Esperanto: differenze tra le versioni

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L'esperanto possiede una semplice struttura fonetica, morfologica e sintattica. Il suo alfabeto comprende 28 lettere di cui 5 vocali, 21 consonanti e 2 semivocali ed il lessico proviene fondamentalmente da lingue indoeuropee. La formazione delle parole invece avviene tramite agglutinazione, tipica delle lingue uraliche e dell'Estremo Oriente.
L'esperanto possiede una semplice struttura fonetica, morfologica e sintattica. Il suo alfabeto comprende 28 lettere di cui 5 vocali, 21 consonanti e 2 semivocali ed il lessico proviene fondamentalmente da lingue indoeuropee. La formazione delle parole invece avviene tramite agglutinazione, tipica delle lingue uraliche e dell'Estremo Oriente.
[[File:Ba Jin 1938.jpg|thumb|left|130 px| [[Ba Jin]], anarchico cinese presidente dell'associazione esperantista cinese dal 1986 al 1989]][[File:Liberacana giglio.jpg|right|180 px|thumb|''[[Liberecana Ligilo]]'']]
[[File:Ba Jin 1938.jpg|thumb|left|130 px| [[Ba Jin]], anarchico cinese presidente dell'associazione esperantista cinese dal 1986 al 1989]][[File:Liberacana giglio.jpg|right|180 px|thumb|''[[Liberecana Ligilo]]'']]
Il suo nome deriva da '''Doktoro Esperanto''', lo pseudonimo sotto il quale [[Ludwik Lejzer Zamenhof]] pubblicò il primo libro in dettaglio sull'Esperanto, il “''Libro Unua''” (Primo Libro), nel [[1887]]. La parola “Esperanto” significa "colui che spera" nella lingua stessa (è il participio presente sostantivato del verbo “''esperi''”, appunto “sperare”). L'obiettivo di [[Ludwik Lejzer Zamenhof|Zamenhof]] era quello di creare un linguaggio semplice e flessibile, che sarebbe servito come un linguaggio universale per promuovere la pace e la comprensione internazionale. L'Esperanto ha avuto un uso continuo da una comunità stimata tra 100.000 e 2 milioni di persone per oltre un secolo, e circa un migliaio di persone di madrelingua.
Il suo nome deriva da '''Doktoro Esperanto''', lo pseudonimo sotto il quale [[Ludwik Lejzer Zamenhof]] pubblicò il primo libro in dettaglio sull'Esperanto, il “''Libro Unua''” (Primo Libro), nel [[1887]]. La parola “Esperanto” significa "colui che spera" nella lingua stessa (è il participio presente sostantivato del verbo “''esperi''”, appunto “sperare”). L'obiettivo di [[Ludwik Lejzer Zamenhof|Zamenhof]] era quello di creare un linguaggio semplice e flessibile, che sarebbe servito come un linguaggio universale per promuovere la pace e la comprensione internazionale. L'Esperanto ha avuto un uso continuo da una comunità stimata tra 100.000 e 2 milioni di persone per oltre un secolo, e circa un migliaio di persone di madrelingua.


Personalità del calibro di [[Tolstoj]] si dichiararono in favore di una lingua internazionale capace di unire tutti gli esseri umani. L'[[esperanto]], a dire dello scrittore russo, faceva al caso in quanto era semplice e facile da imparare:
Personalità del calibro di [[Tolstoj]] si dichiararono in favore di una lingua internazionale capace di unire tutti gli esseri umani. L'[[esperanto]], a dire dello scrittore russo, faceva al caso in quanto era semplice e facile da imparare:
:«Ho trovato il Volapük molto complicato e, al contrario, l'Esperanto molto semplice. Avendo ricevuto, sei anni fa, una grammatica, un dizionario e degli articoli di Esperanto, ho potuto facilmente imparare, dopo due sole ore, se non a scrivere, almeno a leggere fluentemente. [...] I sacrifici che ogni uomo del nostro mondo europeo farà, dedicando tempo al suo studio, sono talmente piccoli, ed i risultati ottenuti così immensi, che non possiamo rifiutare questo tentativo.» <ref>[http://fr.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9on_Tolsto%C3%AF#Tolsto.C3.AF_et_l.27esp.C3.A9ranto Tolstoï et l'espéranto]</ref>
:«Ho trovato il Volapük molto complicato e, al contrario, l'Esperanto molto semplice. Avendo ricevuto, sei anni fa, una grammatica, un dizionario e degli articoli di Esperanto, ho potuto facilmente imparare, dopo due sole ore, se non a scrivere, almeno a leggere fluentemente. [...] I sacrifici che ogni uomo del nostro mondo europeo farà, dedicando tempo al suo studio, sono talmente piccoli, ed i risultati ottenuti così immensi, che non possiamo rifiutare questo tentativo.» <ref>[http://fr.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9on_Tolsto%C3%AF#Tolsto.C3.AF_et_l.27esp.C3.A9ranto Tolstoï et l'espéranto]</ref>


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In realtà, l'idea di [[Ludwik Lejzer Zamenhof|Zamenhof]] era di fare dell'Esperanto una lingua franca che ognuno potesse affiancare alla propria lingua madre come secondo idioma, perché un uso come prima lingua porterebbe al ricrearsi di varianti regionali (dovute alla naturale evoluzione del parlato) compromettendo a lungo andare la comprensione reciproca internazionale, fine primo dell'esperanto.
In realtà, l'idea di [[Ludwik Lejzer Zamenhof|Zamenhof]] era di fare dell'Esperanto una lingua franca che ognuno potesse affiancare alla propria lingua madre come secondo idioma, perché un uso come prima lingua porterebbe al ricrearsi di varianti regionali (dovute alla naturale evoluzione del parlato) compromettendo a lungo andare la comprensione reciproca internazionale, fine primo dell'esperanto.


== Esperienze di comunità micronazionali esperantiste ==
== Esperienze di comunità micronazionali esperantiste ==


Interessanti esperimenti storici di utilizzo dell'Esperanto, oltre alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola del 1936]], sono state le due "repubbliche", più o meno di fantasia, createsi, la prima, per una sorta di vuoto di potere, la seconda per fattivo impegno umano di individuazione e sganciamento da uno stato nazionale. Si tratta, rispettivamente, del  Moresnet <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Stato_Esperantista_Indipendente_di_Amikejo Stato Esperantista Indipendente di Amikejo]</ref> e dell'Isola delle rose <ref> [http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Esperantista_dell%27Isola_delle_Rose Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose]</ref>, la piattaforma al largo di Rimini che fu occupata nel [[1968]] e proclamata entità libera. In entrambi i casi fu adottato l'Esperanto quale lingua ufficiale.
Interessanti esperimenti storici di utilizzo dell'Esperanto, oltre alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola del 1936]], sono state le due "repubbliche", più o meno di fantasia, createsi, la prima, per una sorta di vuoto di potere, la seconda per fattivo impegno umano di individuazione e sganciamento da uno stato nazionale. Si tratta, rispettivamente, del  Moresnet <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Stato_Esperantista_Indipendente_di_Amikejo Stato Esperantista Indipendente di Amikejo]</ref> e dell'Isola delle rose <ref> [http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Esperantista_dell%27Isola_delle_Rose Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose]</ref>, la piattaforma al largo di Rimini che fu occupata nel [[1968]] e proclamata entità libera. In entrambi i casi fu adottato l'Esperanto quale lingua ufficiale.


==Note==
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