Brigata Silvano Fedi: differenze tra le versioni

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Nel [[1943]] [[Silvano Fedi]], [[Egisto e Minos Gori]], [[Tito e Mario Eschini]] e [[Tiziano Palandri]] fondano il primo nucleo di resistenza [[antifascismo|antifascista]] del pistoiese, denominandolo [[Brigata Franca Libertaria]]. Erano dotati di una grande [[autonomia]], pur cercandosi di rapportarsi col Partito d'Azione
Nel [[1943]] [[Silvano Fedi]], [[Egisto e Minos Gori]], [[Tito e Mario Eschini]] e [[Tiziano Palandri]] fondano il primo nucleo di resistenza [[antifascismo|antifascista]] del pistoiese, denominandolo [[Brigata Franca Libertaria]]. Erano dotati di una grande [[autonomia]], pur cercandosi di rapportarsi col Partito d'Azione


[[Silvano Fedi]] e il suo gruppo non scelsero di salire in montagna, ma preferirono muoversi tra la città  e la campagna, dando vita a numerose ed audaci azioni di [[sabotaggio]] che infastidirono non poco i [[nazismo|nazi-fascisti]]. La Brigata fu protagonisti di alcune azioni coraggiose alla "Fortezza di Pistoia" per rifornire la sua formazione di armi e viveri, e alle carceri per liberare i detenuti politici. In particolare portò avanti le sue azioni avvalendosi di cinque fidati uomini ([[Danilo Betti]], [[Brunello Biagini]], [[Marcello Capecchi]], [[Santino Pratesi]], [[Giulio Vannucchi]]), grazie ai quali riuscì più volte ad attaccare nel giro di pochi giorni la Fortezza di Santa Barbara e da cui prelevò una gran quantità  di armi, munizioni e viveri.  
[[Silvano Fedi]] e il suo gruppo non scelsero di salire in montagna, ma preferirono muoversi tra la città  e la campagna, dando vita a numerose ed audaci azioni di [[sabotaggio]] che infastidirono non poco i [[nazismo|nazi-fascisti]]. La Brigata fu protagonisti di alcune azioni coraggiose alla "Fortezza di Pistoia" per rifornire la sua formazione di armi e viveri, e alle carceri per liberare i detenuti politici. In particolare portò avanti le sue azioni avvalendosi di cinque fidati uomini ([[Danilo Betti]], [[Brunello Biagini]], [[Marcello Capecchi]], [[Santino Pratesi]], [[Giulio Vannucchi]]), grazie ai quali riuscì più volte ad attaccare nel giro di pochi giorni la Fortezza di Santa Barbara e da cui prelevò una gran quantità  di armi, munizioni e viveri.  


Parte del materiale sequestrato venne destinato ad altre formazioni partigiane pistoiesi, comprese quella di Manrico Ducceschi "Pippo", del Partito Comunista e del Partito d'Azione, con i quali peraltro non correva buon sangue anche perché Fedi aveva stretto rapporti collaborativi con Licio Gelli, che già  d'allora era conosciuto come un ambiguo personaggio che aveva avuto rapporti con i [[fascismo|fascisti]] e che ora cercava di ricostruirsi un'immagine (probabilmente svolgeva il doppio gioco), con il quale (insieme a [[Enzo Capecchi]], [[Giovanni Pinna]], [[Iacopo Innocenti]]) compì una spettacolare azione che portò alla liberazione dalla Fortezza di 54 prigionieri.
Parte del materiale sequestrato venne destinato ad altre formazioni partigiane pistoiesi, comprese quella di Manrico Ducceschi "Pippo", del Partito Comunista e del Partito d'Azione, con i quali peraltro non correva buon sangue anche perché Fedi aveva stretto rapporti collaborativi con Licio Gelli, che già  d'allora era conosciuto come un ambiguo personaggio che aveva avuto rapporti con i [[fascismo|fascisti]] e che ora cercava di ricostruirsi un'immagine (probabilmente svolgeva il doppio gioco), con il quale (insieme a [[Enzo Capecchi]], [[Giovanni Pinna]], [[Iacopo Innocenti]]) compì una spettacolare azione che portò alla liberazione dalla Fortezza di 54 prigionieri.


I rapporti con Licio Gelli incrinarono l'amicizia con alcuni anarchici pistoiesi, tra cui [[Tiziano Palandri]], che decise di salire in montagna ed unirsi alla formazione "Pippo". Fu proprio il leader di quest'ultimo però a chiarire ed esplicare in maniera inequivocabile la propria fiducia in Silvano Fedi, il quale forse fu un pò ingenuo nel pensare di poter "usare" Licio Gelli a suo piacimento.
I rapporti con Licio Gelli incrinarono l'amicizia con alcuni anarchici pistoiesi, tra cui [[Tiziano Palandri]], che decise di salire in montagna ed unirsi alla formazione "Pippo". Fu proprio il leader di quest'ultimo però a chiarire ed esplicare in maniera inequivocabile la propria fiducia in Silvano Fedi, il quale forse fu un pò ingenuo nel pensare di poter "usare" Licio Gelli a suo piacimento.
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