Jean Meslier: differenze tra le versioni

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Durante la Rivoluzione, le sue idee verranno fatte proprie dagli [[Enragés]] (anche se il loro leader, il prete costituzionale [[Jacques Roux]], non era ateo) e da [[Jacques-René Hébert]].
Durante la Rivoluzione, le sue idee verranno fatte proprie dagli [[Enragés]] (anche se il loro leader, il prete costituzionale [[Jacques Roux]], non era ateo) e da [[Jacques-René Hébert]].


Nel suo ''Trattato di ateologia'', il filosofo francese [[Michel Onfray]] considera Meslier il primo filosofo ateo della storia. L'autore pone l'accento sulla differenza fra il pensiero del curato e quello di altri filosofi considerati, a torto, atei quali [[Epicuro]] o [[Baruch Spinoza]]: mentre questi ultimi affermano l'esistenza di una o più entità divine, anche se [[Materialismo|composte da atomi]] o [[Panteismo|perfettamente coincidente con la Natura]], Meslier confuta radicalmente l'esistenza di qualsiasi divinità o essere trascendente, e a ciò accompagna la critica di tutte religioni in generale e del cristianesimo in particolare. Secondo Onfray, dunque, è dall'apertura del ''Testamento'' che si può iniziare a parlare di ateismo filosofico senza possibilità di contestazione. <ref>Michel Onfray, ''Traité d'athéologie'', éditions Grasset, 2005, p. 55</ref>
Nel suo ''Trattato di ateologia'', il filosofo francese [[Michel Onfray]] considera Meslier il primo filosofo ateo della storia. L'autore pone l'accento sulla differenza fra il pensiero del curato e quello di altri filosofi considerati, a torto, atei quali [[Epicuro]] o [[Baruch Spinoza]]: mentre questi ultimi affermano l'esistenza di una o più entità divine, anche se composte da atomi o perfettamente coincidente con la Natura, Meslier confuta radicalmente l'esistenza di qualsiasi divinità o essere trascendente, e a ciò accompagna la critica di tutte religioni in generale e del cristianesimo in particolare. Secondo Onfray, dunque, è dall'apertura del ''Testamento'' che si può iniziare a parlare di ateismo filosofico senza possibilità di contestazione. <ref>Michel Onfray, ''Traité d'athéologie'', éditions Grasset, 2005, p. 55</ref>


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