Giovanni Mariga: differenze tra le versioni

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Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.
Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.


: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città ,  manifestazione che costrinse  il comando nazista a rinunciare ai  suoi propositi.  Quanto  i nazifascisti temessero  il  movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1 ottobre dopo aver coperto di  sangue le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare  il terrore nelle popolazioni e  fra  i partigiani,  ma ottenne l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>
: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine tedesco di evacuazione della città ,  manifestazione che costrinse  il comando nazista a rinunciare ai  suoi propositi.  Quanto  i nazifascisti temessero  il  movimento partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare: la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1 ottobre dopo aver coperto di  sangue le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare  il terrore nelle popolazioni e  fra  i partigiani,  ma ottenne l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>


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