Socialismo Libertario: differenze tra le versioni

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== Cos'è il socialismo libertario ==
== Cos'è il socialismo libertario ==


Il socialismo libertario è un filone politico di matrice socialista, che pone la [[libertà ]] dell'individuo al centro di tutto, permettendogli di organizzare la propria esistenza secondo i suoi desideri e senza dover sottostare a vincoli morali, religiosi o sociali. Il socialismo promuove la libera associazione tra gli individui e si oppone ad ogni forma d'[[autorità ]] e di [[gerarchia]], soprattutto quando queste degenerano nel [[capitalismo]] e nello [[Stato]] (alcuni socialisti libertari invece auspicano uno Stato minimale che assolva determinate funzioni).  
Il socialismo libertario è un filone politico di matrice socialista, che pone la [[libertà]] dell'individuo al centro di tutto, permettendogli di organizzare la propria esistenza secondo i suoi desideri e senza dover sottostare a vincoli morali, religiosi o sociali. Il socialismo promuove la libera associazione tra gli individui e si oppone ad ogni forma d'[[autorità]] e di [[gerarchia]], soprattutto quando queste degenerano nel [[capitalismo]] e nello [[Stato]] (alcuni socialisti libertari invece auspicano uno Stato minimale che assolva determinate funzioni).  


Il socialismo libertario auspica l'[[autogestione]], la [[democrazia diretta]], l'autonomia dei movimenti sociali, la decentralizzazione, la rivoluzione in tutti gli aspetti della vita umana, le relazioni sociali ecc.
Il socialismo libertario auspica l'[[autogestione]], la [[democrazia diretta]], l'autonomia dei movimenti sociali, la decentralizzazione, la rivoluzione in tutti gli aspetti della vita umana, le relazioni sociali ecc.
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In una maniera o in un'altra le diverse forme del libertarismo sono strettamente relazionate all'[[anarchismo]] o ai suoi principi base.  
In una maniera o in un'altra le diverse forme del libertarismo sono strettamente relazionate all'[[anarchismo]] o ai suoi principi base.  


Il termine "Libertario" è entrato nell'uso comune, soprattutto in [[Francia]], alla fine del XIX secolo, quando le [[autorità ]] transalpine iniziarono
Il termine "Libertario" è entrato nell'uso comune, soprattutto in [[Francia]], alla fine del XIX secolo, quando le [[autorità]] transalpine iniziarono
una dura repressione contro gli anarchici: bastava definirsi tali per subire persecuzioni di ogni sorta e la sola parola anarchia generava timore tra la popolazione. Per evitare pregiudizi e per sottrarsi alle persecuzioni, molti anarchici francesi cominciarono a preferire il termine "libertario".  
una dura repressione contro gli anarchici: bastava definirsi tali per subire persecuzioni di ogni sorta e la sola parola anarchia generava timore tra la popolazione. Per evitare pregiudizi e per sottrarsi alle persecuzioni, molti anarchici francesi cominciarono a preferire il termine "libertario".  


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[[File:Pier Carlo Masini.jpg|thumb| 150 px|[[Pier Carlo Masini]] (foto Archivio famiglia Masini,
[[File:Pier Carlo Masini.jpg|thumb| 150 px|[[Pier Carlo Masini]] (foto Archivio famiglia Masini,
Cerbaia Val di Pesa)]]
Cerbaia Val di Pesa)]]
In [[Italia]] i principi del socialismo libertario si possono riscontrare già  in [[Carlo Pisacane]], seppur mai utilizzò questo termine, che poneva la [[libertà ]] e la "libera associazione" al centro della sua visione socialista. Il termine "Socialismo libertario" compare per la prima volta in [[Italia]] nel [[1897]], in seguito al dibattito (svoltosi prevalentemente sui giornali) sviluppatosi tra [[Francesco Saverio Merlino]] e [[Errico Malatesta]] (nel [[1949]] i documenti furono raccolti integralmente nel volume ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/anarchismo_e_democrazia_soluzione_anarchica_e_soluzione__etc/pdf/anarch_p.pdf Anarchismo e democrazia]'', in particolar modo sul nodo democrazia-socialismo-[[anarchismo]].
In [[Italia]] i principi del socialismo libertario si possono riscontrare già  in [[Carlo Pisacane]], seppur mai utilizzò questo termine, che poneva la [[libertà]] e la "libera associazione" al centro della sua visione socialista. Il termine "Socialismo libertario" compare per la prima volta in [[Italia]] nel [[1897]], in seguito al dibattito (svoltosi prevalentemente sui giornali) sviluppatosi tra [[Francesco Saverio Merlino]] e [[Errico Malatesta]] (nel [[1949]] i documenti furono raccolti integralmente nel volume ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/anarchismo_e_democrazia_soluzione_anarchica_e_soluzione__etc/pdf/anarch_p.pdf Anarchismo e democrazia]'', in particolar modo sul nodo democrazia-socialismo-[[anarchismo]].


Nel gennaio [[1897]] Merlino pubblicò sul quotidiano «Il Messaggero» una lettera in cui invitava gli anarchici a prendere parte alle elezioni e a votare per i candidati dei partiti popolari, abbandonando quindi il tradizionale astensionismo. Merlino sosteneva che le forme politiche e democratiche avessero un valore, sia pure relativo e assai limitato, e che quindi il loro rifiuto fosse un grave errore. Malatesta, al contrario, ribadì le tradizionali ragioni dell'astensionismo anarchico.  
Nel gennaio [[1897]] Merlino pubblicò sul quotidiano «Il Messaggero» una lettera in cui invitava gli anarchici a prendere parte alle elezioni e a votare per i candidati dei partiti popolari, abbandonando quindi il tradizionale astensionismo. Merlino sosteneva che le forme politiche e democratiche avessero un valore, sia pure relativo e assai limitato, e che quindi il loro rifiuto fosse un grave errore. Malatesta, al contrario, ribadì le tradizionali ragioni dell'astensionismo anarchico.  
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Nei mesi successivi la polemica tra i due, che comunque rimasero sempre amici e compagni, si allargò alla questione della strategia rivoluzionaria e alle problematiche della costruzione di una società  libertaria. Alla fine [[Malatesta]] chiese a  Merlino se si riteneva ancora anarchico e questi gli rispose che preferiva per sé la qualifica di “socialista libertario".
Nei mesi successivi la polemica tra i due, che comunque rimasero sempre amici e compagni, si allargò alla questione della strategia rivoluzionaria e alle problematiche della costruzione di una società  libertaria. Alla fine [[Malatesta]] chiese a  Merlino se si riteneva ancora anarchico e questi gli rispose che preferiva per sé la qualifica di “socialista libertario".


Merlino quindi auspicava uno [[Stato]] e un governo ridotto all'essenziale (radicalmente democratizzato e decentralizzato), la salvaguardia del mercato come mezzo per garantire una certa giustizia sociale e il mantenimento di forme di iniziativa privata (singoli [[Individuo|individui]] o di cooperative) accompagnate dalla più ampia [[libertà ]] politica e individuale (singola e associazionistica).
Merlino quindi auspicava uno [[Stato]] e un governo ridotto all'essenziale (radicalmente democratizzato e decentralizzato), la salvaguardia del mercato come mezzo per garantire una certa giustizia sociale e il mantenimento di forme di iniziativa privata (singoli [[Individuo|individui]] o di cooperative) accompagnate dalla più ampia [[libertà]] politica e individuale (singola e associazionistica).


Successivamente questo pensiero si consolidò anche grazie a [[Camillo Berneri]], il quale polemizzò duramente con le concezioni [[anarco-individualismo|ultra-individualistiche]] e antiorganizzatrici che avevano spaccato il movimento anarchico impedendone il radicamento sociale. Ugualmente Berneri criticava le teorie economiche rigidamente [[comunismo|comuniste]] e [[collettivismo|collettiviste]] optando per una posizione di eclettismo e di distinzione tra dimensione economica e dimensione politica: la dimensione politica si basa comunque su un giudizio di valore, la dimensione economica su un giudizio di fatto. Tale approccio porta [[Camillo Berneri|Berneri]] a scrivere «'''''Sul terreno economico gli anarchici sono possibilisti (...) sul terreno politico (...) sono intransigenti al 100%'''''».
Successivamente questo pensiero si consolidò anche grazie a [[Camillo Berneri]], il quale polemizzò duramente con le concezioni [[anarco-individualismo|ultra-individualistiche]] e antiorganizzatrici che avevano spaccato il movimento anarchico impedendone il radicamento sociale. Ugualmente Berneri criticava le teorie economiche rigidamente [[comunismo|comuniste]] e [[collettivismo|collettiviste]] optando per una posizione di eclettismo e di distinzione tra dimensione economica e dimensione politica: la dimensione politica si basa comunque su un giudizio di valore, la dimensione economica su un giudizio di fatto. Tale approccio porta [[Camillo Berneri|Berneri]] a scrivere «'''''Sul terreno economico gli anarchici sono possibilisti (...) sul terreno politico (...) sono intransigenti al 100%'''''».
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