Cronologia delle rivolte e dei morti dalla caduta del fascismo ai giorni nostri: differenze tra le versioni

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Il [[6 giugno]] i rappresentanti locali dei partiti della sinistra e gli [[antifascismo|antifascisti]] fanno stampare un manifesto dove esprimono «il disprezzo del popolo genovese nei confronti degli eredi del [[fascismo]]» <ref>Indro Montanelli, ''L'Italia dei due Giovanni'', Rizzoli Editore, Milano, 1989, p. 130</ref>. Il [[25 giugno]], durante un corteo di protesta, iniziano gli scontri con i [[poliziotti]]; il [[28 giugno]] il futuro presidente della repubblica, Sandro Pertini, affermando la sua opposizione al congresso, dichiara: «Le [[autorità]] romane sono particolarmente interessate e impegnate a trovare coloro che esse ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazioni di [[antifascismo]]. Ma non fa bisogno che quelle [[autorità]] si affannino molto, ve lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori: eccoli qui, eccoli accanto alla nostra bandiera, sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della Casa dello Studente, che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori» <ref>[https://archive.ph/SLY8 Discorso di Sandro Pertini a Genova, piazza della Vittoria, prima dei gravi fatti del 30 giugno]</ref>.
Il [[6 giugno]] i rappresentanti locali dei partiti della sinistra e gli [[antifascismo|antifascisti]] fanno stampare un manifesto dove esprimono «il disprezzo del popolo genovese nei confronti degli eredi del [[fascismo]]» <ref>Indro Montanelli, ''L'Italia dei due Giovanni'', Rizzoli Editore, Milano, 1989, p. 130</ref>. Il [[25 giugno]], durante un corteo di protesta, iniziano gli scontri con i [[poliziotti]]; il [[28 giugno]] il futuro presidente della repubblica, Sandro Pertini, affermando la sua opposizione al congresso, dichiara: «Le [[autorità]] romane sono particolarmente interessate e impegnate a trovare coloro che esse ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazioni di [[antifascismo]]. Ma non fa bisogno che quelle [[autorità]] si affannino molto, ve lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori: eccoli qui, eccoli accanto alla nostra bandiera, sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della Casa dello Studente, che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori» <ref>[https://archive.ph/SLY8 Discorso di Sandro Pertini a Genova, piazza della Vittoria, prima dei gravi fatti del 30 giugno]</ref>.


Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. Durante la manifestazione politici e comandanti partigiani sfilano preceduti dai gonfaloni della città. Gli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] vengono sconfitti in piazza De Ferrari e costretti alla fuga dalla enorme folla dei manifestanti, guidata da un gruppo di 5.000 fra operai metalmeccanici e portuali, che funge da "ariete", arrivando a disruggere i nidi di mitragliatrici ubicati dai [[poliziotti]] presso il cinema Augustus di via XX settembre. La [[polizia]] ed i carabinieri debbono lasciare la città in mano agli insorti, che prendono anche la prefettura, portandandosi dietro moltissimi feriti non da arma da fuoco ma da "arma" da lavoro <ref>Foto della manifestazione e degli scontri: [https://www.bisceglia.eu/2021/06/29/30-giugno-1960-le-giornate-di-genova-antifascista/ ''30 giugno 1960: le giornate di Genova antifascista''] [https://immaginidelnovecento.fondazionegramsci.org/photo/detail/IT-GRAMSCI-FT0001-0000196/i-fatti-genova-del-30-giugno-1960-7 ''I fatti di Genova del 30 giugno 1960'']</ref>.
Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. Durante la manifestazione politici e comandanti partigiani sfilano preceduti dai gonfaloni della città. Gli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] vengono sconfitti in piazza De Ferrari e costretti alla fuga dalla enorme folla dei manifestanti, guidata da un gruppo di 5.000 fra operai metalmeccanici e portuali, che funge da "ariete", arrivando a disruggere i nidi di mitragliatrici ubicati dai [[poliziotti]] presso il cinema Augustus di via XX settembre. La [[polizia]] ed i carabinieri debbono lasciare la città in mano agli insorti, che prendono anche la prefettura, portandandosi dietro moltissimi feriti non da arma da fuoco ma da "arma" da lavoro <ref>Foto della manifestazione e degli scontri: [https://www.bisceglia.eu/2021/06/29/30-giugno-1960-le-giornate-di-genova-antifascista/ ''30 giugno 1960: le giornate di Genova antifascista''], [https://immaginidelnovecento.fondazionegramsci.org/photo/detail/IT-GRAMSCI-FT0001-0000196/i-fatti-genova-del-30-giugno-1960-7 ''I fatti di Genova del 30 giugno 1960'']</ref>.


Sandro Pertini scrive nella presentazione del libro ''A Genova non si passa'', di Francesco Gandolfi (Edizioni Avanti!, [[1960]]): «È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico».
Sandro Pertini scrive nella presentazione del libro ''A Genova non si passa'', di Francesco Gandolfi (Edizioni Avanti!, [[1960]]): «È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico».
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