Il Risveglio Anarchico: differenze tra le versioni

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Interessante da seguire, per una maggiore comprensione della posizione, non solo ideologica ma anche tattica, del foglio di [[Luigi Bertoni|Bertoni]], è altresì l'intervento nella polemica scatenatasi negli ambienti libertari alla notizia che le organizzazioni [[anarchiche]] e [[anarco-sindacaliste]] avevano accettato di partecipare al governo della Generalitat di Catalogna e, quindi, a quello centrale di Madrid. All'intransigenza dell'ala «purista» che si era affrettata a scagliare anatemi contro i compagni spagnoli, il cui cedimento era stato interpretato come un'abiura all'«ideologia antistatale», ''Il Risveglio'' oppose una più serena e tollerante comprensione per l'operato dei propri correligionari - costretti ad agire, sottolineava, in condizioni del tutto particolari ed in pratica sotto la pressione di «un vero e proprio ricatto, Madrid disponendo sola d'armi e di denaro» - ma non celando, per questo, perplessità e riserve, anche sul terreno dei principi:
Interessante da seguire, per una maggiore comprensione della posizione, non solo ideologica ma anche tattica, del foglio di [[Luigi Bertoni|Bertoni]], è altresì l'intervento nella polemica scatenatasi negli ambienti libertari alla notizia che le organizzazioni [[anarchiche]] e [[anarco-sindacaliste]] avevano accettato di partecipare al governo della Generalitat di Catalogna e, quindi, a quello centrale di Madrid. All'intransigenza dell'ala «purista» che si era affrettata a scagliare anatemi contro i compagni spagnoli, il cui cedimento era stato interpretato come un'abiura all'«ideologia antistatale», ''Il Risveglio'' oppose una più serena e tollerante comprensione per l'operato dei propri correligionari - costretti ad agire, sottolineava, in condizioni del tutto particolari ed in pratica sotto la pressione di «un vero e proprio ricatto, Madrid disponendo sola d'armi e di denaro» - ma non celando, per questo, perplessità e riserve, anche sul terreno dei principi:
:«Confessiamo - si legge nel l'editoriale ''Questioni spinose'' - che si tratta di un esperimento che c'inspira seri timori, malgrado l'intera fiducia negli uomini. Sappiamo che il governo attuale di [[Spagna]] differisce assai da un governo ordinario, ma quanto avremmo preferito la partecipazone ad un semplice Consiglio di difesa, la cui esistenza è limitata al periodo di guerra». Tuttavia - vi si aggiungeva, subito dopo - «per aver visto le cose da vicino ed essere stati informati della reale situazione, noi non condanniamo i nostri saliti o piuttosto scesi [...] al potere. Necessità non ha legge. Cosa immaginare di più drammatico d'una richiesta per telefono dal fronte di munizioni, a cui non si può rispondere con l'immediato invio? E a cosa non ci si sobbarcherebbe per essere invece in grado di darvi seguito? È così che va posta la questione e non altrimenti, se non si vogliono fare delle vane dissertazioni e pronunciare invece un equo giudizio».
:«Confessiamo - si legge nel l'editoriale ''Questioni spinose'' - che si tratta di un esperimento che c'inspira seri timori, malgrado l'intera fiducia negli uomini. Sappiamo che il governo attuale di [[Spagna]] differisce assai da un governo ordinario, ma quanto avremmo preferito la partecipazone ad un semplice Consiglio di difesa, la cui esistenza è limitata al periodo di guerra».  
 
Tuttavia - vi si aggiungeva, subito dopo:
:«[...] per aver visto le cose da vicino ed essere stati informati della reale situazione, noi non condanniamo i nostri saliti o piuttosto scesi [...] al potere. Necessità non ha legge. Cosa immaginare di più drammatico d'una richiesta per telefono dal fronte di munizioni, a cui non si può rispondere con l'immediato invio? E a cosa non ci si sobbarcherebbe per essere invece in grado di darvi seguito? È così che va posta la questione e non altrimenti, se non si vogliono fare delle vane dissertazioni e pronunciare invece un equo giudizio».


A sostegno di tali vedute, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] aveva anche riproposto alla riflessione dei suoi oppositori, il vecchio scritto di [[Malatesta]], ''Verso l'Anarchia'' ([[1910]]), ripubblicandolo sul n. 959, del [[31 ottobre]] [[1936]], con una postilla redazionale, in cui si precisava che «diamo una volta di più questo penetrante articolo di [[Malatesta]] per quei compagni che rimproverano alla [[C.N.T.]] ed alla [[F.A.I.]] di non aver realizzato l'[[anarchia]] d'un solo colpo e che trovano inamissibili le concezioni che hanno finito per fare con gravi strappi ai principi». Costretto, dall'inasprimento della polemica, a risollevare più volte la questione, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] ribadì, in tali occasioni, che i compagni spagnoli «hanno dovuto semplicemente cedere a mostruose necessità d'una guerra che da civile è diventata internazionale»; e che, in ultima analisi, non sussistevano alternative al mantenimento della forma statale, «voluta del resto dalla maggioranza del popolo», dal momento che «la [[Spagna]] non poteva rompere i suoi rapporti diplomatici e [[statali]] col resto del mondo, per l'ovvia ragione che facendolo il potere legittimo diventava quello di Franco». <ref>Vedi, in particolare, su questo interessante dibattito, ''Polemica'', n. 961, del 12 dicembre 1936; e ''In margine alla polemica'', n. 967, del 26 febbraio 1937.</ref>
A sostegno di tali vedute, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] aveva anche riproposto alla riflessione dei suoi oppositori, il vecchio scritto di [[Malatesta]], ''Verso l'Anarchia'' ([[1910]]), ripubblicandolo sul n. 959, del [[31 ottobre]] [[1936]], con una postilla redazionale, in cui si precisava che «diamo una volta di più questo penetrante articolo di [[Malatesta]] per quei compagni che rimproverano alla [[C.N.T.]] ed alla [[F.A.I.]] di non aver realizzato l'[[anarchia]] d'un solo colpo e che trovano inamissibili le concezioni che hanno finito per fare con gravi strappi ai principi». Costretto, dall'inasprimento della polemica, a risollevare più volte la questione, [[Luigi Bertoni|Bertoni]] ribadì, in tali occasioni, che i compagni spagnoli «hanno dovuto semplicemente cedere a mostruose necessità d'una guerra che da civile è diventata internazionale»; e che, in ultima analisi, non sussistevano alternative al mantenimento della forma statale, «voluta del resto dalla maggioranza del popolo», dal momento che «la [[Spagna]] non poteva rompere i suoi rapporti diplomatici e [[statali]] col resto del mondo, per l'ovvia ragione che facendolo il potere legittimo diventava quello di Franco». <ref>Vedi, in particolare, su questo interessante dibattito, ''Polemica'', n. 961, del 12 dicembre 1936; e ''In margine alla polemica'', n. 967, del 26 febbraio 1937.</ref>
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