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Molti [[anarchici]] sostennero le lotte siciliane dei '''[[Fasci siciliani]]''' (detti anche Fasci siciliani dei lavoratori), un movimento di massa democratico-[[socialista]], sviluppatosi nell'isola dal [[1891]] al [[1893]] soprattutto fra proletariato urbano, braccianti agricoli, minatori ed operai. Stesso appoggio fu dato all''''[[insurrezione in Lunigiana]]''' nel gennaio del [[1894]] e a tutte le battaglie sociali e [[sindacali]] nella penisola (si pensi alla storia del [[il Primo Maggio|Primo Maggio]] sulle 8 ore lavorative o allo sciopero delle sigaraie del [[1885]]). | Molti [[anarchici]] sostennero le lotte siciliane dei '''[[Fasci siciliani]]''' (detti anche Fasci siciliani dei lavoratori), un movimento di massa democratico-[[socialista]], sviluppatosi nell'isola dal [[1891]] al [[1893]] soprattutto fra proletariato urbano, braccianti agricoli, minatori ed operai. Stesso appoggio fu dato all''''[[insurrezione in Lunigiana]]''' nel gennaio del [[1894]] e a tutte le battaglie sociali e [[sindacali]] nella penisola (si pensi alla storia del [[il Primo Maggio|Primo Maggio]] sulle 8 ore lavorative o allo sciopero delle sigaraie del [[1885]]). | ||
[[image:Bresci1.jpg|thumb|left|[[Gaetano Bresci]] uccide Umberto I di Savoia, illustrazione di Flavio Costantini, particolare]] | [[image:Bresci1.jpg|thumb|left|[[Gaetano Bresci]] uccide Umberto I di Savoia, illustrazione di Flavio Costantini, particolare]] | ||
Durante questa fase storica la [[repressione]] del [[movimento anarchico|movimento]] fu molto forte, costringendo la fuga forzata di figure di primo piano come Cafiero, Merlino (alla fine del secolo questi divenne un teorico del [[socialismo libertario]]), [[Malatesta]] e altri. La [[repressione]] portò paradossalmente ad una maggior diffusione di pratiche [[anarco-individualismo |individualiste]] e d'azione diretta ("[[propaganda col fatto]]") particolarmente [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|violente]]. Molti di questi attentati furono compiuti all'estero, dove molti | Durante questa fase storica la [[repressione]] del [[movimento anarchico|movimento]] fu molto forte, costringendo la fuga forzata di figure di primo piano come [[Cafiero]], [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] (alla fine del secolo questi divenne un teorico del [[socialismo libertario]]), [[Malatesta]] e altri. La [[repressione]] portò paradossalmente ad una maggior diffusione di pratiche [[anarco-individualismo|individualiste]] e d'[[azione diretta]] ("[[propaganda col fatto]]") particolarmente [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|violente]]. Molti di questi attentati furono compiuti all'estero, dove molti [[anarchici]] si erano trasferiti per sfuggire alla [[repressione]] o in cerca di migliori fortune: | ||
*'''[[1878]]''': [[Giovanni Passannante]] tenta d'assassinare il re Umberto I a Napoli; | *'''[[1878]]''': [[Giovanni Passannante]] tenta d'assassinare il re Umberto I a Napoli; | ||
*'''[[1894]]''': [[Sante Caserio]] pugnala a morte il presidente francese Sadi Carnot a Lione (Francia); [[Paolo Lega]] attenta a Roma alla vita dell'allora presidente del Consiglio Francesco Crispi. | *'''[[1894]]''': [[Sante Caserio]] pugnala a morte il presidente francese Sadi Carnot a Lione (Francia); [[Paolo Lega]] attenta a Roma alla vita dell'allora presidente del Consiglio Francesco Crispi. |