Abdullah Öcalan: differenze tra le versioni

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Il suo interessamento ai problemi socio-politici locali e internazionali lo convince nel [[1971]], dopo aver brevemente frequentato la Facoltà di Legge di Istanbul, ad iscriversi alla Facoltà di Scienze politiche di Ankara. Impegnatosi immediatamente nella politica attiva, si dedica inizialmente sia all'approfondimento del [[socialismo scientifico]], sia all'analisi e alla denuncia dei concreti problemi della popolazione kurda.  
Il suo interessamento ai problemi socio-politici locali e internazionali lo convince nel [[1971]], dopo aver brevemente frequentato la Facoltà di Legge di Istanbul, ad iscriversi alla Facoltà di Scienze politiche di Ankara. Impegnatosi immediatamente nella politica attiva, si dedica inizialmente sia all'approfondimento del [[socialismo scientifico]], sia all'analisi e alla denuncia dei concreti problemi della popolazione kurda.  


Partecipa attivamente alle attività del [[movimento studentesco]], divenendone uno dei leader e degli organizzatori più attivi. Nel [[1973]], quando è ancora studente, viene arrestato e rilasciato dopo aver subito sette mesi di durissima detenzione. Ritornato in Kurdistan due anni dopo insieme a un gruppo di compagni, nello stesso periodo pubblica, insieme a Mazlum Dogan e a Mehmet Ali Durmus <ref>M. Dogan e M.A. Durmus si diedero la morte nel [[carcere]] di Diyarbakir nell'[[1982]] per protesta contro la tortura</ref>, un opuscolo intitolato ''Il Manifesto'', in cui vengono analizzati i compiti e le prospettive della [[rivoluzione]] in Kurdistan. Gira in lungo e largo la regione curda nel tentativo di sensibilizzare la popolazione sulle problematiche legate al [[colonialismo]] turco, trovando specialmente fra i giovani nuovi e accaniti sostenitori.  
Partecipa attivamente alle attività del [[movimento studentesco]], divenendone uno dei leader e degli organizzatori più attivi. Nel [[1973]], quando è ancora studente, viene arrestato e rilasciato dopo aver subito sette mesi di durissima detenzione. Ritornato in Kurdistan due anni dopo insieme a un gruppo di compagni, nello stesso periodo pubblica, insieme a Mazlum Dogan e a Mehmet Ali Durmus <ref>M. Dogan e M. A. Durmus si diedero la morte nel [[carcere]] di Diyarbakir nell'[[1982]] per protesta contro la tortura.</ref>, un opuscolo intitolato ''Il Manifesto'', in cui vengono analizzati i compiti e le prospettive della [[rivoluzione]] in Kurdistan. Gira in lungo e largo la regione curda nel tentativo di sensibilizzare la popolazione sulle problematiche legate al [[colonialismo]] turco, trovando specialmente fra i giovani nuovi e accaniti sostenitori.  


La crescita del gruppo, graduale ma inesorabile, viene considerato dalle [[autorità]] di Ankara come uno dei più gravi pericoli per la sicurezza dello [[Stato]] turco. Pertanto, con l'intento di eliminare le attività dei ribelli, le forze di [[polizia]] danno avvio a numerose operazioni repressive. In una di queste, il [[18 maggio]] [[1978]], uno dei suoi fondatori, Haki Karer, di origine turca, viene assassinato da agenti turchi nella città di Antep.  
La crescita del gruppo, graduale ma inesorabile, viene considerato dalle [[autorità]] di Ankara come uno dei più gravi pericoli per la sicurezza dello [[Stato]] turco. Pertanto, con l'intento di eliminare le attività dei ribelli, le forze di [[polizia]] danno avvio a numerose operazioni repressive. In una di queste, il [[18 maggio]] [[1978]], uno dei suoi fondatori, Haki Karer, di origine turca, viene assassinato da agenti turchi nella città di Antep.


=== Fondazione del PKK ===
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