Umberto Tommasini: differenze tra le versioni

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Dopo i tragici fatti del [[la_Rivoluzione_spagnola_%281936-39%29#L.E2.80.99autoritarismo_degli_stalinisti:_repressione_degli_anarchici_e_del_POUM_.28maggio_1937.29|maggio 1937]], l'anarchico triestino non ritorna in [[Francia]] e si dedica alla progettazione di un attentato contro [[Mussolini]] da realizzarsi nell'estate seguente. La polizia [[fascista]] ne è al corrente grazie alle delazioni di un anarchico informatore della polizia, [[Mario Buda]].
Dopo i tragici fatti del [[la_Rivoluzione_spagnola_%281936-39%29#L.E2.80.99autoritarismo_degli_stalinisti:_repressione_degli_anarchici_e_del_POUM_.28maggio_1937.29|maggio 1937]], l'anarchico triestino non ritorna in [[Francia]] e si dedica alla progettazione di un attentato contro [[Mussolini]] da realizzarsi nell'estate seguente. La polizia [[fascista]] ne è al corrente grazie alle delazioni di un anarchico informatore della polizia, [[Mario Buda]].


=== La seconda guerra mondiale ===
=== La Seconda guerra mondiale ===


Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, viene arrestato nel [[1940]] ed internato nel campo di concentramento di Vernet d'Ariege, quindi è estradato in [[Italia]] dopo l'armistizio italo-francese. Dal [[1941|'41]] al [[1943|'43]] è tra le centinaia di [[anarchici]] confinati sull'isola di Ventotene, dove ritorna a svolgere la mansione di cuoco della mensa libertaria. A Ventotene si scontra con [[Giuseppe Di Vittorio]], che nell'estate del [[1937]], a Parigi, aveva calunniato [[Camillo Berneri]]. Dopo il [[25 luglio]] [[1943]], mentre gli altri detenuti politici vengono liberati, Tommasini, insieme agli altri anarchici e agli slavi, è trattenuto nel campo. Rimarrà internato a [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari|Renicci D'Anghiari]] (Arezzo) sino a poche ore prima dell'arrivo dei [[nazismo|nazisti]] l'[[8 settembre]] [[1943]].  
Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, viene arrestato nel [[1940]] ed internato nel campo di concentramento di Vernet d'Ariege, quindi è estradato in [[Italia]] dopo l'armistizio italo-francese. Dal [[1941|'41]] al [[1943|'43]] è tra le centinaia di [[anarchici]] confinati sull'isola di Ventotene, dove ritorna a svolgere la mansione di cuoco della mensa libertaria. A Ventotene si scontra con [[Giuseppe Di Vittorio]], che nell'estate del [[1937]], a Parigi, aveva calunniato [[Camillo Berneri]]. Dopo il [[25 luglio]] [[1943]], mentre gli altri detenuti politici vengono liberati, Tommasini, insieme agli altri anarchici e agli slavi, è trattenuto nel campo. Rimarrà internato a [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari|Renicci D'Anghiari]] (Arezzo) sino a poche ore prima dell'arrivo dei [[nazismo|nazisti]] l'[[8 settembre]] [[1943]].  


Mentre molti anarchici entrano nella [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]], egli si rifiuta in quanto tra i partigiani dominano i [[comunismo|comunisti]] e con loro non vuole avere a che fare più niente. Rimane quindi nell'Appennino emiliano, riprende i contatti con i compagni anarchici e aiuta gli sfollati.
Mentre molti anarchici entrano nella [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]], egli si rifiuta in quanto tra i partigiani dominano i [[comunismo|comunisti]] e con loro non vuole avere a che fare più niente. Rimane quindi nell'Appennino emiliano, riprende i contatti con i compagni anarchici e aiuta gli sfollati.
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