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Risiede a Berlino dove frequenta l'intellettualità letteraria e artistica, collabora con delle riviste e circoli di avanguardia, si lega in particolare con il drammaturgo svedese [[August Strindberg]] e realizza una nuova esposizione nel [[1893]], anno in cui dipinge il suo celebre quadro considerato come il manifesto espressionista della disperazione e della sofferenza: ''L'Urlo''. | Risiede a Berlino dove frequenta l'intellettualità letteraria e artistica, collabora con delle riviste e circoli di avanguardia, si lega in particolare con il drammaturgo svedese [[August Strindberg]] e realizza una nuova esposizione nel [[1893]], anno in cui dipinge il suo celebre quadro considerato come il manifesto espressionista della disperazione e della sofferenza: ''L'Urlo''. | ||
Nel [[1896]], torna a Parigi dove si dedica soprattutto all'incisione (acqueforti e litografie), realizzerà anche due manifesti per delle opere teatrali del suo compatriota [[Henrik Ibsen]], date a Parigi. Sin dall'inizio del secolo riceve riconoscimenti e realizza nuove esposizioni, a Berlino nel [[1902]], poi successivamente a Praga, Lubecca, Dresda, Vienna e Berna. Ma è sempre più soggetto a crisi depressive, alternando soggiorni all'ospedale e viaggi. Negli anni trenta i nazisti denunciando | Nel [[1896]], torna a Parigi dove si dedica soprattutto all'incisione (acqueforti e litografie), realizzerà anche due manifesti per delle opere teatrali del suo compatriota [[Henrik Ibsen]], date a Parigi. Sin dall'inizio del secolo riceve riconoscimenti e realizza nuove esposizioni, a Berlino nel [[1902]], poi successivamente a Praga, Lubecca, Dresda, Vienna e Berna. Ma è sempre più soggetto a crisi depressive, alternando soggiorni all'ospedale e viaggi. Negli anni trenta i nazisti denunciando «l'arte degenerata» se la prenderanno con i suoi quadri esposti nei musei tedeschi. | ||
Muore a Ekely visino a Oslo, il [[23 gennaio]] [[1944]] dopo aver fatto dono di numerosi quadri e disegni alla capitale norvegese, che costruirà un museo in suo onore. Il regista libertario [[Peter Watkins]] gli ha dedicato un film: ''Edvard Munch, la danza della vita''. | Muore a Ekely visino a Oslo, il [[23 gennaio]] [[1944]] dopo aver fatto dono di numerosi quadri e disegni alla capitale norvegese, che costruirà un museo in suo onore. Il regista libertario [[Peter Watkins]] gli ha dedicato un film: ''Edvard Munch, la danza della vita''. |