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Dopo aspri combattimenti, il moto fu sedato solo grazie all'intervento delle Guardie Regie. Il re e Giolitti presero tale decisione in quanto le truppe di stanza in città avevano spesso fraternizzato con i rivoltosi, come per esempio i soldati del 17° fanteria di Ascoli che si erano uniti alla protesta. Il proclamato [[sciopero]] di treni fu aggirato facendo ricorso alla precettazione, il [[governo]] riuscì dunque ad inviare un treno verso Ancona, ma giunto alla periferia della città fu fatto oggetto di spari da parte dei rivoltosi che uccisero diverse guardie. | Dopo aspri combattimenti, il moto fu sedato solo grazie all'intervento delle Guardie Regie. Il re e Giolitti presero tale decisione in quanto le truppe di stanza in città avevano spesso fraternizzato con i rivoltosi, come per esempio i soldati del 17° fanteria di Ascoli che si erano uniti alla protesta. Il proclamato [[sciopero]] di treni fu aggirato facendo ricorso alla precettazione, il [[governo]] riuscì dunque ad inviare un treno verso Ancona, ma giunto alla periferia della città fu fatto oggetto di spari da parte dei rivoltosi che uccisero diverse guardie. | ||
Dopo questi gravi fatti il [[governo]] ordinò di sparare sul centro cittadino con i cannoni della Cittadella <ref name="danno">[http://giornale.regione.marche.it/archivio/num0301/artcom26.htm Giornale Regione Marche]</ref> e di bombardare la città da cinque cacciatorpediniere, inviate appositamente per porre fine alla sommossa. Il [[28 giugno]] sostanzialmente l'ordine regnava in città ; alla fine le [[militarismo|forze dell'ordine]] ebbero la meglio solo grazie alla superiorità numerica (giunsero rinforzi da varie città del centro) ed al loro migliore armamento. | Dopo questi gravi fatti il [[governo]] ordinò di sparare sul centro cittadino con i cannoni della Cittadella <ref name="danno">[http://giornale.regione.marche.it/archivio/num0301/artcom26.htm Giornale Regione Marche]</ref> e di bombardare la città da cinque cacciatorpediniere, inviate appositamente per porre fine alla sommossa. Il [[28 giugno]] sostanzialmente l'ordine regnava in città; alla fine le [[militarismo|forze dell'ordine]] ebbero la meglio solo grazie alla superiorità numerica (giunsero rinforzi da varie città del centro) ed al loro migliore armamento. | ||
In tutta [[Italia]], più di 500 persone furono arrestate (i processi che seguirono, forse per non inasprire il clima, ebbero sentenze sorprendentemente miti, tranne quella comminata a [[Monaldo Casagrande]], che ebbe sei anni di reclusione militare.)<ref name=Paolini>Per evitare condanne pesanti, che sarebbero potute rivelarsi controproducenti per il governo ed il Re, si adottò la formula del "reato di folla". Un reato non imputabile ai singoli. Tra i bersaglieri, solo pochi di loro ebbero condanne, tra i cinque anni agli otto mesi. Ne fa riferimento | In tutta [[Italia]], più di 500 persone furono arrestate (i processi che seguirono, forse per non inasprire il clima, ebbero sentenze sorprendentemente miti, tranne quella comminata a [[Monaldo Casagrande]], che ebbe sei anni di reclusione militare.)<ref name=Paolini>Per evitare condanne pesanti, che sarebbero potute rivelarsi controproducenti per il governo ed il Re, si adottò la formula del "reato di folla". Un reato non imputabile ai singoli. Tra i bersaglieri, solo pochi di loro ebbero condanne, tra i cinque anni agli otto mesi. Ne fa riferimento |