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*2 mitragliatrici leggere tedesche con 3000 colpi | *2 mitragliatrici leggere tedesche con 3000 colpi | ||
*7 pistole tedesche automatiche | *7 pistole tedesche automatiche | ||
*12 | *12 fucili mitragliatori Beretta | ||
*15 Sten (fucile mitragliatore corto che per sue caratteristiche era in gran uso fra le Brigate Partigiane ) | *15 Sten (fucile mitragliatore corto che per sue caratteristiche era in gran uso fra le Brigate Partigiane ) | ||
*40 | *40 fucili tedeschi Mauser | ||
*50 moschetti Model 41 | *50 moschetti Model 41 | ||
*15 15 fucili modello 41 | *15 15 fucili modello 41 | ||
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Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista. | Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista. | ||
: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale. Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città , manifestazione che costrinse il comando nazista a rinunciare ai suoi propositi. Quanto i nazifascisti temessero il movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il 1 ottobre dopo aver coperto di sangue le Apuane ed Appennino, doveva seminare il terrore nelle popolazioni e | : «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale. Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città , manifestazione che costrinse il comando nazista a rinunciare ai suoi propositi. Quanto i nazifascisti temessero il movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il 1 ottobre dopo aver coperto di sangue le Apuane ed Appennino, doveva seminare il terrore nelle popolazioni e fra i partigiani, ma ottenne l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref> | ||
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