Michail Bakunin: differenze tra le versioni

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==Biografia ==
==Biografia ==
: «Dobbiamo prendere possesso della nostra epoca col nostro pensiero. Al pensatore e al poeta è dato d’anticipare il futuro e di edificare un nuovo mondo di libertà  e di bellezza sulla dissoluzione putrida e caotica che ci circonda» (Bakunin, ''Annali franco-tedeschi'', febbraio 1844)
: «Dobbiamo prendere possesso della nostra epoca col nostro pensiero. Al pensatore e al poeta è dato d'anticipare il futuro e di edificare un nuovo mondo di libertà  e di bellezza sulla dissoluzione putrida e caotica che ci circonda» (Bakunin, ''Annali franco-tedeschi'', febbraio 1844)


=== La gioventù ===
=== La gioventù ===
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: «Il rumore delle vostre nobili e patriottiche imprese scosse la mia apparente inerzia riportandomi tutte le passioni della giovinezza. Del resto non fui il solo a commuovermi…» (Masini-Bovio, Bakunin, Garibaldi e gli affari slavi 1862-63)
: «Il rumore delle vostre nobili e patriottiche imprese scosse la mia apparente inerzia riportandomi tutte le passioni della giovinezza. Del resto non fui il solo a commuovermi…» (Masini-Bovio, Bakunin, Garibaldi e gli affari slavi 1862-63)
In seguito, Bakunin inviò a Garibaldi, nel febbraio [[1862]], la sua prima pubblicazione - ''Romanov, Pugacev, Pestel, la causa del popolo'' – facendola seguire da una lettera:
In seguito, Bakunin inviò a Garibaldi, nel febbraio [[1862]], la sua prima pubblicazione - ''Romanov, Pugacev, Pestel, la causa del popolo'' – facendola seguire da una lettera:
: «Il nostro scopo è l’abbattimento della centralizzazione moscovita-pietroburghese, l'emancipazione e la completa libertà , l'autonomia e l'indipendenza delle province polacche e di quelle non polacche che costituiscono lo Stato russo».
: «Il nostro scopo è l'abbattimento della centralizzazione moscovita-pietroburghese, l'emancipazione e la completa libertà , l'autonomia e l'indipendenza delle province polacche e di quelle non polacche che costituiscono lo Stato russo».


Sempre a Londra, a causa del suo profondo interesse per i moti risorgimentali, aveva inoltre conosciuto Mazzini, presentatogli da [[Herzen]] dopo la sua fuga in Siberia. Il [[12 novembre]] [[1863]] Mazzini scrisse a Federico Campanella:
Sempre a Londra, a causa del suo profondo interesse per i moti risorgimentali, aveva inoltre conosciuto Mazzini, presentatogli da [[Herzen]] dopo la sua fuga in Siberia. Il [[12 novembre]] [[1863]] Mazzini scrisse a Federico Campanella:
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Nel [[1870]], fu espulso dall'"Associazione" per essersi dichiarato solidale con la [[Federazione anarchica del Giura|sezione del Giura]] che si era fatta simbolo dei contrasti tra autoritari e anti-autoritari. In questi anni Bakunin dovette difendersi dalle accuse infamanti di [[Karl Marx]], che lo considerava una spia del [[Partito Panslavista]]. Durante la [[guerra franco-prussiana]], nel [[1871]] tentò di fomentare una sommossa popolare a [[Lione|Lione]], dove costituì un "Comitato di salute della Francia" che proclamò l'abolizione dello [[Stato]] e la federazione dei comuni rivoluzionari (il fallimento dell'impresa lo costrinse a fuggire). Nel [[1871]] scrisse ''La Comune di Parigi e l'Idea di Stato'' e ''La teoria politica di Mazzini e l'Internazionale''. Dopo essere stato espulso, il [[7 settembre]] [[1872]] dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale al Congresso dell'Aia]], nello stesso anno, a Saint-Imier, organizzò, con le sezioni "ribelli" dell'Internazionale (tra cui quelle del Giura che costituirono la [[Federazione anarchica del Giura]]), il primo congresso dell'[[Internazionale antiautoritaria]]. Nel [[1873]] scrisse la sua unica opera completa, ''[[Stato e Anarchia]]''.  
Nel [[1870]], fu espulso dall'"Associazione" per essersi dichiarato solidale con la [[Federazione anarchica del Giura|sezione del Giura]] che si era fatta simbolo dei contrasti tra autoritari e anti-autoritari. In questi anni Bakunin dovette difendersi dalle accuse infamanti di [[Karl Marx]], che lo considerava una spia del [[Partito Panslavista]]. Durante la [[guerra franco-prussiana]], nel [[1871]] tentò di fomentare una sommossa popolare a [[Lione|Lione]], dove costituì un "Comitato di salute della Francia" che proclamò l'abolizione dello [[Stato]] e la federazione dei comuni rivoluzionari (il fallimento dell'impresa lo costrinse a fuggire). Nel [[1871]] scrisse ''La Comune di Parigi e l'Idea di Stato'' e ''La teoria politica di Mazzini e l'Internazionale''. Dopo essere stato espulso, il [[7 settembre]] [[1872]] dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale al Congresso dell'Aia]], nello stesso anno, a Saint-Imier, organizzò, con le sezioni "ribelli" dell'Internazionale (tra cui quelle del Giura che costituirono la [[Federazione anarchica del Giura]]), il primo congresso dell'[[Internazionale antiautoritaria]]. Nel [[1873]] scrisse la sua unica opera completa, ''[[Stato e Anarchia]]''.  


Nell’estate del [[1873]], grazie ai capitali forniti dall'amico [[Carlo Cafiero]], Bakunin poté acquistare un ampio appezzamento a Minusio (nel Canton Ticino, in [[Svizzera]]), chiamato "La Baronata", dove fece costruire una nuova abitazione. Nel [[1874]] Bakunin fu tra gli organizzatori dell'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| insurrezione di Bologna]], ma il fallimento dell'impresa lo costrinse a fuggire in [[Svizzera]], a Locarno (andò via da "La Baronata" a causa di una serie di incomprensioni con Cafiero, che successivamente vennero risolte). Morì a Berna il [[1 luglio|1°luglio]] di quattro anni dopo, nel [[1876]].
Nell'estate del [[1873]], grazie ai capitali forniti dall'amico [[Carlo Cafiero]], Bakunin poté acquistare un ampio appezzamento a Minusio (nel Canton Ticino, in [[Svizzera]]), chiamato "La Baronata", dove fece costruire una nuova abitazione. Nel [[1874]] Bakunin fu tra gli organizzatori dell'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| insurrezione di Bologna]], ma il fallimento dell'impresa lo costrinse a fuggire in [[Svizzera]], a Locarno (andò via da "La Baronata" a causa di una serie di incomprensioni con Cafiero, che successivamente vennero risolte). Morì a Berna il [[1 luglio|1°luglio]] di quattro anni dopo, nel [[1876]].


== Il pensiero ==
== Il pensiero ==
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In apparenza asistematico, in quanto mancante di una organicità  manifestata dall'assenza di opere compiute al di fuori di "[[Stato e Anarchia]]" il pensiero di Bakunin ruota attorno all'idea, fondamentale per lui, di [[libertà]]. La [[libertà]] è il bene supremo che il rivoluzionario deve cercare a qualunque costo.  Bakunin non ammette che la [[libertà ]] individuale venga limitata da quella degli altri:  
In apparenza asistematico, in quanto mancante di una organicità  manifestata dall'assenza di opere compiute al di fuori di "[[Stato e Anarchia]]" il pensiero di Bakunin ruota attorno all'idea, fondamentale per lui, di [[libertà]]. La [[libertà]] è il bene supremo che il rivoluzionario deve cercare a qualunque costo.  Bakunin non ammette che la [[libertà ]] individuale venga limitata da quella degli altri:  


: «Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri umani che mi circondano, uomini e donne, non sono ugualmente liberi: posso dirmi libero solo in presenza di altri uomini e in rapporto con loro. [...] Io stesso sono umano e libero solo nella misura in cui riconosco la libertà  e l’umanità  di tutti gli uomini che mi circondano. La libertà  degli altri, lungi dall’essere un limite o una negazione della mia libertà , ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà  degli altri, così che più numerosi sono gli uomini liberi che mi circondano, più profonda e più ampia è la loro libertà , più estesa e più profonda e più ampia diviene la mia libertà . Io intendo quella libertà  per cui ciascuno, anziché sentirsi limitato dalla libertà  degli altri vi trova al contrario la sua conferma e la sua estensione all’infinito». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')
: «Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri umani che mi circondano, uomini e donne, non sono ugualmente liberi: posso dirmi libero solo in presenza di altri uomini e in rapporto con loro. [...] Io stesso sono umano e libero solo nella misura in cui riconosco la libertà  e l'umanità  di tutti gli uomini che mi circondano. La libertà  degli altri, lungi dall'essere un limite o una negazione della mia libertà , ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà  degli altri, così che più numerosi sono gli uomini liberi che mi circondano, più profonda e più ampia è la loro libertà , più estesa e più profonda e più ampia diviene la mia libertà . Io intendo quella libertà  per cui ciascuno, anziché sentirsi limitato dalla libertà  degli altri vi trova al contrario la sua conferma e la sua estensione all'infinito». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')


La [[libertà ]] può essere realizzata solo se ogni individuo insorge contro la società  che «domina con gli uomini, con i costumi e le usanze, con la massiccia pressione dei sentimenti, dei pregiudizi e delle abitudini…la sua azione è molto più potente di quella dell’[[autorità ]] dello [[Stato]]».  
La [[libertà ]] può essere realizzata solo se ogni individuo insorge contro la società  che «domina con gli uomini, con i costumi e le usanze, con la massiccia pressione dei sentimenti, dei pregiudizi e delle abitudini…la sua azione è molto più potente di quella dell'[[autorità ]] dello [[Stato]]».  
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società , significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società . La libertà , come entità  infinita,  per espletarsi, abbisogna della società : l’uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà , dunque, avviene nell’organizzazione sociale degli uomini: di più, la società  è il nido della libertà  e fuori di essa nulla è possibile. Libertà  come costitutivo della società , libertà  come cifra della civiltà , libertà  come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà , la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L’organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità , in favore della libertà , non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell’anarchico russo.  
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società , significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società . La libertà , come entità  infinita,  per espletarsi, abbisogna della società : l'uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà , dunque, avviene nell'organizzazione sociale degli uomini: di più, la società  è il nido della libertà  e fuori di essa nulla è possibile. Libertà  come costitutivo della società , libertà  come cifra della civiltà , libertà  come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà , la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L'organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità , in favore della libertà , non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell'anarchico russo.  


La [[libertà ]] è però irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto ([[uguaglianza]] sociale, politica, ma soprattutto economica). Il fenomeno che spinge gli uomini all'ineguaglianza e alla schiavitù è il '''principio di autorità ''', esemplificato nella modernità , da soggetti astratti che però si fanno concreti socialmente, schiacciando la libertà : '''Dio''' e la [[religione]], lo [[Stato]] e il [[capitale (economia)|Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si sarebbe giunti all'[[anarchia|Anarchia]].
La [[libertà ]] è però irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto ([[uguaglianza]] sociale, politica, ma soprattutto economica). Il fenomeno che spinge gli uomini all'ineguaglianza e alla schiavitù è il '''principio di autorità ''', esemplificato nella modernità , da soggetti astratti che però si fanno concreti socialmente, schiacciando la libertà : '''Dio''' e la [[religione]], lo [[Stato]] e il [[capitale (economia)|Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si sarebbe giunti all'[[anarchia|Anarchia]].
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=== Dio e la religione ===
=== Dio e la religione ===
[[File:Arvon 1.jpg|thumb|220 px|Copertina libro di [[Herni Arvon]] su Bakunin]]
[[File:Arvon 1.jpg|thumb|220 px|Copertina libro di [[Herni Arvon]] su Bakunin]]
: «La religione, ed in particolare il cristianesimo, hanno prodotto “l’annientamento dell’umanità  a profitto della divinità ”, quindi “se Dio esiste, l’uomo è uno schiavo. Ora l’uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste». (Bakunin in "''[[Dio e lo  Stato]]''")
: «La religione, ed in particolare il cristianesimo, hanno prodotto “l'annientamento dell'umanità  a profitto della divinità ”, quindi “se Dio esiste, l'uomo è uno schiavo. Ora l'uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste». (Bakunin in "''[[Dio e lo  Stato]]''")


:«È evidente che finché avremo un padrone in cielo, non potremo essere liberi in terra. Finché saremo convinti di dovere a Dio un’obbedienza assoluta, e davanti a Dio non è possibile altro tipo di obbedienza, dovremo sottometterci in modo passivo e senza la minima critica alla sacra autorità  dei suoi intermediari e dei suoi eletti [...] Dio, o piuttosto la finzione di Dio, è dunque la consacrazione e la causa intellettuale e morale di ogni schiavitù sulla terra; e la libertà  degli uomini sarà  completa solo quando avrà  distrutto la nefasta finzione di un padrone celeste». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')
:«È evidente che finché avremo un padrone in cielo, non potremo essere liberi in terra. Finché saremo convinti di dovere a Dio un'obbedienza assoluta, e davanti a Dio non è possibile altro tipo di obbedienza, dovremo sottometterci in modo passivo e senza la minima critica alla sacra autorità  dei suoi intermediari e dei suoi eletti [...] Dio, o piuttosto la finzione di Dio, è dunque la consacrazione e la causa intellettuale e morale di ogni schiavitù sulla terra; e la libertà  degli uomini sarà  completa solo quando avrà  distrutto la nefasta finzione di un padrone celeste». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')


Bakunin ritiene che ammettere l’esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà ]] all’uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà ]], ha legittimato la propria [[autorità ]] coll’approvazione divina.  
Bakunin ritiene che ammettere l'esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà ]] all'uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà ]], ha legittimato la propria [[autorità ]] coll'approvazione divina.  


:«Poiché Dio è tutto, il mondo reale e l’uomo sono nulla. Poiché Dio è la verità , la giustizia, il bene, il bello, la potenza e la vita, l’uomo è la menzogna, l’iniquità , il male, la bruttezza, l’impotenza e la morte. Poiché Dio è il padrone, l’uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé la giustizia, la verità  e la vita eterna, l’uomo non può che arrivarvi per mezzo d’una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, messia, profeti, preti e legislatori, ispirati da Dio stesso; e questi, una volta riconosciuti come rappresentanti di Dio sulla terra, come i santi istitutori dell’umanità  eletti da Dio per dirigerla verso la via della salvezza, debbono necessariamente esercitare un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un’obbedienza passiva e illimitata; perché contro la Ragione divina non c’è ragione umana e contro la Giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della [[Chiesa]] e dello Stato, in quanto quest’ultimo è consacrato dalla [[Chiesa]]. [...] l’idea di Dio [...] è la negazione più decisa della libertà  umana e comporta necessariamente la servitù degli uomini, tanto in teoria quanto in pratica.»  (da "''[[Dio e lo Stato]]''")
:«Poiché Dio è tutto, il mondo reale e l'uomo sono nulla. Poiché Dio è la verità , la giustizia, il bene, il bello, la potenza e la vita, l'uomo è la menzogna, l'iniquità , il male, la bruttezza, l'impotenza e la morte. Poiché Dio è il padrone, l'uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé la giustizia, la verità  e la vita eterna, l'uomo non può che arrivarvi per mezzo d'una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, messia, profeti, preti e legislatori, ispirati da Dio stesso; e questi, una volta riconosciuti come rappresentanti di Dio sulla terra, come i santi istitutori dell'umanità  eletti da Dio per dirigerla verso la via della salvezza, debbono necessariamente esercitare un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un'obbedienza passiva e illimitata; perché contro la Ragione divina non c'è ragione umana e contro la Giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della [[Chiesa]] e dello Stato, in quanto quest'ultimo è consacrato dalla [[Chiesa]]. [...] l'idea di Dio [...] è la negazione più decisa della libertà  umana e comporta necessariamente la servitù degli uomini, tanto in teoria quanto in pratica.»  (da "''[[Dio e lo Stato]]''")
L’ateo è comunque solo parzialmente libero; lo è solo spiritualmente. Per completare il proprio percorso deve trovare nella società  la completa [[libertà ]] sociale e individuale.
L'ateo è comunque solo parzialmente libero; lo è solo spiritualmente. Per completare il proprio percorso deve trovare nella società  la completa [[libertà ]] sociale e individuale.


=== Lo Stato e il Capitale ===
=== Lo Stato e il Capitale ===
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La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà  una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà ]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società  marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà , e chiunque sia investito di un'autorità , si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società .
La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà  una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà ]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società  marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà , e chiunque sia investito di un'autorità , si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società .


:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura (del proletariato, ndA) è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l’emancipazione totale del popolo; l’anarchia o la libertà  sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà  prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')
:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura (del proletariato, ndA) è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l'emancipazione totale del popolo; l'anarchia o la libertà  sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà  prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')


Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de [[Il Capitale]] fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società  umana|società ]] come basilare per l'analisi della stessa).
Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de [[Il Capitale]] fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società  umana|società ]] come basilare per l'analisi della stessa).
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=== La questione dell'organizzazione anarchica ===
=== La questione dell'organizzazione anarchica ===


Michail Bakunin concepisce una struttura organizzativa alquanto rigida fondata sulla separazione dell'[[organizzazione di massa|attività  sindacale]] da quella [[organizzazione specifica|politica]]. Per l'anarchico russo l’[[organizzazione di massa]] (sindacato) non doveva reclutare militanti, ma raggruppare tutti gli sfruttati senza altra condizione. Nella sua idea questo compito sarebbe dovuto spettare all’[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]; l'[[organizzazione specifica|organizzazione specifica (organizzazione politica)]] invece doveva essere separata dal sindacato e lavorare all'interno delle masse per guidarle nello scontro con [[Stato]] e capitale. Questa è la funzione che avrebbe dovuto assumere invece l'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]].
Michail Bakunin concepisce una struttura organizzativa alquanto rigida fondata sulla separazione dell'[[organizzazione di massa|attività  sindacale]] da quella [[organizzazione specifica|politica]]. Per l'anarchico russo l'[[organizzazione di massa]] (sindacato) non doveva reclutare militanti, ma raggruppare tutti gli sfruttati senza altra condizione. Nella sua idea questo compito sarebbe dovuto spettare all'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]; l'[[organizzazione specifica|organizzazione specifica (organizzazione politica)]] invece doveva essere separata dal sindacato e lavorare all'interno delle masse per guidarle nello scontro con [[Stato]] e capitale. Questa è la funzione che avrebbe dovuto assumere invece l'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]].


È questo il principio fatto proprio dai [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] con il nome [[dualismo organizzativo]].
È questo il principio fatto proprio dai [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] con il nome [[dualismo organizzativo]].
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* M. Bakunin, ''La reazione in Germania'', [http://www.edizionianarchismo.net Edizioni Anarchismo], 2009
* M. Bakunin, ''La reazione in Germania'', [http://www.edizionianarchismo.net Edizioni Anarchismo], 2009
* M. Bakunin, ''Libertà , uguaglianza, rivoluzione: scritti scelti del grande rivoluzionario anarchico'', a cura di S. Dolgoff. Milano, Antistato, 1972
* M. Bakunin, ''Libertà , uguaglianza, rivoluzione: scritti scelti del grande rivoluzionario anarchico'', a cura di S. Dolgoff. Milano, Antistato, 1972
* M. Bakunin, ''Tre conferenze sull’anarchia'' (1871), Ed. it Roma, ilmanifestolibri, 1996
* M. Bakunin, ''Tre conferenze sull'anarchia'' (1871), Ed. it Roma, ilmanifestolibri, 1996
* M. Bakunin, ''Stato e Anarchia'' (1873), Milano, Feltrinelli. Ed. it. 1968
* M. Bakunin, ''Stato e Anarchia'' (1873), Milano, Feltrinelli. Ed. it. 1968
* M. Bakunin, ''Azione collettiva e coscienza operaia'', Milano, La Salamandra, 1977
* M. Bakunin, ''Azione collettiva e coscienza operaia'', Milano, La Salamandra, 1977
* M. Bakunin, ''Dio e lo Stato'', Pisa, BFS Ed, 2008
* M. Bakunin, ''Dio e lo Stato'', Pisa, BFS Ed, 2008
* M. Bakunin, ''La libertà  degli uguali'', a cura di G. Berti, Milano, elèuthera, 2009
* M. Bakunin, ''La libertà  degli uguali'', a cura di G. Berti, Milano, elèuthera, 2009
* G. Berti, ''Un’esagerata idea di libertà  – Introduzione al pensiero anarchico'', Milano, Elèuthera, 1994
* G. Berti, ''Un'esagerata idea di libertà  – Introduzione al pensiero anarchico'', Milano, Elèuthera, 1994
* G. Berti, ''Il pensiero anarchico – dal Settecento al Novecento'',  Manduria-Bari-Roma, Pietro Lacaita Editore, 1998
* G. Berti, ''Il pensiero anarchico – dal Settecento al Novecento'',  Manduria-Bari-Roma, Pietro Lacaita Editore, 1998
* G. Woodcock, ''L’anarchia: storia delle idee e dei movimenti libertari'' (1962), Milano, Feltrinelli, 1966
* G. Woodcock, ''L'anarchia: storia delle idee e dei movimenti libertari'' (1962), Milano, Feltrinelli, 1966


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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