Esperanto

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Bandiera dell'esperanto

L'Esperanto è la lingua ausiliaria internazionale più parlata. Fu creata dal polacco Ludwik Lejzer Zamenhof nel 1887.

Struttura linguistica e origine storica

L'esperanto possiede una semplice struttura fonetica, morfologica e sintattica. Il suo alfabeto comprende 28 lettere di cui 5 vocali, 21 consonanti e 2 semivocali ed il lessico proviene fondamentalmente da lingue indoeuropee. La formazione delle parole invece avviene tramite agglutinazione, tipica delle lingue uraliche e dell'Estremo Oriente.

Ba Jin, anarchico cinese presidente dell'associazione esperantista cinese dal 1986 al 1989

Il suo nome deriva da Doktoro Esperanto, lo pseudonimo sotto il quale Ludwik Lejzer Zamenhof pubblicò il primo libro in dettaglio sull'Esperanto, il “Libro Unua” (Primo Libro), nel 1887. La parola “Esperanto” significa "colui che spera" nella lingua stessa (è il participio presente sostantivato del verbo “esperi”, appunto “sperare”). L'obiettivo di Zamenhof era quello di creare un linguaggio semplice e flessibile, che sarebbe servito come un linguaggio universale per promuovere la pace e la comprensione internazionale. L'Esperanto ha avuto un uso continuo da una comunità stimata tra 100.000 e 2 milioni di persone per oltre un secolo, e circa un migliaio di persone di madrelingua.

Personalità del calibro di Tolstoj si dichiararono in favore di una lingua internazionale capace di unire tutti gli esseri umani. L'esperanto, a dire dello scrittore russo, faceva al caso in quanto era semplice e facile da imparare:

«Ho trovato il Volapük molto complicato e, al contrario, l'Esperanto molto semplice. Avendo ricevuto, sei anni fa, una grammatica, un dizionario e degli articoli di Esperanto, ho potuto facilmente imparare, dopo due sole ore, se non a scrivere, almeno a leggere fluentemente. [...] I sacrifici che ogni uomo del nostro mondo europeo farà, dedicando tempo al suo studio, sono talmente piccoli, ed i risultati ottenuti così immensi, che non possiamo rifiutare questo tentativo.» [1]

L'Esperanto è stato utilizzato durante la rivoluzione spagnola dagli anarchici nella convinzione che, dopo la rivoluzione, tutte le barriere nazionali sarebbero cadute e che gli esseri umani parlino un linguaggio comune per condividere una comune tradizione culturale.

In realtà, l'idea di Zamenhof era di fare dell'Esperanto una lingua franca che ognuno potesse affiancare alla propria lingua madre come secondo idioma, perché un uso come prima lingua porterebbe al ricrearsi di varianti regionali (dovute alla naturale evoluzione del parlato) compromettendo a lungo andare la comprensione reciproca internazionale, fine primo dell'esperanto.

Esperienze di comunità micronazionali esperantiste

Interessanti esperimenti storici di utilizzo dell'Esperanto, oltre alla rivoluzione spagnola del 1936, sono state le due "repubbliche", più o meno di fantasia, createsi, la prima, per una sorta di vuoto di potere, la seconda per fattivo impegno umano di individuazione e sganciamento da uno stato nazionale. Si tratta, rispettivamente, del Moresnet [2] e dell'Isola delle rose [3], la piattaforma al largo di Rimini che fu occupata nel 1968 e proclamata entità libera. In entrambi i casi fu adottato l'Esperanto quale lingua ufficiale.

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

Alcuni corsi per imparare l'esperanto: