Jens Bjorneboe: differenze tra le versioni

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Negli "anni Cinquanta" divenne insegnante in una scuola steineriana. Nel [[1955]] diede alle stampe il romanzo ''Jonas'', scritto contro il sistema scolastico norvegese e contro lo [[Stato]] in cui imputava al governo norvegese di esercitare il potere attraverso l'istituzione scolastica. La reazione del mondo borghese non si fece attendere molto e Jens fu oggetto di una pesante campagna denigratoria. Nel [[1957]] Bjorneboe, colto da una depressione molto forte, iniziò a bere e cercò di uscire da questa situazione viaggiando.
Negli "anni Cinquanta" divenne insegnante in una scuola steineriana. Nel [[1955]] diede alle stampe il romanzo ''Jonas'', scritto contro il sistema scolastico norvegese e contro lo [[Stato]] in cui imputava al governo norvegese di esercitare il potere attraverso l'istituzione scolastica. La reazione del mondo borghese non si fece attendere molto e Jens fu oggetto di una pesante campagna denigratoria. Nel [[1957]] Bjorneboe, colto da una depressione molto forte, iniziò a bere e cercò di uscire da questa situazione viaggiando.


Nel [[1959]] si divise da Lisel e un anno più tardi sposò [[Tove Tveteraas]], dalla quale ebbe tre figli e fu proprio alla fine degli "anni Cinquanta" che iniziò a germogliare il suo pensiero anarchico. A dire il vero già  nel [[1952]], nello scritto ''La Paura dell'America'', si scorgono aspetti interessanti in una prospettiva libertaria. In quello scritto l'Occidente veniva associato all'idea di [[libertà ]], l'Oriente a quello di [[uguaglianza]], ma Jens sosteneva con forza la necessità  di coniugare i due aspetti altrimenti una società  fondata sulla [[libertà ]] senza [[egualitarismo|eguaglianza]] avrebbe generato privilegio e un sistema di uguali senza [[libertà ]] avrebbe creato schiavitù.
Nel [[1959]] si divise da Lisel e un anno più tardi sposò [[Tove Tveteraas]], dalla quale ebbe tre figli e fu proprio alla fine degli "anni Cinquanta" che iniziò a germogliare il suo pensiero anarchico. A dire il vero già  nel [[1952]], nello scritto ''La Paura dell'America'', si scorgono aspetti interessanti in una prospettiva libertaria. In quello scritto l'Occidente veniva associato all'idea di [[libertà]], l'Oriente a quello di [[uguaglianza]], ma Jens sosteneva con forza la necessità  di coniugare i due aspetti altrimenti una società  fondata sulla [[libertà]] senza [[egualitarismo|eguaglianza]] avrebbe generato privilegio e un sistema di uguali senza [[libertà]] avrebbe creato schiavitù.


I viaggi in [[Italia]] portarono Bjorneboe a occuparsi di questioni profondamente diverse da quelle passate. Scrisse ''Inverno a Bellapalma'', lavoro dedicato a mostrare le lotte fra pescatori e rappresentanti del turismo.
I viaggi in [[Italia]] portarono Bjorneboe a occuparsi di questioni profondamente diverse da quelle passate. Scrisse ''Inverno a Bellapalma'', lavoro dedicato a mostrare le lotte fra pescatori e rappresentanti del turismo.
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== Il pensiero ==
== Il pensiero ==


In una conferenza sull'[[anarchismo]], tenutasi a Oslo nel [[1971]], affermò che «promozione del socialismo e [[libertà ]] personale costituivano il nucleo del progetto anarchico» e proprio per questa ragione subiva le critiche sia del fronte leninista sia di quello [[capitalismo|capitalista]]. L'anarchismo si candidava a essere, per questa ragione, il movimento politico più odiato.
In una conferenza sull'[[anarchismo]], tenutasi a Oslo nel [[1971]], affermò che «promozione del socialismo e [[libertà]] personale costituivano il nucleo del progetto anarchico» e proprio per questa ragione subiva le critiche sia del fronte leninista sia di quello [[capitalismo|capitalista]]. L'anarchismo si candidava a essere, per questa ragione, il movimento politico più odiato.


Per Bjorneboe «l'anarchia era l'unica forma di società  accettabile al fine di preservare la libertà  e costruire l'uguaglianza». Ma ancor più interessante, per lui, era quel desiderio di ricerca permanente insito nella dimensione anarchica, quel continuo non voler accettare le consegne in modo acritico.
Per Bjorneboe «l'anarchia era l'unica forma di società  accettabile al fine di preservare la libertà  e costruire l'uguaglianza». Ma ancor più interessante, per lui, era quel desiderio di ricerca permanente insito nella dimensione anarchica, quel continuo non voler accettare le consegne in modo acritico.
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