Rivoluzione: differenze tra le versioni

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Le rivoluzioni nascono per soddisfare il bisogno di libertà  di una comunità  e per risvegliare la coscienza del popolo, il quale se tenuto in schiavitù rischia di venire derubato non solo dei suoi beni materiali ma della sua stessa identità .
Le rivoluzioni nascono per soddisfare il bisogno di libertà  di una comunità  e per risvegliare la coscienza del popolo, il quale se tenuto in schiavitù rischia di venire derubato non solo dei suoi beni materiali ma della sua stessa identità .
La sostanziale distinzione tra rivoluzione politica e [[rivoluzione sociale|sociale]] consiste nel fatto che la prima tende a sostituire un potere con un altro (es. [[Rivoluzione Francese]]), mentre la [[rivoluzione sociale]] consiste nel drastico cambiamento delle strutture sociali di una società , fino, talvolta, all'abbattimento di ogni potere.  
La sostanziale distinzione tra rivoluzione politica e [[rivoluzione sociale|sociale]] consiste nel fatto che la prima tende a sostituire un potere con un altro (es. [[Rivoluzione Francese]]), mentre la [[rivoluzione sociale]] consiste nel drastico cambiamento delle strutture sociali di una società, fino, talvolta, all'abbattimento di ogni potere.  


Le rivoluzioni storicamente più comuni sono proprio quelle politiche, segnate sempre da una matrice filosofica o politico-sociale che si autoproclama  “avanguardia” delle masse rivoluzionarie. Per questo gli anarchici invece ritengono che la vera rivoluzione (vedi [[rivoluzione sociale|Rivoluzione sociale]]) è quella che elimina immediatamente ogni [[autorità ]] e [[gerarchia|struttura gerarchica]], al contrario dei [[marxismo|marxisti]], che certamente considerano la rivoluzione come un mezzo necessario per sovvertire l'ordine sociale, ma non eliminando immediatamente ogni forma di potere, bensì sostituendo il potere borghese con quello proletario ([[dittatura del proletariato]]), anche se solo ed esclusivamente in una fase transitoria che conduca, dopo un lungo processo, all'estinzione dello [[Stato]].
Le rivoluzioni storicamente più comuni sono proprio quelle politiche, segnate sempre da una matrice filosofica o politico-sociale che si autoproclama  “avanguardia” delle masse rivoluzionarie. Per questo gli anarchici invece ritengono che la vera rivoluzione (vedi [[rivoluzione sociale|Rivoluzione sociale]]) è quella che elimina immediatamente ogni [[autorità ]] e [[gerarchia|struttura gerarchica]], al contrario dei [[marxismo|marxisti]], che certamente considerano la rivoluzione come un mezzo necessario per sovvertire l'ordine sociale, ma non eliminando immediatamente ogni forma di potere, bensì sostituendo il potere borghese con quello proletario ([[dittatura del proletariato]]), anche se solo ed esclusivamente in una fase transitoria che conduca, dopo un lungo processo, all'estinzione dello [[Stato]].
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