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==Biografia == | ==Biografia == | ||
'''Michel Foucault''', il cui nome completo è '''Paul-Michel Foucault''', nasce a Poitiers, in [[Francia]], nel [[1926]]. <ref>Daniel Defert, « Chronologie », in ''Dits et Écrits'', I, p. 13: « nato à | '''Michel Foucault''', il cui nome completo è '''Paul-Michel Foucault''', nasce a Poitiers, in [[Francia]], nel [[1926]]. <ref>Daniel Defert, « Chronologie », in ''Dits et Écrits'', I, p. 13: « nato à Poitiers, al n° 10, di via della Visitation, più tardi via Arthur-Ranc ».</ref> Il padre di Michel, Paul Foucault, è un [[medicina sociale|medico]], così come il nonno e il bisnonno paterno. Il ramo paterno della famiglia Foucault, di religione cattolica, è fortemente legato alle tradizioni e per Michel è già stato tracciato il percorso che lo avrebbe dovuto portare alla carriera medica (anche il fratello maggiore di Michel diverrà medico). Tuttavia il rapporto conflittuale con il padre (la successiva eliminazione di "Paul" dal suo nome rende l'idea di quali rapporti ci fossero tra i due) porta Michel a ribellarsi all'[[autorità]] familiare. Già ad undici anni sorprende il padre dichiarando di voler fare lo storico. | ||
Quasi per redimerlo, nel [[1940]] viene mandato in un collegio religioso, dove tuttavia, grazie all'interessamento della madre, prenderà | Quasi per redimerlo, nel [[1940]] viene mandato in un collegio religioso, dove tuttavia, grazie all'interessamento della madre, prenderà anche lezioni private di [[filosofia]]. | ||
Negli anni universitari Foucault studia [[psicologia]] e [[filosofia]], sotto l'insegnamento di Merleau-Ponty, Hyppolite e Althusser. Questi sono anni molto difficili per Michel Foucault: vive con parecchio disagio la propria omosessualità | Negli anni universitari Foucault studia [[psicologia]] e [[filosofia]], sotto l'insegnamento di Merleau-Ponty, Hyppolite e Althusser. Questi sono anni molto difficili per Michel Foucault: vive con parecchio disagio la propria omosessualità e per questo tenta tre volte di suicidarsi. Inoltre insorge in lui qualche piccolo problema con l'alcol che lo porta per un breve periodo in analisi. | ||
Dal punto di vista politico, inizialmente, nel [[1950]], aderisce al Partito Comunista, dal quale però fuoriesce due anni dopo in quanto non in sintonia con il carattere autoritario del [[marxismo]]. Gli studi filosofici lo portano invece ad approfondire [[Ferdinand de Saussurre]], [[Soren Kirkegaard]], [[Martin Heidegger]] e [[Jacques Lacan]], ma è soprattutto [[Friedrich Nietzsche]] ad interessarlo e ad influenzarlo. | Dal punto di vista politico, inizialmente, nel [[1950]], aderisce al Partito Comunista, dal quale però fuoriesce due anni dopo in quanto non in sintonia con il carattere autoritario del [[marxismo]]. Gli studi filosofici lo portano invece ad approfondire [[Ferdinand de Saussurre]], [[Soren Kirkegaard]], [[Martin Heidegger]] e [[Jacques Lacan]], ma è soprattutto [[Friedrich Nietzsche]] ad interessarlo e ad influenzarlo. | ||
In quegli stessi anni ottiene i primi incarichi universitari, che lo portano in [[Svezia]], in [[Polonia]] e in [[Germania]]. Inizia anche una relazione burrascosa con il compositore Jean Barraqué, che terminerà | In quegli stessi anni ottiene i primi incarichi universitari, che lo portano in [[Svezia]], in [[Polonia]] e in [[Germania]]. Inizia anche una relazione burrascosa con il compositore Jean Barraqué, che terminerà nel giro di pochi anni. Nel [[1955]] inizia un'intensa amicizia con [[Roland Barthes|Barthes]] e Dumézil. Nel [[1960]] pubblica la sua prima opera importante, ''Storia della follia in età classica''. | ||
Nel [[1966]] rifiuta un incarico, che lo avrebbe portato in [[Giappone]] e a cui teneva molto, per stare vicino al suo nuovo compagno, '''Daniel Defert''', allora impegnato nel servizio militare e con il quale rimarrà | Nel [[1966]] rifiuta un incarico, che lo avrebbe portato in [[Giappone]] e a cui teneva molto, per stare vicino al suo nuovo compagno, '''Daniel Defert''', allora impegnato nel servizio militare e con il quale rimarrà legato per tutta la vita. Accetta allora in cambio un incarico che lo porta a Tunisi, comunque lontano dal mondo accademico francese, che sembra poco gradire la sua vita privata. A Tunisi si espone per difendere studenti ingiustamente incarcerati, spesso procurando loro avvocati con i quali potersi difendere. Nello stesso anno con [[Gilles Deleuze]] cura l'edizione francese dell'opera omnia di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e pubblica ''Le parole e le cose'', grazie al quale comincia ad essere apprezzato nel mondo accademico. | ||
Alla fine degli anni '60 Foucault ritorna a Parigi e si schiera con il movimento studentesco, "per colpa" del quale conosce anche le [[carcere|prigioni]] francesi. In [[Francia]] inizialmente gli assegnano cattedre minori, prima quella dell'università | Alla fine degli anni '60 Foucault ritorna a Parigi e si schiera con il movimento studentesco, "per colpa" del quale conosce anche le [[carcere|prigioni]] francesi. In [[Francia]] inizialmente gli assegnano cattedre minori, prima quella dell'università di Clermont-Ferrand e poi di quella di Vincennes. | ||
Finalmente nel [[1971]] può insegnare presso il Collège de France, la più prestigiosa istituzione culturale francese, dove tiene corsi di Storia e dei Sistemi di Pensiero praticamente fino alla sua morte. Nel novembre del [[1972]] partecipa, insieme tra gli altri a Jean-Paul Sartre, alle prime manifestazioni in solidarietà | Finalmente nel [[1971]] può insegnare presso il Collège de France, la più prestigiosa istituzione culturale francese, dove tiene corsi di Storia e dei Sistemi di Pensiero praticamente fino alla sua morte. Nel novembre del [[1972]] partecipa, insieme tra gli altri a Jean-Paul Sartre, alle prime manifestazioni in solidarietà ai [[Immigrazione|lavoratori migranti]]. <ref>Hélène Trappo, « Dalla clandestinità alla riconoscenza: conversazione con Said Bouziri e Driss El Yazami », Pieno diritto « Lavoro nero? Lavoro clandestino? Lavoro illegale? », n° 11, luglio 1990 (leggere articolo on-line in [http://www.gisti.org/doc/plein-droit/11/clandestinite.html archivio])</ref> | ||
La sua ricerca si incentra principalmente sulle modalità | La sua ricerca si incentra principalmente sulle modalità in cui il potere si manifesta e si organizza per controllare gli [[individuo|individui]] e i loro corpi, nel tentativo di “normalizzare” ogni forma di presunta devianza. Le opere successive sono orientate verso l'analisi dei metodi di medicalizzazione degli "anormali", alla nascita del sistema carcerario (''Sorvegliare e punire'', [[1975]]) e alla psichiatria (''La nascita della clinica'', pubblicato nel [[1963]]). | ||
Grazie a ''Sorvegliare e punire'', scritto dopo la militanza nel [[Gruppo Informazioni Prigioni]] ('''G.I.P.'''), viene invitato da Leo Bersani a Berkeley. | Grazie a ''Sorvegliare e punire'', scritto dopo la militanza nel [[Gruppo Informazioni Prigioni]] ('''G.I.P.'''), viene invitato da Leo Bersani a Berkeley. | ||
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== Il pensiero == | == Il pensiero == | ||
: «Il XVIII secolo ha senza dubbio inventato la libertà, ma ha dato loro una base profonda e solida la società | : «Il XVIII secolo ha senza dubbio inventato la libertà, ma ha dato loro una base profonda e solida la società disciplinare, da cui dipendiamo ancora oggi». | ||
Nella fase iniziale dei suoi studi, a cui appartengono ''Storia della follia nell'età | Nella fase iniziale dei suoi studi, a cui appartengono ''Storia della follia nell'età classica'', ''Nascita della clinica'', ''Le parole e le cose'' e ''L'archeologia del sapere'', l'analisi foucaultiana è definita di tipo “archeologica", in cui vengono analizzati i processi di costituzione e di formazione del sapere in funzione del tempo, del luogo e della disciplina. Per questo introduce il concetto di "[[epistemologia|episteme]]" (scienza o conoscenza), ovvero quella infrastruttura mentale caratteristica di una certa epoca, che è alla base delle consapevolezze e delle teorizzazioni degli esseri umani di quella determinata epoca, che sono indipendenti dalla volontà degli [[Individuo|individui]]. Per '''Foucault''' ogni conoscenza deve sempre essere presa all'interno di «insiemi formali di elementi obbedienti a relazioni che sono descrivibili da chiunque». | ||
A partire da questi principi è possibile, secondo Foucault, che solo alcune “verità”, rispetto ad altre, abbiano luogo. In particolare il suo problema è sempre stato quello dei rapporti tra soggetto e "giochi di verità ", dove per "gioco" Foucault intende quell'insieme di procedure di produzione della cosiddetta verità: oggetto delle analisi sono le norme in base alle quali si tende a separare il "vero dal "falso". Focuault fornisce come esempio di disciplina della nostra epoca che fornisce epistemi, quello della psicanalisi di [[Sigmund Freud]], la quale è in grado sia di produrre conoscenza e sia di esercitare un certo potere, limitante la [[libertà]] critica, originato dalla propria [[autorità]] oramai consolidata. | A partire da questi principi è possibile, secondo Foucault, che solo alcune “verità”, rispetto ad altre, abbiano luogo. In particolare il suo problema è sempre stato quello dei rapporti tra soggetto e "giochi di verità ", dove per "gioco" Foucault intende quell'insieme di procedure di produzione della cosiddetta verità: oggetto delle analisi sono le norme in base alle quali si tende a separare il "vero dal "falso". Focuault fornisce come esempio di disciplina della nostra epoca che fornisce epistemi, quello della psicanalisi di [[Sigmund Freud]], la quale è in grado sia di produrre conoscenza e sia di esercitare un certo potere, limitante la [[libertà]] critica, originato dalla propria [[autorità]] oramai consolidata. | ||
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Per '''Foucault''' il sistema disciplinare nasce con l'obbiettivo di rendere il corpo umano tanto più obbediente quanto più esso è utile (e viceversa). Da questo momento «il corpo umano entra in un ingranaggio di potere che lo fruga, lo disarticola e lo ricompone» ([[biopolitica]]). | Per '''Foucault''' il sistema disciplinare nasce con l'obbiettivo di rendere il corpo umano tanto più obbediente quanto più esso è utile (e viceversa). Da questo momento «il corpo umano entra in un ingranaggio di potere che lo fruga, lo disarticola e lo ricompone» ([[biopolitica]]). | ||
Il sistema disciplinare, che si sviluppa grazie alla lenta convergenza di processi minori, storicamente già | Il sistema disciplinare, che si sviluppa grazie alla lenta convergenza di processi minori, storicamente già presenti, agisce immediatamente nelle scuole, fabbriche, manicomi, [[carcere|carceri]], collegi, ospedali ecc. Le istituzioni disciplinari, intervengono per mezzo di una serie di tecniche (osservazioni, controlli, annotazioni, valutazioni ecc.) atte alla “'''''sorveglianza'''''” di tutto ciò che concerne l'[[individuo]], definendo una nuova [[microfisica del potere]], secondo cui il potere non è riconducibile ad una sola sede, bensì ad un insieme di rapporti di forza diffusi localmente. L'[[individuo]] non è quindi contrapposto ed esterno al potere, ma piuttosto ne è parte integrante, poiché fa parte dell'intreccio dei rapporti di forza: | ||
: «'''Il potere è ovunque [...] viene da ogni dove'''». | : «'''Il potere è ovunque [...] viene da ogni dove'''». | ||
[[File:Panopticon.jpg|thumb|Il ''[[Panopticon]],'' metafora ed incubo dell'ascolto-sorveglianza.]] | [[File:Panopticon.jpg|thumb|Il ''[[Panopticon]],'' metafora ed incubo dell'ascolto-sorveglianza.]] | ||
Il [[carcere]], per esempio, non è né più né meno che “''una caserma un po'stretta, una scuola senza indulgenza, una fabbrica buia, ma, al limite, niente di qualitativamente differente''”. Esso piuttosto che sanare la società | Il [[carcere]], per esempio, non è né più né meno che “''una caserma un po'stretta, una scuola senza indulgenza, una fabbrica buia, ma, al limite, niente di qualitativamente differente''”. Esso piuttosto che sanare la società da pericoli, produce e introduce nella stessa una nuova figura: il delinquente. Anche l'architettura, nel sistema disciplinare, non è più fatta per essere vista (fasti dei palazzi) o per sorvegliare l'esterno (fortezze), ma per «un controllo interno, articolato e dettagliato, per rendere visibili coloro che vi si trovano». È a questo proposito che viene coniato il neologismo [[eterotopia]], che definisce «quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano». Sono eterotopie i cinema, i teatri, i manicomi ecc. | ||
Quando è necessario controllare un numero elevato di persone (scolari, degenti, pazzi, carcerati ecc.), limitando il dispiegamento economico, il sistema disciplinare fa ricorso al [[panoptismo]], ovvero ad un sistema di sorveglianza fondato sul modello penitenziario del '''Panopticon''' di [[Jeremy Bentham]]: una costruzione ad anello con al centro una torre di sorveglianza dotata di ampie finestre, da cui è possibile sorvegliare il soggetto detenuto. Egli può essere tenuto sempre sotto stretta sorveglianza ma senza che abbia alcuna possibilità | Quando è necessario controllare un numero elevato di persone (scolari, degenti, pazzi, carcerati ecc.), limitando il dispiegamento economico, il sistema disciplinare fa ricorso al [[panoptismo]], ovvero ad un sistema di sorveglianza fondato sul modello penitenziario del '''Panopticon''' di [[Jeremy Bentham]]: una costruzione ad anello con al centro una torre di sorveglianza dotata di ampie finestre, da cui è possibile sorvegliare il soggetto detenuto. Egli può essere tenuto sempre sotto stretta sorveglianza ma senza che abbia alcuna possibilità di di vedere i suoi sorveglianti o i suo compagni di detenzione. '''Il detenuto è quindi osservato ma non può osservare'''. In questo modo il controllo può essere messo in atto, in determinati momenti, anche senza alcun controllore, poiché il sistema è in grado di funzionare perfettamente anche in maniera autonoma. | ||
Questi sistemi disciplinari sono atti a trasformare ogni soggetto in un “corpo docile” e “'''normalizzato'''”. | Questi sistemi disciplinari sono atti a trasformare ogni soggetto in un “corpo docile” e “'''normalizzato'''”. | ||
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La follia (devianza) inizia con la storia dell'internamento dei folli, invece nel medioevo il "pazzo" era quasi un elemento sacrale, in quanto espressione di un rischio dell'uomo e segnalava un limite con cui la ragione doveva necessariamente confrontarsi. Più o meno dal XVI° al XIX° secolo, la follia (e la devianza in genere) si distacca da questo concetto medioevale per divenire il contenitore dell'emarginazione sociale. Si fa quindi ricorso ad un frequente ricorso all'internamento in grandi istituzioni, che erano una via di mezzo fra manicomio e [[carcere|prigione]]. | La follia (devianza) inizia con la storia dell'internamento dei folli, invece nel medioevo il "pazzo" era quasi un elemento sacrale, in quanto espressione di un rischio dell'uomo e segnalava un limite con cui la ragione doveva necessariamente confrontarsi. Più o meno dal XVI° al XIX° secolo, la follia (e la devianza in genere) si distacca da questo concetto medioevale per divenire il contenitore dell'emarginazione sociale. Si fa quindi ricorso ad un frequente ricorso all'internamento in grandi istituzioni, che erano una via di mezzo fra manicomio e [[carcere|prigione]]. | ||
Alla fine, la follia diverrà | Alla fine, la follia diverrà una malattia dell'anima, e con [[Sigmund Freud]] una malattia mentale. | ||
I deviati devono quindi essere “'''normalizzati'''” attraverso un insieme di discipline e tecniche (es. sistemi educativi e disciplinari applicati agli scolari, ai militari, ai carcerati ecc.). progettate per conformare gli individui verso canoni e standard prestabiliti, in modo da garantire l'ordine sociale assicurando al contempo la massima produttività | I deviati devono quindi essere “'''normalizzati'''” attraverso un insieme di discipline e tecniche (es. sistemi educativi e disciplinari applicati agli scolari, ai militari, ai carcerati ecc.). progettate per conformare gli individui verso canoni e standard prestabiliti, in modo da garantire l'ordine sociale assicurando al contempo la massima produttività di ogni singolo [[individuo]]. | ||
:'''Approfondimenti''': [https://www.anarcopedia.org/index.php/antipsichiatria#L.27antipsichiatria Storia della follia e della psichiatria] | :'''Approfondimenti''': [https://www.anarcopedia.org/index.php/antipsichiatria#L.27antipsichiatria Storia della follia e della psichiatria] | ||
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Il metodo archeologico del sapere di Foucault è teso alla ricerca della genesi del sapere; un sapere riafferrato alla radice in tutte le istituzioni, pratiche e strutture in cui si è formato e ha sviluppato le sue conseguenze coercitive sull'[[individuo]]. In particolare Foucault si concentra sulla formazione delle cosiddette "scienze umane". Il sapere è indissolubilmente legato al concetto di potere, intendendo per quest'ultimo non “il Potere” [[repressione|repressivo]] e dominante, come comunemente viene concepito e in cui vi è una figura dominante che lo gestisce (politico, re, prete, istituzione ecc.), bensì quell'insieme di rapporti di forza che si producono «in ogni istante, in ogni punto o piuttosto in ogni relazione fra un punto e un altro [...] il potere è dappertutto [...] viene da ogni dove». | Il metodo archeologico del sapere di Foucault è teso alla ricerca della genesi del sapere; un sapere riafferrato alla radice in tutte le istituzioni, pratiche e strutture in cui si è formato e ha sviluppato le sue conseguenze coercitive sull'[[individuo]]. In particolare Foucault si concentra sulla formazione delle cosiddette "scienze umane". Il sapere è indissolubilmente legato al concetto di potere, intendendo per quest'ultimo non “il Potere” [[repressione|repressivo]] e dominante, come comunemente viene concepito e in cui vi è una figura dominante che lo gestisce (politico, re, prete, istituzione ecc.), bensì quell'insieme di rapporti di forza che si producono «in ogni istante, in ogni punto o piuttosto in ogni relazione fra un punto e un altro [...] il potere è dappertutto [...] viene da ogni dove». | ||
“'''Potere e sapere'''” si articolano attraverso il discorso, il quale deve essere concepito come una molteplicità | “'''Potere e sapere'''” si articolano attraverso il discorso, il quale deve essere concepito come una molteplicità di elementi che talvolta possono apparire o essere contradditori, ma comunque tesi a sviluppare la stessa strategia oppure dandone inizio ad una nuova. | ||
Attraverso questi dispositivi, che si intersecano uno nell'altro e che non abbisognano di un [[gerarchia|apparato gerarchico]] di controllo, il potere ha accesso fino al corpo dell'uomo, quindi «bisognerà | Attraverso questi dispositivi, che si intersecano uno nell'altro e che non abbisognano di un [[gerarchia|apparato gerarchico]] di controllo, il potere ha accesso fino al corpo dell'uomo, quindi «bisognerà parlare di biopolitica per designare quel che fa entrare la vita ed i suoi meccanismi nel campo dei calcoli espliciti e fa del potere-sapere un agente di trasformazione della vita umana». | ||
===La genealogia e Nietzsche=== | ===La genealogia e Nietzsche=== | ||
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Nella Genealogia della morale, [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] propone una «critica dei giudizi morali di valore» provando ad indagare come questi nascono, si sviluppano in funzione delle culture e dei tempi storici differenti. [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] si domanda anche il ruolo svolto da questi “valori morali” ("buono, cattivo, colpa, cattiva coscienza ecc.") | Nella Genealogia della morale, [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] propone una «critica dei giudizi morali di valore» provando ad indagare come questi nascono, si sviluppano in funzione delle culture e dei tempi storici differenti. [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] si domanda anche il ruolo svolto da questi “valori morali” ("buono, cattivo, colpa, cattiva coscienza ecc.") | ||
'''Foucault''' è riuscito a chiarire cosa si deve intendere per '''genealogia: è una pratica che si pone in antitesi al metodo storico tradizionale'''. Il metodo genealogico è in grado di mostrare delle discontinuità | '''Foucault''' è riuscito a chiarire cosa si deve intendere per '''genealogia: è una pratica che si pone in antitesi al metodo storico tradizionale'''. Il metodo genealogico è in grado di mostrare delle discontinuità ove altri hanno scorto continuità; è in grado di portare in superficie ciò che è nascosto in profondità e che sono solo puri artifici. Da ciò si evince l'arbitrarietà di ogni interpretazione, quindi, paradossalmente, se non c'è nulla da interpretare, allora tutto può essere interpretato. La genealogia foucaultiana quindi non fa altro che registrare la storia di queste interpretazioni. | ||
Per esempio, per scrivere la ''Storia della follia'' Foucault ha messo insieme materiali a prima vista strani e disomogenei, ponendo sullo stesso piano le teorie e le pratiche mediche dell'epoca (dal XVII al XIX secolo), testi letterari e filosofici ecc. In questo modo Foucault descrive la ‘genesi'della follia, che emerge nella storia quasi all'improvviso, e che quindi, così come altri "fenomeni", è contingente all'epoca. Egli giunge alla conclusione che così come questi si sono formati, essi possono rapidamente scomparire. | Per esempio, per scrivere la ''Storia della follia'' Foucault ha messo insieme materiali a prima vista strani e disomogenei, ponendo sullo stesso piano le teorie e le pratiche mediche dell'epoca (dal XVII al XIX secolo), testi letterari e filosofici ecc. In questo modo Foucault descrive la ‘genesi'della follia, che emerge nella storia quasi all'improvviso, e che quindi, così come altri "fenomeni", è contingente all'epoca. Egli giunge alla conclusione che così come questi si sono formati, essi possono rapidamente scomparire. | ||
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Proprio grazie al metodo genealogico Foucault scopre che l'uomo, a partire dal XVIII secolo, è divenuto soggetto e contemporaneamente oggetto delle cosiddette scienze umane («Come può l'uomo -si domanda Foucault- identificarsi con la vita, la cui forza oltrepassa l'esistenza che egli ne fa? Come può identificarsi con il lavoro, le cui leggi si impongono a lui come forze estranee? Come può, infine, identificarsi con il linguaggio, la cui genesi non è in grado di dominare?»). Il concetto stesso di "uomo", inteso come soggetto attivo e consapevole della storia, appare quindi solamente con l'[[epistemologia|episteme]] moderna (XVIII secolo), ma è con essa egli ritiene sia anche destinato a scomparire. | Proprio grazie al metodo genealogico Foucault scopre che l'uomo, a partire dal XVIII secolo, è divenuto soggetto e contemporaneamente oggetto delle cosiddette scienze umane («Come può l'uomo -si domanda Foucault- identificarsi con la vita, la cui forza oltrepassa l'esistenza che egli ne fa? Come può identificarsi con il lavoro, le cui leggi si impongono a lui come forze estranee? Come può, infine, identificarsi con il linguaggio, la cui genesi non è in grado di dominare?»). Il concetto stesso di "uomo", inteso come soggetto attivo e consapevole della storia, appare quindi solamente con l'[[epistemologia|episteme]] moderna (XVIII secolo), ma è con essa egli ritiene sia anche destinato a scomparire. | ||
Le possibilità | Le possibilità che aprono queste "scienze umane" non portano infatti all'apoteosi dell'uomo, bensì al suo dissolvimento. Ciò è evidente se si considera la psicoanalisi, l'etnologia e la linguistica, che sono delle "contro-scienze" rispetto alle scienze umane, poiché permettono di sapere (o provare a sapere) quello che sfugge alla coscienza umana, che come tali decretano la morte dell'uomo. | ||
===La sessualità === | ===La sessualità === | ||
Per [[Michel Foucault]] la [[sessualità]] altro non è che un'elaborazione della modernità | Per [[Michel Foucault]] la [[sessualità]] altro non è che un'elaborazione della modernità e una tecnica di asservimento dei corpi. Molte [[Individualità |individualità]] vedono il sesso soggiogato e represso dal potere (secondo [[Foucault]] il “'''Potere'''” va inteso non come un individuo concreto che impartisce ordini e leggi, bensì come un elemento che subdolamente si insinua in ogni aspetto della società) <ref name="Nietzsche"> Per [[Michel Foucault|Foucault]] sapere e potere sono indisgiungibili, in quanto l'esercizio del potere genera nuove forme di sapere e il sapere porta sempre con sè effetti di potere. </ref>, essenzialmente negando la verità delle naturali pulsioni umane e quindi la manifestazione del proprio modo d'essere. Foucault al contrario descrive il concetto di [[sessualità]] come dispositivo costruito e tenuto in vita dal potere stesso: «la sessualità si è costituita come campo di conoscenza a partire da relazioni di potere che l'hanno costituita come oggetto possibile». Il [[Filosofia|filosofo]] francese fa notare che in epoca moderna si assiste non tanto ad un incremento della repressione sessuale, quanto ad una proliferazione dei discorsi aventi come oggetto il sesso, che altro non sono che una certa volontà di sapere. Infatti è proprio tra il XVIII e il XIX secolo che si sviluppa la tendenza a parlare del sesso: nella [[medicina sociale|medicina]], nella [[sociologia]], nella demografia, nella psicanalisi, nella [[antipsichiatria|psichiatria]], nella [[pedagogia]]. | ||
I discorsi sul sesso, secondo [[Michel Foucault|Foucault]], sono controllati attraverso il regime della “confessione” (secondo [[Michel Foucault|Foucault]] ognuno si sentirebbe quasi obbligato a rivelare a se stesso e agli altri ogni elemento affine al sesso), attraverso il quale si è sviluppata una vera e propria ''scientia sexualis''. | I discorsi sul sesso, secondo [[Michel Foucault|Foucault]], sono controllati attraverso il regime della “confessione” (secondo [[Michel Foucault|Foucault]] ognuno si sentirebbe quasi obbligato a rivelare a se stesso e agli altri ogni elemento affine al sesso), attraverso il quale si è sviluppata una vera e propria ''scientia sexualis''. | ||
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== Bibliografia <ref name="Wikipedia"> Fonte: [http://it.wikipedia.org/wiki/Michel_Foucault Wikipedia]</ref>== | == Bibliografia <ref name="Wikipedia"> Fonte: [http://it.wikipedia.org/wiki/Michel_Foucault Wikipedia]</ref>== | ||
;'''Opere di Michel Foucault''' | ;'''Opere di Michel Foucault''' | ||
* ''[[Storia della follia nell'età | * ''[[Storia della follia nell'età classica]]'' (1961), Rizzoli, MIlano 1963. | ||
* ''Malattia mentale e psicologia'' (1962), Cortina, Milano 1997. | * ''Malattia mentale e psicologia'' (1962), Cortina, Milano 1997. | ||
* ''Raymond Roussel'' (1963), Cappelli, Bologna 1978. | * ''Raymond Roussel'' (1963), Cappelli, Bologna 1978. | ||
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* ''Io, Pierre Rivière, avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello...'' (1973), Einaudi, Torino 1978. | * ''Io, Pierre Rivière, avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello...'' (1973), Einaudi, Torino 1978. | ||
* ''[[Sorvegliare e punire]]'' (1975), Einaudi, Torino 1976. | * ''[[Sorvegliare e punire]]'' (1975), Einaudi, Torino 1976. | ||
* ''La volontà | * ''La volontà di sapere. Storia della sessualità 1'' (1976), Feltrinelli, Milano 1978. | ||
* ''L'uso dei piaceri. Storia della sessualità | * ''L'uso dei piaceri. Storia della sessualità 2'' (1984), Feltrinelli, Milano 1984. | ||
* ''La cura di sé. Storia della sessualità | * ''La cura di sé. Storia della sessualità 3'' (1984), Feltrinelli, Milano 1985. | ||
;'''Raccolte e antologie''' | ;'''Raccolte e antologie''' | ||
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* ''Tecnologie del sé. Un seminario con Michlt, di Duccio Trombadel Foucault, Bollati Boringhieri, Torino 1992. | * ''Tecnologie del sé. Un seminario con Michlt, di Duccio Trombadel Foucault, Bollati Boringhieri, Torino 1992. | ||
* ''Poteri e strategie. L'assoggettamento dei corpi e l'elemento sfuggente, Mimesis, Milano 1994. | * ''Poteri e strategie. L'assoggettamento dei corpi e l'elemento sfuggente, Mimesis, Milano 1994. | ||
* ''Discorso e verità | * ''Discorso e verità nella Grecia Antica, Donzelli, Roma 1996. | ||
* ''Il discorso, la storia, la verità, Einaudi, Torino 2001. | * ''Il discorso, la storia, la verità, Einaudi, Torino 2001. | ||
* ''Archivio Foucault - Interventi, colloqui, interviste volume I'', 1961 - 1970, Feltrinelli, Milano 1996; ''volume II, 1971 - 1977'', Feltrinelli, Milano 1997; ''volume III. 1978 - 1985'', Feltrinelli, Milano 1998. | * ''Archivio Foucault - Interventi, colloqui, interviste volume I'', 1961 - 1970, Feltrinelli, Milano 1996; ''volume II, 1971 - 1977'', Feltrinelli, Milano 1997; ''volume III. 1978 - 1985'', Feltrinelli, Milano 1998. | ||
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* ''I Corsi al Collège de France. I Résumés (1989), Feltrinelli, Milano 1999. | * ''I Corsi al Collège de France. I Résumés (1989), Feltrinelli, Milano 1999. | ||
* ''Gli anormali (1999), Feltrinelli, Milano 2000. | * ''Gli anormali (1999), Feltrinelli, Milano 2000. | ||
* ''Bisogna difendere la società | * ''Bisogna difendere la società (1997), Feltrinelli, Milano 1998. | ||
;'''Opere sul pensiero di Michel Foucault''' | ;'''Opere sul pensiero di Michel Foucault''' |