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Dopo il [[1946]], la spartizione del mondo in due blocchi imperialisti contrapposti, la guerra fredda e le minacce atomiche hanno ridotto le possibilità di azione per i libertari. Il radicarsi del legame tra lavoratori da un parte e sindacati e partiti politici dall'altra ha marginalizzato sempre più le correnti anarchiche. | Dopo il [[1946]], la spartizione del mondo in due blocchi imperialisti contrapposti, la guerra fredda e le minacce atomiche hanno ridotto le possibilità di azione per i libertari. Il radicarsi del legame tra lavoratori da un parte e sindacati e partiti politici dall'altra ha marginalizzato sempre più le correnti anarchiche. | ||
Dopo | Dopo il '68, tuttavia, a seguito dell'esplodere della rivolta studentesca e giovanile, le idee libertarie hanno conosciuto un ritorno di vigore, anche all'interno del movimento sociale, con la generalizzazione di concetti come "autogestione" o "gestione diretta". A tutto questo occorre aggiungere la reazione sempre più viva di vasti settori della popolazione contro la burocratizzazione delle società sia del blocco [[socialista]] che di quello [[liberalismo|liberale]]. In Italia, anche all'interno della [[contestazione]], queste idee non sono state appannaggio dei soli gruppi anarchici, ma anzi sono state fatte proprie in modo più o meno coerente, anche dai gruppi che si rifacevano al [[Leon Trotzky|trotskismo]] e al [[Mao|maoismo]] quando non addirittura al [[Karl Marx|marxismo]] e al [[Lenin|leninismo]]. | ||
== Bibliografia == | == Bibliografia == |