Michail Bakunin: differenze tra le versioni

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===Il soggiorno italiano e La Prima Internazionale. ===
===Il soggiorno italiano e La Prima Internazionale. ===
A Londra, nel [[1862]], Bakunin entrò in contatto epistolare con Giuseppe Garibaldi:
A Londra, nel [[1862]], Bakunin entrò in contatto epistolare con Giuseppe Garibaldi:
: «Il rumore delle vostre nobili e patriottiche imprese scosse la mia apparente inerzia riportandomi tutte le passioni della giovinezza. Del resto non fui il solo a commuovermi…» (Masini-Bovio, Bakunin, Garibaldi e gli affari slavi 1862-63)
: «Il rumore delle vostre nobili e patriottiche imprese scosse la mia apparente inerzia riportandomi tutte le passioni della giovinezza. Del resto non fui il solo a commuovermi...» (Masini-Bovio, Bakunin, Garibaldi e gli affari slavi 1862-63)
In seguito, Bakunin inviò a Garibaldi, nel febbraio [[1862]], la sua prima pubblicazione - ''Romanov, Pugacev, Pestel, la causa del popolo'' – facendola seguire da una lettera:
In seguito, Bakunin inviò a Garibaldi, nel febbraio [[1862]], la sua prima pubblicazione - ''Romanov, Pugacev, Pestel, la causa del popolo'' – facendola seguire da una lettera:
: «Il nostro scopo è l'abbattimento della centralizzazione moscovita-pietroburghese, l'emancipazione e la completa libertà , l'autonomia e l'indipendenza delle province polacche e di quelle non polacche che costituiscono lo Stato russo».
: «Il nostro scopo è l'abbattimento della centralizzazione moscovita-pietroburghese, l'emancipazione e la completa libertà , l'autonomia e l'indipendenza delle province polacche e di quelle non polacche che costituiscono lo Stato russo».


Sempre a Londra, a causa del suo profondo interesse per i moti risorgimentali, aveva inoltre conosciuto Mazzini, presentatogli da [[Herzen]] dopo la sua fuga in Siberia. Il [[12 novembre]] [[1863]] Mazzini scrisse a Federico Campanella:
Sempre a Londra, a causa del suo profondo interesse per i moti risorgimentali, aveva inoltre conosciuto Mazzini, presentatogli da [[Herzen]] dopo la sua fuga in Siberia. Il [[12 novembre]] [[1863]] Mazzini scrisse a Federico Campanella:
: «...dì a Mosto che andrà  a cercarlo un mio amico russo con la moglie, che mi preme sia bene accolto dai nostri [] Questo russo…ti darà ..una prima lettera russa in francese…È un lavoro interessante assai. fa che sia tradotta. La serie delle lettere è primitivamente diretta a un giornale svedese; ma se tu gli chiederai di lasciarti sopprimere il preambolo, tanto che appaia un lavoro dato al “Dovere”, te lo concederà . Intenditi perché ei ti mandi le altre lettere da Firenze»«» (Romano A., ''Storia del socialismo in Italia'', p. 119)
: «...dì a Mosto che andrà  a cercarlo un mio amico russo con la moglie, che mi preme sia bene accolto dai nostri [...] Questo russo...ti darà ..una prima lettera russa in francese...È un lavoro interessante assai. fa che sia tradotta. La serie delle lettere è primitivamente diretta a un giornale svedese; ma se tu gli chiederai di lasciarti sopprimere il preambolo, tanto che appaia un lavoro dato al “Dovere”, te lo concederà . Intenditi perché ei ti mandi le altre lettere da Firenze»«» (Romano A., ''Storia del socialismo in Italia'', p. 119)


A dimostrazione della concertazione con Mazzini ed altri italiani in occasione del suo successivo viaggio in [[Italia]], lo stesso Mazzini il giorno dopo scrisse a Giuseppe Dolfi:
A dimostrazione della concertazione con Mazzini ed altri italiani in occasione del suo successivo viaggio in [[Italia]], lo stesso Mazzini il giorno dopo scrisse a Giuseppe Dolfi:
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: «Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri umani che mi circondano, uomini e donne, non sono ugualmente liberi: posso dirmi libero solo in presenza di altri uomini e in rapporto con loro. [...] Io stesso sono umano e libero solo nella misura in cui riconosco la libertà  e l'umanità  di tutti gli uomini che mi circondano. La libertà  degli altri, lungi dall'essere un limite o una negazione della mia libertà , ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà  degli altri, così che più numerosi sono gli uomini liberi che mi circondano, più profonda e più ampia è la loro libertà , più estesa e più profonda e più ampia diviene la mia libertà . Io intendo quella libertà  per cui ciascuno, anziché sentirsi limitato dalla libertà  degli altri vi trova al contrario la sua conferma e la sua estensione all'infinito». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')
: «Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri umani che mi circondano, uomini e donne, non sono ugualmente liberi: posso dirmi libero solo in presenza di altri uomini e in rapporto con loro. [...] Io stesso sono umano e libero solo nella misura in cui riconosco la libertà  e l'umanità  di tutti gli uomini che mi circondano. La libertà  degli altri, lungi dall'essere un limite o una negazione della mia libertà , ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà  degli altri, così che più numerosi sono gli uomini liberi che mi circondano, più profonda e più ampia è la loro libertà , più estesa e più profonda e più ampia diviene la mia libertà . Io intendo quella libertà  per cui ciascuno, anziché sentirsi limitato dalla libertà  degli altri vi trova al contrario la sua conferma e la sua estensione all'infinito». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')


La [[libertà ]] può essere realizzata solo se ogni individuo insorge contro la società  che «domina con gli uomini, con i costumi e le usanze, con la massiccia pressione dei sentimenti, dei pregiudizi e delle abitudini…la sua azione è molto più potente di quella dell'[[autorità ]] dello [[Stato]]».  
La [[libertà ]] può essere realizzata solo se ogni individuo insorge contro la società  che «domina con gli uomini, con i costumi e le usanze, con la massiccia pressione dei sentimenti, dei pregiudizi e delle abitudini...la sua azione è molto più potente di quella dell'[[autorità ]] dello [[Stato]]».  
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società , significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società . La libertà , come entità  infinita,  per espletarsi, abbisogna della società : l'uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà , dunque, avviene nell'organizzazione sociale degli uomini: di più, la società  è il nido della libertà  e fuori di essa nulla è possibile. Libertà  come costitutivo della società , libertà  come cifra della civiltà , libertà  come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà , la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L'organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità , in favore della libertà , non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell'anarchico russo.  
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società , significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società . La libertà , come entità  infinita,  per espletarsi, abbisogna della società : l'uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà , dunque, avviene nell'organizzazione sociale degli uomini: di più, la società  è il nido della libertà  e fuori di essa nulla è possibile. Libertà  come costitutivo della società , libertà  come cifra della civiltà , libertà  come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà , la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L'organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità , in favore della libertà , non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell'anarchico russo.  


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