Dante Armanetti: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Figlio di Angelo Armanetti e Elisabetta Sordi, frequenta la scuola sino alla 5° elementare. Assunto giovanissimo prima come operaio alla FIAT Ferriere di Torino e poi come rappresentante della Singer, inizia ben presto la militanza nel [[movimento anarchico]].  
Figlio di Angelo Armanetti e Elisabetta Sordi, frequenta la scuola sino alla 5° elementare. Assunto giovanissimo prima come operaio alla FIAT Ferriere di Torino e poi come rappresentante della Singer, inizia ben presto la militanza nel [[movimento anarchico]].  
===Attività anarchica e antimilitarista===
===Attività anarchica e antimilitarista===
Allo scoppio della Grande Guerra diffonde propaganda libertaria e [[antimilitarista]], impegnandosi attivamente nella raccolta di fondi per la [[stampa anarchica]]. Nell'agosto del [[1917]] partecipa alle [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|manifestazioni contro la guerra e alle lotte sociali]] del dopoguerra ad esse collegate. Nel settembre [[1920]] è protagonista, insieme a tutti gli anarchici italiani, nel [[biennio rosso|movimento di occupazione delle fabbriche]] che sembrerebbe prossimo ad incendiare la penisola con la [[rivoluzione sociale]]. Tre anni dopo, con l'avvento del [[fascismo]], pagherà con l'arresto la partecipazione a quei moti e ad altre agitazioni.  
Allo scoppio della Grande Guerra diffonde propaganda libertaria e [[antimilitarista]], impegnandosi attivamente nella raccolta di fondi per la [[stampa anarchica]]. Nell'agosto del [[1917]] partecipa alle [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|manifestazioni contro la guerra e alle lotte sociali]] del dopoguerra ad esse collegate. Nel settembre [[1920]] è protagonista, insieme a tutti gli anarchici italiani, nel [[biennio rosso|movimento di occupazione delle fabbriche]] che sembrerebbe prossimo ad incendiare la penisola con la [[rivoluzione sociale]]. Tre anni dopo, con l'avvento del [[fascismo]], pagherà con l'arresto la partecipazione a quei moti e ad altre agitazioni.  
===L'avvento del fascismo===
===L'avvento del fascismo===
Dopo aver subito nel [[1927]] una nuova condanna per tentato espatrio illegale, due anni dopo si trasferisce a Mirandola (Emilia Romagna) per lavoro. Nei primi anni trenta Armanetti collabora al giornale clandestino «Voci di Officina», organo propagandistico del Partito d'Azione. Membro del gruppo anarchico «Barriera di Milano», costituito soprattutto da compagni toscani ([[Dario Franco]], [[Settimo Guerrieri]], i fratelli [[Vindice Tosi|Vindice]] e [[Muzio Tosi]], ecc), e del «Barriera di Nizza», fa parte del comitato di coordinamento dei gruppi anarchici di Torino.  
Dopo aver subito nel [[1927]] una nuova condanna per tentato espatrio illegale, due anni dopo si trasferisce a Mirandola (Emilia Romagna) per lavoro. Nei primi anni trenta Armanetti collabora al giornale clandestino «Voci di Officina», organo propagandistico del Partito d'Azione. Membro del gruppo anarchico «Barriera di Milano», costituito soprattutto da compagni toscani ([[Dario Franco]], [[Settimo Guerrieri]], i fratelli [[Vindice Tosi|Vindice]] e [[Muzio Tosi]], ecc), e del «Barriera di Nizza», fa parte del comitato di coordinamento dei gruppi anarchici di Torino.  


Intanto il regime [[fascista]], che si fa sempre più autoritario, lo arresta ancora, questa volta insieme a I. Innesti, F. Fasola e R. Alicardi per aver tentato nuovamente di espatriare. Dopo il rilascio, l'anarchico e antifascista subisce un nuovo attenzionamento e l'[[8 febbraio]] [[1931]] viene arrestato a Torino (con lui anche [[Arduilio D'Angina]], [[Musio Tosi]] e [[Settimo Guerrieri]]) per «attività anarchica e diffusione di giornali antifascisti», ricevendo la condannato al confino di Lipari. Dopo il trasferimento a Ventotene, viene liberato il [[9 febbraio]] [[1933]] ed immediatamente inizia a collaborare con «Voci d'officina». Esattamente tre anni dopo, insieme a [[Antonio Calamassi]] e [[Settimio Guerrieri]], espatria in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto del Comitato Antifascista di Chambèri. A Lione, dove ha trovato il sostegno di altri antifascisti, verrà a sapere che la sorella [[Maria Felicita Armanetti|Maria Felicita]] era stata processata per attività antifasciste dal tribunale speciale fascista.
Intanto il regime [[fascista]], che si fa sempre più autoritario, lo arresta ancora, questa volta insieme a I. Innesti, F. Fasola e R. Alicardi per aver tentato nuovamente di espatriare. Dopo il rilascio, l'anarchico e antifascista subisce un nuovo attenzionamento e l'[[8 febbraio]] [[1931]] viene arrestato a Torino (con lui anche [[Arduilio D'Angina]], [[Musio Tosi]] e [[Settimo Guerrieri]]) per «attività anarchica e diffusione di giornali antifascisti», ricevendo la condannato al confino di Lipari. Dopo il trasferimento a Ventotene, viene liberato il [[9 febbraio]] [[1933]] ed immediatamente inizia a collaborare con «Voci d'officina». Esattamente tre anni dopo, insieme a [[Antonio Calamassi]] e [[Settimio Guerrieri]], espatria in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto del Comitato Antifascista di Chambèri. A Lione, dove ha trovato il sostegno di altri antifascisti, verrà a sapere che la sorella [[Maria Felicita Armanetti|Maria Felicita]] era stata processata per attività antifasciste dal tribunale speciale fascista.


=== In Spagna ===
=== In Spagna ===


Allo scoppio della [[rivoluzione spagnola]] del luglio [[1936]] si schiera prontamente col fronte repubblicano. Il [[15 gennaio]] [[1937]] giunge a Barcellona, sei giorni dopo è già al fronte di Aragona ed è presente allo scoppio della battaglia di Monte Pelato. Le autorità italiane lo schedano nell'elenco dei sovversivi italiani residenti all'estero, anche se essendo già anziano e affetto da miopia non impugnerà le armi, dedicandosi alla cura dei relazioni tra i compagni della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]].  
Allo scoppio della [[rivoluzione spagnola]] del luglio [[1936]] si schiera prontamente col fronte repubblicano. Il [[15 gennaio]] [[1937]] giunge a Barcellona, sei giorni dopo è già al fronte di Aragona ed è presente allo scoppio della battaglia di Monte Pelato. Le autorità italiane lo schedano nell'elenco dei sovversivi italiani residenti all'estero, anche se essendo già anziano e affetto da miopia non impugnerà le armi, dedicandosi alla cura dei relazioni tra i compagni della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]].  


Armanetti prende parte al fianco degli anarchici ai drammatici [[Barcellona, maggio 1937: la controrivoluzione stalinista|moti di Barcellona del maggio 1937]] che vede contrapposti anarchici e stalinisti in quello che sarà il prodromo della sconfitta repubblicana. Da quel momento in poi sarà la fazione stalinista catalana (PSUC, Partito Socialista Unificato della Catalogna) e spagnola (PCE, Partito Comunista Spagnolo) a prevalere e per gli anarchici la vita si farà sempre più difficile. Così, nello stesso anno, Armanetti conosce ancora una volta il carcere, ma questa volta i suoi aguzzini sono i "compagni" stalinisti che arbitrariamente lo arrestano per spionaggio e diserzione (con lui anche [[Ermanno Neri]] e [[Libero Mariotti]]).  
Armanetti prende parte al fianco degli anarchici ai drammatici [[Barcellona, maggio 1937: la controrivoluzione stalinista|moti di Barcellona del maggio 1937]] che vede contrapposti anarchici e stalinisti in quello che sarà il prodromo della sconfitta repubblicana. Da quel momento in poi sarà la fazione stalinista catalana (PSUC, Partito Socialista Unificato della Catalogna) e spagnola (PCE, Partito Comunista Spagnolo) a prevalere e per gli anarchici la vita si farà sempre più difficile. Così, nello stesso anno, Armanetti conosce ancora una volta il carcere, ma questa volta i suoi aguzzini sono i "compagni" stalinisti che arbitrariamente lo arrestano per spionaggio e diserzione (con lui anche [[Ermanno Neri]] e [[Libero Mariotti]]).  
===In Francia===
===In Francia===
Dopo un anno di carcere espatria in [[Francia]], dove viene arrestato ed internato nel campo di Saint-Cyprien. L'[[Unione Anarchica Italiana]], appoggiato dalla CGT-SR e da [[Sébastien Faure]], lancia un appello per la sua liberazione e per quella di [[Pompeo Crespi]] e [[Carlo Cocciarelli]], anch'essi detenuti. Nel mese di ottobre del [[1938]] è imprigionato nel carcere di [[Montjuïc]] ed una volta libero fa rientro in [[Francia]], ma quando Parigi cade in mano ai [[nazisti]] (1940) sceglie di trasferirsi a Bruxelles insieme a [[Armando Bientinesi]], [[Aldo Demi]] e [[Ateo Vannucci]].  
Dopo un anno di carcere espatria in [[Francia]], dove viene arrestato ed internato nel campo di Saint-Cyprien. L'[[Unione Anarchica Italiana]], appoggiato dalla CGT-SR e da [[Sébastien Faure]], lancia un appello per la sua liberazione e per quella di [[Pompeo Crespi]] e [[Carlo Cocciarelli]], anch'essi detenuti. Nel mese di ottobre del [[1938]] è imprigionato nel carcere di [[Montjuïc]] ed una volta libero fa rientro in [[Francia]], ma quando Parigi cade in mano ai [[nazisti]] (1940) sceglie di trasferirsi a Bruxelles insieme a [[Armando Bientinesi]], [[Aldo Demi]] e [[Ateo Vannucci]].  
===Resistenza antifascista===
===Resistenza antifascista===
[[Image:Seme_anarchico.gif|thumb|300 px||''[[Seme Anarchico]]'', giornale anarchico fondato da Armanetti e [[Italo Garinei|Garinei]]]]
[[Image:Seme_anarchico.gif|thumb|300 px||''[[Seme Anarchico]]'', giornale anarchico fondato da Armanetti e [[Italo Garinei|Garinei]]]]
Il [[16 agosto]] [[1941]] viene consegnato dalla polizia tedesca ai fascisti italiani. Processato, il [[17 novembre]] è condannato a 7 anni di [[carcere]], ma dopo l'[[8 settembre]] viene liberato, partecipando alla Resistenza nella VII Brigata SAP dentro le Ferriere. Si occupa inoltre del giornale clandestino «Voce dei comunisti libertari» di Torino, che dopo la Liberazione si chiamerà «Era Nuova», con [[Furio Meniconi]], [[Antonio Garino]] e [[Italo Garinei]]. Dopo il [[1945]], e fino al suo ultimo numero, sarà direttore del giornale.  
Il [[16 agosto]] [[1941]] viene consegnato dalla polizia tedesca ai fascisti italiani. Processato, il [[17 novembre]] è condannato a 7 anni di [[carcere]], ma dopo l'[[8 settembre]] viene liberato, partecipando alla Resistenza nella VII Brigata SAP dentro le Ferriere. Si occupa inoltre del giornale clandestino «Voce dei comunisti libertari» di Torino, che dopo la Liberazione si chiamerà «Era Nuova», con [[Furio Meniconi]], [[Antonio Garino]] e [[Italo Garinei]]. Dopo il [[1945]], e fino al suo ultimo numero, sarà direttore del giornale.  
===Il secondo dopo guerra===
===Il secondo dopo guerra===
In qualità di delegato piemontese partecipa al congresso interregionale della Federazione Comunista Libertaria ([[23 luglio|23]]-[[25 luglio]] [[1945]]).
In qualità di delegato piemontese partecipa al congresso interregionale della Federazione Comunista Libertaria ([[23 luglio|23]]-[[25 luglio]] [[1945]]).
Dal [[1951]] al [[1956]] dirige con [[Italo Garinei]] anche il «[[Seme anarchico]]» e il «Bollettino interno della Feerazione Anarchica Italiana (FAI)», pubblicato dal novembre [[1952]] al marzo [[1953]] con l'intento di preparare il V congresso della [[FAI]] ([[19 marzo|19]]-[[23 marzo]] [[1953]]).  
Dal [[1951]] al [[1956]] dirige con [[Italo Garinei]] anche il «[[Seme anarchico]]» e il «Bollettino interno della Feerazione Anarchica Italiana (FAI)», pubblicato dal novembre [[1952]] al marzo [[1953]] con l'intento di preparare il V congresso della [[FAI]] ([[19 marzo|19]]-[[23 marzo]] [[1953]]).  


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