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==Biografia == | ==Biografia == | ||
Cletto Arrighi (pseudonimo per anagramma di Carlo Righetti) nasce a Milano nel [[1828]] (nel 1830 secondo altre fonti) e vi muore nel [[1906]]. Esercita la professione di giornalista. Oltre al suo romanzo più conosciuto, ''La scapiglliatura e il 6 febbraio 1862'', che racconta un fatto storico, ovvero la fallita insurrezione mazziniana di Milano del [[1853]] e da cui ha origine il nome del [[movimento scapigliato]], pubblica romanzi come ''Nanà | Cletto Arrighi (pseudonimo per anagramma di Carlo Righetti) nasce a Milano nel [[1828]] (nel 1830 secondo altre fonti) e vi muore nel [[1906]]. Esercita la professione di giornalista. Oltre al suo romanzo più conosciuto, ''La scapiglliatura e il 6 febbraio 1862'', che racconta un fatto storico, ovvero la fallita insurrezione mazziniana di Milano del [[1853]] e da cui ha origine il nome del [[movimento scapigliato]], pubblica romanzi come ''Nanà a Milano'' ([[1880]]) e ''La canaglia felice'' ([[1885]]) in cui i temi tipici della scapigliatura si intrecciano al crudo realismo, mentre le trame rivelano l'intenzione di sviluppare una denuncia sociale e di incitare ad un '''ribellismo di matrice anarchica'''. | ||
Arrighi con il termine “scapigliatura” definisce un gruppo di giovani patrioti anticonformisti e amanti dell'[[arte]], «pronti al bene quanto al male». Arrighi e gli scapigliati assumono posizioni molto critiche nei confronti della [[letteratura]] e della cultura borghese italiana del loro tempo, ammirando invece gli autori stranieri come [[Charles Baudelaire]], [[Gautier]] ecc. | Arrighi con il termine “scapigliatura” definisce un gruppo di giovani patrioti anticonformisti e amanti dell'[[arte]], «pronti al bene quanto al male». Arrighi e gli scapigliati assumono posizioni molto critiche nei confronti della [[letteratura]] e della cultura borghese italiana del loro tempo, ammirando invece gli autori stranieri come [[Charles Baudelaire]], [[Gautier]] ecc. | ||
Nel romanzo Arrighi così definisce la scapigliatura: | Nel romanzo Arrighi così definisce la scapigliatura: | ||
: «In tutte le grandi città | : «In tutte le grandi città del mondo incivilito esiste una certa razza di gente, tra i venti e i trentacinque anni, non più; pieni d'ingegno quasi sempre; più avanzati del loro secolo; indipendenti come l'aquila delle Alpi; pronti al bene quanto al male; irrequieti, travagliati, turbolenti... Questa classe, vero pandemonio del secolo, personificazione della storditaggine e della follia, serbatoio del disordine, dello spirito d'indipendenza e di opposizione agli ordini stabiliti, questa classe che a Milano ha più che altrove ragione di esistere, io, l'ho battezzata la Scapigliatura... essa mi rende il concetto di questa parte di popolazione tanto diversa dall'altra per i suoi misteri, le sue miserie, i suoi dolori, le sue speranze, i suoi traviamenti, sconosciuti ai giovani morigerati e dabbene ed agli adulti gravi e posati, che della vita hanno preso la strada comoda, senza emozioni come senza pericoli...». | ||
Arrighi è autore di numerose operette comiche [[teatro|teatrali]], molte delle quali in dialetto milanese. La passione per il dialetto lo porta anche a scrivere un ''Dizionario milanese-italiano'' ([[1896]]). | Arrighi è autore di numerose operette comiche [[teatro|teatrali]], molte delle quali in dialetto milanese. La passione per il dialetto lo porta anche a scrivere un ''Dizionario milanese-italiano'' ([[1896]]). |