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Gli americani ovviamente lo ricompensarono adegutamente, tanto che Leonardo Sciascia a proposito dei rapporti Genovese-esercito statunitense scrive: | Gli americani ovviamente lo ricompensarono adegutamente, tanto che Leonardo Sciascia a proposito dei rapporti Genovese-esercito statunitense scrive: | ||
: «Per dare un'idea di come uno Stato possa divenire inefficiente di fronte alla mafia vale la pena riportare un episodio che riguarda Vito Genovese, mafioso siciliano d'America. Vito Genovese, in America ricercato per omicidio, si trovava in Sicilia nel 1943-44, sistemato come interprete presso il Governo Militare Alleato. Un poliziotto di nome Dickey, che gli dava la caccia, riesce finalmente a trovarlo. Facendosi aiutare da due soldati inglesi (inglesi, si badi, non americani) lo arresta; gli trova addosso lettere credenziali, firmate da ufficiali americani, che dicevano il Genovese" profondamente onesto, degno di fiducia, leale e di sicuro affidamento per il servizio". Una volta arrestato, cominciano i guai: non per il Genovese, ma per il Dickey <ref>[http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/novecento/par26.htm 10 luglio 1943: che 'bella' sorpresa! Gli alleati in Sicilia]</ref>. [...] Ne' piloziotti italiani né americani | : «Per dare un'idea di come uno Stato possa divenire inefficiente di fronte alla mafia vale la pena riportare un episodio che riguarda Vito Genovese, mafioso siciliano d'America. Vito Genovese, in America ricercato per omicidio, si trovava in Sicilia nel 1943-44, sistemato come interprete presso il Governo Militare Alleato. Un poliziotto di nome Dickey, che gli dava la caccia, riesce finalmente a trovarlo. Facendosi aiutare da due soldati inglesi (inglesi, si badi, non americani) lo arresta; gli trova addosso lettere credenziali, firmate da ufficiali americani, che dicevano il Genovese" profondamente onesto, degno di fiducia, leale e di sicuro affidamento per il servizio". Una volta arrestato, cominciano i guai: non per il Genovese, ma per il Dickey <ref>[http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/novecento/par26.htm 10 luglio 1943: che 'bella' sorpresa! Gli alleati in Sicilia]</ref>. [...] Ne' piloziotti italiani né americani vogliono aiutare il disgraziato poliziotto che si trascina dietro per circa sei mesi il boss e quando finalmente arriva a New York con il grande boss ammannettato il principale accusatore di Genovese e'" stranamente" morto avvelenato in una prigione americana così come nello stesso modo morirà in carcere il luogotenente del" bandito" Salvatore Giuliano, Gaspare Pisciotta, nel carcere di Palermo, ovvero secondo Sciascia al coraggioso Dickey viene permesso di portare negli usa il Genovese soltanto quando i suoi" protettori" son sicuri che venga assolto.» <ref>(Leonardo Sciascia - Fonte: Storia Illustrata – anno XVI – n. 173 – aprile 1972 – A. Mondadori Editore) | ||
[http://www.paroledisicilia.com/citazioni/citazioni/la-storia-della-mafia---terza-e-ultima-parte.htm articolo di [[Leonardo Sciascia]]]</ref>. | [http://www.paroledisicilia.com/citazioni/citazioni/la-storia-della-mafia---terza-e-ultima-parte.htm articolo di [[Leonardo Sciascia]]]</ref>. | ||