Antimilitarismo: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "à " con "à "
m (Sostituzione testo - "http://www.progettorizoma.org/uploads/materiali/opuscoloantimilitaristadefinitivosing.pdf" con "https://docplayer.it/16584108-Opuscolo-antimilitarista-cosa-significa-antimilitarismo-anarchico.html")
m (Sostituzione testo - "à " con "à ")
Riga 11: Riga 11:
Inizialmente prevalsero le idee pacifiste tolstojane, che si concretizzavano nell'opposizione alla guerra attraverso la [[disobbedienza civile]]. All'inizio del XX secolo, con il declino del pacifismo, ebbe a prevalere una nuovo concetto di antimilitarismo, fondato non sulla disobbedienza pacifica ma soprattutto sull'azione diretta, attraverso coniugazione di teoria e prassi spesso coordinate da specifiche organizzazioni. Fu così che, a partire dai [[Congresso antimilitarista di Amsterdam (1904)|congressi antimilitaristi di Amsterdam del 1904]] e del [[Congresso di Amsterdam (1907) |1907]], prese forma in Europa un movimento strutturato (si veda [[Associazione Internazionale Antimilitarista]]) che intendeva opporsi alla guerra e alle nefaste logiche del [[militarismo]]. Nella circolare di convocazione del [[Congresso antimilitarista di Amsterdam (1904)|convegno di Amsterdam del 1904]] redatta dal gruppo anarchico olandese di Hilversum si legge:
Inizialmente prevalsero le idee pacifiste tolstojane, che si concretizzavano nell'opposizione alla guerra attraverso la [[disobbedienza civile]]. All'inizio del XX secolo, con il declino del pacifismo, ebbe a prevalere una nuovo concetto di antimilitarismo, fondato non sulla disobbedienza pacifica ma soprattutto sull'azione diretta, attraverso coniugazione di teoria e prassi spesso coordinate da specifiche organizzazioni. Fu così che, a partire dai [[Congresso antimilitarista di Amsterdam (1904)|congressi antimilitaristi di Amsterdam del 1904]] e del [[Congresso di Amsterdam (1907) |1907]], prese forma in Europa un movimento strutturato (si veda [[Associazione Internazionale Antimilitarista]]) che intendeva opporsi alla guerra e alle nefaste logiche del [[militarismo]]. Nella circolare di convocazione del [[Congresso antimilitarista di Amsterdam (1904)|convegno di Amsterdam del 1904]] redatta dal gruppo anarchico olandese di Hilversum si legge:
:«Non basta debilitare il militarismo bisogna combatterlo, eliminarlo. Perciò si è convocato il Congresso Antimilitarista di Amsterdam.»  
:«Non basta debilitare il militarismo bisogna combatterlo, eliminarlo. Perciò si è convocato il Congresso Antimilitarista di Amsterdam.»  
Anche in [[Italia]], di cui si tratterà con maggior riguardo nel successivo capitolo, presero forma molte organizzazioni antimilitariste e con loro nacquero tutta una serie di giornali, opuscoli, pamphlet, ecc. che portarono avanti con fervore una intensa campagna antimilitarista e contro la guerra.  
Anche in [[Italia]], di cui si tratterà con maggior riguardo nel successivo capitolo, presero forma molte organizzazioni antimilitariste e con loro nacquero tutta una serie di giornali, opuscoli, pamphlet, ecc. che portarono avanti con fervore una intensa campagna antimilitarista e contro la guerra.  
[[File:Photo 7 Council 1938, WRI Bart de Ligt.jpg|160 px|left|thumb|[[Bart de Ligt]], anarchico, pacifista ed antimilitarista]]
[[File:Photo 7 Council 1938, WRI Bart de Ligt.jpg|160 px|left|thumb|[[Bart de Ligt]], anarchico, pacifista ed antimilitarista]]
Il dibattito che si sviluppò nei circoli e nei giornali libertari riguardava i metodi in cui manifestare l'idea antimilitarista, se con la diserzione o con la propaganda sin dentro le fila dell'[[esercito]] stesso.
Il dibattito che si sviluppò nei circoli e nei giornali libertari riguardava i metodi in cui manifestare l'idea antimilitarista, se con la diserzione o con la propaganda sin dentro le fila dell'[[esercito]] stesso.


Con lo scoppio della grande guerra (1914-1918), tutta l'Europa fu attraversata da manifestazioni, spesso anche violente, contro la guerra ed in favore dell'[[internazionalismo]]. Gli anarchici, se si esclude la minoranza che firmò il [[Manifesto dei Sedici]], furono tra i più coerenti nemici della guerra, mentre molti compagni del variegato mondo della sinistra portarono alla luce [[nazionalismo|tendenze nazionalistiche]] che evidentemente covava già dentro loro.  
Con lo scoppio della grande guerra (1914-1918), tutta l'Europa fu attraversata da manifestazioni, spesso anche violente, contro la guerra ed in favore dell'[[internazionalismo]]. Gli anarchici, se si esclude la minoranza che firmò il [[Manifesto dei Sedici]], furono tra i più coerenti nemici della guerra, mentre molti compagni del variegato mondo della sinistra portarono alla luce [[nazionalismo|tendenze nazionalistiche]] che evidentemente covava già dentro loro.  


Molti nemici della guerra, chiamati alle armi, scelsero la diserzione oppure fecero pubblica dichiarazione di opposizione alla guerra, come per esempio il [[filosofia|filosofo]] inglese [[Bertrand Russell]], la cui [[pacifismo|propaganda pacifista]] ed in favore all'[[obiezione di coscienza]] antimilitaristica
Molti nemici della guerra, chiamati alle armi, scelsero la diserzione oppure fecero pubblica dichiarazione di opposizione alla guerra, come per esempio il [[filosofia|filosofo]] inglese [[Bertrand Russell]], la cui [[pacifismo|propaganda pacifista]] ed in favore all'[[obiezione di coscienza]] antimilitaristica
gli costò prima l'allontanamento dall'insegnamento all'Università di Oxford ([[1916]]) e poi l'arresto ([[1918]]).  
gli costò prima l'allontanamento dall'insegnamento all'Università di Oxford ([[1916]]) e poi l'arresto ([[1918]]).  


Con la fine della guerra il movimento sembrò spegnersi, anche se personaggi come [[Bart de Ligt]] proseguirono imperterriti nelle loro campagne contro il militarismo, salvo poi riprendere un pò vigore allo scoppio della seconda guerra mondiale, a cui alcuni scelsero di opporvisi pubblicamente e coraggiosamente, e maggiormente negli anni '60 e '70 in contrasto alla guerra in Vietnam e ad altre guerre imperialistiche.  
Con la fine della guerra il movimento sembrò spegnersi, anche se personaggi come [[Bart de Ligt]] proseguirono imperterriti nelle loro campagne contro il militarismo, salvo poi riprendere un pò vigore allo scoppio della seconda guerra mondiale, a cui alcuni scelsero di opporvisi pubblicamente e coraggiosamente, e maggiormente negli anni '60 e '70 in contrasto alla guerra in Vietnam e ad altre guerre imperialistiche.  


Grazie a queste battaglie, oggi giorno in quasi tutto il mondo è riconosciuto il diritto a rifiutarsi di svolgere il servizio militare, anche se questa elementare [[libertà]] è ancora assente in diversi paesi ([[Grecia]], [[Turchia]], [[Israele]], [[Cile]], ecc.), dove però al contempo si è sviluppato un forte movimento antimilitarista: si pensi ai [[Refusnik]] israeliani, molti dei quali si dichiarano anarchici, e agli antimilitaristi turchi, del quale si parlò a lungo anche nei [[media]] in seguito alle vicende legate all'obiettore di coscienza anarchico turco [[Mehmet Tarhan]], arrestato e successivamente rilasciato, dopo le mobilitazioni internazionali dei libertari di tutto il mondo. Tutti gli antimilitaristi sono sempre più convinti che «senza esercito, senza soldati, senza gente che faccia il mestiere di esercitare la violenza sui propri simili non è possibile il permanere di alcun privilegio, sia politico che economico» e perché «chi combatte il militarismo combatte il sistema dell'autorità dell'uomo sull'uomo... essendo il militarismo la forma e la esplicazione più odiosa della violenza autoritaria e il primo nemico della libertà». <ref>[http://senzapatria.myblog.it/index-11.html L'antimilitarismo anarchico: alcuni cenni storici]</ref>
Grazie a queste battaglie, oggi giorno in quasi tutto il mondo è riconosciuto il diritto a rifiutarsi di svolgere il servizio militare, anche se questa elementare [[libertà]] è ancora assente in diversi paesi ([[Grecia]], [[Turchia]], [[Israele]], [[Cile]], ecc.), dove però al contempo si è sviluppato un forte movimento antimilitarista: si pensi ai [[Refusnik]] israeliani, molti dei quali si dichiarano anarchici, e agli antimilitaristi turchi, del quale si parlò a lungo anche nei [[media]] in seguito alle vicende legate all'obiettore di coscienza anarchico turco [[Mehmet Tarhan]], arrestato e successivamente rilasciato, dopo le mobilitazioni internazionali dei libertari di tutto il mondo. Tutti gli antimilitaristi sono sempre più convinti che «senza esercito, senza soldati, senza gente che faccia il mestiere di esercitare la violenza sui propri simili non è possibile il permanere di alcun privilegio, sia politico che economico» e perché «chi combatte il militarismo combatte il sistema dell'autorità dell'uomo sull'uomo... essendo il militarismo la forma e la esplicazione più odiosa della violenza autoritaria e il primo nemico della libertà». <ref>[http://senzapatria.myblog.it/index-11.html L'antimilitarismo anarchico: alcuni cenni storici]</ref>


=== L'antimilitarismo in Italia ===
=== L'antimilitarismo in Italia ===
Riga 29: Riga 29:
In [[Italia]] il movimento antimilitarista emerse all'inizio del XX secolo parallelamente alla diffusione capillare del [[socialismo]] e del [[sindacalismo rivoluzionario]]. Il [[Congresso antimilitarista di Amsterdam (1904)|convegno antimilitarista di Amsterdam del 1904]] ebbe una vasta eco anche nella penisola, tant'è che [[Maria Rygier]] tre anni dopo fondò la «Sezione dell'Alleanza Internazionale Antimilitarista» che era dotata anche di un foglio propagandistico denominato ''[[Rompete le file]]''. <ref>[http://www.cedall.org/Documentacio/IHL/Camilo%20Berneri/Berneri1.pdf Berneri, un anarquista iatliano: ''El antimilitarismo anarquista frente a la guerra. La posicion internacionalista de Cammilo Berneri''], pag. 77</ref>
In [[Italia]] il movimento antimilitarista emerse all'inizio del XX secolo parallelamente alla diffusione capillare del [[socialismo]] e del [[sindacalismo rivoluzionario]]. Il [[Congresso antimilitarista di Amsterdam (1904)|convegno antimilitarista di Amsterdam del 1904]] ebbe una vasta eco anche nella penisola, tant'è che [[Maria Rygier]] tre anni dopo fondò la «Sezione dell'Alleanza Internazionale Antimilitarista» che era dotata anche di un foglio propagandistico denominato ''[[Rompete le file]]''. <ref>[http://www.cedall.org/Documentacio/IHL/Camilo%20Berneri/Berneri1.pdf Berneri, un anarquista iatliano: ''El antimilitarismo anarquista frente a la guerra. La posicion internacionalista de Cammilo Berneri''], pag. 77</ref>
[[File: Rompete le file.jpg|thumb|''Rompete le file'', giornale antimilitarista di tendenza anarchica]]
[[File: Rompete le file.jpg|thumb|''Rompete le file'', giornale antimilitarista di tendenza anarchica]]
La dialettica interna al movimento antimilitarista italiano si concentrò sull'atteggiamento da avere nei confronti della coscrizione obbligatoria, ovvero se si dovesse propendere verso la diserzione oppure se il servizio militare dovesse essere sfruttato per diffondere propaganda antimilitarista e rivoluzionaria direttamente nel cuore dell'[[esercito]]. Per esempio, l'anarco-sindacalista [[Alberto Meschi]], attivo nell'[[Unione Sindacale Italiana]] (USI), svolse il servizio militare propagandando le proprie idee antiautoritarie, mentre gli anarchici individualisti generalmente optarono per la diserzione. Diversa la posizione di [[Malatesta]], che nei suoi scritti antimilitaristi <ref>[[Errico Malatesta]], ''Scritti antimilitaristi'', Segno Libero, 1984</ref> non appoggiò espressamente nè gli nè gli altri, optando per la libera scelta di ogni individualità in funzione anche del momento storico.  
La dialettica interna al movimento antimilitarista italiano si concentrò sull'atteggiamento da avere nei confronti della coscrizione obbligatoria, ovvero se si dovesse propendere verso la diserzione oppure se il servizio militare dovesse essere sfruttato per diffondere propaganda antimilitarista e rivoluzionaria direttamente nel cuore dell'[[esercito]]. Per esempio, l'anarco-sindacalista [[Alberto Meschi]], attivo nell'[[Unione Sindacale Italiana]] (USI), svolse il servizio militare propagandando le proprie idee antiautoritarie, mentre gli anarchici individualisti generalmente optarono per la diserzione. Diversa la posizione di [[Malatesta]], che nei suoi scritti antimilitaristi <ref>[[Errico Malatesta]], ''Scritti antimilitaristi'', Segno Libero, 1984</ref> non appoggiò espressamente nè gli nè gli altri, optando per la libera scelta di ogni individualità in funzione anche del momento storico.  
[[Image:Schirru.jpg|thumb|[[Michele Schirru]], futuro attentatore del Duce, partecipò ai moti antimilitaristi di Torino del 1917.]]
[[Image:Schirru.jpg|thumb|[[Michele Schirru]], futuro attentatore del Duce, partecipò ai moti antimilitaristi di Torino del 1917.]]
Uno degli anarchici italiani più attivi nell'[[antimilitarismo|ambito antimilitarista]] dell'inizio del '900 fu l'anarchico italo-svizzero [[Luigi Bertoni]]. La sua attività fu, a dire il vero, particolarmente concentrata nella [[Svizzera]] italiana, lavorando per esempio alla realizzazione del congresso antimilitarista di Bienne (Svizzera) del [[1909]].
Uno degli anarchici italiani più attivi nell'[[antimilitarismo|ambito antimilitarista]] dell'inizio del '900 fu l'anarchico italo-svizzero [[Luigi Bertoni]]. La sua attività fu, a dire il vero, particolarmente concentrata nella [[Svizzera]] italiana, lavorando per esempio alla realizzazione del congresso antimilitarista di Bienne (Svizzera) del [[1909]].


Le vicende legate alla guerra italo-libica del [[1911]] (si veda caso dell'anarchico [[Augusto Masetti]]) <ref>Il [[30 ottobre]] [[1911]], il muratore anarchico [[Augusto Masetti]], al momento di partire per l'impresa imperialistica italiana Libia, nel piazzale della caserma Cialdini di Bologna, in un atto estremo di «insubordinazione con vie di fatto verso superiore ufficiale», sparò, ferendolo leggermente, al colonnello Stroppa (il colonnello stava istigando i militari all'odio verso il popolo libico).  [Questo fatto insieme a quello di [[Antonio Moroni]] - arrestato per le sue idee antimilitariste - determinò l'insurrezione della cosiddetta [[settimana rossa]]].</ref> provocarono la rottura tra gli antimilitaristi internazionalisti e i [[Sorel|soreliani]], nei quali erano venuti alla luce ambiguità [[nazionalismo|nazionalistiche]] ovviamente mal sopportate dall'antimilitarismo anarchico. In seguito, allo scoppio della prima guerra mondiale, insorsero nuove divisioni nei diversi ambienti della sinistra, legati alle differenti posizioni assunte rispetto all'opportunità o meno dell'[[Italia]] di entrare in guerra. L'[[Unione Sindacale Italiana]], dopo il congresso del [[13 settembre|13]]-[[14 settembre]] [[1914]] e il discorso interventista di [[Alceste De Ambris]] subì una drammatica divisione in seguito all'espulsione della minoranza interventista, la cui mozione era stata respinta in favore di quella contro la guerra firmata da [[Armando Borghi]], Niccolini, Pace e [[Carlo Nencini]]. Nell'ambito di questi eventi, [[Maria Rygier]], che nel frattempo aveva aderito alla [[massoneria]] (così come molti di quei membri dell'[[USI]] che divennero improvvisamente interventisti) ed era diventata un agente provocatore, si pose a capofila degli interventisti con l'obiettivo di creare scompiglio tra i socialisti ed agevolare così l'entrata dell'Italia in guerra. <ref>[http://www.comidad.org/bollettino/comidad108.pdf Un agente provocatore massonico: Maria Rygier], pag. 10-11</ref>
Le vicende legate alla guerra italo-libica del [[1911]] (si veda caso dell'anarchico [[Augusto Masetti]]) <ref>Il [[30 ottobre]] [[1911]], il muratore anarchico [[Augusto Masetti]], al momento di partire per l'impresa imperialistica italiana Libia, nel piazzale della caserma Cialdini di Bologna, in un atto estremo di «insubordinazione con vie di fatto verso superiore ufficiale», sparò, ferendolo leggermente, al colonnello Stroppa (il colonnello stava istigando i militari all'odio verso il popolo libico).  [Questo fatto insieme a quello di [[Antonio Moroni]] - arrestato per le sue idee antimilitariste - determinò l'insurrezione della cosiddetta [[settimana rossa]]].</ref> provocarono la rottura tra gli antimilitaristi internazionalisti e i [[Sorel|soreliani]], nei quali erano venuti alla luce ambiguità [[nazionalismo|nazionalistiche]] ovviamente mal sopportate dall'antimilitarismo anarchico. In seguito, allo scoppio della prima guerra mondiale, insorsero nuove divisioni nei diversi ambienti della sinistra, legati alle differenti posizioni assunte rispetto all'opportunità o meno dell'[[Italia]] di entrare in guerra. L'[[Unione Sindacale Italiana]], dopo il congresso del [[13 settembre|13]]-[[14 settembre]] [[1914]] e il discorso interventista di [[Alceste De Ambris]] subì una drammatica divisione in seguito all'espulsione della minoranza interventista, la cui mozione era stata respinta in favore di quella contro la guerra firmata da [[Armando Borghi]], Niccolini, Pace e [[Carlo Nencini]]. Nell'ambito di questi eventi, [[Maria Rygier]], che nel frattempo aveva aderito alla [[massoneria]] (così come molti di quei membri dell'[[USI]] che divennero improvvisamente interventisti) ed era diventata un agente provocatore, si pose a capofila degli interventisti con l'obiettivo di creare scompiglio tra i socialisti ed agevolare così l'entrata dell'Italia in guerra. <ref>[http://www.comidad.org/bollettino/comidad108.pdf Un agente provocatore massonico: Maria Rygier], pag. 10-11</ref>


Il movimento italiano contro la guerra fu egemonizzato dai socialisti e soprattutto dagli anarchici, tra i quali si distinsero [[Errico Malatesta]], [[Leda Rafanelli]], [[Torquato Gobbi]], [[Virgilia D'Andrea]], [[Armando Borghi]] e il giovanissimo [[Camillo Berneri]], che nel [[1914]] tentò di dar vita senza successo all'«Unione Studentesca Antimilitarista». Quasi tutti gli anarchici italiano si schierarono contro l'interventismo e contro il [[Manifesto dei sedici]] firmato da celebri anarchici come [[Kropotkin]] e [[Jean Grave|Grave]], anche se il convegno anarchico di Pisa (gennaio 1915) se ne uscì con il motto ambiguo: «né aderire né sabotare». <ref>[[Gino Cerrito]], ''L'antimilitarismo anarchico in Italia'', pag. 52, edizione RL, Pistoia, 1968</ref>   
Il movimento italiano contro la guerra fu egemonizzato dai socialisti e soprattutto dagli anarchici, tra i quali si distinsero [[Errico Malatesta]], [[Leda Rafanelli]], [[Torquato Gobbi]], [[Virgilia D'Andrea]], [[Armando Borghi]] e il giovanissimo [[Camillo Berneri]], che nel [[1914]] tentò di dar vita senza successo all'«Unione Studentesca Antimilitarista». Quasi tutti gli anarchici italiano si schierarono contro l'interventismo e contro il [[Manifesto dei sedici]] firmato da celebri anarchici come [[Kropotkin]] e [[Jean Grave|Grave]], anche se il convegno anarchico di Pisa (gennaio 1915) se ne uscì con il motto ambiguo: «né aderire né sabotare». <ref>[[Gino Cerrito]], ''L'antimilitarismo anarchico in Italia'', pag. 52, edizione RL, Pistoia, 1968</ref>   
[[File:Lilian Wolfe.jpg|thumb|230 px|left|[[Lilian Wolfe]] (col giornale in mano) e [[Maria Luisa Berneri]], due donne anarchiche e antimilitariste]]
[[File:Lilian Wolfe.jpg|thumb|230 px|left|[[Lilian Wolfe]] (col giornale in mano) e [[Maria Luisa Berneri]], due donne anarchiche e antimilitariste]]
:«In Italia - scriveva Luigi Molinari nell'ottobre [[1914]] - si pubblicano oggi tre fogli anarchici con regolare periodicità settimanale: ''Volontà '' di Ancona, ''Il Libertario'' di La Spezia, ''L'Avvenire Anarchico'' di Pisa. Ora dei tre giornali riportati nessuno è favorevole alla guerra. La rivista ''L'Università Popolare'' che io pubblico a Milano, è perfettamente d'accordo con i giornali di cui sopra. V'è di più: Luigi Fabbri che fu per alcuni anni redattore della rivista ''Il Pensiero''e che oggi, esule a Lugano, continua la sua missione di pubblicista libertario, ha mandato all'Internazionale una splendida dichiarazione conforme alle nostre idee. I due maggiori giornali anarchici che si pubblicano in lingua italiana negli Stati Uniti d'America, uno la ''Cronaca Sovversiva'' di Lynn. Mass., della quale è redattore Galleani e l'altro ''L'Era Nuova'' di Paterson, sono furenti contro la guerra. Il Risveglio, del quale (oggi) si pubblica solo l'edizione francese per l'esodo dei lavoratori italiani della Svizzera... è perfettamente d'accordo.» <ref>[[Gino Cerrito]], ''L'antimilitarismo anarchico in Italia'', pag. 41, edizione RL, Pistoia, 1968</ref>
:«In Italia - scriveva Luigi Molinari nell'ottobre [[1914]] - si pubblicano oggi tre fogli anarchici con regolare periodicità settimanale: ''Volontà '' di Ancona, ''Il Libertario'' di La Spezia, ''L'Avvenire Anarchico'' di Pisa. Ora dei tre giornali riportati nessuno è favorevole alla guerra. La rivista ''L'Università Popolare'' che io pubblico a Milano, è perfettamente d'accordo con i giornali di cui sopra. V'è di più: Luigi Fabbri che fu per alcuni anni redattore della rivista ''Il Pensiero''e che oggi, esule a Lugano, continua la sua missione di pubblicista libertario, ha mandato all'Internazionale una splendida dichiarazione conforme alle nostre idee. I due maggiori giornali anarchici che si pubblicano in lingua italiana negli Stati Uniti d'America, uno la ''Cronaca Sovversiva'' di Lynn. Mass., della quale è redattore Galleani e l'altro ''L'Era Nuova'' di Paterson, sono furenti contro la guerra. Il Risveglio, del quale (oggi) si pubblica solo l'edizione francese per l'esodo dei lavoratori italiani della Svizzera... è perfettamente d'accordo.» <ref>[[Gino Cerrito]], ''L'antimilitarismo anarchico in Italia'', pag. 41, edizione RL, Pistoia, 1968</ref>


Il [[25 febbraio]] [[1915]] si svolse a Reggio Emilia una partecipata manifestazione contro la guerra, che terminò con la violenta [[repressione]] dei manifestanti e la morte di due d loro:  Mario Baricchi e Fermo Angioletti. <ref>[http://www.istoreco.re.it/public/isto/BaricchiAngioletti1112201293920.pdf La manifestazione contro la guerra del 25 febbraio 1915 a Reggio Emilia]</ref> Nell'agosto del [[1916]], si tenne a Ravenna un Convegno anarchico clandestino contro la guerra, in cui si pensò di dar vita ad un Comitato di Azione Anarchica formato da [[Temistocle Monticelli]], [[Pasquale Binazzi]], [[Torquato Gobbi]], [[Gregorio Benvenuti]] e [[Virgilio Mazzoni]]. Nell'agosto del [[1917]] le attività antimilitariste sfociarono a Torino nei [[moti operai antimilitaristici a Torino|moti operai antimilitaristici]].
Il [[25 febbraio]] [[1915]] si svolse a Reggio Emilia una partecipata manifestazione contro la guerra, che terminò con la violenta [[repressione]] dei manifestanti e la morte di due d loro:  Mario Baricchi e Fermo Angioletti. <ref>[http://www.istoreco.re.it/public/isto/BaricchiAngioletti1112201293920.pdf La manifestazione contro la guerra del 25 febbraio 1915 a Reggio Emilia]</ref> Nell'agosto del [[1916]], si tenne a Ravenna un Convegno anarchico clandestino contro la guerra, in cui si pensò di dar vita ad un Comitato di Azione Anarchica formato da [[Temistocle Monticelli]], [[Pasquale Binazzi]], [[Torquato Gobbi]], [[Gregorio Benvenuti]] e [[Virgilio Mazzoni]]. Nell'agosto del [[1917]] le attività antimilitariste sfociarono a Torino nei [[moti operai antimilitaristici a Torino|moti operai antimilitaristici]].


Le conseguenze delle attività antimilitariste proseguirono anche dopo la fine della guerra, come per esempio ad Ancona nel [[1920]], quando i [[Rivolta dei Bersaglieri|bersaglieri della caserma Villarey]], incitati dagli anarchici, si ribellarono agli ordini superiori (era prevista una partenza vero l'[[Albania]]).
Le conseguenze delle attività antimilitariste proseguirono anche dopo la fine della guerra, come per esempio ad Ancona nel [[1920]], quando i [[Rivolta dei Bersaglieri|bersaglieri della caserma Villarey]], incitati dagli anarchici, si ribellarono agli ordini superiori (era prevista una partenza vero l'[[Albania]]).


In seguito l'antimilitarismo, specialmente quello di matrice anarchica, è entrato in una fase di declino, seppur esso si manifestò improvvisamente in Sicilia durante [[L'insurrezione antimilitarista del “non si parte!”|insurrezione antimilitarista del “non si parte!” (1945)]] o nel movimento di [[obiezione di coscienza]] al servizio militare degli anni '60 e '70.
In seguito l'antimilitarismo, specialmente quello di matrice anarchica, è entrato in una fase di declino, seppur esso si manifestò improvvisamente in Sicilia durante [[L'insurrezione antimilitarista del “non si parte!”|insurrezione antimilitarista del “non si parte!” (1945)]] o nel movimento di [[obiezione di coscienza]] al servizio militare degli anni '60 e '70.
Riga 49: Riga 49:
== L'antimilitarismo anarchico ==
== L'antimilitarismo anarchico ==


Per '''antimilitarismo''' in genere si intende la contrarietà [[etica]] (individuale) e politica (collettiva) all'istituzione militare e all'esercito. A questo punto bisognerebbe chiedersi se esista o meno una specificità anarchica di questo rifiuto della divisa e conseguentemente alla prima domanda se anche il movimento anarchico in genere sia unanime o si differenzi ulteriormente.
Per '''antimilitarismo''' in genere si intende la contrarietà [[etica]] (individuale) e politica (collettiva) all'istituzione militare e all'esercito. A questo punto bisognerebbe chiedersi se esista o meno una specificità anarchica di questo rifiuto della divisa e conseguentemente alla prima domanda se anche il movimento anarchico in genere sia unanime o si differenzi ulteriormente.
[[Image:Mehmet_tarhan_handcuffed.jpg|thumb||[[Mehmet Tarhan]], antimilitarista e anarchico turco]]
[[Image:Mehmet_tarhan_handcuffed.jpg|thumb||[[Mehmet Tarhan]], antimilitarista e anarchico turco]]


[[File:Boris Vian - WIKI.jpg|thumb|left|[[Boris Vian]], musicista anarchico e antimilitarista autore della celebre ''Le deserteur'']]
[[File:Boris Vian - WIKI.jpg|thumb|left|[[Boris Vian]], musicista anarchico e antimilitarista autore della celebre ''Le deserteur'']]
Iniziamo subito dalle affermazioni di principio e dai distinguo. Il movimento anarchico non ha mai avuto la pretesa di monopolizzare ideologicamente l'antimilitarismo, ma ha sempre voluto attribuirgli una valenza particolare, in qualche modo di specificità propria che lo contraddistinguesse da tutti gli altri antimilitarismi.
Iniziamo subito dalle affermazioni di principio e dai distinguo. Il movimento anarchico non ha mai avuto la pretesa di monopolizzare ideologicamente l'antimilitarismo, ma ha sempre voluto attribuirgli una valenza particolare, in qualche modo di specificità propria che lo contraddistinguesse da tutti gli altri antimilitarismi.


Sembra, di primo acchito, una pretesa di superiorità boriosa di un gruppo di “duri e puri”.
Sembra, di primo acchito, una pretesa di superiorità boriosa di un gruppo di “duri e puri”.
   
   
La realtà, a nostro avviso, è ben altra, e cioè che l'antimilitarismo senza una lotta che metta in discussione l'esistenza stessa dello [[Stato]], delle istituzioni e del sistema di sfruttamento capitalistico, potrebbe risultare monco.
La realtà, a nostro avviso, è ben altra, e cioè che l'antimilitarismo senza una lotta che metta in discussione l'esistenza stessa dello [[Stato]], delle istituzioni e del sistema di sfruttamento capitalistico, potrebbe risultare monco.
Riga 63: Riga 63:
Ricordiamo inoltre che non abbiamo per nulla una visione statica della storia e che pertanto, quando parliamo di momenti storici, pensiamo sempre ad una loro periodizzazione e contestualizzazione.
Ricordiamo inoltre che non abbiamo per nulla una visione statica della storia e che pertanto, quando parliamo di momenti storici, pensiamo sempre ad una loro periodizzazione e contestualizzazione.


Chi ha un po'di memoria storica, sa che tutti gli eserciti nascono con una duplice finalità: di repressione e di controllo interno (entità statuale genericamente definita dall'età moderna) e di repressione e di controllo dell'integrità territoriale di fronte ai nuovi o vecchi nemici.
Chi ha un po'di memoria storica, sa che tutti gli eserciti nascono con una duplice finalità: di repressione e di controllo interno (entità statuale genericamente definita dall'età moderna) e di repressione e di controllo dell'integrità territoriale di fronte ai nuovi o vecchi nemici.
Tutte le più grandi repressioni antipopolari della storia sono state condotte dagli eserciti dei propri paesi e, quand'anche fosse stata fatta da un qualsiasi ‘invasore', non è mai mancata l'attiva collaborazione delle forze patrie.
Tutte le più grandi repressioni antipopolari della storia sono state condotte dagli eserciti dei propri paesi e, quand'anche fosse stata fatta da un qualsiasi ‘invasore', non è mai mancata l'attiva collaborazione delle forze patrie.


Riga 85: Riga 85:
[[Pacifismo]] e antimilitarismo non sono necessariamente sinonimi, infatti mentre per forza di cose i veri pacifisti sono anche antimilitaristi, questi non necessariamente devono essere pacifisti.
[[Pacifismo]] e antimilitarismo non sono necessariamente sinonimi, infatti mentre per forza di cose i veri pacifisti sono anche antimilitaristi, questi non necessariamente devono essere pacifisti.


Tutti gli anarchici non possono che essere antimilitaristi, perché tutti gli anarchici rifiutano l'[[autorità |autoritarismo]], la [[gerarchia]] militare e l'uso degli eserciti come strumento di [[repressione]] o di sostegno al [[Capitalismo|capitale]]. Tutti gli anarchici odiano la violenza ed auspicano una [[Pacifismo|società pacifica]] ed [[eguaglianza|egualitaria]], alcuni però pensano che per giungere a questo fine si possa anche utilizzare una violenza misurata e proporzionale, i pacifisti invece ritengono che una società giusta e pacifica possa costituirsi solo con l'utilizzo di mezzi non violenti. In ogni caso i pacifisti non possono che essere antimilitaristi visto che il [[pacifismo]] è:
Tutti gli anarchici non possono che essere antimilitaristi, perché tutti gli anarchici rifiutano l'[[autorità |autoritarismo]], la [[gerarchia]] militare e l'uso degli eserciti come strumento di [[repressione]] o di sostegno al [[Capitalismo|capitale]]. Tutti gli anarchici odiano la violenza ed auspicano una [[Pacifismo|società pacifica]] ed [[eguaglianza|egualitaria]], alcuni però pensano che per giungere a questo fine si possa anche utilizzare una violenza misurata e proporzionale, i pacifisti invece ritengono che una società giusta e pacifica possa costituirsi solo con l'utilizzo di mezzi non violenti. In ogni caso i pacifisti non possono che essere antimilitaristi visto che il [[pacifismo]] è:
:« Movimento, tendenza di chi mira a risolvere le vertenze fra gli stati non con la guerra ma con trattative o arbitrati internazionali»
:« Movimento, tendenza di chi mira a risolvere le vertenze fra gli stati non con la guerra ma con trattative o arbitrati internazionali»
: «Movimento internazionale che tende a mantenere la pace tra i popoli».  
: «Movimento internazionale che tende a mantenere la pace tra i popoli».  
Riga 91: Riga 91:
: «Movimento ispirato all'idea di bandire la guerra come strumento per la soluzione delle vertenze internazionali». <ref>[http://www.peacelink.it/pace/a/29912.html Che cosa è il pacifismo? Una guida per capire]</ref>
: «Movimento ispirato all'idea di bandire la guerra come strumento per la soluzione delle vertenze internazionali». <ref>[http://www.peacelink.it/pace/a/29912.html Che cosa è il pacifismo? Una guida per capire]</ref>


Volutamente in malafede, spesso i [[media]] utilizzano strumentalmente i due termini come fossero sinonimi, di modo che un antimilitarista non pacifista possa essere bollato come incoerente e ipocrita. In realtà l'ipocrisia sta in chi, orwellianamente, si definisce pacifista ma anche militarista e che sostiene le fantomatiche operazioni militari di pace («la guerra è pace» <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/La_guerra_%C3%A8_pace Uno dei tre slogan che compaiono in 1984 di Orwell]</ref>).
Volutamente in malafede, spesso i [[media]] utilizzano strumentalmente i due termini come fossero sinonimi, di modo che un antimilitarista non pacifista possa essere bollato come incoerente e ipocrita. In realtà l'ipocrisia sta in chi, orwellianamente, si definisce pacifista ma anche militarista e che sostiene le fantomatiche operazioni militari di pace («la guerra è pace» <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/La_guerra_%C3%A8_pace Uno dei tre slogan che compaiono in 1984 di Orwell]</ref>).


L'antimilitarismo è semplicemente uno dei mezzi attraverso cui è possibile realizzare quella società pacifica e giusta cui '''tutti''' gli anarchici auspicano.
L'antimilitarismo è semplicemente uno dei mezzi attraverso cui è possibile realizzare quella società pacifica e giusta cui '''tutti''' gli anarchici auspicano.


== Letteratura antimilitarista ==
== Letteratura antimilitarista ==
[[File:Sc'vèik.jpg|thumb|''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] nell'illustrazione originale di [[Josef Lada]],.]]
[[File:Sc'vèik.jpg|thumb|''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] nell'illustrazione originale di [[Josef Lada]],.]]
Lo scoppio delle guerre, soprattutto dalla fine dell'800 in poi, ha spesso portato con sè come corollario alla pubblicazione di numerose opere letterarie di denuncia della guerra come atto criminale e anti-umano. Probabilmente il primo ad impegnarsi in questo genere di [[letteratura]] fu [[Lev Tolstoj]] con i ''Racconti di Sebastopoli'', pubblicati nel [[1855]] dopo la sua esperienza all'assedio di Sebastopoli. Questo e altri scritti minori <ref>Es. ''Lettera agli italiani'', pubblicata solo molti anni dopo contro la guerra italo-abissina e nel ''Lettera agli svedesi'' (1899) sulla renitenza alla leva.</ref> influenzarono lo sviluppo del primo movimento antimilitarista, che come detto ebbe un impronta sostanzialmente [[pacifista]]. In [[Italia]] in questo filone si inserisce ''Una nobile follia'' (1866) di [[Iginio Tarchetti]], che narra le vicende di Filippo Sporta, costretto a lasciare la propria famiglia e il proprio paese per essere inviato come soldato di leva nella Campagna di Crimea <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea Guerra di Crimea]</ref> dove per legittima difesa ucciderà un soldato dell'[[esercito]] russo. Questo fatto gli sconvolgerà la vita. Tarchetti rimase voce isolata ed i pochi intellettuali che lo seguirono nella denuncia della follia militarista furono [[Cletto Arrighi]] e [[Felice Cavallotti]], due scrittori per lo più ancora oggi ignorati dalla storiografia "ufficiale".
Lo scoppio delle guerre, soprattutto dalla fine dell'800 in poi, ha spesso portato con sè come corollario alla pubblicazione di numerose opere letterarie di denuncia della guerra come atto criminale e anti-umano. Probabilmente il primo ad impegnarsi in questo genere di [[letteratura]] fu [[Lev Tolstoj]] con i ''Racconti di Sebastopoli'', pubblicati nel [[1855]] dopo la sua esperienza all'assedio di Sebastopoli. Questo e altri scritti minori <ref>Es. ''Lettera agli italiani'', pubblicata solo molti anni dopo contro la guerra italo-abissina e nel ''Lettera agli svedesi'' (1899) sulla renitenza alla leva.</ref> influenzarono lo sviluppo del primo movimento antimilitarista, che come detto ebbe un impronta sostanzialmente [[pacifista]]. In [[Italia]] in questo filone si inserisce ''Una nobile follia'' (1866) di [[Iginio Tarchetti]], che narra le vicende di Filippo Sporta, costretto a lasciare la propria famiglia e il proprio paese per essere inviato come soldato di leva nella Campagna di Crimea <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea Guerra di Crimea]</ref> dove per legittima difesa ucciderà un soldato dell'[[esercito]] russo. Questo fatto gli sconvolgerà la vita. Tarchetti rimase voce isolata ed i pochi intellettuali che lo seguirono nella denuncia della follia militarista furono [[Cletto Arrighi]] e [[Felice Cavallotti]], due scrittori per lo più ancora oggi ignorati dalla storiografia "ufficiale".


Lo scoppio della grande guerra (1914-1918) portò con sè successivamente alla pubblicazione di veri e propri capolavori della letteratura in genere e dell'antimilitarismo nello specifico <ref>Ovviamente esistono anche una moltitudine di saggi e scritti vari che raccontano l'orrore e l'assurdità di quella guerra. Per approfondimenti si veda: [[Testi: antimilitarismo|Libri sull'antimilitarismo]]</ref>, si va dal satirico ''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] a ''Un anno sull'altipiano'' di Emilio Lussu, da ''Addio alle armi'' di [[Ernest Hemingway]] a ''Nelle tempeste d'acciaio'' di di Ernst Jünger, per finire con ''Niente di nuovo sul fronte occidentale'' di Erich Maria Remarque,  ''La paura e altri racconti della grande guerra'' di Federico de Roberto e tanti altri.
Lo scoppio della grande guerra (1914-1918) portò con sè successivamente alla pubblicazione di veri e propri capolavori della letteratura in genere e dell'antimilitarismo nello specifico <ref>Ovviamente esistono anche una moltitudine di saggi e scritti vari che raccontano l'orrore e l'assurdità di quella guerra. Per approfondimenti si veda: [[Testi: antimilitarismo|Libri sull'antimilitarismo]]</ref>, si va dal satirico ''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] a ''Un anno sull'altipiano'' di Emilio Lussu, da ''Addio alle armi'' di [[Ernest Hemingway]] a ''Nelle tempeste d'acciaio'' di di Ernst Jünger, per finire con ''Niente di nuovo sul fronte occidentale'' di Erich Maria Remarque,  ''La paura e altri racconti della grande guerra'' di Federico de Roberto e tanti altri.


Opere relativamente più recenti che meritano una citazione sono ''Una donna di Ragusa'' (che in realtà non è un romanzo ma un'autobiografia) di [[Maria Occhipinti]], ''Mattatoio n° 5 o La crociata dei Bambini'' di [[Kurt Vonnegut]] e il poco conosciuto ''Stelline stellette'' di Pino Olivieri.
Opere relativamente più recenti che meritano una citazione sono ''Una donna di Ragusa'' (che in realtà non è un romanzo ma un'autobiografia) di [[Maria Occhipinti]], ''Mattatoio n° 5 o La crociata dei Bambini'' di [[Kurt Vonnegut]] e il poco conosciuto ''Stelline stellette'' di Pino Olivieri.


==Note==
==Note==
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione