sotto il profilo pratico, però, le azioni compiute dalla FAInformale non sembrano legate al consenso popolare, né il linguaggio da essa utilizzato sembra discostarsi da quello delle organizazzioni terroristiche. <ref>Anche Alfredo Cospito, autore della gambizzazione ai danni di Roberto Adinolfi e condannato a 20 anni di reclusione, sottolinea in una sua [https://bureburebure.info/lettera-di-alfredo-cospito-settimana-anticarceraria/ lettera aperta] l'importanza del sostegno popolare, ma al tempo stesso si definisce «terrorista anarchico», dimostrando piena consapevolezza della natura del fatto compiuto. Inoltre, [https://www.autistici.org/cna/2019/06/13/scritto-dellanarchico-alfredo-cospito-per-un-assemblea-svoltasi-il-9-giugno-2019-a-bologna/ in altro scritto] Cospito ribadisce: «Noi anarchici-e tendiamo sempre a complicarci la vita, lo stato è fatto da persone in carne ed ossa, queste “persone” cosa temono dagli anarchici-e? Temono che qualcuno di loro li aspetti sotto casa, temono che gli anni “bui” (per loro) ritornino, che la paura ed il terrore cambino di campo. Ce lo dicono loro in tutte le salse, almeno per una volta possiamo dargli credito... Temono il loro incubo peggiore (incubo incredibilmente anche di qualche anarchico-a), il tanto demonizzato “[[terrorismo]]”. Voi adesso (immagino) vi chiederete perché questo pazzoide dallo sprofondo di una galera continua ad usare a sproposito questa parola. Non gli entra nella testa bacata che il “[[terrorismo]]” è esclusivo appannaggio degli stati e che “terrorista è lo stato” (lo dicono tutti!). Perché continua a cadere nella solita trappola trascinando sé stesso (e magari anche una fetta di movimento) in uno stillicidio repressivo? Per un semplice e banale motivo, per la mia ferma convinzione che la “[[rivoluzione]]” (parola altisonante) la può fare solo chi ha il “diavolo in corpo”. E chi ha il “diavolo in corpo” non ha paura della parola “[[terrorismo]]” perché desidera con tutte le sue forze che i potenti vivano nel terrore almeno quanto le loro vittime, i “dannati della terra”».</ref> | ||
=== Violenza, illegalismo, azione diretta, nichilismo === | === Violenza, illegalismo, azione diretta, nichilismo: alcune precisazioni === | ||
L'organizzazione informale non prevede necessariamente l'uso della [[violenza]], si pensi per esempio all'[[Animal Liberation Front]], che ripudia la [[violenza]] contro qualsiasi essere vivente. | L'organizzazione informale non prevede necessariamente l'uso della [[violenza]], si pensi per esempio all'[[Animal Liberation Front]], che ripudia la [[violenza]] contro qualsiasi essere vivente. | ||