66 506
contributi
K2 (discussione | contributi) m (Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]") |
K2 (discussione | contributi) m (Sostituzione testo - "perchè" con "perché") |
||
Riga 18: | Riga 18: | ||
La rivolta si estese in tutta Europa sfociando in manifestazioni di massa e scontri continui con le forze dell'ordine: in [[Germania]] il movimento del Sessantotto ebbe un notevole peso. Leader più significativo fu [[Rudi Dutschke]], l'esponente dell'SDS (organizzazione degli studenti socialdemocratici tedeschi), che venne gravemente ferito da colpi di pistola l'[[11 aprile]] [[1968]]; in [[Francia]] la protesta assunse toni [[violenza|molto violenti]] nel maggio del [[1968]] ('''''maggio francese''''') e parve trasformarsi in rivolta contro lo [[Stato]]; proteste ci furono anche nei paesi socialisti: in Jugoslavia la protesta degli studenti belgradesi si concluse con l'accoglimento di alcune richieste e con una presa di posizione del maresciallo Tito in favore della critica e della mobilitazione di massa; in Polonia alcune manifestazioni studentesche furono duramente represse; in Cecoslovacchia la protesta condusse alla "Primavera di Praga", che chiedeva un [[socialismo]] meno burocratico e autoritario. | La rivolta si estese in tutta Europa sfociando in manifestazioni di massa e scontri continui con le forze dell'ordine: in [[Germania]] il movimento del Sessantotto ebbe un notevole peso. Leader più significativo fu [[Rudi Dutschke]], l'esponente dell'SDS (organizzazione degli studenti socialdemocratici tedeschi), che venne gravemente ferito da colpi di pistola l'[[11 aprile]] [[1968]]; in [[Francia]] la protesta assunse toni [[violenza|molto violenti]] nel maggio del [[1968]] ('''''maggio francese''''') e parve trasformarsi in rivolta contro lo [[Stato]]; proteste ci furono anche nei paesi socialisti: in Jugoslavia la protesta degli studenti belgradesi si concluse con l'accoglimento di alcune richieste e con una presa di posizione del maresciallo Tito in favore della critica e della mobilitazione di massa; in Polonia alcune manifestazioni studentesche furono duramente represse; in Cecoslovacchia la protesta condusse alla "Primavera di Praga", che chiedeva un [[socialismo]] meno burocratico e autoritario. | ||
In [[Italia]] preambolo della rivolta fu l'occupazione dell'università di Roma ([[29 febbraio]]) e la Battaglia di Valle Giulia ([[1° marzo]]: gli studenti rispondono alla [[violenza]] della [[polizia]] con altrettanta [[violenza]]). Nel maggio del '68 tutte le università italiane, tranne la Bocconi, erano occupate; nello stesso mese la contestazione esplose fuori dall'ambito universitario, coinvolgendo artisti (es. Giò Pomodoro, Arnaldo Pomodoro, Ernesto Treccani e Gianni Dova) e lavoratori. Durante il '68 si concretizzò l'unione di [[movimento operaio|lavoratori]] e studenti (a genova fu attiva una Lega degli operai degli studenti <ref>[http://www.nelvento.net/critica/lega1/index.htm Lega degli operai e degli studenti. Convocazione per l'approvazione dei 14 punti costitutivi]</ref>) su molte questioni del mondo del lavoro e della scuola, provocando nel Paese conflitti sempre più radicali e contribuendo a far assumere a tutta la protesta toni spiccatamente rivoluzionari. Gli studenti di Torino spiegarano con il seguente documento | In [[Italia]] preambolo della rivolta fu l'occupazione dell'università di Roma ([[29 febbraio]]) e la Battaglia di Valle Giulia ([[1° marzo]]: gli studenti rispondono alla [[violenza]] della [[polizia]] con altrettanta [[violenza]]). Nel maggio del '68 tutte le università italiane, tranne la Bocconi, erano occupate; nello stesso mese la contestazione esplose fuori dall'ambito universitario, coinvolgendo artisti (es. Giò Pomodoro, Arnaldo Pomodoro, Ernesto Treccani e Gianni Dova) e lavoratori. Durante il '68 si concretizzò l'unione di [[movimento operaio|lavoratori]] e studenti (a genova fu attiva una Lega degli operai degli studenti <ref>[http://www.nelvento.net/critica/lega1/index.htm Lega degli operai e degli studenti. Convocazione per l'approvazione dei 14 punti costitutivi]</ref>) su molte questioni del mondo del lavoro e della scuola, provocando nel Paese conflitti sempre più radicali e contribuendo a far assumere a tutta la protesta toni spiccatamente rivoluzionari. Gli studenti di Torino spiegarano con il seguente documento perché fosse necessario unire studenti e operai contro [[capitalismo]] e [[autorità |autoritarismo]]: | ||
: «Operai! L'autoritarismo e la discriminazione nelle scuole, lo sfruttamento nelle fabbriche, la divisione in classi della società hanno una sola radice: il sistema capitalista. La polizia, quando caccia gli studenti dalle scuole e quando viene davanti alle fabbriche per danneggiare gli scioperi, fa sempre la stessa cosa: difende gli interessi dei padroni. | : «Operai! L'autoritarismo e la discriminazione nelle scuole, lo sfruttamento nelle fabbriche, la divisione in classi della società hanno una sola radice: il sistema capitalista. La polizia, quando caccia gli studenti dalle scuole e quando viene davanti alle fabbriche per danneggiare gli scioperi, fa sempre la stessa cosa: difende gli interessi dei padroni. | ||
:I padroni conservano il potere non solo comandando nelle fabbriche e sfruttando gli operai; conservano il potere anche attraverso una scuola in cui solo i ricchi possono andare avanti a prendersi i titoli di studio con cui diventeranno dirigenti. I figli di operai e dei contadini devono lavorare, non hanno soldi per i libri e per le ripetizioni, al massimo vengono inseriti negli istituti tecnici, e resteranno dei sottomessi. Inoltre la scuola è fatta in modo da insegnare la logica egoistica dello sfruttamento, dividendo gli studenti e mettendoli gli uni contro gli altri, così come il padrone fa con gli operai quando premia i crumiri. Questa scuola è una scuola di classe perché ci possono andare solo i ricchi e perché insegna una mentalità di classe. | :I padroni conservano il potere non solo comandando nelle fabbriche e sfruttando gli operai; conservano il potere anche attraverso una scuola in cui solo i ricchi possono andare avanti a prendersi i titoli di studio con cui diventeranno dirigenti. I figli di operai e dei contadini devono lavorare, non hanno soldi per i libri e per le ripetizioni, al massimo vengono inseriti negli istituti tecnici, e resteranno dei sottomessi. Inoltre la scuola è fatta in modo da insegnare la logica egoistica dello sfruttamento, dividendo gli studenti e mettendoli gli uni contro gli altri, così come il padrone fa con gli operai quando premia i crumiri. Questa scuola è una scuola di classe perché ci possono andare solo i ricchi e perché insegna una mentalità di classe. |