Dante Carnesecchi: differenze tra le versioni

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*'''Testimonianza dei compagni e della madre:'''
*'''Testimonianza dei compagni e della madre:'''


Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere «proditoriamente e selvaggiamente assassinato» il loro compagno di ideali: il [[27 marzo]] i carabinieri del "Limone", '''racconta «[[Il Libertario]]»''', «sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di "Bandiera rossa" ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi, egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano "'''Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata!'''" e il brigadiere ordinava "'''Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!'''"».
Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere «proditoriamente e selvaggiamente assassinato» il loro compagno di ideali: il [[27 marzo]] i carabinieri del "Limone", '''racconta «[[Il Libertario]]»''', «sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di ''Bandiera rossa'' ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi, egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano "'''Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata!'''" e il brigadiere ordinava "'''Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!'''"».


Il [[29 marzo]] [[1921]] la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatori, puntualizzando che il [[27 marzo]] i carabinieri hanno ingiunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: «Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [...] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declinò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mio figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpito da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [...] È pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura».
Il [[29 marzo]] [[1921]] la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatori, puntualizzando che il [[27 marzo]] i carabinieri hanno ingiunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: «Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [...] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declinò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mio figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpito da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [...] È pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura».
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