Rivolta dei Bersaglieri (1920): differenze tra le versioni

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Dopo aspri combattimenti, il moto fu sedato solo grazie all'intervento delle Guardie Regie. Il re e Giolitti presero tale decisione in quanto le truppe di stanza in città  avevano spesso fraternizzato con i rivoltosi, come per esempio i soldati del 17° fanteria di Ascoli che si erano uniti alla protesta. Il proclamato [[sciopero]] di treni fu aggirato facendo ricorso alla precettazione, il [[governo]] riuscì dunque ad inviare un treno verso Ancona, ma giunto alla periferia della città  fu fatto oggetto di spari da parte dei rivoltosi che uccisero diverse guardie.
Dopo aspri combattimenti, il moto fu sedato solo grazie all'intervento delle Guardie Regie. Il re e Giolitti presero tale decisione in quanto le truppe di stanza in città  avevano spesso fraternizzato con i rivoltosi, come per esempio i soldati del 17° fanteria di Ascoli che si erano uniti alla protesta. Il proclamato [[sciopero]] di treni fu aggirato facendo ricorso alla precettazione, il [[governo]] riuscì dunque ad inviare un treno verso Ancona, ma giunto alla periferia della città  fu fatto oggetto di spari da parte dei rivoltosi che uccisero diverse guardie.


Dopo questi gravi fatti il [[governo]] ordinò di sparare sul centro cittadino con i cannoni della Cittadella <ref name="danno">[http://giornale.regione.marche.it/archivio/num0301/artcom26.htm Giornale Regione Marche]</ref> e di bombardare la città  da cinque cacciatorpediniere, inviate appositamente per porre fine alla sommossa. Il [[28 giugno]] sostanzialmente l'ordine regnava in città ; alla fine le [[militarismo|forze dell'ordine]] ebbero la meglio solo grazie alla superiorità  numerica (giunsero rinforzi da varie città  del centro) ed al loro migliore armamento.  
Dopo questi gravi fatti il [[governo]] ordinò di sparare sul centro cittadino con i cannoni della Cittadella <ref name="danno">[http://giornale.regione.marche.it/archivio/num0301/artcom26.htm Giornale Regione Marche]</ref> e di bombardare la città  da cinque cacciatorpediniere, inviate appositamente per porre fine alla sommossa. Il [[28 giugno]] sostanzialmente l'ordine regnava in città; alla fine le [[militarismo|forze dell'ordine]] ebbero la meglio solo grazie alla superiorità  numerica (giunsero rinforzi da varie città  del centro) ed al loro migliore armamento.  


In tutta [[Italia]], più di 500 persone furono arrestate (i processi che seguirono, forse per non inasprire il clima, ebbero sentenze sorprendentemente miti, tranne quella comminata a [[Monaldo Casagrande]], che ebbe sei anni di reclusione militare.)<ref name=Paolini>Per evitare condanne pesanti, che sarebbero potute rivelarsi controproducenti per il governo ed il Re, si adottò la formula del "reato di folla". Un reato non imputabile ai singoli. Tra i bersaglieri, solo pochi di loro ebbero condanne, tra i cinque anni agli otto mesi. Ne fa riferimento
In tutta [[Italia]], più di 500 persone furono arrestate (i processi che seguirono, forse per non inasprire il clima, ebbero sentenze sorprendentemente miti, tranne quella comminata a [[Monaldo Casagrande]], che ebbe sei anni di reclusione militare.)<ref name=Paolini>Per evitare condanne pesanti, che sarebbero potute rivelarsi controproducenti per il governo ed il Re, si adottò la formula del "reato di folla". Un reato non imputabile ai singoli. Tra i bersaglieri, solo pochi di loro ebbero condanne, tra i cinque anni agli otto mesi. Ne fa riferimento
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