Rivoluzione: differenze tra le versioni

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[[File:Magonistas en Tijuana.jpg|right|200px|thumb|Rivoluzionari [[magonismo|magonisti]] che si presero la città  di Tijuana durante l'[[Insurrezione della Bassa California (1911)]].]]
[[File:Magonistas en Tijuana.jpg|right|200px|thumb|Rivoluzionari [[magonismo|magonisti]] che si presero la città  di Tijuana durante l'[[Insurrezione della Bassa California (1911)]].]]


La '''rivoluzione''' (dal tardo latino ''revolutio'', -''onis'', rivolgimento) è un termine che definisce un cambio o trasformazione radicale e profonda rispetto al passato recente. Dal punto di vista politico essa consiste in quella serie di eventi che portano una popolazione ad emanciparsi dall'[[autorità ]], insorgendo e riappropriandosi del proprio potere, individuale e collettivo, e autodifendendosi (violentemente o non violentemente) dalla prevedibile reazione del vecchio potere.
La '''rivoluzione''' (dal tardo latino ''revolutio'', -''onis'', rivolgimento) è un termine che definisce un cambio o trasformazione radicale e profonda rispetto al passato recente. Dal punto di vista politico essa consiste in quella serie di eventi che portano una popolazione ad emanciparsi dall'[[autorità ]], insorgendo e riappropriandosi del proprio potere, individuale e collettivo, e autodifendendosi (violentemente o non violentemente) dalla prevedibile reazione del vecchio potere.


Il termine può assumere anche un'accezione meno politica ed identificare una rivoluzione scientifica e\o [[rivoluzione industriale|industriale e tecnica]].
Il termine può assumere anche un'accezione meno politica ed identificare una rivoluzione scientifica e\o [[rivoluzione industriale|industriale e tecnica]].
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nei suoi scritti esaltò la [[rivolta]] ma non la rivoluzione]]
nei suoi scritti esaltò la [[rivolta]] ma non la rivoluzione]]


In epoca rinascimentale il termine entra invece a far parte dell'uso politico, richiamandosi al moto ciclico delle stelle e volendo significare quindi che esistono leggi immutabili a cui è difficile sottrarsi (... il pianeta è destinato a chiudere la sua orbita ciclica e a ritornare al suo punto di partenza) e che al limite possono solamente essere riscoprite o rivalutate. Con il suo ''De revolutionibus orbium'', [[Copernico]] avvalora tale tesi, pensando alla rivoluzione come un ritorno alla verità . La [[filosofia]] politica post-rinascimentale interpreta quindi la rivoluzione, coerentemente, come ripristino di un ordine giusto infranto. La rivoluzione è intesa quasi come restaurazione.
In epoca rinascimentale il termine entra invece a far parte dell'uso politico, richiamandosi al moto ciclico delle stelle e volendo significare quindi che esistono leggi immutabili a cui è difficile sottrarsi (... il pianeta è destinato a chiudere la sua orbita ciclica e a ritornare al suo punto di partenza) e che al limite possono solamente essere riscoprite o rivalutate. Con il suo ''De revolutionibus orbium'', [[Copernico]] avvalora tale tesi, pensando alla rivoluzione come un ritorno alla verità . La [[filosofia]] politica post-rinascimentale interpreta quindi la rivoluzione, coerentemente, come ripristino di un ordine giusto infranto. La rivoluzione è intesa quasi come restaurazione.


Anche in [[Kant]], il concetto di rivoluzione assume il significato di illuminazione e rivelazione di ciò che era stato occultato ingiustamente. La stessa [[Rivoluzione americana]] si configura come un ritorno a “sani valori” e “sani principi”. D'altronde tanto [[Tommaso d'Aquino]] che [[Montesquieu]] condannano senza mezze misure l'idea rivoluzionaria.
Anche in [[Kant]], il concetto di rivoluzione assume il significato di illuminazione e rivelazione di ciò che era stato occultato ingiustamente. La stessa [[Rivoluzione americana]] si configura come un ritorno a “sani valori” e “sani principi”. D'altronde tanto [[Tommaso d'Aquino]] che [[Montesquieu]] condannano senza mezze misure l'idea rivoluzionaria.
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È con la [[Rivoluzione Francese]] che il termine assume significato moderno di rottura con il passato, ingenerando un dibattito sul suo significato: «Con la rivoluzione sono state trovate nuove e più giuste leggi o sono state perdute le giuste e antiche consuetudini?».
È con la [[Rivoluzione Francese]] che il termine assume significato moderno di rottura con il passato, ingenerando un dibattito sul suo significato: «Con la rivoluzione sono state trovate nuove e più giuste leggi o sono state perdute le giuste e antiche consuetudini?».


Con [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]], tale dibattito va accentuandosi e il termine assume il significato che le ha attribuito l'era moderna: un sinonimo di rottura, di violenta trasformazione delle istituzioni e delle formazioni di [[sovranità ]] che innescherebbe un mutamento di assetti socio-economici, in parte già  registrati dal mutamento di equilibri sociali che hanno premuto per la rottura.
Con [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]], tale dibattito va accentuandosi e il termine assume il significato che le ha attribuito l'era moderna: un sinonimo di rottura, di violenta trasformazione delle istituzioni e delle formazioni di [[sovranità ]] che innescherebbe un mutamento di assetti socio-economici, in parte già  registrati dal mutamento di equilibri sociali che hanno premuto per la rottura.


È da rilevare che alcuni pensatori, per es. [[Albert Camus]] e [[Max Stirner]], hanno ritenuto doveroso distinguere la [[rivolta]] dalla rivoluzione. Per [[Stirner]] solo la rivolta è accettabile perché "appartiene" al singolo [[individuo]]; Camus distingue invece la rivolta in storica, metafisica e artistica: le prime due tendono a trasformarsi in coercizione e oppressione in nome della storia e dell'uomo che si sostituisce a Dio. In generale la rivoluzione prende per questi ed altri pensatori un'accezione meramente negativa, poiché destinata a sostituire un [[potere]] con un altro, un governo con un altro o comunque un sistema sociale con un altro.
È da rilevare che alcuni pensatori, per es. [[Albert Camus]] e [[Max Stirner]], hanno ritenuto doveroso distinguere la [[rivolta]] dalla rivoluzione. Per [[Stirner]] solo la rivolta è accettabile perché "appartiene" al singolo [[individuo]]; Camus distingue invece la rivolta in storica, metafisica e artistica: le prime due tendono a trasformarsi in coercizione e oppressione in nome della storia e dell'uomo che si sostituisce a Dio. In generale la rivoluzione prende per questi ed altri pensatori un'accezione meramente negativa, poiché destinata a sostituire un [[potere]] con un altro, un governo con un altro o comunque un sistema sociale con un altro.
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== Rivoluzione politica e sociale ==
== Rivoluzione politica e sociale ==


Le rivoluzioni nascono per soddisfare il bisogno di libertà  di una comunità  e per risvegliare la coscienza del popolo, il quale se tenuto in schiavitù rischia di venire derubato non solo dei suoi beni materiali ma della sua stessa identità .
Le rivoluzioni nascono per soddisfare il bisogno di libertà  di una comunità  e per risvegliare la coscienza del popolo, il quale se tenuto in schiavitù rischia di venire derubato non solo dei suoi beni materiali ma della sua stessa identità .
La sostanziale distinzione tra rivoluzione politica e [[rivoluzione sociale|sociale]] consiste nel fatto che la prima tende a sostituire un potere con un altro (es. [[Rivoluzione Francese]]), mentre la [[rivoluzione sociale]] consiste nel drastico cambiamento delle strutture sociali di una società , fino, talvolta, all'abbattimento di ogni potere.  
La sostanziale distinzione tra rivoluzione politica e [[rivoluzione sociale|sociale]] consiste nel fatto che la prima tende a sostituire un potere con un altro (es. [[Rivoluzione Francese]]), mentre la [[rivoluzione sociale]] consiste nel drastico cambiamento delle strutture sociali di una società , fino, talvolta, all'abbattimento di ogni potere.  


Le rivoluzioni storicamente più comuni sono proprio quelle politiche, segnate sempre da una matrice filosofica o politico-sociale che si autoproclama  “avanguardia” delle masse rivoluzionarie. Per questo gli anarchici invece ritengono che la vera rivoluzione (vedi [[rivoluzione sociale|Rivoluzione sociale]]) è quella che elimina immediatamente ogni [[autorità ]] e [[gerarchia|struttura gerarchica]], al contrario dei [[marxismo|marxisti]], che certamente considerano la rivoluzione come un mezzo necessario per sovvertire l'ordine sociale, ma non eliminando immediatamente ogni forma di potere, bensì sostituendo il potere borghese con quello proletario ([[dittatura del proletariato]]), anche se solo ed esclusivamente in una fase transitoria che conduca, dopo un lungo processo, all'estinzione dello [[Stato]].
Le rivoluzioni storicamente più comuni sono proprio quelle politiche, segnate sempre da una matrice filosofica o politico-sociale che si autoproclama  “avanguardia” delle masse rivoluzionarie. Per questo gli anarchici invece ritengono che la vera rivoluzione (vedi [[rivoluzione sociale|Rivoluzione sociale]]) è quella che elimina immediatamente ogni [[autorità ]] e [[gerarchia|struttura gerarchica]], al contrario dei [[marxismo|marxisti]], che certamente considerano la rivoluzione come un mezzo necessario per sovvertire l'ordine sociale, ma non eliminando immediatamente ogni forma di potere, bensì sostituendo il potere borghese con quello proletario ([[dittatura del proletariato]]), anche se solo ed esclusivamente in una fase transitoria che conduca, dopo un lungo processo, all'estinzione dello [[Stato]].


La storia però insegna che molto frequentemente, quando alcuni uomini\donne si arrogano il diritto esclusivo di essere l'unica e autentica “guida rivoluzionaria” o quando si scende a compromessi riformisti con la scusa di “salvare la rivoluzione”, le rivoluzioni tendono ad “istituzionalizzarsi”, perdendo la radicalità  iniziale e diventando semplicemente una fase transitoria da una forma di potere ad un'altra. Gli anarchici si oppongono a questo modo di intendere la rivoluzione, essi ritengono quindi che la rivoluzione reale è quella fatta da tutto il popolo con l'obiettivo immediato di eliminare ogni forma di dominio e [[gerarchia]], realizzando quindi una vera [[rivoluzione sociale|RIVOLUZIONE SOCIALE]].
La storia però insegna che molto frequentemente, quando alcuni uomini\donne si arrogano il diritto esclusivo di essere l'unica e autentica “guida rivoluzionaria” o quando si scende a compromessi riformisti con la scusa di “salvare la rivoluzione”, le rivoluzioni tendono ad “istituzionalizzarsi”, perdendo la radicalità  iniziale e diventando semplicemente una fase transitoria da una forma di potere ad un'altra. Gli anarchici si oppongono a questo modo di intendere la rivoluzione, essi ritengono quindi che la rivoluzione reale è quella fatta da tutto il popolo con l'obiettivo immediato di eliminare ogni forma di dominio e [[gerarchia]], realizzando quindi una vera [[rivoluzione sociale|RIVOLUZIONE SOCIALE]].


== Mezzi rivoluzionari ==
== Mezzi rivoluzionari ==


Come si giunge alla rivoluzione? La storia insegna che le possibilità  sono molteplici:
Come si giunge alla rivoluzione? La storia insegna che le possibilità  sono molteplici:
* La [[anarchismo insurrezionale|strategia insurrezionale]] (attraverso l'[[illegalismo]] o la ''propaganda col fatto''), volta allo spodestamento dell'''élite'' al potere.
* La [[anarchismo insurrezionale|strategia insurrezionale]] (attraverso l'[[illegalismo]] o la ''propaganda col fatto''), volta allo spodestamento dell'''élite'' al potere.
*[[spontaneismo|Spontaneismo]]
*[[spontaneismo|Spontaneismo]]
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