Carlo Cafiero: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à "
m (Sostituzione testo - "{{references|2}}" con "<references/>")
m (Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à ")
Riga 3: Riga 3:
== Biografia ==
== Biografia ==


'''Carlo Cafiero''' nasce a Barletta il [[1 settembre|1° settembre]] [[1846]] da Ferdinando e Luigia Azzarini. La sua è una famiglia di tendenza conservatrice appartenente alla ricca borghesia agraria pugliese. Un fratello di Carlo, Pietrantonio (1836-1911), sarà  deputato in più di tre legislature.
'''Carlo Cafiero''' nasce a Barletta il [[1 settembre|1° settembre]] [[1846]] da Ferdinando e Luigia Azzarini. La sua è una famiglia di tendenza conservatrice appartenente alla ricca borghesia agraria pugliese. Un fratello di Carlo, Pietrantonio (1836-1911), sarà  deputato in più di tre legislature.


=== La gioventù ===
=== La gioventù ===
Discepolo di [[Emilio Covelli]] al seminario di Molfetta, dopo aver terminato gli studi superiori si iscrive in Giurisprudenza a Napoli. Laureatosi, entra in possesso di un grosso patrimonio in seguito alla morte del padre e si trasferisce a Firenze (allora capitale del Regno d'Italia), dove la famiglia vorrebbe avviarlo alla carriera diplomatica. Cafiero però sembra maggiormente attratto da altri interessi (occultismo, etnologia, studio delle [[civiltà ]] orientali...) e prende a girare per l'Europa. Dopo un breve periodo in [[Francia]] (1870), ospite del pittore Giuseppe De Nittis, si trasferisce a Londra, dove, dopo aver visto con i propri occhi la penosa condizione in cui versa la classe operaia londinese, si "converte" alle [[socialismo|idee socialiste]].
Discepolo di [[Emilio Covelli]] al seminario di Molfetta, dopo aver terminato gli studi superiori si iscrive in Giurisprudenza a Napoli. Laureatosi, entra in possesso di un grosso patrimonio in seguito alla morte del padre e si trasferisce a Firenze (allora capitale del Regno d'Italia), dove la famiglia vorrebbe avviarlo alla carriera diplomatica. Cafiero però sembra maggiormente attratto da altri interessi (occultismo, etnologia, studio delle [[civiltà ]] orientali...) e prende a girare per l'Europa. Dopo un breve periodo in [[Francia]] (1870), ospite del pittore Giuseppe De Nittis, si trasferisce a Londra, dove, dopo aver visto con i propri occhi la penosa condizione in cui versa la classe operaia londinese, si "converte" alle [[socialismo|idee socialiste]].


===L'incontro con Engels e l'attività  in favore dell'A.I.T===
===L'incontro con Engels e l'attività  in favore dell'A.I.T===
A Londra incontra personalmente [[Friedrich Engels]] e abbraccia le idee [[marxismo|marxiste]]. Engels lo invita a recarsi in [[Italia]] per contrastare l'influenza di [[Giuseppe Mazzini]] e [[Bakunin]] nelle sezioni italiane dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]. Partito da Londra nel maggio [[1871]], si stabilisce inizialmente a Firenze, entra in contatto con i vari circoli democratici della città  toscana e conosce Luigi Castellazzo, presidente di una Società  Democratica Internazionale, impegnatissima in quei giorni nel sostenere la [[Comune di Parigi]]. Una volta finita l'esperienza fiorentina, si sposta prima a Barletta e poi a Napoli, dove la situazione della locale sezione dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori|AIT]] è assai confusionaria a causa delle scorrettezze dell'ex-presidente Stefano Caporusso. Cafiero prova a rimediare alla situazione concedendo maggiori responsabilità  alle figure che egli riteneva più capaci, tra cui l'anarchico [[Carmelo Palladino]], studente pugliese trapiantato in Campania. Quando il [[20 agosto]] le [[autorità ]] sciolgono la sezione napoletana, Cafiero subisce un'accurata perquisizione della sua casa e poi è tratto in arresto.
A Londra incontra personalmente [[Friedrich Engels]] e abbraccia le idee [[marxismo|marxiste]]. Engels lo invita a recarsi in [[Italia]] per contrastare l'influenza di [[Giuseppe Mazzini]] e [[Bakunin]] nelle sezioni italiane dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]. Partito da Londra nel maggio [[1871]], si stabilisce inizialmente a Firenze, entra in contatto con i vari circoli democratici della città  toscana e conosce Luigi Castellazzo, presidente di una Società  Democratica Internazionale, impegnatissima in quei giorni nel sostenere la [[Comune di Parigi]]. Una volta finita l'esperienza fiorentina, si sposta prima a Barletta e poi a Napoli, dove la situazione della locale sezione dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori|AIT]] è assai confusionaria a causa delle scorrettezze dell'ex-presidente Stefano Caporusso. Cafiero prova a rimediare alla situazione concedendo maggiori responsabilità  alle figure che egli riteneva più capaci, tra cui l'anarchico [[Carmelo Palladino]], studente pugliese trapiantato in Campania. Quando il [[20 agosto]] le [[autorità ]] sciolgono la sezione napoletana, Cafiero subisce un'accurata perquisizione della sua casa e poi è tratto in arresto.


Rilasciato dopo pochi giorni, partecipa al congresso operaio di Roma (XXII congresso delle società  operaie, [[1° novembre|1]]-[[6 novembre]]) come oppositore della maggioranza mazziniana. In quel periodo collabora col foglio internazionalista «La Campana» di Napoli, prosegue il rapporto epistolare con [[Fredrich Engels]] e "assiste" al conflitto tra la sezione dell'[[Prima Internazionale|Internazionale]] di Napoli, di chiaro orientamento [[Bakunin|bakunista]], e il Consiglio Generale di Londra, indirizzato, specie dopo il convegno del settembre [[1871]], verso la burocratizzazione e centralizzazione dell'organizzazione.
Rilasciato dopo pochi giorni, partecipa al congresso operaio di Roma (XXII congresso delle società  operaie, [[1° novembre|1]]-[[6 novembre]]) come oppositore della maggioranza mazziniana. In quel periodo collabora col foglio internazionalista «La Campana» di Napoli, prosegue il rapporto epistolare con [[Fredrich Engels]] e "assiste" al conflitto tra la sezione dell'[[Prima Internazionale|Internazionale]] di Napoli, di chiaro orientamento [[Bakunin|bakunista]], e il Consiglio Generale di Londra, indirizzato, specie dopo il convegno del settembre [[1871]], verso la burocratizzazione e centralizzazione dell'organizzazione.


===L'amicizia con Bakunin e l'anarchismo ===
===L'amicizia con Bakunin e l'anarchismo ===
Inizialmente neutrale di fronte alla disputa tra [[Bakunin|bakunisti]] e [[marxismo|marxisti]], durante i primi mesi del [[1872]] si schiera apertamente con la fazione anarchica pro-[[Bakunin]]. Si reca allora in [[Svizzera]] per incontrare personalmente [[Bakunin]], grazie al quale consolida ancor più la sua scelta [[collettivismo|collettivista-anarchica]]. In questo periodo invia una lettera ad Engels, nel quale gli illustra la sua posizione in favore dell'[[anarchismo]]. Diviene così uno dei militanti più attivi del [[movimento anarchico]] italiano.
Inizialmente neutrale di fronte alla disputa tra [[Bakunin|bakunisti]] e [[marxismo|marxisti]], durante i primi mesi del [[1872]] si schiera apertamente con la fazione anarchica pro-[[Bakunin]]. Si reca allora in [[Svizzera]] per incontrare personalmente [[Bakunin]], grazie al quale consolida ancor più la sua scelta [[collettivismo|collettivista-anarchica]]. In questo periodo invia una lettera ad Engels, nel quale gli illustra la sua posizione in favore dell'[[anarchismo]]. Diviene così uno dei militanti più attivi del [[movimento anarchico]] italiano.


Durante il congresso di Rimini ([[4 agosto|4]]-[[6 agosto]] [[1872]]), che riunisce le sezioni italiane dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori|Internazionale]], Cafiero è il presidente dell'assemblea e [[Andrea Costa]] il segretario. Il convegno sancisce la definitiva rottura con la maggioranza marxista del Consiglio nazionale di Londra: gli italiani si erano oramai indirizzati verso il [[federalismo]] e l'[[autogestione]], i seguaci di [[Marx]] verso la gerarchizzazione centralizzata dell'[[AIT]]. Cafiero partecipa anche, in qualità  di osservatore, al convegno de L'Aja ([[2 settembre|2]]-[[7 settembre]]), nel corso del quale [[Bakunin]] e gli anarchici saranno di fatto espulsi.
Durante il congresso di Rimini ([[4 agosto|4]]-[[6 agosto]] [[1872]]), che riunisce le sezioni italiane dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori|Internazionale]], Cafiero è il presidente dell'assemblea e [[Andrea Costa]] il segretario. Il convegno sancisce la definitiva rottura con la maggioranza marxista del Consiglio nazionale di Londra: gli italiani si erano oramai indirizzati verso il [[federalismo]] e l'[[autogestione]], i seguaci di [[Marx]] verso la gerarchizzazione centralizzata dell'[[AIT]]. Cafiero partecipa anche, in qualità  di osservatore, al convegno de L'Aja ([[2 settembre|2]]-[[7 settembre]]), nel corso del quale [[Bakunin]] e gli anarchici saranno di fatto espulsi.


===Nascita dell'Internazionale antiautoritaria===
===Nascita dell'Internazionale antiautoritaria===
Diventato uno degli anarchici più intransigenti, Cafiero si reca a Zurigo per incontrare [[Bakunin]] e partecipare con lui al convegno di Saint-Imier indetto dalla [[Federazione anarchica del Giura]]. Questo congresso sancirà  la nascita dell'[[Internazionale antiautoritaria]] ([[16 settembre|16]]-[[17 settembre]] [[1872]])
Diventato uno degli anarchici più intransigenti, Cafiero si reca a Zurigo per incontrare [[Bakunin]] e partecipare con lui al convegno di Saint-Imier indetto dalla [[Federazione anarchica del Giura]]. Questo congresso sancirà  la nascita dell'[[Internazionale antiautoritaria]] ([[16 settembre|16]]-[[17 settembre]] [[1872]])
[[File:Banda del Matese.png|thumb|left|300 px|Rappresentazione dei fatti del Matese]]
[[File:Banda del Matese.png|thumb|left|300 px|Rappresentazione dei fatti del Matese]]
Seguendo i principi organizzativi di [[Bakunin]], insieme ad [[Andrea Costa]], [[Giuseppe Fanelli]], [[Errico Malatesta]] e [[Lodovico Nabruzzi]], entra a far parte dell'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]], una sorta di organizzazione segreta, dotata di speciali statuti, che doveva svolgere la funzione di [[organizzazione specifica|organizzazione politica]] da affiancare all'[[Prima Internazionale|Internazionale]]. Per conto della Federazione italiana conduce inoltre un'indagine nei confronti di Carlo Terzaghi, sospettato d'avere rapporti con la polizia, che si concluderà  con la sua espulsione dall'organizzazione.
Seguendo i principi organizzativi di [[Bakunin]], insieme ad [[Andrea Costa]], [[Giuseppe Fanelli]], [[Errico Malatesta]] e [[Lodovico Nabruzzi]], entra a far parte dell'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]], una sorta di organizzazione segreta, dotata di speciali statuti, che doveva svolgere la funzione di [[organizzazione specifica|organizzazione politica]] da affiancare all'[[Prima Internazionale|Internazionale]]. Per conto della Federazione italiana conduce inoltre un'indagine nei confronti di Carlo Terzaghi, sospettato d'avere rapporti con la polizia, che si concluderà  con la sua espulsione dall'organizzazione.


In occasione del secondo congresso delle sezioni italiane dell'[[AIT]], convocato a Mirandola ma svoltosi a Bologna ([[15 marzo|15]]-[[16 marzo]] [[1873]]), Cafiero è arrestato, sottoposto ad interrogatori e poi prosciolto in istruttoria. Nella seconda metà  del [[1873]] si reca in [[Svizzera]] da [[Bakunin]], con il quale decidono di acquistare un terreno e costruirvi una villa, che prenderà  il nome di "la Baronata", che avrebbe dovuto servire da rifugio sicuro per i rivoluzionari di tutta Europa. Alcune divergenze sulla gestione finanziaria della villa determinano però vivaci discussioni con [[Bakunin]] e la fine dell'amicizia tra i due. Questa vicenda personale si va ad inserire nel quadro dei vari tentativi insurrezionali del [[1874]], tra cui quello di [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| Bologna]] che si concluderà  con il suo arresto.  
In occasione del secondo congresso delle sezioni italiane dell'[[AIT]], convocato a Mirandola ma svoltosi a Bologna ([[15 marzo|15]]-[[16 marzo]] [[1873]]), Cafiero è arrestato, sottoposto ad interrogatori e poi prosciolto in istruttoria. Nella seconda metà  del [[1873]] si reca in [[Svizzera]] da [[Bakunin]], con il quale decidono di acquistare un terreno e costruirvi una villa, che prenderà  il nome di "la Baronata", che avrebbe dovuto servire da rifugio sicuro per i rivoluzionari di tutta Europa. Alcune divergenze sulla gestione finanziaria della villa determinano però vivaci discussioni con [[Bakunin]] e la fine dell'amicizia tra i due. Questa vicenda personale si va ad inserire nel quadro dei vari tentativi insurrezionali del [[1874]], tra cui quello di [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| Bologna]] che si concluderà  con il suo arresto.  


La fine dell'amicizia con [[Bakunin]] e il fallimento delle insurrezioni lo portano a distaccarsi per un momento dal [[movimento anarchico]] e a trasferirsi in [[Russia]], dove si unisce in matrimonio con la rivoluzionaria [[Olimpia Kutusov]] al fine di sottrarla alle persecuzioni zariste. Tornato in [[Svizzera]], vende altri suoi averi e, nel [[1875]], ritorna in [[Italia]], prima a Milano, dove entra in contatto con il gruppo de «La Plebe», poi a Bologna, Firenze e Roma. Dalla capitale inoltre fa il corrispondente per il «[[Bulletin de la Fédération Jurassienne]]», per cui scrive articoli, firmati con lo pseudonimo "Gregorio", sulla situazione sociale della penisola.
La fine dell'amicizia con [[Bakunin]] e il fallimento delle insurrezioni lo portano a distaccarsi per un momento dal [[movimento anarchico]] e a trasferirsi in [[Russia]], dove si unisce in matrimonio con la rivoluzionaria [[Olimpia Kutusov]] al fine di sottrarla alle persecuzioni zariste. Tornato in [[Svizzera]], vende altri suoi averi e, nel [[1875]], ritorna in [[Italia]], prima a Milano, dove entra in contatto con il gruppo de «La Plebe», poi a Bologna, Firenze e Roma. Dalla capitale inoltre fa il corrispondente per il «[[Bulletin de la Fédération Jurassienne]]», per cui scrive articoli, firmati con lo pseudonimo "Gregorio", sulla situazione sociale della penisola.


Dopo la conclusione dei processi per i fatti del [[1874]], terminati con verdetti assolutori, la Federazione italiana si prepara per alcuni convegni a carattere regionale e per quello nazionale di Firenze-Tosi, che si svolgerà  in piena campagna per sfuggire alle [[repressione|misure repressive]] delle [[autorità ]] che non smettevano di dare la caccia agli anarchici.
Dopo la conclusione dei processi per i fatti del [[1874]], terminati con verdetti assolutori, la Federazione italiana si prepara per alcuni convegni a carattere regionale e per quello nazionale di Firenze-Tosi, che si svolgerà  in piena campagna per sfuggire alle [[repressione|misure repressive]] delle [[autorità ]] che non smettevano di dare la caccia agli anarchici.


===La svolta insurrezionalista e comunista anarchica===
===La svolta insurrezionalista e comunista anarchica===


All'interno del movimento Cafiero si fa portatore di una [[anarchismo insurrezionale|linea insurrezionalista]] fondata sulla «[[propaganda col fatto]]», che possa attirare l'attenzione dell'opinione pubblica al di là  o meno del successo delle azioni. Proprio Cafiero, insieme a [[Malatesta]], è incaricato di illustrare il progetto anarchico insurrezionalista italiano al congresso anarchico internazionale di Berna ([[26 ottobre|26]]-[[29 ottobre]] [[1873]]).
All'interno del movimento Cafiero si fa portatore di una [[anarchismo insurrezionale|linea insurrezionalista]] fondata sulla «[[propaganda col fatto]]», che possa attirare l'attenzione dell'opinione pubblica al di là  o meno del successo delle azioni. Proprio Cafiero, insieme a [[Malatesta]], è incaricato di illustrare il progetto anarchico insurrezionalista italiano al congresso anarchico internazionale di Berna ([[26 ottobre|26]]-[[29 ottobre]] [[1873]]).
[[File:O. E. Kutuzova Cafiero.jpg|thumb|[[Olimpiada Evgrafovna Kutuzova]], moglie di Cafiero]]
[[File:O. E. Kutuzova Cafiero.jpg|thumb|[[Olimpiada Evgrafovna Kutuzova]], moglie di Cafiero]]
Dopo la morte di [[Bakunin]] ([[1° luglio]] [[1876]]), che nel frattempo si era riappacificato con Cafiero, all'interno del movimento anarchico si dibatte a lungo sulla sostituzione del programma [[collettivismo|collettivista]] («a ciascuno secondo il suo lavoro»), adottato inizialmente anche dall'[[Internazionale antiautoritaria]], con quello [[Comunismo anarchico|comunista anarchico]] («ad ognuno secondo i suoi bisogni»). Cafiero fa parte di questa tendenza, quantunque egli pensi che a ciò si possa arrivare solo con un'insurrezione generale. Non a caso l'inverno tra il [[1875]] e il [[1876]] Cafiero l'aveva passato con [[Malatesta]] ad esplorare le zone Matese (zona fra Campobasso e Caserta in cui si susseguivano le azioni di brigantaggio), secondo loro pronte per accogliere una nuova insurrezione anarchica, e allacciando contatti con vari libertari italiani in grado di costituire un gruppo unito e deciso, quello che poi passerà  alla storia come [[Banda del Matese]]. Cafiero, che aveva tenuto il comando della banda a turno, insieme a [[Pietro Cesare Ceccarelli]] e ad [[Errico Malatesta]], è fermato insieme ad altri esponenti del [[Banda del Matese|gruppo]] e trattenuto prima nel [[carcere]] di Santa Maria Capua Vetere e poi in quello di Benevento. Durante la fase detentiva si dedica alla traduzione e alla stesura del primo libro de ''Il Capitale'' di [[Karl Marx]].
Dopo la morte di [[Bakunin]] ([[1° luglio]] [[1876]]), che nel frattempo si era riappacificato con Cafiero, all'interno del movimento anarchico si dibatte a lungo sulla sostituzione del programma [[collettivismo|collettivista]] («a ciascuno secondo il suo lavoro»), adottato inizialmente anche dall'[[Internazionale antiautoritaria]], con quello [[Comunismo anarchico|comunista anarchico]] («ad ognuno secondo i suoi bisogni»). Cafiero fa parte di questa tendenza, quantunque egli pensi che a ciò si possa arrivare solo con un'insurrezione generale. Non a caso l'inverno tra il [[1875]] e il [[1876]] Cafiero l'aveva passato con [[Malatesta]] ad esplorare le zone Matese (zona fra Campobasso e Caserta in cui si susseguivano le azioni di brigantaggio), secondo loro pronte per accogliere una nuova insurrezione anarchica, e allacciando contatti con vari libertari italiani in grado di costituire un gruppo unito e deciso, quello che poi passerà  alla storia come [[Banda del Matese]]. Cafiero, che aveva tenuto il comando della banda a turno, insieme a [[Pietro Cesare Ceccarelli]] e ad [[Errico Malatesta]], è fermato insieme ad altri esponenti del [[Banda del Matese|gruppo]] e trattenuto prima nel [[carcere]] di Santa Maria Capua Vetere e poi in quello di Benevento. Durante la fase detentiva si dedica alla traduzione e alla stesura del primo libro de ''Il Capitale'' di [[Karl Marx]].


Al processo per i [[Banda del Matese|fatti del Matese]], che si celebra a Benevento nell'agosto del [[1878]], Cafiero viene difeso dal giovane avvocato [[Francesco Saverio Merlino]]. Comprendendo l'importanza dell'evento, l'anarchico barlettano utilizza le udienze come cassa di risonanza per le sue idee: davanti alla giuria egli illustra il significato di «comunismo e anarchia», principi base del programma comunista anarchico; Cafiero definisce il [[comunismo]] come la collettivizzazione dei beni e dei capitali, «nella federazione universale delle associazioni produttive», e l'[[anarchia]] come il contrario della [[gerarchia]]: «uno stato verso cui tutta l'umanità  s'incammina». Alla fine del processo lui e tutti i suoi compagni sono assolti e liberati.
Al processo per i [[Banda del Matese|fatti del Matese]], che si celebra a Benevento nell'agosto del [[1878]], Cafiero viene difeso dal giovane avvocato [[Francesco Saverio Merlino]]. Comprendendo l'importanza dell'evento, l'anarchico barlettano utilizza le udienze come cassa di risonanza per le sue idee: davanti alla giuria egli illustra il significato di «comunismo e anarchia», principi base del programma comunista anarchico; Cafiero definisce il [[comunismo]] come la collettivizzazione dei beni e dei capitali, «nella federazione universale delle associazioni produttive», e l'[[anarchia]] come il contrario della [[gerarchia]]: «uno stato verso cui tutta l'umanità  s'incammina». Alla fine del processo lui e tutti i suoi compagni sono assolti e liberati.


=== L'esilio in Francia e Svizzera===
=== L'esilio in Francia e Svizzera===


Risolti momentaneamente i problemi giudiziari, Cafiero lascia l'[[Italia]] e parte per la [[Francia]], fermandosi nei pressi di Versailles, a Les Molières. Nel [[1879]] viene dato alle stampe il ''Compendio del primo volume de "Il Capitale"'', che godrà  del pubblico elogio dello stesso [[Marx]] a cui era stata inviata una copia. Intanto la moglie [[Olimpia Kutusov|Olimpia]], dopo una drammatica fuga dalla Siberia, riesce a raggiungere la [[Svizzera]], nello stesso periodo in cui Cafiero è invece attivamente impegnato nel movimento anarchico francese, anche perché quello italiano è sottoposto alle dure [[repressione|repressioni]] delle [[autorità ]] dopo l'attentato di [[Giovanni Passannante]] ad Umberto I. Il [[18 novembre]] [[1879]] è espulso dalla [[Francia]], insieme a [[Malatesta]], per aver partecipato ad una riunione nel corso della quale era stato malmenato un funzionario di polizia. Recatosi in [[Svizzera]], si stabilisce prima a Ginevra, dove entra in rapporti con gli anarchici del gruppo che ruota intorno a «Revolté», storico [[stampa anarchica|periodico]] fondato da [[Kropotkin]], poi a Berna ed infine a Lugano.
Risolti momentaneamente i problemi giudiziari, Cafiero lascia l'[[Italia]] e parte per la [[Francia]], fermandosi nei pressi di Versailles, a Les Molières. Nel [[1879]] viene dato alle stampe il ''Compendio del primo volume de "Il Capitale"'', che godrà  del pubblico elogio dello stesso [[Marx]] a cui era stata inviata una copia. Intanto la moglie [[Olimpia Kutusov|Olimpia]], dopo una drammatica fuga dalla Siberia, riesce a raggiungere la [[Svizzera]], nello stesso periodo in cui Cafiero è invece attivamente impegnato nel movimento anarchico francese, anche perché quello italiano è sottoposto alle dure [[repressione|repressioni]] delle [[autorità ]] dopo l'attentato di [[Giovanni Passannante]] ad Umberto I. Il [[18 novembre]] [[1879]] è espulso dalla [[Francia]], insieme a [[Malatesta]], per aver partecipato ad una riunione nel corso della quale era stato malmenato un funzionario di polizia. Recatosi in [[Svizzera]], si stabilisce prima a Ginevra, dove entra in rapporti con gli anarchici del gruppo che ruota intorno a «Revolté», storico [[stampa anarchica|periodico]] fondato da [[Kropotkin]], poi a Berna ed infine a Lugano.


Venduta la villa de "La Baronata", Cafiero acquisisce un po'di finanze che gli permettono di proseguire con maggiori tranquillità  la propria attività  anarchica, che soprattutto durante il periodo luganese risulterà  molto florida grazie agli stretti rapporti con un nucleo di internazionalisti formato da [[Gaetano Grassi]], [[Florido Matteucci]], [[Egisto Marzoli]], [[Filippo Boschiero]] ed altri. A Lugano scrive anche il saggio ''Rivoluzione'', che sarà  pubblicato in parte su «La Révolution social» di Saint-Cloud ([[20 febbraio]]-[[31 luglio]] [[1881]]).
Venduta la villa de "La Baronata", Cafiero acquisisce un po'di finanze che gli permettono di proseguire con maggiori tranquillità  la propria attività  anarchica, che soprattutto durante il periodo luganese risulterà  molto florida grazie agli stretti rapporti con un nucleo di internazionalisti formato da [[Gaetano Grassi]], [[Florido Matteucci]], [[Egisto Marzoli]], [[Filippo Boschiero]] ed altri. A Lugano scrive anche il saggio ''Rivoluzione'', che sarà  pubblicato in parte su «La Révolution social» di Saint-Cloud ([[20 febbraio]]-[[31 luglio]] [[1881]]).


Allontanatosi da Lugano nell'ottobre [[1880]] per partecipare al convegno della [[Federazione anarchica del Giura]] di Chaux de Fonds ([[9 ottobre|9]]-[[10 ottobre]]), vi pronuncia il celebre discorso su ''[[Anarchia e comunismo (di Carlo Cafiero|Anarchia e comunismo]]'', incentrato sulla convinzione che la [[rivoluzione]] sia una legge che regola la storia dell'umanità  e che rende possibile il progresso dei popoli nel corso del tempo:
Allontanatosi da Lugano nell'ottobre [[1880]] per partecipare al convegno della [[Federazione anarchica del Giura]] di Chaux de Fonds ([[9 ottobre|9]]-[[10 ottobre]]), vi pronuncia il celebre discorso su ''[[Anarchia e comunismo (di Carlo Cafiero|Anarchia e comunismo]]'', incentrato sulla convinzione che la [[rivoluzione]] sia una legge che regola la storia dell'umanità  e che rende possibile il progresso dei popoli nel corso del tempo:
: «La rivoluzione è causa ed effetto di ogni progresso umano, è la condizione di vita, la legge naturale dell'umanità : arrestarla è un crimine; ristabilire il suo corso è un dovere umano».  
: «La rivoluzione è causa ed effetto di ogni progresso umano, è la condizione di vita, la legge naturale dell'umanità : arrestarla è un crimine; ristabilire il suo corso è un dovere umano».  


Presiede poi anche il congresso della federazione socialista dell'alta Italia (Chiasso, [[5 dicembre|5]]-[[6 dicembre]] [[1880]]), dove reitera la sua opposizione alle elezioni e al sistema parlamentare. Il congresso, al solo scopo di promuovere agitazione sociale, stabilisce ugualmente di partecipare alle manifestazioni di Roma in favore del suffragio universale. Cafiero e [[Amilcare Cipriani|Cipriani]] sono delegati da alcuni gruppi a parteciparvi, ma a causa del rinvio della manifestazione dal [[27 gennaio]] al [[10 febbraio]] sono costretti a rinunciarvi.
Presiede poi anche il congresso della federazione socialista dell'alta Italia (Chiasso, [[5 dicembre|5]]-[[6 dicembre]] [[1880]]), dove reitera la sua opposizione alle elezioni e al sistema parlamentare. Il congresso, al solo scopo di promuovere agitazione sociale, stabilisce ugualmente di partecipare alle manifestazioni di Roma in favore del suffragio universale. Cafiero e [[Amilcare Cipriani|Cipriani]] sono delegati da alcuni gruppi a parteciparvi, ma a causa del rinvio della manifestazione dal [[27 gennaio]] al [[10 febbraio]] sono costretti a rinunciarvi.


A Lugano incontra [[Anna Kuluscioff]] e di lei si avvale per un progetto sulla ristampa dei ''Saggi'' di [[Carlo Pisacane]], che erano stati ritrovati in una biblioteca di un liceo del luogo. L'operazione però non andrà  mai in porto. Traduce e legge ''De l'autre vivre'' di [[Alexandre Herzen]] e si scaglia contro l'idea, ventilata da molti anarchici italiani, sull'abbandono dell'[[insurrezionalismo]] e l'inserimento nella vita parlamentare ed elettorale del paese. Il più clamoroso voltafaccia all'[[anarchismo]] è quello di [[Andrea Costa]], contro cui Cafiero scrive una lettera, indirizzata agli internazionalisti [[Vittorino Valbonesi]] e [[Ruggero Moravalli]], che sarà  pubblicata su «Il Grido del popolo», [[stampa anarchica|giornale]] diretto da [[Francesco Saverio Merlino]].
A Lugano incontra [[Anna Kuluscioff]] e di lei si avvale per un progetto sulla ristampa dei ''Saggi'' di [[Carlo Pisacane]], che erano stati ritrovati in una biblioteca di un liceo del luogo. L'operazione però non andrà  mai in porto. Traduce e legge ''De l'autre vivre'' di [[Alexandre Herzen]] e si scaglia contro l'idea, ventilata da molti anarchici italiani, sull'abbandono dell'[[insurrezionalismo]] e l'inserimento nella vita parlamentare ed elettorale del paese. Il più clamoroso voltafaccia all'[[anarchismo]] è quello di [[Andrea Costa]], contro cui Cafiero scrive una lettera, indirizzata agli internazionalisti [[Vittorino Valbonesi]] e [[Ruggero Moravalli]], che sarà  pubblicata su «Il Grido del popolo», [[stampa anarchica|giornale]] diretto da [[Francesco Saverio Merlino]].


Cafiero, [[Malatesta]] e [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] sono gli esponenti di maggior spicco dell'ala rivoluzionaria del movimento e si preparano a portare avanti la loro linea anche al congresso internazionale di Londra, a cui Cafiero non parteciperà  e scriverà  solo la circolare di convocazione. Insieme a [[Malatesta]] e a [[Vito Solieri]], internazionalista in esilio a Londra, Cafiero firma anche la nascita del periodico «L'Insurrezione», che però non sarà  mai pubblicato. Si dichiara a favore dell'«insurrezionismo» <ref>Termine utilizzato in quell'epoca per definire l'[[insurrezionalismo]].</ref>, purchè [[spontaneismo|spontaneo]], non organizzato strutturalmente, come poi spiega in una lettera indirizzata a «Il grido del popolo».  
Cafiero, [[Malatesta]] e [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] sono gli esponenti di maggior spicco dell'ala rivoluzionaria del movimento e si preparano a portare avanti la loro linea anche al congresso internazionale di Londra, a cui Cafiero non parteciperà  e scriverà  solo la circolare di convocazione. Insieme a [[Malatesta]] e a [[Vito Solieri]], internazionalista in esilio a Londra, Cafiero firma anche la nascita del periodico «L'Insurrezione», che però non sarà  mai pubblicato. Si dichiara a favore dell'«insurrezionismo» <ref>Termine utilizzato in quell'epoca per definire l'[[insurrezionalismo]].</ref>, purchè [[spontaneismo|spontaneo]], non organizzato strutturalmente, come poi spiega in una lettera indirizzata a «Il grido del popolo».  


Il [[4 settembre]] [[1881]] viene arrestato nella sua casa di Ruvigliana, vicino a Lugano, insieme al greco-rumeno [[Apostolo Paolides]] e ad un gruppo di
Il [[4 settembre]] [[1881]] viene arrestato nella sua casa di Ruvigliana, vicino a Lugano, insieme al greco-rumeno [[Apostolo Paolides]] e ad un gruppo di
Riga 64: Riga 64:


=== I problemi di salute ===
=== I problemi di salute ===
Dopo l'arresto avvenuto a Milano il [[6 aprile]], Cafiero mette in atto il primo tentativo di suicidio in [[carcere]] <ref>Secondo altre ipotesi si sarebbe trattato di un tentato salasso di sangue andato male.</ref>. Prosciolto dall'accusa, è accompagnato al valico di frontiera di Chiasso e inizia a girovagare in cerca d'alloggio, ma è respinto da quasi tutti gli alberghi che mal si fidano di lui a causa delle sue pietose vesti e del suo portamento incerto. Profondamente depresso per la situazione, tenta un nuovo suicidio anche questa volta non riuscito. In suo soccorso giunge l'amico Emilio Bellerio, che lo accoglie nella sua casa di Locarno fino ai primi mesi del [[1883]] (esclusa una parentesi a Prato Sornico). Alterna periodi di grave sofferenza ad altri di relativa tranquillità , ma politicamente è quasi inattivo. Di tanto in tanto scrive qualche lettera agli amici ed interviene su «La Plebe» ([[1° novembre]] [[1882]]) in una polemica con Candelari sulla teoria del valore di [[Marx]].
Dopo l'arresto avvenuto a Milano il [[6 aprile]], Cafiero mette in atto il primo tentativo di suicidio in [[carcere]] <ref>Secondo altre ipotesi si sarebbe trattato di un tentato salasso di sangue andato male.</ref>. Prosciolto dall'accusa, è accompagnato al valico di frontiera di Chiasso e inizia a girovagare in cerca d'alloggio, ma è respinto da quasi tutti gli alberghi che mal si fidano di lui a causa delle sue pietose vesti e del suo portamento incerto. Profondamente depresso per la situazione, tenta un nuovo suicidio anche questa volta non riuscito. In suo soccorso giunge l'amico Emilio Bellerio, che lo accoglie nella sua casa di Locarno fino ai primi mesi del [[1883]] (esclusa una parentesi a Prato Sornico). Alterna periodi di grave sofferenza ad altri di relativa tranquillità , ma politicamente è quasi inattivo. Di tanto in tanto scrive qualche lettera agli amici ed interviene su «La Plebe» ([[1° novembre]] [[1882]]) in una polemica con Candelari sulla teoria del valore di [[Marx]].


In occasione delle elezioni politiche dell'ottobre [[1882]] è portato come candidato-protesta in vari collegi (Corato, Firenze, Torino), ma non viene eletto anche se riporta moltissimi voti.
In occasione delle elezioni politiche dell'ottobre [[1882]] è portato come candidato-protesta in vari collegi (Corato, Firenze, Torino), ma non viene eletto anche se riporta moltissimi voti.
Riga 77: Riga 77:
== Il pensiero ==
== Il pensiero ==


Per Cafiero il fine di ogni agire è la [[libertà ]], che certamente non è da intendere nel solo riconoscimento dei diritti borghesi. La via cui far ricorso per liberare l'umanità  dalle catene, che limitano la [[libertà ]] individuale e quella dei popoli, è la rivoluzione violenta (in questo senso concorda con Marx ed Engels):  
Per Cafiero il fine di ogni agire è la [[libertà ]], che certamente non è da intendere nel solo riconoscimento dei diritti borghesi. La via cui far ricorso per liberare l'umanità  dalle catene, che limitano la [[libertà ]] individuale e quella dei popoli, è la rivoluzione violenta (in questo senso concorda con Marx ed Engels):  


: «Non solo l'ideale, ma la nostra pratica e la nostra morale rivoluzionaria sono contenute nell'anarchia; la quale viene così a formare il nostro tutto rivoluzionario. È per ciò che noi l'invochiamo come l'avvenimento completo e definitivo della rivoluzione; la rivoluzione per la rivoluzione».
: «Non solo l'ideale, ma la nostra pratica e la nostra morale rivoluzionaria sono contenute nell'anarchia; la quale viene così a formare il nostro tutto rivoluzionario. È per ciò che noi l'invochiamo come l'avvenimento completo e definitivo della rivoluzione; la rivoluzione per la rivoluzione».


Per Cafiero non può esistere [[libertà ]] senza [[anarchismo]] (l'anarchia è l'unica condizione possibile per il libero sviluppo sia dell'individuo che della società ), così come non può esserci [[uguaglianza]] senza [[comunismo]] (il [[comunismo]] è la riappropriazione di tutte le ricchezze della terra, precedentemente espropriata dalla minoranza al potere).  
Per Cafiero non può esistere [[libertà ]] senza [[anarchismo]] (l'anarchia è l'unica condizione possibile per il libero sviluppo sia dell'individuo che della società ), così come non può esserci [[uguaglianza]] senza [[comunismo]] (il [[comunismo]] è la riappropriazione di tutte le ricchezze della terra, precedentemente espropriata dalla minoranza al potere).  


Il suo pensiero [[anarco-comunismo|comunista-anarchico]] è certamente contrapposto all'[[individualismo]]:  
Il suo pensiero [[anarco-comunismo|comunista-anarchico]] è certamente contrapposto all'[[individualismo]]:  
: «Non solo si può essere comunisti; bisogna esserlo, a rischio di fallire lo scopo della rivoluzione una volta ci dicevamo "collettivisti" per distinguerci dagli individualisti e dai comunisti autoritari, ma in fondo eravamo semplicemente comunisti antiautoritari, e, dicendoci "collettivisti" pensavamo di esprimere in questo modo la nostra idea che tutto dev'essere messo in comune, senza fare differenze tra gli strumenti e i materiali di lavoro e i prodotti del lavoro collettivo... Non si può essere anarchici senza essere comunisti. Dobbiamo essere comunisti, perché nel comunismo realizzeremo la vera uguaglianza. Dobbiamo essere comunisti perché il popolo, che non afferra i sofismi collettivisti, capisce perfettamente il comunismo. Dobbiamo essere comunisti, perché siamo anarchici, perché l'anarchia e il comunismo sono i due termini necessari della rivoluzione.»  
: «Non solo si può essere comunisti; bisogna esserlo, a rischio di fallire lo scopo della rivoluzione una volta ci dicevamo "collettivisti" per distinguerci dagli individualisti e dai comunisti autoritari, ma in fondo eravamo semplicemente comunisti antiautoritari, e, dicendoci "collettivisti" pensavamo di esprimere in questo modo la nostra idea che tutto dev'essere messo in comune, senza fare differenze tra gli strumenti e i materiali di lavoro e i prodotti del lavoro collettivo... Non si può essere anarchici senza essere comunisti. Dobbiamo essere comunisti, perché nel comunismo realizzeremo la vera uguaglianza. Dobbiamo essere comunisti perché il popolo, che non afferra i sofismi collettivisti, capisce perfettamente il comunismo. Dobbiamo essere comunisti, perché siamo anarchici, perché l'anarchia e il comunismo sono i due termini necessari della rivoluzione.»  


Cafiero era convinto che la società  futura, realizzata dall'[[anarchia]], avrebbe permesso una più equa distribuzione delle ricchezze e dei beni, la cui produzione sarà  nettamente maggiore rispetto all'attuale perché conseguenza spontanea del lavoro libero e dei lavoratori liberi, mossi dal solo desiderio di contribuire alla realizzazione di una società  migliore e quindi privi di interessi egoistici e [[capitalismo|capitalistici]]. Per Cafiero in futuro ognuno potrà  contribuire alla realizzazione della società  secondo le proprie capacità  e ricevere secondo i propri bisogni.
Cafiero era convinto che la società  futura, realizzata dall'[[anarchia]], avrebbe permesso una più equa distribuzione delle ricchezze e dei beni, la cui produzione sarà  nettamente maggiore rispetto all'attuale perché conseguenza spontanea del lavoro libero e dei lavoratori liberi, mossi dal solo desiderio di contribuire alla realizzazione di una società  migliore e quindi privi di interessi egoistici e [[capitalismo|capitalistici]]. Per Cafiero in futuro ognuno potrà  contribuire alla realizzazione della società  secondo le proprie capacità  e ricevere secondo i propri bisogni.
==Note==
==Note==
<references/>
<references/>
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione