Jules Bonnot: differenze tra le versioni

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È proprio in [[Gran Bretagna]] che incontra l'[[anarco-individualismo|anarchico individualista]] italiano [[Giuseppe Sorrentino]], detto "Platano", che segnerà  una svolta decisiva nella sua vita <ref>[[Pino Cacucci]], ''In ogni caso nessun rimorso'', Feltrinelli, pag 142</ref>.  
È proprio in [[Gran Bretagna]] che incontra l'[[anarco-individualismo|anarchico individualista]] italiano [[Giuseppe Sorrentino]], detto "Platano", che segnerà  una svolta decisiva nella sua vita <ref>[[Pino Cacucci]], ''In ogni caso nessun rimorso'', Feltrinelli, pag 142</ref>.  
Con "Platano" stringe un rapporto d'amicizia alquanto travagliato, fatto d'amore e odio. In moto o automobile i due compiono molti furti e rapine, dapprima in [[Gran Bretagna]] e poi, dopo essersi licenziato da Sir Arthur Conan Doyle, in [[Francia]], principalmente a Lione. Comunque inizialmente le cose tra "Platano" e Bonnot sembrano andar bene, ma poi i conflitti e le divergenze di vedute tra i due si accentuano sempre più; "Platano" sembra oramai completamente disinteressato alle questioni sociali e politiche, non ha alcuna speranza per il futuro suo e degli altri. Invece Bonnot - che nel frattempo ha preso a frequentare una certa '''Judith Thollon''', con cui forse nasce pure una relazione amorosa - legge ancora i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] e nelle sue azioni vede un gesto di [[Max Stirner|rivolta stirneriana]] contro la società .  
Con "Platano" stringe un rapporto d'amicizia alquanto travagliato, fatto d'amore e odio. In moto o automobile i due compiono molti furti e rapine, dapprima in [[Gran Bretagna]] e poi, dopo essersi licenziato da Sir Arthur Conan Doyle, in [[Francia]], principalmente a Lione. Comunque inizialmente le cose tra "Platano" e Bonnot sembrano andar bene, ma poi i conflitti e le divergenze di vedute tra i due si accentuano sempre più; "Platano" sembra oramai completamente disinteressato alle questioni sociali e politiche, non ha alcuna speranza per il futuro suo e degli altri. Invece Bonnot - che nel frattempo ha preso a frequentare una certa '''Judith Thollon''', con cui forse nasce pure una relazione amorosa - legge ancora i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] e nelle sue azioni vede un gesto di [[Max Stirner|rivolta stirneriana]] contro la società.  


Il [[25 novembre]] [[1911]], durante il viaggio in macchina che porta i due da Lione a Parigi (sono ricercati dalla polizia francese) si verifica un non meglio chiarito incidente: "Platano" rimane ucciso da un colpo di pistola, non è chiaro se partito accidentalmente o meno.
Il [[25 novembre]] [[1911]], durante il viaggio in macchina che porta i due da Lione a Parigi (sono ricercati dalla polizia francese) si verifica un non meglio chiarito incidente: "Platano" rimane ucciso da un colpo di pistola, non è chiaro se partito accidentalmente o meno.
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===Braccato e senza scampo===
===Braccato e senza scampo===
[[File:Bonnot (morto).jpg|thumb|Cadavere di Jules Bonnot]]
[[File:Bonnot (morto).jpg|thumb|Cadavere di Jules Bonnot]]
Dopo le ultime rapine le maglie della [[polizia]] si strinsero sempre più intorno alla banda, il [[governo]] si appellò all'amor [[patria|patrio]] del popolo contro chi voleva, a loro dire, portare il caos e il disordine nella società . Gli anarchici venivano considerati i primi nemici della patria, la loro idea andava estirpata radicalmente. Per alcuni militanti dell'''[[L'Idée Libre|Idée Libre]]'' non ci fu scampo, vennero fermati e accusati di qualsiasi crimine compiuto durante quel periodo. [[Jules Bonnot]], in fuga, trovò prima ospitalità  ad Ivry ([[24 aprile]] [[1912]]) nella casa di un amico di [[Elie Monnier]], l'anarchico [[Antoine Gauzy]]. Il giorno seguente in casa Gauzy irruppe la [[polizia]] e ne nacque uno scontro a fuoco. Il commissario che comandava le azioni (il vice direttore della Sûreté, Jouin) morì nei tumulti, mentre Bonnot, ferito, continuò la sua fuga. Ma anche per lui le ore erano oramai contate.
Dopo le ultime rapine le maglie della [[polizia]] si strinsero sempre più intorno alla banda, il [[governo]] si appellò all'amor [[patria|patrio]] del popolo contro chi voleva, a loro dire, portare il caos e il disordine nella società. Gli anarchici venivano considerati i primi nemici della patria, la loro idea andava estirpata radicalmente. Per alcuni militanti dell'''[[L'Idée Libre|Idée Libre]]'' non ci fu scampo, vennero fermati e accusati di qualsiasi crimine compiuto durante quel periodo. [[Jules Bonnot]], in fuga, trovò prima ospitalità  ad Ivry ([[24 aprile]] [[1912]]) nella casa di un amico di [[Elie Monnier]], l'anarchico [[Antoine Gauzy]]. Il giorno seguente in casa Gauzy irruppe la [[polizia]] e ne nacque uno scontro a fuoco. Il commissario che comandava le azioni (il vice direttore della Sûreté, Jouin) morì nei tumulti, mentre Bonnot, ferito, continuò la sua fuga. Ma anche per lui le ore erano oramai contate.


I giorni seguenti chiede e riceve ospitalità  dal meccanico-anarchico [[Joseph Dubois]], l'unico che può farlo in quel momento. Per un paio di giorni, febbricitante, se ne sta a letto, ma domenica [[28 aprile]] la [[polizia]] in forze assalta la casa, uccidendo immediatamente Dubois. Per stanare Jules, che resisteva tenacemente sparando all'impazzata, la polizia riceve addirittura il sostegno di un imprecisato numero di compagnie della Guardia repubblicana. Jules non ha scampo e l'assalto al suo "rifugio" viene addirittura filmato per poter poi essere mostrato al popolo francese. Prima di morire, mentre bombe e proiettili distruggono inesorabilmente la casa di Dubois, decide di scrivere una sorta di testamento in cui scagiona la signora Thollon, [[Antoine Gauzy]] ed [[Eugene Dieudonné]], riportando inoltre le motivazioni che lo hanno portato ad una scelta tanto radicale di vita:
I giorni seguenti chiede e riceve ospitalità  dal meccanico-anarchico [[Joseph Dubois]], l'unico che può farlo in quel momento. Per un paio di giorni, febbricitante, se ne sta a letto, ma domenica [[28 aprile]] la [[polizia]] in forze assalta la casa, uccidendo immediatamente Dubois. Per stanare Jules, che resisteva tenacemente sparando all'impazzata, la polizia riceve addirittura il sostegno di un imprecisato numero di compagnie della Guardia repubblicana. Jules non ha scampo e l'assalto al suo "rifugio" viene addirittura filmato per poter poi essere mostrato al popolo francese. Prima di morire, mentre bombe e proiettili distruggono inesorabilmente la casa di Dubois, decide di scrivere una sorta di testamento in cui scagiona la signora Thollon, [[Antoine Gauzy]] ed [[Eugene Dieudonné]], riportando inoltre le motivazioni che lo hanno portato ad una scelta tanto radicale di vita:
: «Era la felicità  che avevo inseguito per tutta la vita, senza esser capace neppure di sognarla. L'avevo trovata, e scoperto che cosa fosse. La felicità  che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla quella felicità . Non me lo avete concesso. E allora, è stato peggio per me, peggio per voi, peggio per tutti. Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti sì, in ogni caso nessun rimorso...» <ref>[[Pino Cacucci]], ''In ogni caso nessun rimorso'', Feltrinelli, 1994, pag 16</ref>
: «Era la felicità  che avevo inseguito per tutta la vita, senza esser capace neppure di sognarla. L'avevo trovata, e scoperto che cosa fosse. La felicità  che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla quella felicità. Non me lo avete concesso. E allora, è stato peggio per me, peggio per voi, peggio per tutti. Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti sì, in ogni caso nessun rimorso...» <ref>[[Pino Cacucci]], ''In ogni caso nessun rimorso'', Feltrinelli, 1994, pag 16</ref>


===Epilogo della Banda Bonnot===
===Epilogo della Banda Bonnot===
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