Davide Morelli: differenze tra le versioni

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"Il problema tra le generazioni è  che sono pochi coloro che imparano qualcosa dalla vita e altrettanti meno quelli che insegnano ciò che hanno imparato ai più giovani, senza tralasciare il fatto che spesso i più giovani non vogliono imparare. Nonostante questo ci sono anche maturi e giovani virtuosi: il mondo migliora soprattutto grazie al loro contributo."
"Il problema tra le generazioni è  che sono pochi coloro che imparano qualcosa dalla vita e altrettanti meno quelli che insegnano ciò che hanno imparato ai più giovani, senza tralasciare il fatto che spesso i più giovani non vogliono imparare. Nonostante questo ci sono anche maturi e giovani virtuosi: il mondo migliora soprattutto grazie al loro contributo."


"Secondo Pasolini a causa dell'omologazione televisiva siamo tutti piccolo-borghesi. Per il grande  poeta erano  il proletariato e il sottoproletariato (termini desueti, ma così scriveva lui in quegli anni) a essersi  imborghesiti. Per Walter Siti invece è la borghesia che si è  "proletatarizzata" (per intenderci, pur usando il termine con riserve). Per Guido Morselli la borghesia non esiste più. Insomma secondo alcuni studiosi se  tutti siamo borghesi, allora nessuno è borghese. Gli economisti non fanno che ripetersi che il ceto medio si è molto impoverito. A mio avviso i riti, i codici delle classi sociali e la voglia di identificarsi in esse sono quasi scomparsi perché oggi le nostre identità sociali sono plurime. Di certo la rivoluzione marxista è sempre più difficile che avvenga perché, essendo scomparsa la classe sociale, non c'è più alcuna coscienza di classe: esiste l'élite ma non esiste il seguito. Per una nuova democrazia dal basso a mio avviso non si può che ripartire da un individualismo, inteso in senso non deleterio e non capitalista, da chi magari pur di estrazione borghese (intesa come conformismo di massa) ha una formazione culturale che rinnega la borghesia, per approdare alla fine a un associazionismo spontaneo e genuino."
"Secondo Pasolini a causa dell'omologazione televisiva siamo tutti piccolo-borghesi. Per il grande  poeta erano  il proletariato e il sottoproletariato (termini desueti, ma così scriveva lui in quegli anni) a essersi  imborghesiti. Per Walter Siti invece è la borghesia che si è  "proletatarizzata" (per intenderci, pur usando il termine con riserve). Per Guido Morselli la borghesia non esiste più. Insomma secondo alcuni studiosi se  tutti siamo borghesi, allora nessuno è borghese. Gli economisti non fanno che ripetersi che il ceto medio si è molto impoverito. A mio avviso i riti, i codici delle classi sociali e la voglia di identificarsi in esse sono quasi scomparsi perché oggi le nostre identità sociali sono plurime. Di certo la rivoluzione marxista è sempre più difficile che avvenga perché, essendo scomparsa la classe sociale, non c'è più alcuna coscienza di classe: esiste l'élite ma non esiste il seguito. Per una nuova democrazia dal basso a mio avviso non si può che ripartire da un individualismo, inteso in senso non deleterio e non capitalista, da chi magari pur di estrazione "borghese" ha una formazione culturale che rinnega la borghesia (intesa come conformismo di massa), per approdare alla fine a un associazionismo spontaneo e genuino."


== Bibliografia ==
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