Biblioteca Franco Serantini: differenze tra le versioni

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La nascita della Biblioteca risale al [[1979]], quando gli anarchici pisani, su proposta di [[Franco Bertolucci]], decidono di intitolare a [[Franco Serantini]] la raccolta che stava prendendo corpo nei locali della sede politica. La Biblioteca mantiene inizialmente un'impostazione di stampo "militante", rivolta ad una fruizione interna al gruppo anarchico, ma ben presto i promotori aprono le porte agli studiosi e al dialogo con la cittadinanza, ponendo le basi di un duraturo progetto culturale improntato sia all'impegno sociale che alla scientificità storiografica.
La nascita della Biblioteca risale al [[1979]], quando gli anarchici pisani, su proposta di [[Franco Bertolucci]], decidono di intitolare a [[Franco Serantini]] la raccolta che stava prendendo corpo nei locali della sede politica. La Biblioteca mantiene inizialmente un'impostazione di stampo "militante", rivolta ad una fruizione interna al gruppo anarchico, ma ben presto i promotori aprono le porte agli studiosi e al dialogo con la cittadinanza, ponendo le basi di un duraturo progetto culturale improntato sia all'impegno sociale che alla scientificità storiografica.


La sede della [[Federazione anarchica pisana]], situata in via S. Martino 48, viene abbandonata nel [[1986]] a causa del mancato rinnovo del contratto di locazione. Costretti a denunciare l'assoluta mancanza di spazi sociali per l'associazionismo di base, i curatori della "Serantini" occupano l'ottocentesco Palazzo Cevoli, di proprietà comunale, condividendolo con altre associazioni cittadine. La risposta da parte dell'amministrazione è un'ingiunzione di sfratto, presto diventata esecutiva, e solo nel [[1992]] si prospetta finalmente una via d'uscita al problema, quando la Provincia di Pisa assume l'impegno di tutelare e valorizzare il patrimonio della Biblioteca individuando dei locali autonomi all'interno del complesso scolastico Concetto Marchesi, dove la "Serantini" è rimasta fino al [[2011]], quando ha terminato il trasferimento del proprio patrimonio, iniziato nel [[2008]], presso l'Archivio generale dell'Università di Pisa.
La sede della [[Federazione Anarchica Pisana]], situata in via S. Martino 48, viene abbandonata nel [[1986]] a causa del mancato rinnovo del contratto di locazione. Costretti a denunciare l'assoluta mancanza di spazi sociali per l'associazionismo di base, i curatori della "Serantini" occupano l'ottocentesco Palazzo Cevoli, di proprietà comunale, condividendolo con altre associazioni cittadine. La risposta da parte dell'amministrazione è un'ingiunzione di sfratto, presto diventata esecutiva, e solo nel [[1992]] si prospetta finalmente una via d'uscita al problema, quando la Provincia di Pisa assume l'impegno di tutelare e valorizzare il patrimonio della Biblioteca individuando dei locali autonomi all'interno del complesso scolastico Concetto Marchesi, dove la "Serantini" è rimasta fino al [[2011]], quando ha terminato il trasferimento del proprio patrimonio, iniziato nel [[2008]], presso l'Archivio generale dell'Università di Pisa.


Il primo nucleo librario è costituito dalla donazione dell'anziano anarchico [[Gino Giannotti]], operaio di Santa Croce sull'Arno: una collezione di circa 1.500 pezzi stampati a partire dal [[1840]], di interesse politico, storico, filosofico, economico e letterario, in grado di offrire uno spaccato delle letture e quindi della crescita culturale e politica di un militante autodidatta nella prima metà del Novecento. Accanto a questo patrimonio la Biblioteca inizia a raccogliere materiale bibliografico di aggiornamento ma anche edizioni risalenti agli albori del movimento operaio, alcune significative per la loro rarità. La politica degli acquisti viene integrata dalle numerose donazioni e specifici nuclei sono stati mantenuti come fondi autonomi intestati al nome del donatore. Tra i fondi personali di maggior interesse si segnalano quelli di [[Joseph Cono]], anarchico italiano emigrato negli Stati Uniti, e di [[Pier Carlo Masini]], testimonianza di un consolidato rapporto di collaborazione e amicizia determinante anche per la nascita della «[[Rivista storica dell'anarchismo]]» (uscita tra il [[1994]] e il [[2004]]) e oggi continuata dai «[[Quaderni della Rivista storica dell'anarchismo]]».
Il primo nucleo librario è costituito dalla donazione dell'anziano anarchico [[Gino Giannotti]], operaio di Santa Croce sull'Arno: una collezione di circa 1.500 pezzi stampati a partire dal [[1840]], di interesse politico, storico, filosofico, economico e letterario, in grado di offrire uno spaccato delle letture e quindi della crescita culturale e politica di un militante autodidatta nella prima metà del Novecento. Accanto a questo patrimonio la Biblioteca inizia a raccogliere materiale bibliografico di aggiornamento ma anche edizioni risalenti agli albori del movimento operaio, alcune significative per la loro rarità. La politica degli acquisti viene integrata dalle numerose donazioni e specifici nuclei sono stati mantenuti come fondi autonomi intestati al nome del donatore. Tra i fondi personali di maggior interesse si segnalano quelli di [[Joseph Cono]], anarchico italiano emigrato negli Stati Uniti, e di [[Pier Carlo Masini]], testimonianza di un consolidato rapporto di collaborazione e amicizia determinante anche per la nascita della «[[Rivista storica dell'anarchismo]]» (uscita tra il [[1994]] e il [[2004]]) e oggi continuata dai «[[Quaderni della Rivista storica dell'anarchismo]]».
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