Sergej Gennadjevič Nečaev: differenze tra le versioni

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=== La «nečaevščina» ===
=== La «nečaevščina» ===
Il testo de ''Il catechismo'' ci mette di fronte a un atteggiamento rivoluzionario di tipo [[nichilista]]: l'autore descrive la rivoluzione come un fine in sé, al quale tutto il resto è subordinato. Il carattere strettamente attivista de ''Il catechismo'' salta subito agli occhi. Normalmente, il rivoluzionario cerca l'azione di massa; e poiché il suo scopo è di aiutare i lavoratori a organizzarsi, egli si sforza di mobilitarli e di inquadrarli, ideologicamente e praticamente, per aiutarli a prendere coscienza dei propri interessi e delle proprie forze, cosicché possano lottare efficacemente per gli obiettivi economici, sociali e politici da raggiungere. In questa prospettiva, il rivoluzionario è un uomo che si è schierato personalmente, impegnandosi nelle file del proletariato, uno che sceglie di partecipare '''direttamente''' alla lotta di classe. Il punto di vista dell'autore de ''Il catechismo'', invece, è completamente diverso. Per lui, il ruolo fondamentale di un rivoluzionario non è più quello di impegnarsi in un'azione di massa, né di aiutare con gli strumenti intellettuali della dottrina, dell'informazione o della propaganda, le classi sfruttate a prendere coscienza della loro condizione, e ancor meno di lottare a fianco dei lavoratoriper la causa rivoluzionaria. È '''dall'esterno''' che il [[nichilista]] agirà sulla pratica rivoluzionaria: il suo metodo consisterà, dunque, nel provocare dall'esterno e '''indirettamente''' agitazioni irreversibili utili alla rivoluzione. Il [[nichilista]] dovrà imparare a manipolare passioni dall'impatto devastante. Dovrà creare situazioni insostenibili e provocare ovunque la [[repressione]]. Qui il popolo non è più il fine, bensì il mezzo della rivoluzione. Non c'è più bisogno di un'ideologia: bastano poche idee elementari. La rivoluzione è un problema di fisica, le masse sono la fonte d'energia. Da qui il profondo disprezzo per Nečaev per tutti i dottrinari, i rivoluzionari a parole e gli studenti, che provenivano generalmente dalla piccola nobiltà o dalla borghesia. Egli era assolutamente convinto, difatti, che la [[rivoluzione russa]] non sarebbe mai arrivata grazie ai membri dell'intellighenzia.
Il testo de ''Il catechismo'' ci mette di fronte a un atteggiamento rivoluzionario di tipo [[nichilista]]: l'autore descrive la rivoluzione come un fine in sé, al quale tutto il resto è subordinato. Il carattere strettamente attivista de ''Il catechismo'' salta subito agli occhi. Normalmente, il rivoluzionario cerca l'azione di massa; e poiché il suo scopo è di aiutare i lavoratori a organizzarsi, egli si sforza di mobilitarli e di inquadrarli, ideologicamente e praticamente, per aiutarli a prendere coscienza dei propri interessi e delle proprie forze, cosicché possano lottare efficacemente per gli obiettivi economici, sociali e politici da raggiungere. In questa prospettiva, il rivoluzionario è un uomo che si è schierato personalmente, impegnandosi nelle file del proletariato, uno che sceglie di partecipare '''direttamente''' alla lotta di classe. Il punto di vista dell'autore de ''Il catechismo'', invece, è completamente diverso. Per lui, il ruolo fondamentale di un rivoluzionario non è più quello di impegnarsi in un'azione di massa, né di aiutare con gli strumenti intellettuali della dottrina, dell'informazione o della propaganda, le classi sfruttate a prendere coscienza della loro condizione, e ancor meno di lottare a fianco dei lavoratoriper la causa rivoluzionaria. È dall'esterno che il [[nichilista]] agirà sulla pratica rivoluzionaria: il suo metodo consisterà, dunque, nel provocare dall'esterno e '''indirettamente''' agitazioni irreversibili utili alla rivoluzione. Il [[nichilista]] dovrà imparare a manipolare passioni dall'impatto devastante. Dovrà creare situazioni insostenibili e provocare ovunque la [[repressione]]. Qui il popolo non è più il fine, bensì il mezzo della rivoluzione. Non c'è più bisogno di un'ideologia: bastano poche idee elementari. La rivoluzione è un problema di fisica, le masse sono la fonte d'energia. Da qui il profondo disprezzo per Nečaev per tutti i dottrinari, i rivoluzionari a parole e gli studenti, che provenivano generalmente dalla piccola nobiltà o dalla borghesia. Egli era assolutamente convinto, difatti, che la [[rivoluzione russa]] non sarebbe mai arrivata grazie ai membri dell'intellighenzia.


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