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Lo [[sciopero]], spesso utilizzato come arma disperata, rimane distante da ogni coordinamento, incosciente spesso del nuovo rapporto instauratosi tra le classi ed eccessivamente nostalgici del periodo in cui vi era un periodo di relativo equilibrio sociale che però che si è rivelato ingannevole, cioè una strategia della classe dominante. Quest'atteggiamento difensivo dei lavoratori non è un elemento facente parte di una strategia d'attacco, che lavora alla costruzione di un nuovo rapporto di forza, preludio, contemporaneamente, della costruzione di una nuova e futura strategia offensiva, cosciente questa volta dell'impossibilità  di realizzare compromessi duraturi e vantaggiosi con il [[capitale]] e lo [[Stato]]. È quindi una necessità  impellente che una "nuova coscienza", realizzi, anche sotto le forme sociali attuali, una rivolta elementare. Deve essere la base di una nuova coscienza di classe che risulti da una nuova coscienza politica indispensabile alla constatazione delle sfide legate alle relazioni di classe d'oggi. In occasione del movimento di questa primavera, abbiamo potuto intendere la parola d'ordine "'''Sciopero Generale'''" emergere qua e là , dalla bocca di militanti e militanti rivoluzionari, ma soprattutto delle frange più determinate di lavoratori dipendenti in lotta. Così, fra il personale più impegnato dell'istruzione nazionale (minoranza importante e molto attiva) è apparsa la dichiarazione del confronto necessario generale senza il quale le loro rivendicazioni proprie non hanno alcuna possibilità  di realizzarsi. Lo stesso dicasi, ovviamente, per ogni movimento categoriale. Prima ed allo stesso tempo, delle [[sindacalismo|sezioni sindacali]] di imprese che licenziano in massa si incontravano per costruire una reazione dei lavoratori all'altezza delle sfide denunciando chiaramente il capitalismo e difendendo l'urgenza della costruzione di una relazione di forza offensiva. Oggi, la necessità  dello sciopero generale, la necessità  di sintetizzare l'insoddisfazione crescente di tutti i lavoratori dipendenti, disoccupati e precari, germe nei movimenti. Senza presa di coscienza globale, senza lotta globale, sarà  sempre più difficile fare avanzare qualunque richiesta e per qualunque categoria. Il nostro ciao è ancora una volta nell'unione attiva di tutti i lavoratori. Tuttavia, occorre mantenere i legami apparsi nei movimenti il rischio di dovere ripartire da zero ad ogni colpo torto del potere. Affinché necessità  possa diventare realtà , coordinamento ed organizzazione sono di una importanza vitale, poiché nessun movimento che si voglia vittorioso può accontentarsi di vivere solo a parole.
Lo [[sciopero]], spesso utilizzato come arma disperata, rimane distante da ogni coordinamento, incosciente spesso del nuovo rapporto instauratosi tra le classi ed eccessivamente nostalgici del periodo in cui vi era un periodo di relativo equilibrio sociale che però che si è rivelato ingannevole, cioè una strategia della classe dominante. Quest'atteggiamento difensivo dei lavoratori non è un elemento facente parte di una strategia d'attacco, che lavora alla costruzione di un nuovo rapporto di forza, preludio, contemporaneamente, della costruzione di una nuova e futura strategia offensiva, cosciente questa volta dell'impossibilità  di realizzare compromessi duraturi e vantaggiosi con il [[capitale]] e lo [[Stato]]. È quindi una necessità  impellente che una "nuova coscienza", realizzi, anche sotto le forme sociali attuali, una rivolta elementare. Deve essere la base di una nuova coscienza di classe che risulti da una nuova coscienza politica indispensabile alla constatazione delle sfide legate alle relazioni di classe d'oggi. In occasione del movimento di questa primavera, abbiamo potuto intendere la parola d'ordine "'''Sciopero Generale'''" emergere qua e là , dalla bocca di militanti e militanti rivoluzionari, ma soprattutto delle frange più determinate di lavoratori dipendenti in lotta. Così, fra il personale più impegnato dell'istruzione nazionale (minoranza importante e molto attiva) è apparsa la dichiarazione del confronto necessario generale senza il quale le loro rivendicazioni proprie non hanno alcuna possibilità  di realizzarsi. Lo stesso dicasi, ovviamente, per ogni movimento categoriale. Prima ed allo stesso tempo, delle [[sindacalismo|sezioni sindacali]] di imprese che licenziano in massa si incontravano per costruire una reazione dei lavoratori all'altezza delle sfide denunciando chiaramente il capitalismo e difendendo l'urgenza della costruzione di una relazione di forza offensiva. Oggi, la necessità  dello sciopero generale, la necessità  di sintetizzare l'insoddisfazione crescente di tutti i lavoratori dipendenti, disoccupati e precari, germe nei movimenti. Senza presa di coscienza globale, senza lotta globale, sarà  sempre più difficile fare avanzare qualunque richiesta e per qualunque categoria. Il nostro ciao è ancora una volta nell'unione attiva di tutti i lavoratori. Tuttavia, occorre mantenere i legami apparsi nei movimenti il rischio di dovere ripartire da zero ad ogni colpo torto del potere. Affinché necessità  possa diventare realtà , coordinamento ed organizzazione sono di una importanza vitale, poiché nessun movimento che si voglia vittorioso può accontentarsi di vivere solo a parole.
==Note==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*Margherita Becchetti, ''Fuochi oltre il ponte. Rivolte e conflitti sociali a Parma. 1868-1915'', Roma, DeriveApprodi, 2013.
*Margherita Becchetti, ''Fuochi oltre il ponte. Rivolte e conflitti sociali a Parma. 1868-1915'', Roma, DeriveApprodi, 2013.
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