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La riflessione sulla posizione dell'individuo all'interno della [[società ]], ossia inteso come cittadino, costituisce il fondamento di qualunque teoria propriamente politica.
La riflessione sulla posizione dell'individuo all'interno della [[società ]], ossia inteso come cittadino, costituisce il fondamento di qualunque teoria propriamente politica.
Ogni teoria politica non può evitare di affrontare il problema della nascita del concetto stesso di “politico” e del suo stretto rapporto con le istanze che lo precedono e che costituiscono il criterio di orientamento dell'agire in società , che fondano gli scopi della stessa, che stabiliscono quindi i limiti, se ci sono, del potere sovraordinato nel suo rapporto con il cittadino.
Ogni teoria politica non può evitare di affrontare il problema della nascita del concetto stesso di “politico” e del suo stretto rapporto con le istanze che lo precedono e che costituiscono il criterio di orientamento dell'agire in società, che fondano gli scopi della stessa, che stabiliscono quindi i limiti, se ci sono, del potere sovraordinato nel suo rapporto con il cittadino.


===Nell'antica Grecia===
===Nell'antica Grecia===
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Alcuni considerarono l'universo normativo, inteso come il mondo della convivenza civile come una struttura complessa, determinata arbitrariamente dall'[[uomo]], aleatoria nella sua essenza come l'opinione umana ([[doxa]]), frutto di convenzione e non imposta dalla [[natura]].
Alcuni considerarono l'universo normativo, inteso come il mondo della convivenza civile come una struttura complessa, determinata arbitrariamente dall'[[uomo]], aleatoria nella sua essenza come l'opinione umana ([[doxa]]), frutto di convenzione e non imposta dalla [[natura]].


Esempio paradigmatico della concezione dicotomica norma-natura, è la storia di [[Antigone]], come ci viene narrata dal tragediografo [[Sofocle]]: il re [[Creonte]] ordina che [[Polinice]], reo di avere attaccato militarmente la sua città , non abbia sepoltura. [[Antigone]], sorella di [[Polinice]], disobbedisce all'ordine del re, per adempiere ad un ordine superiore, quello divino, che impone agli umani di seppellire le spoglie dei parenti.
Esempio paradigmatico della concezione dicotomica norma-natura, è la storia di [[Antigone]], come ci viene narrata dal tragediografo [[Sofocle]]: il re [[Creonte]] ordina che [[Polinice]], reo di avere attaccato militarmente la sua città, non abbia sepoltura. [[Antigone]], sorella di [[Polinice]], disobbedisce all'ordine del re, per adempiere ad un ordine superiore, quello divino, che impone agli umani di seppellire le spoglie dei parenti.
Una concezione di questo tipo spinse alcuni [[sofisti]] ([[Trasimaco]], [[Protagora]]) ad elaborare una teoria della genesi dello [[Stato]] di matrice individualistica: lo stato è una condizione primitiva nella quale ciascun individuo è pienamente libero di perseguire i propri fini senza alcuna limitazione ed è dunque caratterizzato dallo scontro perenne delle singole [[volontà ]], risolvendosi in quello che [[Thomas Hobbes]] definì il “''[[bellum omnium contra omnes]]''”.
Una concezione di questo tipo spinse alcuni [[sofisti]] ([[Trasimaco]], [[Protagora]]) ad elaborare una teoria della genesi dello [[Stato]] di matrice individualistica: lo stato è una condizione primitiva nella quale ciascun individuo è pienamente libero di perseguire i propri fini senza alcuna limitazione ed è dunque caratterizzato dallo scontro perenne delle singole [[volontà ]], risolvendosi in quello che [[Thomas Hobbes]] definì il “''[[bellum omnium contra omnes]]''”.
In tale situazione gli uomini, consci dell'aleatorietà  della loro condizione addivennero ad un accordo (synthèke, [[omologhìa]]) di astensione reciproca dalla [[violenza]].
In tale situazione gli uomini, consci dell'aleatorietà  della loro condizione addivennero ad un accordo (synthèke, [[omologhìa]]) di astensione reciproca dalla [[violenza]].
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Questa concezione della [[società  civile]] come il prodotto di un accordo, il frutto di una convenzione tra gli uomini, trovò in [[Platone]] e in [[Aristotele]] due illustri avversari.
Questa concezione della [[società  civile]] come il prodotto di un accordo, il frutto di una convenzione tra gli uomini, trovò in [[Platone]] e in [[Aristotele]] due illustri avversari.
Il filosofo ateniese considerava la società  organizzata che assegnasse ad ognuno il suo posto e i suoi doveri, il solo luogo in cui la natura umana, con le attitudini e i valori diversi dei singoli, potesse trovare completa espressione.
Il filosofo ateniese considerava la società  organizzata che assegnasse ad ognuno il suo posto e i suoi doveri, il solo luogo in cui la natura umana, con le attitudini e i valori diversi dei singoli, potesse trovare completa espressione.
Sulla stessa linea di pensiero si attestava Aristotele che considerava lo Stato l'unico luogo in cui l'uomo, considerato “animale politico”, fosse in grado di manifestare la sua superiorità  rispetto al resto del [[mondo]] animale mediante la repressione della ferinità , l'unico luogo nel quale poteva svelare la sua natura morale con la scoperta del giusto e dell'ingiusto.
Sulla stessa linea di pensiero si attestava Aristotele che considerava lo Stato l'unico luogo in cui l'uomo, considerato “animale politico”, fosse in grado di manifestare la sua superiorità  rispetto al resto del [[mondo]] animale mediante la repressione della ferinità, l'unico luogo nel quale poteva svelare la sua natura morale con la scoperta del giusto e dell'ingiusto.
La creazione di uno Stato dunque, ossia la costituzione di una comunità  politica attraverso l'opera legislatrice di un nomothètes è sì la conseguenza di un atto cosciente, ma ciò non vuol dire che sia un prodotto innaturale, bensì la manifestazione più compiuta della natura umana.
La creazione di uno Stato dunque, ossia la costituzione di una comunità  politica attraverso l'opera legislatrice di un nomothètes è sì la conseguenza di un atto cosciente, ma ciò non vuol dire che sia un prodotto innaturale, bensì la manifestazione più compiuta della natura umana.


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[[Agostino da Ippona|S. Agostino]] certamente non parlò di contratto sociale né tantomeno di consenso popolare, tuttavia la sua teoria dell'origine peccaminosa dello Stato (in base alla quale dalla città  di Dio si scende alla città  dell'uomo) offrì alla Chiesa un potente argomento per giustificare la sua ingerenza nelle dinamiche del potere secolare.
[[Agostino da Ippona|S. Agostino]] certamente non parlò di contratto sociale né tantomeno di consenso popolare, tuttavia la sua teoria dell'origine peccaminosa dello Stato (in base alla quale dalla città  di Dio si scende alla città  dell'uomo) offrì alla Chiesa un potente argomento per giustificare la sua ingerenza nelle dinamiche del potere secolare.


Un principio costante nella teoria del governo dei popoli germanici è quello della bilateralità , per il quale i re, al momento dell'assunzione del potere, ossia durante la cerimonia di incoronazione, erano tenuti a prestare un giuramento ''coram populo'', con quale solennemente si impegnavano a garantire a tutti giustizia, sicurezza e buon governo, in cambio della fedeltà  dei sudditi.
Un principio costante nella teoria del governo dei popoli germanici è quello della bilateralità, per il quale i re, al momento dell'assunzione del potere, ossia durante la cerimonia di incoronazione, erano tenuti a prestare un giuramento ''coram populo'', con quale solennemente si impegnavano a garantire a tutti giustizia, sicurezza e buon governo, in cambio della fedeltà  dei sudditi.
Ciò consente a noi di considerare non incondizionata quella fedeltà  ma strettamente legata alla condotta del re che era sì titolare del potere sovrano, ma non per questo era autorizzato a legiferare arbitrariamente, dovendo sempre e comunque la legge positiva operare in uno spazio limitato stabilito da principi di diritto naturale, di origine consuetudinaria, dei quali il popolo si considerava depositario.
Ciò consente a noi di considerare non incondizionata quella fedeltà  ma strettamente legata alla condotta del re che era sì titolare del potere sovrano, ma non per questo era autorizzato a legiferare arbitrariamente, dovendo sempre e comunque la legge positiva operare in uno spazio limitato stabilito da principi di diritto naturale, di origine consuetudinaria, dei quali il popolo si considerava depositario.


=== Pactum dei Franchi e Magna Charta degli anglosassoni ===
=== Pactum dei Franchi e Magna Charta degli anglosassoni ===
Il ''pactum'' diffuso tra i [[Franchi]] e gli altri popoli teutonici, non è certamente un contratto sociale, ossia non ha la funzione di giustificare l'origine del consorzio civile, ma risponde ad esigenze meramente pratiche di obiettiva definizione dei limiti della sovranità . Esso è un contratto di governo.
Il ''pactum'' diffuso tra i [[Franchi]] e gli altri popoli teutonici, non è certamente un contratto sociale, ossia non ha la funzione di giustificare l'origine del consorzio civile, ma risponde ad esigenze meramente pratiche di obiettiva definizione dei limiti della sovranità . Esso è un contratto di governo.
L'uso di tali accordi tra sovrano e sudditi, il cui primo esempio storico ci è dato dai [[Visigoti]] in [[Spagna]] negli Atti del Quarto concilio di Toledo del [[633]], per arrivare fino al [[XIII secolo]] con la ''[[Magna Charta]]'' di [[Giovanni Senzaterra]], ci consente di affermare che il concetto assolutistico (hobbesiano) della ''solutio legibus'' del sovrano è ancora di là  da venire e costituirà  una delle conseguenze di un cambiamento generale degli assetti della società , dovuto all'accentramento del potere da parte del principe mediante la conquista del monopolio degli eserciti, e la simultanea perdita di potere contrattuale della nobiltà  feudale, e con la conseguente affermazione del diritto pubblico come strumento regolativo dei rapporti tra i poteri: “l'assimilazione dei diritti pubblici a quelli privati, e la natura reciproca del vincolo fra governanti e governante, esistevano nel sistema feudale molto più chiaramente che in qualunque altro; e questi due elementi erano necessari alla teoria del contratto. Essa non avrebbe potuto sorgere se non in un'età  in cui i diritti pubblici erano concepiti induttivamente, cioè inferiti dai diritti particolari dei signori che comandavano, e in un'età  dominata dall'idea del diritto privato; infatti la teoria del contratto presume l'esistenza di diritti privati e obblighi giuridici privati anteriori a tutti i diritti pubblici e alla stessa esistenza dello Stato”.
L'uso di tali accordi tra sovrano e sudditi, il cui primo esempio storico ci è dato dai [[Visigoti]] in [[Spagna]] negli Atti del Quarto concilio di Toledo del [[633]], per arrivare fino al [[XIII secolo]] con la ''[[Magna Charta]]'' di [[Giovanni Senzaterra]], ci consente di affermare che il concetto assolutistico (hobbesiano) della ''solutio legibus'' del sovrano è ancora di là  da venire e costituirà  una delle conseguenze di un cambiamento generale degli assetti della società, dovuto all'accentramento del potere da parte del principe mediante la conquista del monopolio degli eserciti, e la simultanea perdita di potere contrattuale della nobiltà  feudale, e con la conseguente affermazione del diritto pubblico come strumento regolativo dei rapporti tra i poteri: “l'assimilazione dei diritti pubblici a quelli privati, e la natura reciproca del vincolo fra governanti e governante, esistevano nel sistema feudale molto più chiaramente che in qualunque altro; e questi due elementi erano necessari alla teoria del contratto. Essa non avrebbe potuto sorgere se non in un'età  in cui i diritti pubblici erano concepiti induttivamente, cioè inferiti dai diritti particolari dei signori che comandavano, e in un'età  dominata dall'idea del diritto privato; infatti la teoria del contratto presume l'esistenza di diritti privati e obblighi giuridici privati anteriori a tutti i diritti pubblici e alla stessa esistenza dello Stato”.


===Tardo medioevo e rinascimento===
===Tardo medioevo e rinascimento===
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L'affermarsi della [[filosofia scolastica]] contribuì in maniera decisiva allo sviluppo della riflessione politica in senso speculativo e maggiormente orientata all'indagine sulle origini dello Stato rispetto alla teoria del buon governo che aveva impegnato gli scrittori politici altomedievali.
L'affermarsi della [[filosofia scolastica]] contribuì in maniera decisiva allo sviluppo della riflessione politica in senso speculativo e maggiormente orientata all'indagine sulle origini dello Stato rispetto alla teoria del buon governo che aveva impegnato gli scrittori politici altomedievali.
Il problema centrale era quello di riuscire a conciliare la dottrina di Aristotele, la cui opera, riscoperta da poco, aveva acquisito un'immensa autorità , con quella contrattualista affermatasi nei secoli precedenti e risalente alla teoria della ''lex regia''.
Il problema centrale era quello di riuscire a conciliare la dottrina di Aristotele, la cui opera, riscoperta da poco, aveva acquisito un'immensa autorità, con quella contrattualista affermatasi nei secoli precedenti e risalente alla teoria della ''lex regia''.
Come abbiamo visto il filosofo greco considerava l'uomo un animale sociale e quindi lo Stato un fenomeno meramente naturale, generatosi per aggregazione di unità  più elementari, gli individui, le famiglie: "Essi [gli uomini] quindi, anche se non hanno bisogno di aiuto reciproco, desiderano non di meno di vivere insieme: non solo, ma pure l'interesse comune li raccoglie, in rapporto alla parte di benessere che ciascuno ne trae. Ed è proprio questo il fine di tutti in comune e di ciascuno in particolare: ma essi si riuniscono anche per il semplice scopo di vivere e per questo stringono la comunità  statale."
Come abbiamo visto il filosofo greco considerava l'uomo un animale sociale e quindi lo Stato un fenomeno meramente naturale, generatosi per aggregazione di unità  più elementari, gli individui, le famiglie: "Essi [gli uomini] quindi, anche se non hanno bisogno di aiuto reciproco, desiderano non di meno di vivere insieme: non solo, ma pure l'interesse comune li raccoglie, in rapporto alla parte di benessere che ciascuno ne trae. Ed è proprio questo il fine di tutti in comune e di ciascuno in particolare: ma essi si riuniscono anche per il semplice scopo di vivere e per questo stringono la comunità  statale."


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Un pensatore di notevole rilievo sia per l'influenza che ebbe su [[John Locke]] sia perché introdusse in Inghilterra la riflessione contrattualistica continentale fu [[Richard Hooker]].
Un pensatore di notevole rilievo sia per l'influenza che ebbe su [[John Locke]] sia perché introdusse in Inghilterra la riflessione contrattualistica continentale fu [[Richard Hooker]].
Nella sua opera ''The Laws of Ecclesiastical Polity'' egli, nell'analisi delle origini della società , distingue un primo momento di aggregazione naturale da una successiva sistemazione artificiale della società : "Due sono i fondamenti che sorreggono le società : il primo è costituito da un'inclinazione naturale per cui tutti gli uomini desiderano la vita sociale e la compagnia, il secondo è rappresentato da una disposizione su cui si è convenuto espressamente o segretamente relativa alla modalità  della loro unione nella convivenza."
Nella sua opera ''The Laws of Ecclesiastical Polity'' egli, nell'analisi delle origini della società, distingue un primo momento di aggregazione naturale da una successiva sistemazione artificiale della società : "Due sono i fondamenti che sorreggono le società : il primo è costituito da un'inclinazione naturale per cui tutti gli uomini desiderano la vita sociale e la compagnia, il secondo è rappresentato da una disposizione su cui si è convenuto espressamente o segretamente relativa alla modalità  della loro unione nella convivenza."
Notiamo dunque che egli distingue nettamente un primo momento di aggregazione degli individui, rappresentato dal contratto sociale, da un secondo momento, in sé non naturalisticamente determinato come il primo, in cui gli uomini, resisi consci della insostenibilità  di una convivenza anarchica, addivennero ad un secondo accordo, il cosiddetto contratto di governo, attraverso il quale posero sopra di sé le istituzioni. I termini di questo secondo patto essendo noti a poche persone e via via, col passare del tempo, a nessuno, vengono quindi espressi dalla costituzione stessa dello Stato, mediante le leggi, che descrivono espressamente gli assetti istituzionali, o attraverso l'autorizzazione implicita in antiche consuetudini.
Notiamo dunque che egli distingue nettamente un primo momento di aggregazione degli individui, rappresentato dal contratto sociale, da un secondo momento, in sé non naturalisticamente determinato come il primo, in cui gli uomini, resisi consci della insostenibilità  di una convivenza anarchica, addivennero ad un secondo accordo, il cosiddetto contratto di governo, attraverso il quale posero sopra di sé le istituzioni. I termini di questo secondo patto essendo noti a poche persone e via via, col passare del tempo, a nessuno, vengono quindi espressi dalla costituzione stessa dello Stato, mediante le leggi, che descrivono espressamente gli assetti istituzionali, o attraverso l'autorizzazione implicita in antiche consuetudini.
La soluzione che egli dà  al problema del consenso intergenerazionale, per il quale si trovano ad essere vincolati ad un patto anche i discendenti di coloro che lo approvarono, stempera notevolmente la carica individualistica della teoria di Hoocker, dal momento che questi pose come soggetti attivi del ''pactum societatis'' le corporazioni in vece dei singoli ed affermò l'immortalità  delle prime e con essa la vigenza onnipresente degli accordi da esse compiuti.  
La soluzione che egli dà  al problema del consenso intergenerazionale, per il quale si trovano ad essere vincolati ad un patto anche i discendenti di coloro che lo approvarono, stempera notevolmente la carica individualistica della teoria di Hoocker, dal momento che questi pose come soggetti attivi del ''pactum societatis'' le corporazioni in vece dei singoli ed affermò l'immortalità  delle prime e con essa la vigenza onnipresente degli accordi da esse compiuti.  
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Il pensiero contrattualista tuttavia non riesce ancora ad emanciparsi dalla dicotomia sovrano-popolo, governante-governati, donde permane un ineliminabile scarto tra chi detiene il potere e chi lo subisce perché ''ab ovo'' lo trasferì con l'accordo, riservando a sé, come clausola salvatoria, il diritto di reagire all'esercizio abusivo del governo.
Il pensiero contrattualista tuttavia non riesce ancora ad emanciparsi dalla dicotomia sovrano-popolo, governante-governati, donde permane un ineliminabile scarto tra chi detiene il potere e chi lo subisce perché ''ab ovo'' lo trasferì con l'accordo, riservando a sé, come clausola salvatoria, il diritto di reagire all'esercizio abusivo del governo.


Come avevamo precedentemente accennato, nella prima metà  del XVII secolo le comunità  puritane che si stabilirono nel New England, in fuga dal clima persecutorio presente in [[Inghilterra]], svolsero un ruolo di certo rilievo nell'affermazione della teoria del contratto sociale. Basti pensare che i coloni attuarono storicamente, nella varie dichiarazioni di fondazione delle comunità , prima fra tutte quella dei Pilgrim Fathers nel [[1620]], quel contratto originario, quel patto costitutivo, che fino ad allora era rimasto un'ipotesi interpretativa, un'argomento di significato euristico se non addirittura una ''fictio juris''.
Come avevamo precedentemente accennato, nella prima metà  del XVII secolo le comunità  puritane che si stabilirono nel New England, in fuga dal clima persecutorio presente in [[Inghilterra]], svolsero un ruolo di certo rilievo nell'affermazione della teoria del contratto sociale. Basti pensare che i coloni attuarono storicamente, nella varie dichiarazioni di fondazione delle comunità, prima fra tutte quella dei Pilgrim Fathers nel [[1620]], quel contratto originario, quel patto costitutivo, che fino ad allora era rimasto un'ipotesi interpretativa, un'argomento di significato euristico se non addirittura una ''fictio juris''.
Per i teorici puritani la prima e vera ragione della nascita di un consorzio tra gli uomini risiede nella difesa della parola di Dio e nella sua adorazione pubblica, che porta ad un patto sacro tra i fedeli per l'edificazione della Chiesa congregazionista. Il sorgere della comunità  politica è un'istanza di secondo piano o meglio strumentale rispetto alla fondazione della comunità  di fede, il governo civile vedendo la sua unica giustificazione nella difesa della Chiesa, come braccio secolare.
Per i teorici puritani la prima e vera ragione della nascita di un consorzio tra gli uomini risiede nella difesa della parola di Dio e nella sua adorazione pubblica, che porta ad un patto sacro tra i fedeli per l'edificazione della Chiesa congregazionista. Il sorgere della comunità  politica è un'istanza di secondo piano o meglio strumentale rispetto alla fondazione della comunità  di fede, il governo civile vedendo la sua unica giustificazione nella difesa della Chiesa, come braccio secolare.
I teorici americani affermano dunque la matrice volontaristica e consensuale dell'atto costitutivo, avvalendosi, come avevano già  fatto gli Ugonotti, della tradizione biblica ossia dei patti dell'[[Antico Testamento]].
I teorici americani affermano dunque la matrice volontaristica e consensuale dell'atto costitutivo, avvalendosi, come avevano già  fatto gli Ugonotti, della tradizione biblica ossia dei patti dell'[[Antico Testamento]].
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In Inghilterra l'affermarsi della teoria del contratto si ebbe principalmente tra i sostenitori del parlamentarismo o della monarchia cosiddetta mista nella quale al potere del sovrano doveva contrapporsi il ruolo di controllo del Parlamento, che era chiamato a legiferare insieme al sovrano in materia di imposizione fiscale.
In Inghilterra l'affermarsi della teoria del contratto si ebbe principalmente tra i sostenitori del parlamentarismo o della monarchia cosiddetta mista nella quale al potere del sovrano doveva contrapporsi il ruolo di controllo del Parlamento, che era chiamato a legiferare insieme al sovrano in materia di imposizione fiscale.
L'ala più radicale della sinistra Parlamentare era rappresentata dai Levellers che dapprima appoggiarono il Long Parliament ed in seguito, resisi consapevoli che anche un governo parlamentare potesse rivelarsi oppressivo, incentrarono la loro lotta politica nella conquista di una carta fondamentale che potesse ancorare su basi certe i diritti naturali dei cittadini.
L'ala più radicale della sinistra Parlamentare era rappresentata dai Levellers che dapprima appoggiarono il Long Parliament ed in seguito, resisi consapevoli che anche un governo parlamentare potesse rivelarsi oppressivo, incentrarono la loro lotta politica nella conquista di una carta fondamentale che potesse ancorare su basi certe i diritti naturali dei cittadini.
Il ritorno al tema di un documento fondamentale, di un accordo scritto che recepisse materialmente il consenso dei cittadini, come il ''The Agreement of the People'' del [[1647]], che doveva essere fatto circolare nelle campagne e doveva ottenere la firma del maggior numero di persone, rispondeva all'esigenza di ancorare ad un contenuto minimo il tema dei diritti naturali, con il fine di costituire un limite ultimo alla sfera di azione della sovranità , fosse anche questa passata nelle mani del Parlamento.
Il ritorno al tema di un documento fondamentale, di un accordo scritto che recepisse materialmente il consenso dei cittadini, come il ''The Agreement of the People'' del [[1647]], che doveva essere fatto circolare nelle campagne e doveva ottenere la firma del maggior numero di persone, rispondeva all'esigenza di ancorare ad un contenuto minimo il tema dei diritti naturali, con il fine di costituire un limite ultimo alla sfera di azione della sovranità, fosse anche questa passata nelle mani del Parlamento.


Tra i teorici del consenso popolare che si affermarono nel XVI secolo ebbe per un certo periodo seguito la teoria del rapporto popolo-sovrano fondata sull'istituto dell'amministrazione fiduciaria, una versione certamente più audace rispetto a quella tipicamente contrattualistica, in quanto prevedeva per i governati il diritto, esercitabile ''ad libitum'', di revocare la fiducia nei confronti dei governanti, per l'amministrazione della cosa pubblica. Questo punto di vista fu espresso chiaramente da [[Milton]], ministro degli esteri di [[Oliver Cromwell]], nella sua opera ''The Tenure of Kings and Magistrates'' dove egli sostiene che, dato che il potere del sovrano deriva direttamente dal popolo, questo “tutte le volte che lo giudicherà  come la cosa migliore, potrà  sceglierlo o rigettarlo, mantenerlo o deporlo anche quando non si tratti di un tiranno, semplicemente per la libertà  e il diritto di uomini liberi di essere governati come sembra loro meglio”.
Tra i teorici del consenso popolare che si affermarono nel XVI secolo ebbe per un certo periodo seguito la teoria del rapporto popolo-sovrano fondata sull'istituto dell'amministrazione fiduciaria, una versione certamente più audace rispetto a quella tipicamente contrattualistica, in quanto prevedeva per i governati il diritto, esercitabile ''ad libitum'', di revocare la fiducia nei confronti dei governanti, per l'amministrazione della cosa pubblica. Questo punto di vista fu espresso chiaramente da [[Milton]], ministro degli esteri di [[Oliver Cromwell]], nella sua opera ''The Tenure of Kings and Magistrates'' dove egli sostiene che, dato che il potere del sovrano deriva direttamente dal popolo, questo “tutte le volte che lo giudicherà  come la cosa migliore, potrà  sceglierlo o rigettarlo, mantenerlo o deporlo anche quando non si tratti di un tiranno, semplicemente per la libertà  e il diritto di uomini liberi di essere governati come sembra loro meglio”.
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