Storia dell'anarchismo sardo: differenze tra le versioni

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[[File:S(A)rdegn(A).jpg|thumb|Sardegna anarchica]]Sono ben poche le notizie che si hanno sull'[[anarchismo]] sardo. È certo però che dopo la caduta del [[Fascismo|fascismo]] la storiografia ufficiale ha tentato di minimizzare, se non del tutto negare, il ruolo avuto dagli anarchici nello sviluppo delle [[antifascismo|lotte antifasciste]]. Solo negli anni 80, grazie al lavoro di [[Costantino Cavalleri]] nella "[[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"|Biblioteca "S'arkiviu"]]", intitolata a [[Tomaso Serra]], il più conosciuto anarchico sardo, si è cominciato a far luce sull'esperienza anarchica nell'isola.
#REDIRECT[[Storia dell'anarchismo in Sardegna]]
 
==Premessa==
Nel popolo sardo è stata da sempre presente un innata diffidenza e\o ostilità  verso le [[autorità]] e le istituzioni di ogni tipo [un po'meno verso quelle religiose, '''NdR'''], specie se proveniente dal “continente”. Come dice l'archeologo e storico Giovanni Lilliu, nella storia del popolo sardo è presente una « costante resistenziale» che si è manifestata di volta in volta contro le potenze coloniali che di volta in volta occuparono l'Isola. [[File:Tomaso_Serra.JPG|thumb|left|200 px|[[Tomaso Serra]], anarchico sardo che partecipò alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]]]]
:« ..La Sardegna, in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di avere sempre resistito. Un'Isola sulla quale è calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore, a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza. Perciò, i Sardi hanno avuto l'aggressione di integrazioni di ogni specie ma, nonostante, sono riusciti a conservarsi sempre se stessi. Nella confusione etnica e culturale che li ha inondati per millenni sono riemersi, costantemente, nella fedeltà  alle origini autentiche e pure. Questo è stato, ed è certamente, un miracolo, a pensare che l'Isola, per la sua posizione geografica, è tracciata in ogni senso, è un terminal da ogni parte; e che la vasta solitudine dei suoi spazi (si parla di essa come di un continente) ha invitato e invita a riempirli gente d'ogni sangue e colore. » (Giovanni Lilliu, ''la Costante resistenziale sarda''; p. 225)
Una certa innata tendenza verso l'antiautoritarismo <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Shardan/Sandbox Utente:Shardan/Sandbox]</ref> non ha però fatto sì che l'[[anarchia|idea anarchica]] si diffondesse nel tessuto socio-politico dell'isola quando nell'ottocento essa cominciava a far presa in Europa. Ciò fu legato in parte alla condizione di insularità  ed in parte ad una certa mentalità  di tendenza individualistica, legata forse all'attività  agro-pastorale che è stata lungamente predominante nell'isola, ma non nel senso libertario del termine quanto a quello più propriamente egoistico del pensar ognun per sè. <ref>C'è da dire però che nella tradizione agro-pastorale è storicamente presente il principio mutualistico de ''S'aggiudu torrau'' (“aiuto restituito” o "aiuto reciproco"), che consiste nel reciproco aiuto che pastori e contadini si danno in occasione di particolari momenti di difficoltà.</ref>
 
In ogni caso, alla fine del XIX° secolo si trova qualche flebile traccia di attivismo anarchico e nel secondo decennio del XX° secolo si costituirono i primi piccoli gruppi anarchici. La frammentarietà  e le difficoltà  a sviluppare una rete organizzativa di un certo livello, sono caratteristiche costanti dell'[[anarchismo]] in Sardegna, infatti ancora oggi sono sì attivi alcuni piccoli gruppi, ma nessuna sezione della [[FAI]] o della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]].
 
==L'ottocento==
 
L'800 è un secolo in cui si svilupparono molte proteste e insurrezioni popolari: dopo la legge delle chiudende del [[1820]] <ref name="chiudende">[http://www.mamoiada.org/_pdf/Le%20chiudende.pdf Le chiudende]</ref>, che di fatto privatizzò le terre pubbliche, si registrarono numerose rivolte nel Nuorese <ref name="natale sanna">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag. 385</ref>. In seguito se ne verificarono anche a Sedilo ([[1850]]), Sassari ([[1852]]) e Oschiri ([[1855]]) <ref name="natale">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag. 393</ref>, tutte determinate dalla fusione con il Piemonte che portò con sé l'introduzione del servizio militare obbligatorio, la pressione fiscale e l'aumento del costo della vita. Con le leggi del [[1863]]-[[1873]] fu anche limitato l'uso civico delle terre: a Nuoro la popolazione insorse nel [[1868]] con i cosiddetti moti di '''''su Connottu''''' (cioè “al conosciuto”, ovvero l'aspirazione al ritorno alle antiche usanze). Risulta evidente quindi che i sardi erano storicamente predisposti verso al collettivizzazione dei beni pubblici e assai avversi alla [[proprietà  privata]], che potè essere imposta solo con l'uso della forza e la [[repressione]] popolare.
 
Nonostante questa innata repulsione verso l'[[autorità]], le statitistiche ufficiali dicono che dal [[1878]] al [[1891]] ci furono solo 3 [[sciopero|scioperi]] (1076 in tutta [[Italia]]) e che alla fine dell'800 vi erano solo 400 militanti socialisti. Questi dati fanno però riferimento ad una ricerca storiografica che tende a minimizzare, se non del tutto negare, il ruolo svolto dai rivoluzionari e ancor più dagli anarchici. La ricerca storica è quindi importante perché permette il recupero della verità  storica rispetto all'anarchismo sardo: per esempio, secondo quanto riporta [[Costantino Cavalleri]] nel suo ''Per la storia dell'anarchismo in Sardegna'', «è comprovata la presenza a Cagliari di una sezione dell'Internazionale Antiautoritaria, rappresentata al Congresso regionale della Federazione dell'Alta Italia dell'AIL, nel 1877, da Fontana e Marcialis» <ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref>
 
Ci sono inoltre testimonianze rispetto ad una certo attivismo [[anticlericalismo|anticlericale]] sardo che si manifestava durante pubbliche celebrazioni religiose <ref name="cammino">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag. 428</ref>. Il sardo ha una innata diffidenza verso l'organizzazione, per questo spesso la ribellione talvolta assunse forme d'[[illegalismo]] come il banditismo <ref name="banditi">I banditi in alcuni casi arrivarono ad affiggere dei veri e propri bandi: i fratelli Elia e Giacamo Serra autorizzarono la popolazione a raccogliere le olive nei campi di alcuni possidenti; G. Serrittu proibì a Gavoi di pagare le imposte ai fratelli esattori Daddi ecc. (''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna pag. 415, 416)</ref>, che talvolta poté godere dell'appoggio popolare. In questa fase sono da segnalare le poesie vagamente anarcoidi e fortemente anticlericali di [[Peppino Mereu]] ([[1872]]-[[1901]]) <ref name="nuche">[http://nuke.peppinumereu.it/ Peppino Mereu.it]</ref>, poeta assai affine alla scapigliatura milanese.
 
== Il novecento ==
 
=== I moti del 1904 e 1906 ===
 
All'inizio del '900 l'idea socialista, e in parte quella anarchica, cominciò finalmente ad attecchire nell'isola: dal [[1892]] al [[1900]] si registrarono solo 9 [[sciopero|scioperi]], ma tra il [[1901]] e il [[1903]] il numero salì a 15, a dimostrazione dell'aumento della conflittualità. Nel [[1904]], la cittadina mineraria di [[Eccidio di Bugerru|Bugerru]] (Cagliari) fu investita d una serie di proteste e scioperi dei minatori guidati dalla ''Lega di resistenza'' che contava ben 4.000 iscritti. Le loro rivendicazioni riguardavano l'incremento dei salari ed il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro. Domenica [[4 settembre]], mentre la delegazione sindacale era in trattative, le forze dell'ordine spararono sugli operai riuniti di fronte alla sede della direzione generale della miniera. Morirono tre lavoratori e tantissimi furono i feriti.
[[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici]]
Nel [[1906]], per protesta contro il caro vita <ref name="campidano">''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna, pag. 433</ref>, si registrarono saccheggi, [[sabotaggio|sabotaggi]] e incendi di edifici istituzionali, soprattutto a Cagliari, nel Campidano e nel Sarrabus). A Cagliari furono le operaie delle Manifattura Tabacchi - Bonaria Cortis, Adelaide Nieddu e Assunta Marini - ad arringare la folla in favore della lotta e dello [[sciopero generale]]. Le guardie regie spararono sull'enorme massa di persone riversate nelle strade e due ragazzi di 16 e 19 anni persero la vita. Nella zona tra Muravera, San Vito e Villaputzu, le autorità  abbandonarono le istituzioni e i contadini diedero vita ad un comitato di autogoverno che autogestì i paesi sino alla terriible [[repressione]] che si scatenò nel giro di poco tempo: 17 morti a Gonnesa, 7 a Monte Scorra e 6 Nebida. <ref>[http://pdcicagliari.altervista.org/Microsoft%20Word%20-%20PRESENTAZIONE%20MAGGIO%201906_rtf.pdf Sergio Atzeni. Quel 1906]</ref>
 
Ora, non è dato sapere quanti anarchici parteciparono ai moti, nè l'influenza esercitata dagli stessi sulla popolazione, però è sicuro che gli anarchici erano presenti, visto che in quel periodo nell'iglesiente si costituì il gruppo anarchico "[[Sante Caserio]]", particolarmente attivo specialmente tra i minatori. In questa fase si segnalò per la sua attività  [[Attilio Deffenu]], gravitante per lunghi periodi negli ambiti del mondo anarchico e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]], non senza qualche incursione nell'ambito del liberalismo <ref name="deff">[http://www.filologiasarda.eu/catalogo/autori/autore.php?sez=36&id=8 Note su Deffenu]</ref>. Deffenu editò la rivista "Sardegna", a cui contribuirono e\o collaborarono sardi come [[Francesco Cucca]] <ref name="cucca">[http://www.filologiasarda.eu/catalogo/autori/autore.php?sez=36&id=7 Note su Francesco Cucca]</ref>, anarchico, e [[Sebastiano Satta]], poeta e socialista.
 
===Il periodo prefascista===
Nel periodo prefascista, grande opera propagandista fu portata avanti dal ligure [[Tintino Rasi|Tintinio Persio Rasi]] (detto [[Auro D'Arcola]]), esiliato ad Iglesias nel [[1917]] a causa del suo attivismo anarchico, che collaborò al giornale socialista «Il Risveglio dell'isola» e fu membro della Commissione esecutiva della camera del lavoro di Cagliari <ref>[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article4978&var_recherche=rasi Articolo su Tintino Rasi (in francese)]</ref>. La prima volta che però gli anarchici sardi comparsero "ufficialmente" sulla scena nazionale fu nel periodico «[[Il Novatore]]», nel quale collaborarono anarchici e [[socialismo rivoluzionario|socialisti rivoluzionari]]. «Il Novatore», che sarà  pubblicato solo cinque volte tra il [[1918]] e il [[1919]], dedicava ampio spazio alla propaganda per l'[[azione diretta]], l'[[autogestione]], la [[giustizia sociale]], l'[[astensionismo elettorale anarchico|astensionismo elettorale]] e alla critica del riformismo politico e [[sindacalismo|sindacale]].
[[File:Maurizio-garino.jpg|300 px|thumb|Foto segnaletica di [[Maurizio Garino]]]]
 
===L'epoca fascista===
Nei primi anni del XX° secolo s'era costituito ad Iglesias, cittadina del Sulcis-Iglesiante (regione sud-occidentale della Sardegna) in cui era fortissima la presenza di minatori, il "gruppo [[Sante Caserio]]", che, tra il [[1918]] e il [[1922]], ebbe una notevole influenza nello sviluppo delle lotte dei minatori contro il [[Fascismo|fascismo]] e contro il padronato. <ref name="pequena">[http://lahaine.org/skins/basic/lhart_imp.php?p=14925 Pequeña Historia del anarquismo Sardo.] </ref> Operanti principalmente nel bacino del sulcis-iglesiante, di questo gruppo facevano parte i seguenti militanti: Vittorio Loi, Giovanni Pisu, Francesco Musu, Emilio Atzori, Luigi Atzori, Battista Cadeddu, Giuseppe Nurra, Giuseppe Serra, Antonio Secchi, Giuseppe Secchi, Carlo Pinna, Raimondo Serrau, Giovanni Curti, Pietrina Maxia, Leonardo Cherchi, Giuseppe Ballocco, Costantino Tanda, Giovanni Vacca, Carlo Pani. <ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref> <ref>Il romanzo di [[Sergio Atzeni]], ''Il figlio di Bakunin'', narra proprio di un minatore anarchico del sulcis-iglesiente, Tullio Saba, detto ''[[Bakunin]]'' per le sue tendenze anarchiche.</ref>
 
Nonostante la storiografia ufficiale abbia cercato di ricondurre tutte queste [[antifascismo|lotte antifasciste]] e [[sindacalismo|sindacali]] al [[marxismo]] e al riformismo, gli anarchici sardi furono molto attivi nel contrastare lo squadrismo e per questo spesso vittime di numerose aggressioni, frequentemente commissionate dai padroni delle fabbriche e delle miniere che mal sopportavano il loro sostegno agli sfruttati. "Il Sante Caserio" fu il primo gruppo sardo ad opporsi in maniera organizzata a queste violenze che oramai si susseguivano con una certa continuità: nel [[1921]] l'anarchico [[Luigi Atzori]] è arrestato dalle per essersi difeso dallo squadrismo fascista; [[Giuseppe Ballocco]], minacciato sul posto di lavoro dai fascisti, reagisce ferendo uno dei suoi aggressori. Nel [[1924]] numerosi anarchici vengono attaccati mentre diffondo il periodico «Fede», ma la loro pronta reazione lascia a mal partito i soliti seguaci del "Duce". Nel [[1926]] sono organizzate numerose manifestazioni [[antifascismo|antifasciste]] di matrice anarchica. Della [[repressione]] degli anarchici a Cagliari ne fa cenno anche [[Emilio Lussu]] in ''Marcia su Roma e dintorni'', in cui, a proposito del tentato linciaggio nei suoi confronti da parte dei fascisti, scrive:
[[File:Fancello Pascale Crodazzu-133x200-132x200.jpg|400 px|thumb|[[Pasquale Fancello]]]]
: «...Riconobbi altri fra gli aggressori.Mi sorprese molto la presenza di tale Fois [...] Era stato organizzatore dei lavoratori del mare, anarchico-sindacalista e antifascista. Quando i fascisti avevano occupato la sede dell'organizzazione si era trovato nell'impossibilità  di guadagnarsi la vita.Aveva voluto emigrare in Francia ed io lo avevo raccomandato perché amici di lì lo soccorressero e gli trovassero lavoro[...] Rientrato dalla Francia a Cagliari si era iscritto al fascio [...] Si scusava presso gli antichi compagni con la necessità  di dar da mangiare ai figli [...] mi chiedo ancora perché quella sera,armato, esigesse il mio linciaggio [...]» <ref name="marcia">''Marcia su Roma e dintorni'', L'Unione Sarda, pag. 241</ref>
La [[repressione]] fascista, sommata all'ostilità  dei [[comunismo|comunisti]] e dei riformisti, portò col tempo alla dissoluzione del "Sante Caserio". Molti anarchici allora scelsero di andare in esilio in [[Francia]], in [[Tunisia]] o in altri paesi. A Tunisi <ref name="tunisi"> A Tunisi era presente una folta comunità  di antifascisti italiani: ([http://www.ilcorriereditunisi.it/default.asp?id=34&mnu=34&ACT=5&content=275 Articolo del Corriere di Tunisi)].</ref> gli anarchici sardi, tra cui [[Emilio Atzori]], [[Raimondo Mereu]], [[Giovanni Dettori]], [[Francesco Piras|Francesco]] e [[Antonio Piras]], contribuirono non poco alle attività  del locale circolo anarchico. Le [[autorità]] fasciste imputarono ai sardi [[Giovanni Dettori]] e [[Emilio Atzori]], oltre che a [[Giuvanni Curti]] e [[Alberto Tarchiani]], gli attentati al consolato di Tunisi ([[28 dicembre]] [[1928]]) e al giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]) <ref name="militants">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article1249 da militants-anarchistes.info]</ref>. Altri anarchici sardi scelsero di costituire piccoli gruppi, andando incontro alle periodiche ondate repressive. Solo alla fine della [[II Guerra mondiale]] il "gruppo Sante Caserio" si ricostituì cambiando nome in "gruppo [[Michele Schirru]]" (il gruppo rimarrà  attivo sino agli anni 80). Dettori abbia partecipato con Atzori, Giuvanni Curti e Alberto Tarchiani agli attentati contro il consolato di Tunisi (il [[28 dicembre]] [[1928]]) e contro il giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]).[[Image:Schirru.jpg|thumb|left|160 px|[[Michele Schirru]], condannato a morte per aver pensato di uccidere Mussolini]]
Durante gli anni del [[Fascismo|fascismo]] il numero dei militanti si aggirava intorno a cinquecento, moltissimi dei quali furono schedati. Alcuni riuscirono a sfuggire ai controlli ossessivi della polizia politica, e tra questi va citato [[Zemiro Melas]]. Melas partecipò alle lotte antifasciste in Jugoslavia poi, al rientro in [[Italia]], fu tra i fondatori del gruppo anarchico fiorentino "Fronte della Gioventù", prima di venir arrestato e deportato dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (Zemiro Melas riuscirà  poi a sfuggire fortunosamente alla deportazione).
 
[[File:Costantino Zonchello.jpg|thumb|[[Costantino Zonchello]]]]Proprio a causa della pesante [[repressione]] in atto molti anarchici sardi preferirono l'emigrazione. Alcuni di quelli emigrati negli [[USA]] parteciparono al finanziamento e alla diffusione di «[[Cronaca Sovversiva]]» (tra questi [[Costantino Zonchello]], che ebbe buoni rapporti con [[Luigi Galleani]]) e «[[L'Adunata dei Refrattari]]».
 
Questi due giornali, soprattutto ''L'Adunata'', portarono avanti all'estero la lotta al regime fascista che tiranneggiava l'[[Italia]]. Tra i sardi anarchici e antifascisti residenti negli [[USA]], il più conosciuto è [[Michele Schirru]], il quale, grazie anche all'appoggio di altri corregionali libertari - [[Salvatore Dettori]], [[Antonio Giuseppe Meloni]] ed [[Efisio Costantino Zonchello]] -, rientrò in [[Italia]] con l'intenzione di uccidere [[Benito Mussolini]]. Per questo, cioé solo per aver pensato ed organizzato l'omicidio del "Duce", fu arrestato e fucilato nel [[1931]].
 
In [[Argentina]], in particolare nella città  di Avellaneda, fu attiva la ''Lega D'Azione Sarda'', che pubblicava il quindicinale ''Sardegna Avanti'' attraverso il quale portava avanti la lotta [[antifascista]]. Nella Lega erano militanti tanto comunisti che anarchici, tra questi ultimi si può citare [[Paolo Addis]], originario di Calangianus. <ref>[http://rime.to.cnr.it/2012/RIVISTA/N6/2011/articoli/Contu.pdf L'antifascismo]</ref> Altri anarchici sardi che risiedettero per tempi più o meno lunghi con in [[Argentina]] sono [[Emilio De Cherchi]], di Sassari, e [[Dore Ettore]], di Olzai.
 
====Gli anarchici sardi nella rivoluzione spagnola====
 
Molti furono gli anarchici sardi che parteciparono agli eventi della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]], il più conosciuto dei quali fu [[Tomaso Serra]]: anarchico di Barrali (Ca), perseguitato ed espulso da diversi paesi europei, giunse in [[Spagna]] nel [[1936]], unendosi alla [[Colonna Ascaso]]. Arrestato il [[19 luglio]] [[1937]], dopo essere scampato per un soffio alla morte per mano degli stalinisti, fu deportato a Ventotene. In [[Spagna]] combatté a lungo a fianco dei cugini [[Angelo Puddu|Angelino]], [[Enrico Puddu|Enrico]] e [[Paolo Puddu|Paolino Puddu]].
 
Altri anarchici sardi che combatterono in [[Spagna]] e di cui si hanno notizie rilevanti: [[Pietro Deiana]], rientrato nel [[1936]] dall'esilio americano andò subito in [[Spagna]] a schierarsi con i repubblicani; [[Giovanni Antioco Dettori]], morto nel [[1937]] sul fronte di Teruel; [[Pompeo Franchi]], morto nel [[1936]] nella battaglia di monte Pelado; [[Salvatore Marcello]], ferito in [[Spagna]] nel [[1938]] ed esiliato poi in [[Francia]], dove fu arrestato e deportato a Ventotene nel [[1939]]; [[Giovanni Virgilio]], ferito nella battaglia di Carrascal dell'aprile [[1937]], proseguì i combattimenti sino al [[1939]] quando fu deportato a Ventotene; [[Serafino Deiana]], [[Giuseppe Puggioni]] e [[Giovanni Dettori|Giovanni Antioco Dettori]], dopo l'esilio a Tunisi, che vissero tutti e tre, i primi due sostenettero in vari modi la
[[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] mentre Dettori vi partecipò materialmente, morendo nel [[1937]]; [[Pasquale Fancello]], partecipò alla [[rivoluzione]] e al suo rientro fu incarcerato ad Iglesias con l'accusa di aver partecipato ad una serie di [[azione diretta|azioni dirette]].
 
===Dal dopo guerra alla fine del secolo===
 
Alla caduta del [[Fascismo|fascismo]] alcuni anarchici, come [[Giovanni Virgilio]], appena rientrati dall'[[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|esperienza spagnola]], abbracciarono la lotta armata o comunque incentrata sulle [[azione diretta|azioni dirette]] e di [[sabotaggio]]. Mentre alcuni scelsero di rientrare nell'isola per provare a mettere in pratica le loro idee libertarie, altri fecero il percorso inverso emigrando all'estero o in continente, come il tonarese [[Pietro Zucca]].
 
[[File:Aurelio_chessa.jpg|thumb|left|300 px|[[Aurelio Chessa]]]]
Al congresso fondativo della [[Federazione Anarchica  Italiana]] (Carrara, 1945) partecipò anche un gruppo denominato "Gruppo Anarchico di Cagliari" <ref name="Cagliari">[http://federazioneanarchica.org/archivio/1945.html Archivio della federazione Anarchica Italiana]</ref>.
 
Ma il progetto libertario più interessante fu però messo in atto all'inizio degli anni
'60 dal già  citato [[Tomaso Serra]] che a Barrali (Ca) fondò la "[[Collettività  anarchica di solidarietà]]" (CAS). La CAS fu un vero e proprio esperimento di [[autogestione]] che ebbe all'epoca notevole risalto anche all'estero. A metà  degli anni '60 [[Aurelio Chessa]] (nato a Putifigari) ritornò in Sardegna, ad Iglesias, dove per breve periodo trasferì il suo archivio anarchico alla ricerca di nuovo materiale. Il [[24 aprile]] [[1970]], durante la visita di Papa Paolo VI nel capoluogo, ad un gruppo di anarchici, tra cui diversi appartenenti del gruppo "Dioniso Milano", venne impedito di manifestare contro il corteo papale. Ciò scatenò dei tumulti nel corso del quale ci fu una violenta sassaiola prima dell'arresto di ventidue anarchici che nell'ottobre successivo saranno processati e condannati <ref>[http://www.arivista.org/?nr=339&pag=56.htm Pietro e le pietre]</ref> <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=83&pag=83_06.htm Quelli del Dioniso]</ref>.
 
Riguardo poi all'esperienza della CAS, in seno a quest'iniziativa nacque più avanti nel tempo anche l'"Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari" (Archivio biblioteca di cultura popolare), che alla morte di [[Tomaso Serra]], avvenuta nel [[1985]], assunse il nome di [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]]. Questa biblioteca, gestita attualmente da [[Costantino Cavalleri]], si avvalse dei testi di [[Tomaso Serra]] e di donazioni fatte da altri anarchici sardi, in particolare da [[Pietrino Arixi]] e [[Giovanni Tolu]].
 
Intorno a questa biblioteca fiorirono, tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90, una
serie di periodici - «Anarkiviu: bulhitinu bibriografiku de s'arkiviu bibrioteka de kurtura populhari "T. Serra"» (Bollettino bibliografico dell'archivio biblioteca di cultura popolare "T. Serra"); «Nihil» (Supplemento «Quadrimestrale di dibattito, analisi, approfondimenti
storici, teorici, metodologici al bollettino "Anarkiviu"») e definito anche come il «foglio dell'Unione anarchici sardi», «Su gazetinu de sa luta kontras a sas presones» (Il Gazettino della lotta contro le prigioni) ecc. <ref name="ecc">"Vedi [http://opac.regione.sardegna.it/SebinaOpac/Opac da "opac.regione.sardegna.it"] </ref> - curati da [[Costantino Cavalleri]], in cui si cercò di dare un indirizzo unitario alle lotte anarchiche dei sardi, solitamente poco organizzate e diversificate.
Nella seconda metà  degli anni '80 si costituì, per merito soprattutto degli anarchici, il "Comitato di Solidarietà  con il Proletariato Prigioniero Sardo Deportato", a sostegno delle istanze dei prigionieri sardi. Sempre Cavalleri, nel [[2002]], attraverso l'unico numero del «Zornale pro su Fruntene de Liberatzione Natzionale Sardu - ARREXINIS - RAIKINAS - RADICI» (Giornale per il Fronte di Liberazione Nazionale Sardo- RADICI), rilanciò l'idea di un Fronte unitario che coinvolgesse tutte le aree dell'antagonismo isolano, al di là  della diversa matrice ideologica.
 
== Attualità  ==
 
Il XXI° secolo si apre invece con un'ondata repressiva: a Cagliari, nell'ottobre del [[2003]], una manifestazione in [[solidarietà]] a [[Massimo Leonardi]] <ref name="leonardi1">[http://isole.ecn.org/filiarmonici/sardo.html Su Massimo Leonardi]</ref> si conclude con una pesante carica delle forze dell'ordine e quattordici fermati <ref name="leonardi2">[http://isole.ecn.org/filiarmonici/sardo-cagliari031025.html Sui fatti di Cagliari (ottobre 2003)]</ref>; nel [[2004]] altri 6 anarchici vengono arrestati; nel febbraio dello stesso anno l'anarchico L.F viene fermato con l'accusa di essere responsabile di 19 piccoli attentati, tutti firmati con la sigla [[Asai]] (Anonima sarda anarchici insurrezionalisti); sempre nel [[2004]] la [[repressione]] colpisce i militanti del circolo Fraria <ref name="fraria">[http://italy.indymedia.org/news/2004/06/569138_comment.php#573872 Sulla chiusura del Fraria]</ref>, di cui viene imposta la chiusura; il [[13 giugno]] è la volta di Sassari, dove vengono arrestati due giovani accusati di preparare un attentato.
 
Nonostante la [[repressione]] e la mancanza di gruppi dell'[[anarchismo]] organizzato (non esiste alcuna sede di [[Federazione Anarchica Italiana|FAI]], [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] ed [[USI]]...), recentemente si sono avuti segnali di risveglio del movimento con la nascita del [[centro sociale]] ''[[PANGEA]]'' (non espressamente anarchico) <ref>Per lungo tempo in Sardegna sono stati assenti anche i [[centri sociali]], ma alla fine dell'estate, grazie al movimento "NOI CONTRO LORO", è nato a Porto Torres (SS) il [[centro sociale occupato autogestito]] ''[[PANGEA]]''.</ref>, il ''Colletivu S'Ata Areste'' (la gatta selvatica) <ref>[http://www.arivista.org/?nr=379&pag=23.htm Intervista a Su Colletivu S'Ata Areste (''La gatta selvatica'')]</ref>, ''Sa Domu'' <ref> [https://www.facebook.com/Sa-Domu-Studentato-Occupato-Casteddu-315212415339754/ Sa Domu, studentato occupato]</ref> e il [[Elenco_spazi_anarchici_e_libertari_in_italia#CAGLIARI|circolo libertario S'ARXA]] (Cagliari), attraverso i quali gli anarchici continuano nel loro attivismo nelle lotte per la casa, per il lavoro, contro il [[carcere]] e lo sfruttamento dell'ambiente, contro la [[discriminazione]] razziale e [[antimilitarismo|le basi militari]] <ref name="antimilitarismo">[http://www.reteantimilitarista.info/?cat=342 da "Reteantimilitarista.info"]</ref>.
 
==Note==
<references/>
== Bibliografia ==
*Giuseppe Fiori, ''Vita e morte di Michele Schirru (l'anarchico che pensò di uccidere Mussolini)'', Laterza, 1990
*Giuseppe Galzerano, ''Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell'anarchico italo-americano fucilato per l'« intenzione » di uccidere Mussolini'', Galzerano Editore, 2006
*[[Costantino Cavalleri]], ''L'anarchico di Barrali'', Editziones de s'arkiviu-bibrioteka "T. Serra" ([http://openlibrary.org/b/OL1464578M/anarchico-di-Barrali Scheda libro]).
*''Il ribelle dell'anarchia (vita e pensiero di un anarchico sardo)'', Editziones Arkiviu - "Bibrioteka [[Tomaso Serra]]" di Guasila.
*Maria Teresa Pistis, ''Storia dell'anarchismo in Sardegna: Dal Secondo Dopoguerra ai primi anni Novanta'', Editziones, 2009
 
== Voci correlate ==
*[[Storia del movimento libertario in Italia]]
 
== Collegamenti esterni ==
 
=== Video ===
 
*[http://www.youtube.com/watch?v=wCoC3Pd-dJs&feature=relmfu Antonio Ruju - vita di un anarchico sardo, Parte I], [http://www.youtube.com/watch?v=oYtfTeuULAA&feature=relmfu Parte II], [http://www.youtube.com/watch?v=ORONxR_-BJE&feature=relmfu Parte III].
*[http://www.youtube.com/watch?v=ZPLGWk8TIxs&feature=related Michele Schirru, professione anarchico (I Parte)], [http://www.youtube.com/watch?v=FoULwxrefRg&feature=related Michele Schirru, professione anarchico (II parte)]
 
=== Articoli ===
*[http://www.arivista.org/?nr=361&pag=23.htm Le carceri in Sardegna]
*[http://www.arivista.org/?nr=359&pag=44.htm Dimmi cosa produci e ti dirò chi sei. Dietro le mobilitazioni dei pastori sardi, un passato di smantellamento dell'economia isolana.]
*[http://www.amoscardia.com/userfiles/nonviolenza,%20pacifismo%20e%20antimilitarismo%20nel%20sud%20sardegna.pdf Nonviolenza, pacifismo e antimilitarismo nel sud sardegna]
*[https://web.archive.org/web/20150417152107/http://informa-azione.info/autodeterminazione_quotuna_prospettiva_anarchica_sulla_lotta_di_liberazione_nazionale_sarda_spunti_per_un_dibattitoquot Una prospettiva anarchica sulla lotta di liberazione nazionale sarda. Spunti per un dibattito]
 
 
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[[Categoria:Anarchismo in Italia]]
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