Cronologia delle rivolte e dei morti dalla caduta del fascismo ai giorni nostri: differenze tra le versioni

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==1972==
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[[File:F_Serantini.jpg|miniatura|Franco Serantini]]
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*[[11 marzo]]  
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A Milano la questura autorizza un raduno della "maggioranza silenziosa" che raccoglie alcune centinaia di persone a piazza Castello; a margine di questa manifestazione vengono malmenati un cronista de ''Il Giorno'' e un fotografo. La questura vieta la piazza alla sinistra extraparlamentare che vuole manifestare per la libertà di [[Pietro Valpreda|Valpreda]]] e contro il governo Andreotti e la strage di [[Stato]]. I giovani si radunano egualmente in vari punti della città ed impegnano la [[polizia]], tenendo il centro per tutto il pomeriggio. Rimane ucciso da un candelotto lacrimogeno, sparato ad altezza d'uomo dalla [[polizia]], il pensionato Giuseppe Tavecchio, per la cui morte verrà incriminato per omicidio colposo il capitano di pubblica sicurezza Dario Del Medico (condannato in primo grado e, infine, assolto in appello perché «il fatto non costituisce reato»), e si contano 40 feriti. Nei giorni seguenti si hanno perquisizioni a tappeto e la questura annuncia 99 arresti: fra essi Luigi Cipriani, "comandante" delle forze di piazza, che dovrà rendersi latitante per sfuggire all'arresto, e l'avvocato Leopoldo Leon (non presente ai fatti), che sta raccogliendo testimonianze sul comportamento della [[polizia]] (motivo dell'arresto: «concorso ideologico nei reati di resistenza aggravata e devastazione»).
A Milano la questura autorizza un raduno della "maggioranza silenziosa" che raccoglie alcune centinaia di persone a piazza Castello; a margine di questa manifestazione vengono malmenati un cronista de ''Il Giorno'' e un fotografo. La questura vieta la piazza alla sinistra extraparlamentare che vuole manifestare per la libertà di [[Pietro Valpreda|Valpreda]]] e contro il governo Andreotti e la strage di [[Stato]]. I giovani si radunano egualmente in vari punti della città ed impegnano la [[polizia]], tenendo il centro per tutto il pomeriggio. Rimane ucciso da un candelotto lacrimogeno, sparato ad altezza d'uomo dalla [[polizia]], il pensionato Giuseppe Tavecchio, per la cui morte verrà incriminato per omicidio colposo il capitano di pubblica sicurezza Dario Del Medico (condannato in primo grado e, infine, assolto in appello perché «il fatto non costituisce reato»), e si contano 40 feriti. Nei giorni seguenti si hanno perquisizioni a tappeto e la questura annuncia 99 arresti: fra essi Luigi Cipriani, "comandante" delle forze di piazza, che dovrà rendersi latitante per sfuggire all'arresto, e l'avvocato Leopoldo Leon (non presente ai fatti), che sta raccogliendo testimonianze sul comportamento della [[polizia]] (motivo dell'arresto: «concorso ideologico nei reati di resistenza aggravata e devastazione»).
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