Abdullah Öcalan: differenze tra le versioni

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===Fondazione dell'ERNK===
===Fondazione dell'ERNK===
Il [[21 marzo]] [[1985]] nasce il «Fronte di Liberazione nazionale del Kurdistan» (ERNK), organizzazione di massa della popolazione kurda. L'ERNK si proponeva di organizzare e guidare la lotta popolare in un processo di liberazione nazionale che portasse all'indipendenza e alla liberazione dell'intero Kurdistan nordoccidentale <ref>Il Kurdistan nordoccidentale è la parte del Kurdistan occupata dalla Turchia</ref>.  
Il [[21 marzo]] [[1985]] nasce il «Fronte di Liberazione nazionale del Kurdistan» (ERNK), organizzazione di massa della popolazione kurda. L'ERNK si proponeva di organizzare e guidare la lotta popolare in un processo di liberazione nazionale che portasse all'indipendenza e alla liberazione dell'intero Kurdistan nordoccidentale <ref>Il Kurdistan nordoccidentale è la parte del Kurdistan occupata dalla Turchia.</ref>.  
: «L'ERNK punta a costruire un'identità nazionale e una società indipendente e democratica e un'amministrazione democratica e popolare (...). Il ERNK ritiene necessaria una larga unità politica e lo sviluppo di una forza politica popolare autonoma, che fornisca le basi per la liberazione...».  
: «L'ERNK punta a costruire un'identità nazionale e una società indipendente e democratica e un'amministrazione democratica e popolare (...). Il ERNK ritiene necessaria una larga unità politica e lo sviluppo di una forza politica popolare autonoma, che fornisca le basi per la liberazione...».  
Durante il 3° Congresso del PKK ([[25 ottobre|25]]-[[30 ottobre]] [[1986]]) viene costituito l'«Esercito popolare di liberazione del Kurdistan» (ARGK), il quale darà avvio immediato ad intense operazioni militari contro l'[[esercito]] turco e le forze di sicurezza. Grazie ai successi conseguiti, i partigiani curdi consolideranno le loro basi in vaste aree del Kurdistan nordoccidentale e durante tutto il [[1987]] l'ERNK promuoverà diverse organizzazioni di massa fra cui l'«Associazione patriottica dei lavoratori del Kurdistan» (YKWK), l'«Associazione delle donne libere del Kurdistan» (YAJK) e l'«Associazione patriottica dei giovani del Kurdistan» (YCK).
Durante il 3° Congresso del PKK ([[25 ottobre|25]]-[[30 ottobre]] [[1986]]) viene costituito l'«Esercito popolare di liberazione del Kurdistan» (ARGK), il quale darà avvio immediato ad intense operazioni militari contro l'[[esercito]] turco e le forze di sicurezza. Grazie ai successi conseguiti, i partigiani curdi consolideranno le loro basi in vaste aree del Kurdistan nordoccidentale e durante tutto il [[1987]] l'ERNK promuoverà diverse organizzazioni di massa fra cui l'«Associazione patriottica dei lavoratori del Kurdistan» (YKWK), l'«Associazione delle donne libere del Kurdistan» (YAJK) e l'«Associazione patriottica dei giovani del Kurdistan» (YCK).
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===Criminalizzazione del PKK, cattura ed arresto===
===Criminalizzazione del PKK, cattura ed arresto===


Fino al [[1998]] Ocalan può godere della protezione del governo siriano, ma in seguito alla pressione dallo [[Stato]] turco, viene espulso dal paese. Apo si trasferisce allora prima in [[Russia]] e poi da lì in [[Italia]], dove vi giunge accompagnato dal deputato di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani. La speranza era quella di ottenere l'asilo politico anche grazie alla tutela legale del prestigioso avvocato tedesco Britta Böhler, la quale sosteneva che il suo cliente stava portando avanti una legittima lotta contro l'oppressione del suo popolo. Tuttavia, la codardia del nuovo governo guidato da D'Alema di fronte alle pressioni internazionali, lo obbligherà dopo 65 giorni, il [[16 gennaio]] [[1999]], a lasciare l'[[Italia]] con destinazione Nairobi. <ref>Il "caso Öcalan" fu origine di critiche al governo D'Alema, accusato tra l'altro di aver trascurato gli articoli 10 e 26 della Costituzione italiana, che regolano il diritto d'asilo e vietano l'estradizione passiva in relazione a reati politici. In Italia la concessione dell'asilo spetta alla magistratura, che infatti lo riconobbe a Öcalan, [http://www.repubblica.it/online/fatti/ocalan/ocalan/ocalan.html ma troppo tardi.]</ref>
Fino al [[1998]] Ocalan può godere della protezione del governo siriano, ma in seguito alla pressione dallo [[Stato]] turco, viene espulso dal paese. Apo si trasferisce allora prima in [[Russia]] e poi da lì in [[Italia]], dove vi giunge accompagnato dal deputato di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani. La speranza era quella di ottenere l'asilo politico anche grazie alla tutela legale del prestigioso avvocato tedesco Britta Böhler, la quale sosteneva che il suo cliente stava portando avanti una legittima lotta contro l'oppressione del suo popolo. Tuttavia, la codardia del nuovo governo guidato da D'Alema di fronte alle pressioni internazionali, lo obbligherà dopo 65 giorni, il [[16 gennaio]] [[1999]], a lasciare l'[[Italia]] con destinazione Nairobi. <ref>Il "caso Öcalan" fu origine di critiche al governo D'Alema, accusato tra l'altro di aver trascurato gli articoli 10 e 26 della Costituzione italiana, che regolano il diritto d'asilo e vietano l'estradizione passiva in relazione a reati politici. In [[Italia]] la concessione dell'asilo spetta alla magistratura, che infatti lo riconobbe a Öcalan, ma [http://www.repubblica.it/online/fatti/ocalan/ocalan/ocalan.html troppo tardi].</ref>


Catturato il [[15 febbraio]] [[1999]] dagli agenti dei Servizi segreti turchi del ''MIT'' durante un suo trasferimento dalla sede della rappresentanza diplomatica greca in Kenya all'aeroporto di Nairobi, Ocalan viene fatto coattivamente salire a bordo di un aereo privato di un imprenditore turco e portato in [[Turchia]], dove viene immediatamente recluso in un [[carcere]] di massima sicurezza ad İmralı, un'isola del Mar di Marmara.
Catturato il [[15 febbraio]] [[1999]] dagli agenti dei Servizi segreti turchi del ''MIT'' durante un suo trasferimento dalla sede della rappresentanza diplomatica greca in Kenya all'aeroporto di Nairobi, Ocalan viene fatto coattivamente salire a bordo di un aereo privato di un imprenditore turco e portato in [[Turchia]], dove viene immediatamente recluso in un [[carcere]] di massima sicurezza ad İmralı, un'isola del Mar di Marmara.
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