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===Ritorno in Italia e l'avvento del fascismo=== | ===Ritorno in Italia e l'avvento del fascismo=== | ||
[[Image:UN1.jpg|thumb|300px|Prima pagina del primo numero di Umanità Nova del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]], giornale a cui Frigerio collaborò lungamente.]] | [[Image:UN1.jpg|thumb|300px|Prima pagina del primo numero di ''[[Umanità Nova]]'' del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]], giornale a cui Frigerio collaborò lungamente.]] | ||
Nel novembre del [[1919]] viene chiamato dagli anarchici milanesi a stabilirsi nel capoluogo lombardo per diventare redattore di ''[[Umanità Nova]]'', occupandosi in particolare di politica estera. Il [[17 ottobre]] [[1920]] viene arrestato con [[Malatesta]] e scarcerato il [[1° novembre]]. Poco tempo dopo è coinputato nell'istruttoria per «cospirazione contro i poteri dello stato», aperta nel [[1921]] nei confronti di diversi collaboratori di ''[[Umanità Nova]]'' ([[Armando Borghi]], [[Corrado Quaglino]], [[Virgilia D'Andrea]] ed altri...). Assolto nel mese di marzo, resta pur sempre detenuto per «sospetti di complicità con i responsabili» della [[Teatro Diana|strage del Teatro Diana]] e viene liberato solo il [[23 giugno]]. Trasferita la redazione di ''[[Umanità Nova]]'' a Roma, si stabilisce nella capitale italiana, proprio nel momento in cui il [[fascismo]] comincia a manifestare la propria [[violenza]] contro tutti coloro i non allineati alle posizioni del regime. Carlo Frigerio, nonostante tutto, rimane in [[Italia]] e a partire dal [[1924]] collabora alla rivista ''[[Pensiero e Volontà]]''. | Nel novembre del [[1919]] viene chiamato dagli anarchici milanesi a stabilirsi nel capoluogo lombardo per diventare redattore di ''[[Umanità Nova]]'', occupandosi in particolare di politica estera. Il [[17 ottobre]] [[1920]] viene arrestato con [[Malatesta]] e scarcerato il [[1° novembre]]. Poco tempo dopo è coinputato nell'istruttoria per «cospirazione contro i poteri dello stato», aperta nel [[1921]] nei confronti di diversi collaboratori di ''[[Umanità Nova]]'' ([[Armando Borghi]], [[Corrado Quaglino]], [[Virgilia D'Andrea]] ed altri...). Assolto nel mese di marzo, resta pur sempre detenuto per «sospetti di complicità con i responsabili» della [[Teatro Diana|strage del Teatro Diana]] e viene liberato solo il [[23 giugno]]. Trasferita la redazione di ''[[Umanità Nova]]'' a Roma, si stabilisce nella capitale italiana, proprio nel momento in cui il [[fascismo]] comincia a manifestare la propria [[violenza]] contro tutti coloro i non allineati alle posizioni del regime. Carlo Frigerio, nonostante tutto, rimane in [[Italia]] e a partire dal [[1924]] collabora alla rivista ''[[Pensiero e Volontà]]''. | ||