Contrattualismo: differenze tra le versioni

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===Tardo medioevo e rinascimento===
===Tardo medioevo e rinascimento===
Nel periodo della [[Lotta per le investiture]], abbiamo già  visto che la Chiesa aveva affermato il proprio diritto di veto nell'elezione dei re, ricorrendo alla teoria agostiniana del peccato come causa prima della nascita del potere secolare, indicando nel Pontefice l'unica autorità  in grado vagliare la giustizia o l'ingiustizia di un monarca; i concetti di giustizia ed ingiustizia nella gestione del potere e l'adozione della teoria contrattuale dell'origine dello Stato spinsero [[Manegoldo da Lautenbach]] ad elaborare la prima versione [[democrazia|democratica]] del contrattualismo.
Nel periodo della [[Lotta per le investiture]], abbiamo già  visto che la Chiesa aveva affermato il proprio diritto di veto nell'elezione dei re, ricorrendo alla teoria agostiniana del peccato come causa prima della nascita del potere secolare, indicando nel Pontefice l'unica autorità  in grado vagliare la giustizia o l'ingiustizia di un monarca; i concetti di giustizia ed ingiustizia nella gestione del potere e l'adozione della teoria contrattuale dell'origine dello Stato spinsero [[Manegoldo da Lautenbach]] ad elaborare la prima versione [[democrazia|democratica]] del contrattualismo.
Egli sosteneva che, poiché il sovrano possiede una grande quantità  di poteri sul resto degli uomini, è necessario che sia il migliore tra loro, perché solo in quel caso potrà  governare il suo popolo con equità ; nel caso in cui colui che è stato scelto (''eligitur'') al popolo per tutelare la giustizia nello Stato, imponga invece ai suoi sudditi un'odiosa tirannia, questi avrebbero tutto il diritto di ribellarsi ad esso e di violare il patto di obbedienza che avevano contratto, giacché il sovrano per primo, con la sua condotta iniqua, si era reso inadempiente ai suoi supremi doveri come il guardiano di porci che, assunto per pascere i maiali, cominci a macellare e distruggere il gregge ...
Egli sosteneva che, poiché il sovrano possiede una grande quantità  di poteri sul resto degli uomini, è necessario che sia il migliore tra loro, perché solo in quel caso potrà  governare il suo popolo con equità; nel caso in cui colui che è stato scelto (''eligitur'') al popolo per tutelare la giustizia nello Stato, imponga invece ai suoi sudditi un'odiosa tirannia, questi avrebbero tutto il diritto di ribellarsi ad esso e di violare il patto di obbedienza che avevano contratto, giacché il sovrano per primo, con la sua condotta iniqua, si era reso inadempiente ai suoi supremi doveri come il guardiano di porci che, assunto per pascere i maiali, cominci a macellare e distruggere il gregge ...
Certamente lo spirito democratico di Manegoldo non può essere considerato rappresentativo della sua epoca, giacché in altri autori a lui contemporanei il ruolo che il primo assegnava al popolo era invece attribuito ai principi elettori o al clero (Paul Von Bernried) che effettivamente possedevano diritti elettorali; tuttavia il suo pensiero ripropone di nuovo il concetto di bilateralità  nell'assunzione del potere secolare, vera chiave di volta della teoria politica medievale, e la conseguente concezione di una sovranità  ''sub lege'' e non ''praeter legem'', dove la ''lex'' coincideva con l'equità  e questa con i diritti portati da usi secolari e dei quali il popolo voleva rimanere comunque geloso custode, donde l'affermarsi, tra gli scrittori dell'epoca, del ''topos'' della resistenza al tiranno.
Certamente lo spirito democratico di Manegoldo non può essere considerato rappresentativo della sua epoca, giacché in altri autori a lui contemporanei il ruolo che il primo assegnava al popolo era invece attribuito ai principi elettori o al clero (Paul Von Bernried) che effettivamente possedevano diritti elettorali; tuttavia il suo pensiero ripropone di nuovo il concetto di bilateralità  nell'assunzione del potere secolare, vera chiave di volta della teoria politica medievale, e la conseguente concezione di una sovranità  ''sub lege'' e non ''praeter legem'', dove la ''lex'' coincideva con l'equità  e questa con i diritti portati da usi secolari e dei quali il popolo voleva rimanere comunque geloso custode, donde l'affermarsi, tra gli scrittori dell'epoca, del ''topos'' della resistenza al tiranno.


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